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INTERVISTE ITALO-ROMENE Un dialogo interculturale attraverso la storia delle religioni Giovanni Casadio (Faenza, 1950) è uno dei più noti specialisti italiani in storia delle religioni, con un’impressionante carriera scientifica, che abbraccia quasi cinque decenni. Nella conversazione con Gabriel Badea, realizzata per la nostra rivista, vengono affrontati diversi temi: la storia delle religioni oggi e i più recenti sviluppi delle scienze umanistiche, il lascito di Raffaele Pettazzoni nella tradizione storico-religiosa italiana, il ruolo di Mircea Eliade, il rapporto personale con Ugo Bianchi e Ioan Petru Culianu, il futuro dello studio scientifico delle religioni. Il cinema per e con Valia Santella Valia Santella è regista e sceneggiatrice partenopea che ha firmato film come Mia madre e Tre piani diretti da Nanni Moretti e Fai bei sogni e Il traditore di Marco Bellocchio. È stata vincitrice del David di Donatello nel 2020 e del Nastro d’argento nel 2019 e attualmente, tra i suoi numerosi impegni, conduce con Bruno Oliviero un laboratorio di scrittura cinematografica promosso dalla Fondazione Fare Cinema rivolto ad aspiranti sceneggiatori per il cinema. Nel dialogo con Irina Țurcanu ci parla della sua missione, dei segreti per una buona sceneggiatura e del cinema italiano odierno. «L’Ulivo Maggiore», un luogo di ripartenza. In dialogo con Ico Gasparri Ico (Domenico) Gasparri (1959) è archeologo, fotografo, ceramista, restauratore e autore di libri, ed è in questa veste che lo conosciamo nel dialogo con Marina Socol sul suo romanzo L’Ulivo Maggiore (IChOme, 2021) che racconta un’immaginaria isola italiana del Sud dove si incontrano un uomo taciturno e Marina, una giovane donna rimasta vedova che ha deciso di lasciare la città per i campi in cui iniziare una nuova vita. Da questo incontro parte una storia che è un affresco collettivo dove le relazioni umane si basano sulla fiducia, sulla condivisione e sull’amore. Mario Sesti: «Il pubblico romeno ha visto la forza del cinema italiano» «Credo che gli spettatori di Bucarest abbiano potuto toccare con mano la forza di un cinema dotato di un pluralismo di voci rigoglioso». E, in questi giorni così difficili di guerra, «vedere il pubblico romeno ridere ed emozionarsi per film in lingua italiana mi ha ricordato che c’è un modo del tutto diverso di avere relazioni e confronti tra popoli e nazioni diverse». Così il critico e regista Mario Sesti, a Bucarest in veste di consulente artistico e curatore degli incontri e degli eventi speciali del Festival «Nuovo Cinema Italiano in Romania». Intervista a cura di Afrodita Cionchin. Kristina Cepraga: «Come madrina del festival mi sono sentita a casa» Madrina e consulente artistico del Festival «Nuovo Cinema Italiano in Romania» è stata Kristina Cepraga, nota attrice la cui carriera si divide tra i due paesi, Romania e Italia. Abbiamo parlato con lei di come è stata accolta dal pubblico la prima edizione del Festival, nonché dei momenti memorabili delle cinque serate di proiezioni, incontri ed eventi speciali, dall'omaggio alla grande attrice Monica Vitti in apertura della kermesse alla masterclass che ha visto protagonista il regista Daniele Luchetti, ospite d'onore del Festival. Intervista a cura di Afrodita Cionchin. Salvatore Setola: «Per me “Vegan Holocaust” è un monito» «Salvatore Setola (1986) si occupa di musica, arte e cultura per la rivista «Tortuga» e dopo aver curato varie pubblicazioni con al centro le canzoni intrecciate alla nostra vita, a cui «Orizzonti culturali» ha dato spazio, tenta ora il grande salto pubblicando il suo primo romanzo, Vegan holocaust (Eretica, 2021), una storia distopica che si richiama a Bradbury e Orwell, ambientata nell’Europa del 2089 e retta da un rigido sistema tecnocratico diviso in tre classi sociali all’interno di un regime apocalittico e dottrinario, antispecista-vegano-animalista. Intervista a cura di Giusy Capone. Il cinema, la scrittura, lo sguardo. Intervista a Bruno Oliviero «Ciò che mi interessa in una storia sono i limiti del credibile». Al cinema in questo periodo con Ariaferma – un film sorprendente, che racconta il carcere da una prospettiva inconsueta, ovvero stando dentro le sue mura in una specie di declinazione moderna di En attendant Godot –, Bruno Oliviero, regista e sceneggiatore, è impegnato, al fianco di Valia Santella, presso la Fondazione Fare Cinema di Marco Bellocchio, dove tiene un corso di sceneggiatura. Di cosa lo convinca in una storia, di Ariaferma e di molto altro, nell'intervista a cura di Irina Ţurcanu. Roberto Mercadini, vincitore del Torneo letterario di «Robinson» 2021 Irina Țurcanu dialoga con Roberto Mercadini (n. 1978), attore teatrale, scrittore, autore di monologhi e youtuber, che con il saggio Bomba atomica (Rizzoli, 2020) è stato il vincitore-rivelazione per il 2021 del torneo letterario promosso da «Robinson» di «La Repubblica». Il libro trae origine da un monologo commissionatogli due anni prima e l’argomento gli ha dato modo di scoprire una serie di informazioni poco note sull’ordigno più potente al mondo. Nel dialogo si parla anche del suo primo successo editoriale, la sorprendente Storia perfetta dell’errore (Rizzoli, 2018). Traduzioni e scrittura migrante. In dialogo con Irina Țurcanu Afrodita Cionchin conversa con Irina Țurcanu, traduttrice e scrittrice, nata in Romania, che vive in Italia dove si è laureata in Filosofia presso l’Università di Milano, e dove ha svolto una vasta attività come pubblicista ed editor per alcune case editrici. Curatrice di antologie di racconti e autrice a sua volta di quattro romanzi, si presenta di nuovo alla sfida come traduttrice volgendo in italiano un classico romeno, Il mulino fortunato,di Ioan Slavici (Rediviva, 2021). Fra gli altri temi toccati, la letteratura e la scrittura migrante romena in Italia e i progetti in cantiere. Valeria Meazza: «In auge lo studio del fenomeno del narrare» Laureata in filosofia all’Università di Genova, la vogherese Valeria Meazza, docente e ricercatrice indipendente, nel suo libro Il labirinto narrativo. Teoria ed etica del raccontare l’identità (Primiceri Editore, 2019) indaga la problematizzazione della moralità messa in atto dal narrare. La studiosa cerca di proporre diverse definizioni alla luce degli studi narratologici e letterari, filosofici, psicologici, sociologici e antropologici della narrazione, che è una delle chiavi per capire gli effetti dell’interazione tra gli esseri umani. A cura di Giusy Capore e Afrodita Cionchin. Valentina Ippolito, «sguardo dialogico» sul cinema italiano e romeno Registi italiani e romeni hanno realizzato film i cui protagonisti sono figure di migranti alla ricerca di una ‘alternativa esistenziale’. Valentina Ippolito, docente alla Bristol University, propone nella sua monografia Lo sguardo dialogico. Il viaggio migratorio in Italia nel cinema contemporaneo italiano e romeno (Edizioni Joker, 2021) un paradigma originale: un «meccanismo di dialogo» tra migranti e autoctoni. Il 20 novembre scorso, la nostra rivista è stata media partner dell'evento di presentazione del volume al Salone della Cultura di Milano. Intervista di Giusy Capone e Afrodita Cionchin. Mario Andrea Rigoni e Cioran, un'amicizia che ha fatto la storia Il 15 ottobre 2021 il mondo culturale in Italia ha perso un grande e autorevole studioso: il professor Mario Andrea Rigoni dell'Università di Padova, critico letterario esperto del pensiero di Leopardi e scrittore di aforismi, nonché amico e traduttore di Emil Cioran, di cui ha curato gli scritti in italiano per Adelphi a partire dal 1981. In suo ricordo pubblichiamo l’intervista curata da Afrodita C. Cionchin realizzata nel 2012 in cui il professore rievoca l’incontro e l’amicizia con il noto pensatore franco-romeno: «Devo dire che verso di me Cioran aveva forse un particolare affetto».
«Sempre tornare». Con Daniele Mencarelli, un dialogo sulla bellezza Vincitore del Premio Strega 2020, Daniele Mencarelli torna in libreria con Sempre tornare, il suo nuovo romanzo per Mondadori (2021), il cui omonimo protagonista è un adolescente diciassettenne che, durante una vacanza estiva, a un certo punto abbandona gli amici per partire, facendo l’autostop, alla volta della vita, un viaggio che si rivelerà essere anche la scoperta di sé stesso. Nel dialogo con Giusy Capone lo scrittore, lui adulto, afferma, fra l’altro, che per vestire i panni del personaggio ha puntato anche a ricreare, non senza difficoltà, «una certa ingenuità linguistica». Con Giuseppe Reale su Vlad Țepeș a Napoli. Una storia da scoprire Un sottile filo sembrerebbe unire Napoli al mito letterario e storico romeno per antonomasia, Dracula. Lo scopriremo nel dialogo a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone con il prof. Giuseppe Reale, direttore del Complesso Monumentale di S. Maria La Nova di Napoli e presidente del Centro culturale Oltre il Chiostro, il quale, alla luce di recenti studi e restauri, ci spiega che nella suddetta chiesa, presso il sepolcro dei nobili Ferrillo, vi è la tomba, ornata da un bassorilievo raffigurante l’Ordine del Drago, che conterrebbe appunto le spoglie di Vlad III di Valacchia, L’Impalatore. Cesare Pavese, «Non ci capisco niente. Lettere dagli esordi» Dialogo tra Giusy Capone e Federico Musardo, curatore del volume Cesare Pavese. Non ci capisco niente. Lettere dagli esordi (L’Orma editore), che raccoglie le missive giovanili del grande scrittore, «turbolenti […], spesso autoironiche in maniera sorprendente» che «compongono un ritratto dei tremori e delle esuberanze di un artista in erba che cerca a ‘pugni e calci’ di trovare la propria strada nel mestiere della scrittura». Già da queste lettere emerge in tutta la sua statura una delle voci cruciali del Novecento italiano, fotografo malinconico e militante del proprio tempo.
Michela Scolari e il suo documentario sui «bambini delle fogne» È sulla vita e il riscatto dei «bambini delle fogne» che verte il dialogo tra Afrodita C. Cionchin e Michela Scolari, sceneggiatrice e produttrice del documentario The Sewer Kids (in romeno: Copiii din canale), girato da poco a Bucarest e in uscita prossimamente, in collaborazione con la Fondazione Parada, che si cura dei bambini cresciuti ai margini della società, vittime di abusi e violenze, costretti a vivere nelle insalubri viscere delle città. Protagonisti sono ragazzi che hanno vissuto questa esperienza e le loro storie non mancheranno di avere un forte impatto sul pubblico. Lorenzo Marone: Perché fare l’«Inventario di un cuore in allarme» «Dare valore alle fragilità e alle imperfezioni» afferma lo scrittore Lorenzo Marone nel dialogo con Giusy Capone attorno al suo ultimo romanzo, Inventario di un cuore in allarme (Einaudi, 2020), in cui il narratore napoletano mette a nudo il suo lato ipocondriaco con tutte le sue ossessioni e cerca di trovare una valvola di sfogo senza tormentare gli altri. Da qui l’idea che una soluzione è raccontarsi con ironia ed esporre le proprie fobie senza esserne schiacciato ma ponendole in rilievo come intrinseche ‘qualità’ a cui dare un valore quasi positivo, un «piccolo elogio dell’imperfezione». La Danza della Coscienza: dialogo con Valentina De Piante Valentina De Piante, friulana trapiantata a Bucarest da venti anni, è coreografa, docente universitaria all’U.N.A.T.C. «I.L. Caragiale», addottorata in arti performative, coordinatrice di progetti e performer che pratica il metodo Feldenkrais®. Nel dialogo con Serafina Pastore scopriamo che la coreografa ha conosciuto l’amore per la danza fin dall’infanzia, una passione cresciuta costantemente in lei quasi fosse una missione tracciatale dal destino. Col tempo il suo tragitto artistico si è arricchito di esperienze e conoscenze sulla danza, in «un processo continuo di approfondimento».
Radu Paraschivescu, un romanzo romeno sui chirurghi Scacchi Acul de aur și ochii Glorianei (Humanitas, 2021) è l’ultimo romanzo di Radu Paraschivescu, scrittore tanto prolifico quanto tematicamente variegato nella sua opera che nel dialogo con Irina Țurcanu ci introduce a una storia dai contorni avventurosi e quasi magici che parte dall’Italia del XVII sec. e si spinge fino in Inghilterra, alla corte di Elisabetta I. Protagonisti, realmente esistiti, sono i fratelli Scacchi, di Preci in Umbria, che da semplici macellai diventano per uno strano e incredibile gioco del destino rinomati chirurghi oculisti, tra vendette, complotti e violenze. Per il centenario della morte del grande tenore Enrico Caruso Nell’ambito della collaborazione della nostra rivista con «Spazi Culturali», il periodico di approfondimento culturale di Guida Editori di Napoli che nel suo numero di ottobre dedica alla Romania un ampio inserto a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone, segnaliamo un’importante ricorrenza di quest’anno: il centenario della morte di Enrico Caruso (1873-1921), il tenore napoletano di fama mondiale al quale Guida ha dedicato un libro: Caruso di Marco Urraro, una «biografia romanzata che vuole essere un tributo di ammirazione e di stima verso un uomo moderno, avanti coi tempi». Angelo Chielli: La divulgazione del pensiero gramsciano in Romania In occasione dell’anniversario dei 130 anni dalla nascita di Antonio Gramsci (1891-1937), Ioana Cristea Drăgulin dialoga con il prof. Angelo Chielli, docente di Filosofia politica al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari, intorno all’attualità del pensiero gramsciano e alla sua conoscenza in Romania. Il professore è membro fondatore della collana «Biblioteca Gramsciana» presso l’editrice Adenium di Iași che dal 2015 pubblica con altri studiosi, italiani e romeni, come Sabin e Ioana Drăgulin, i volumi, finora una decina, che tracciano il pensiero gramsciano. Chiara Valerio, matematica, saggista, scrittrice, responsabile della narrativa italiana per Marsilio, è autrice del saggio di successo La matematica è politica (Einaudi, 2020), un distillato di riflessioni che sfata miti e leggende. A uno sguardo attento, si coglie che la matematica non è solo politica, ma anche filosofia, un modo di vedere la vita, una ginnastica per la mente. Di questo e di altro ha dialogato nell’intervista a cura di Irina Turcanu Francesconi in cui fanno capolino temi come il suo rapporto con la letteratura romena e l’essere donna in un mondo principalmente maschile. «Il medesimo mondo». In dialogo con Sabrina Ragucci A ottobre è uscito il romanzo Il medesimo mondo (Bollati Boringhieri) di Sabrina Ragucci. È un destino implacabile quello che segna la famiglia Mogliano, a partire dal capostipite Pietro, ricco proprietario di terre andato in rovina durante il fascismo, fino ad Angelo e sua moglie Teresa, emigrati in Germania negli anni del boom, e alla loro figlia, Roberta. Anche lei vive sospesa tra due epoche e due nazioni che, nonostante le differenze, spingono i personaggi a vivere dentro gli stessi meccanismi di sopraffazione e sopravvivenza: il medesimo mondo, appunto. Intervista di Giusy Capone. «Il nuovo mondo», nella visione di Alessandro Bertante Lo scrittore Alessandro Bertante ci dischiude una prospettiva su «Il nuovo mondo», suo e di tutti noi. I primi due capitoli della trilogia sono Nina dei lupi e Pietra nera (Nottetempo Edizioni). «Nina è la speranza, è il mondo nuovo. È la speranza di un rapport.o diverso con il mondo, è l’uomo che ridiventa parte organica di un contesto naturale e non il predatore che è adesso. Il capitalismo predatorio di cui noi siamo tutti, in qualche modo, complici - e non lo dico con cattiveria - non è sostenibile all’infinito». Intervista realizzata da Irina Francesconi Ţurcanu. Giorgio Dell’Arti: Duelli, una vedova facoltosa e tanta cultura Il dialogo di Irina Turcanu Francesconi con lo storico e giornalista Giorgio Dell’Arti è all’insegna della cultura e occasione per fare un tuffo nel passato, agli inizi del ‘900, tra atmosfere Belle Époque, intrighi e duelli. È questo infatti quanto ricostruisce il giornalista nel suo ultimo romanzo, Gli onorevoli duellanti. I misteri della vedova Siemens (La Nave di Teseo, 2020), delineando l’interessante figura di Eleonora Füssli, vedova del magnate Siemens, sorta di seconda Mata Hari, di cui era pure contemporanea, che sapeva usare il proprio fascino per tramare e carpire segreti. Il tema scottante del sessismo e della discriminazione di genere è spesso affrontato da un punto di vista femminile. Questa prospettiva è più che legittima, ma risulta, soprattutto oggi, parziale. Nel volume Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità (il Mulino, 2020) di Maria Giuseppina Pacilli ci viene dato un punto di vista originale e complementare: vivere in una società patriarcale e sessista può essere svantaggioso e dannoso anche per gli uomini, sebbene in modo diverso rispetto a quanto avviene per le donne.
Intervista di Giusy Capone. Lorenzo Marone: Perché fare l’«Inventario di un cuore in allarme» «Dare valore alle fragilità e alle imperfezioni» afferma lo scrittore Lorenzo Marone nel dialogo con Giusy Capone attorno al suo ultimo romanzo, Inventario di un cuore in allarme (Einaudi, 2020), in cui il narratore napoletano mette a nudo il suo lato ipocondriaco con tutte le sue ossessioni e cerca di trovare una valvola di sfogo senza tormentare gli altri. Da qui l’idea che una soluzione è raccontarsi con ironia ed esporre le proprie fobie senza esserne schiacciato ma ponendole in rilievo come intrinseche ‘qualità’ a cui dare un valore quasi positivo, un «piccolo elogio dell’imperfezione». «I libri non sono uno sforzo solitario». La nascita di un libro nasconde ciò che la copertina ci illustra senza farcelo vedere, un’illusione che il lettore può forse solo tentare di immaginare. È questo il filo conduttore nell’intervista a Maria Cristina Olati, editor e scopritrice di talenti letterari, a cura di Irina Turcanu Francesconi, dialogo in cui scopriamo qual è il ruolo dell’editor, personaggio un po’ misterioso, dietro cui non c’è «un lettore che violenta l’autore, ma «l’altra voce dell’autore», con una riflessione sulle difficoltà dei librai indipendenti in tempi così difficili. Alla scoperta di «Romania Sonora» con l’artista Riccardo Toccacielo Riccardo Toccacielo è musicista di Perugia, dove è nato nel 1979, che, alla continua ricerca di nuove esperienze musicali, ha trovato in Romania una sua seconda patria sonora d’elezione. Qui ha ideato e messo a frutto sorprendenti forme di «sound art». Nel dialogo a cura di Serafina Pastore, l’artista ci parla dei due progetti da lui iniziati: Romania Sonora, progetto itinerante che raccoglie le sculture sonoro-culturali ispirate a 15 località romene, e Officina Sonora, l’associazione culturale fondata a Bucarest nel 2019, crogiuolo di altre originali idee sonore. Andrea Gessner: Le edizioni Nottetempo e la letteratura romena Nel dialogo a cura di Irina Turcanu Francesconi con Andrea Gessner, attuale direttore delle edizioni Nottetempo - figlio di Roberta Einaudi, che, con Ginevra Bompiani, ha fondato a Milano nel 2002 l’omonima casa editrice - scopriamo le ragioni che lo hanno spinto a pubblicare il romanzo L’incontro (trad. di Roberto Merlo) di Gabriela Adameșteanu, ragioni che nascono da un viaggio che gli ha svelato e fatto amare la Romania. Sensibile ai temi dell’ambiente, la casa editrice ha inaugurato di recente la collana di saggi «Terra», argomento urgentissimo della nostra epoca. Con Carmine Castoro su «Covideocracy. Virus, potere, media» Covideocracy. Virus, potere, media. Filosofia di una psicosi sociale di Carmine Castoro (Male Edizioni 2020): Il Covid, un male che credevamo confinato in lande lontanissime, serpeggia fra la popolazione: l'ansia, il dubbio, la grancassa social-televisiva portano a provvedimenti biopolitici dal sapore apocalittico. a nessuna analisi complessa di tipo storico, sociale, critico e genealogico del contagio è stata fatta in tempo reale, preferendo le semplificazioni ossessive, luttuose, statistiche e paranoiche dell'informazione mainstream che ha incatenato le nostre menti. Intervista di Giusy Cappone. Con Laura Paganini su «Il cosmo. Vita, morte e miracoli dell'Universo» Il cosmo. Vita, morte e miracoli dell'Universo è il titolo del libro di Laura Paganini pubblicato di recente da Hoepli nella collana Microscopi. La metafora della vita è il fil rouge che ricorre per tutto il testo. L'evoluzione del Cosmo è spiegata attraverso numerosi parallelismi con le fasi della vita dell'uomo e con esempi tratti dal nostro quotidiano. Il percorso termina con un focus sull'uomo, dove l'autrice mostra come gli atomi di cui siamo fatti provengano dalle stelle e come il nostro stile di vita possa avere un impatto rilevante sul pianeta Terra. Intervista di Giusy Cappone. Claudio Magris: «Il viaggio è la più grande metafora della vita» «Ognuno di noi ama la propria particolarità, ma sa o almeno dovrebbe sapere che essa non è ancora un valore, è la premessa del valore e non nega l’appartenenza ad altri contesti più vasti». Dopo l’uscita dell’edizione romena de L’infinito viaggiare con il titolo Călătorie nesfârşită (RAO, 2010, traduzione di Afrodita Carmen Cionchin), proponiamo un dialogo con il noto scrittore Claudio Magris sul significato del viaggio nella sua vita e scrittura. Magris si sofferma anche sul suo incontro con l'universo culturale romeno, sul rapporto tra cultura italiana e cultura romena, tra mitteleuropeismo e romenità. Roberto Pazzi e il daimon senza tempo della creatività La poesia e il romanzo, il genio e la creatività. Sono alcuni dei temi che tornano nel dialogo tra Roberto Pazzi, scrittore e autore di romanzi tradotti anche in romeno (Mi spiacerà morire per non vederti più, Vangelo di Giuda e Conclave) ed Ela Iakab, critico letterario. Nella conversazione, uno spazio speciale va a Eminescu: «Davvero straordinario, ha la profondità e la forza d’ispirazione di ogni gigante della lirica europea. Le sue poesie mi toccano per il sentimento della morte e del Nulla, per quella straordinaria visione del Nulla e del Tutto che si uniscono in una sola dimensione». Andrea Bajani: «La letteratura? Una grande macchina per stupire» «L’arte è una relazione, quando scrivo devo consegnare a qualcuno una verità. Se voglio capire cosa sta succedendo in Europa, vengo a Bucarest, perché qui le contraddizioni sono molto più visibili». Così Andrea Bajani, autore tra l’altro di un noto romanzo ambientato in parte in Romania (Se consideri le colpe, Einaudi), nell’intervista realizzata da Cristina Gogianu in occasione della partecipazione al Festival di Letteratura di Bucarest. Scrittura e letteratura, il legame con Antonio Tabucchi, la condizione della famiglia, Bucarest e la sua immagine: un ampio caleidoscopio di temi e spunti. Grigore Gonţa mise in scena «Numele trandafirului» Nel 1998 Grigore Gonţa, noto regista romeno, mette in scena per la prima volta al Teatro Nazionale di Bucarest Numele trandafirului, spettacolo teatrale basato su Il nome della rosa e volto a restituire in chiave drammaturgica un’opera molto complessa per tema, struttura e linguaggio. Lo spettacolo di Gonţa costituisce il tema e l’orizzonte del volume «Il nome della rosa» a teatro, del professor Armando Rotondi (Università di Napoli «L’Orientale»), da cui traiamo l’intervista nella quale Gonţa ripercorre la complessa e ardita messa in scena teatrale del capolavoro narrativo di Eco. Dinu Flămând: Da Petrarca a Montale, la grande poesia ha antiche radici Ospite questo mese de «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian» è Dinu Flămând, noto poeta, saggista e critico letterario romeno, nonché tra i più importanti traduttori di poesia. Membro fondatore del cenacolo e della rivista «Echinox», che alla fine del secolo scorso ha segnato uno dei movimenti letterari più importanti della Romania, Flămând è stato anche amico del grande italianista Marian Papahagi. Di questa esperienza culturale, dell'opera di traduzione poetica nonché del proprio legame alla cultura e poesia italiana, ci parla in questa ampia intervista. La guerra e il corpo. Daniela Zeca-Buzura sul libro di Paolo Giordano «Nella guerra siamo soltanto corpo, anzi il corpo umano è il vero protagonista». Daniela Zeca-Buzura – narratrice, saggista, critico letterario e realizzatrice in Romania di trasmissioni radiotelevisive – propone un’ampia analisi del romanzo di Paolo Giordano, Il corpo umano (tradotto in romeno e pubblicato a fine 2014 da Humanitas) quale occasione per più ampie considerazioni sul tema della guerra e del rapporto tra letteratura e guerra. Con un ammonimento: esiste anche «la guerra assente, il cui soffio ci porta in situazioni inattese come quella di Charlie Hebdo». Intervista di Cristina Gogianu. Pierfranco Bruni: «Claretta e Benito, un romanzo di passione e morte» Pedepsiţi în iubire (Ed. Capriccio, Piatra-Neamţ, 2014) è il titolo della traduzione romena del romanzo Passione e morte. Claretta e Ben di Pierfranco Bruni, dedicato a ridisegnare i contorni della storia d’amore tra Claretta Petacci e Benito Mussolini. Ştefan Damian, che ha tradotto il romanzo, ha intervistato l’autore, approfondendo il tema dell'invenzione narrativa e le ragioni della scrittura di Bruni, all'origine di un'opera poliedrica che comprende tra l'altro versi, racconti, romanzi, saggi sulla letteratura italiana del Novecento e sulla cultura poetica della Magna Grecia. Uno storico a «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian»: Adriano Prosperi Prende il via con questo numero la rubrica «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian», appuntamento mensile che la nota italianista romena, responsabile della collana bilingue «Biblioteca italiana» dell'editrice Humanitas di Bucarest, propone con una prestigiosa personalità della scena culturale italiana, legata in qualche modo alla cultura romena, e con una personalità romena legata alla cultura italiana. Apre la serie un'intervista con Adriano Prosperi, storico molto noto per i suoi studi sull'Inquisizione. Tra i temi del dialogo, il significato della storia, il rapporto con l'ideologia e, naturalmente, l'inquisizione. Cesare De Michelis: «Giuseppe Berto, vero interprete della crisi morale» In occasione del centenario della nascita di Giuseppe Berto, l'editrice Humanitas ha pubblicato, nella traduzione di Smaranda Bratu Elian, Il male oscuro, il più noto romanzo dello scrittore. Cesare De Michelis, presidente della Fondazione Giuseppe Berto e direttore della storica Marsilio Editori, propone alcune chiavi di lettura della temperie culturale contemporanea, segnata prima dal tramonto delle ideologie e poi da una profonda crisi morale. Berto, osserva De Michelis, ha colto prima e più a fondo di altri le ragioni profonde di questa condizione. Intervista di Cristina Gogianu. Filosofia e finitezza, una via all'Essere. In dialogo con Vittorio Possenti «Elaborare una filosofia della finitezza non pregiudizialmente arroccata in se stessa è un compito onesto. Portare la persona dinanzi all'esperienza della finitezza e domandare a partire da quella, ecco una strada verso cui ci si può avviare. L'esistenza finita contiene in sé una verità inesauribile, ed è perciò mistero». Il ruolo della ricerca filosofica e della metafisica nella cultura contemporanea, il rapporto tra scienza e fede, religione e politica: sono alcuni dei temi del dialogo che i filosofi romeni Ciprian Vălcan e Alin Tat intrecciano con Vittorio Possenti, noto pensatore italiano. Fabio Stassi: «Credo nell’utopia di una letteratura libera e cosmopolita» «Mi piacerebbe essere in qualche modo considerato uno scrittore siciliano, tunisino, cartaginese, albanese, sudamericano e forse anche romeno, un uomo che appartiene al nostro tempo meticcio. Continuo a credere, in maniera infantile, nell’utopia di una letteratura che abbia ancora al centro il personaggio-uomo, e che sia libera, e cosmopolita». Così Fabio Stassi, scrittore, che si presenta sulla scena culturale romena con il suo libro L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio Editore 2012, ora in uscita presso Polirom). Cerasela Barbone, la traduttrice, lo ha intervistato. Alessandro Moscè: «Lo scrittore saccheggia le sensazioni di morte» «Le ossessioni sono creative. Lo scrittore saccheggia in continuazione le sensazioni di morte che lo ossessionano. Il mio libro Il talento della malattia contiene un avvertimento, un sintomo: il panico, che assomiglia molto alla mortalità e testimonia l’apice della paura come spettro ancestrale e, appunto, l’ossessione delle ossessioni». Muove da queste premesse, e spazia a tutto campo sui temi della creatività letteraria, il dialogo tra la scrittrice romena Eliza Macadan e Alessandro Moscè, critico letterario e autore de Il talento della malattia (Avagliano Editore 2012). |
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