|
SPAZIO CIORAN «Cioran in italiano». È questo il titolo di un nuovo progetto volto a realizzare un database online, comprendente i titoli degli scritti di Emil Cioran editi finora in italiano e i testi pubblicati in Italia su questo grande romeno. L’iniziativa punta a creare uno strumento operativo centralizzato, di grande utilità sia agli addetti ai lavori che al più largo pubblico interessato all'opera di uno dei più noti e influenti pensatori del ventesimo secolo. Il nuovo database, in fase di progressivo aggiornamento, è coordinato da Antonio Di Gennaro. Sono benvenuti apporti ed integrazioni. RECENSIONI E STUDI «Il Misantropo delizioso» non c’è più Querido Cioran. Cronaca di un’amicizia di Alina Diaconú (Criterion editrice, 2021, trad. a cura di Luca Cerullo) raccoglie la storia di un rapporto di amicizia, quella tra la scrittrice, nata a Bucarest nel 1945 ma naturalizzata argentina dal 1959, e il pensatore del pessimismo, Emil Cioran, che è anche un testo vario e composito contente ricordi, interviste, lettere, conversazioni telefoniche e appunti di diario della stessa Diaconú, che sfocia a un certo punto anche in un dialogo bellissimo (e immaginario) tra l’‘antiprofeta’ e Ionesco, il tutto per raccontare «l’uomo Cioran». Di Arlindo Hank Tosca. Trentuno conversazioni con Cioran Da diversi anni, in Italia si assiste a una Cioran-renaissance, testimoniata dalla pubblicazione di testi inediti, carteggi e interviste di Emil Cioran. Un momento importante in questa serie di iniziative è rappresentato dal libro Ultimatum all’esistenza. Conversazioni e interviste (1949-1994), curato da Antonio Di Gennaro e pubblicato nell’autunno del 2020 dall’editrice napoletana La Scuola di Pitagora. Nel suo articolo, Horia Corneliu Cicortaș si sofferma sul contesto in cui esce questo volume di conversazioni, che ci consentono di avvicinarci all’«officina» del pensiero cioraniano. Mario Andrea Rigoni e Cioran, un'amicizia che ha fatto la storia Il 15 ottobre 2021 il mondo culturale in Italia ha perso un grande e autorevole studioso: il professor Mario Andrea Rigoni dell'Università di Padova, critico letterario esperto del pensiero di Leopardi e scrittore di aforismi, nonché amico e traduttore di Emil Cioran, di cui ha curato gli scritti in italiano per Adelphi a partire dal 1981. In suo ricordo pubblichiamo l’intervista curata da Afrodita C. Cionchin realizzata nel 2012 in cui il professore rievoca l’incontro e l’amicizia con il noto pensatore franco-romeno: «Devo dire che verso di me Cioran aveva forse un particolare affetto».
Colloquio Internazionale Liliana Herrera intorno a Cioran Dal 2 al 16 ottobre 2021 si è tenuto interamente online per otto giorni il Colloquio Internazionale Liliana Herrera intorno a Cioran, evento accademico transdisciplinare che ha riunito ricercatori, lettori e persone interessate a Emil Cioran per un totale di 28 conferenze con invitati di sette nazionalità in cinque lingue diverse. Concepito e organizzato in collaborazione con Alfredo Abad dell’Universidad Tecnológica de Pereira (UTP) (Colombia), il consesso è stato dedicato a Liliana Herrera, organizzatrice dei precedenti incontri, scomparsa nel 2019. Di Rodrigo I. R. Sá Menezes. L'incontro con l’antiprofeta. Cioran in Italia Vincenzo Fiore, laurea in filosofia, giornalista e scrittore, racconta il suo incontro folgorante, ancora studente liceale, e in un momento doloroso della sua vita, con Emil Cioran tramite un suo aforisma da L’inconveniente di essere nati, che agì su di lui da balsamo spirituale. Da questa intima confessione, Vincenzo Fiore, autore della prima biografia italiana sul pensatore, traccia in questo contributo, presentato al Colloque International Liliana Herrera tenutosi in Brasile nell’ottobre 2021, un ampio panorama critico e biobibliografico sullo «scettico dei Carpazi» in Italia. «I confini dell’autofilosofia di Cioran», una dichiarazione e un azzardo Come definire Cioran, si è chiesta la critica: filosofo o letterato? È questo uno dei quesiti che si pone Irina Turcanu nel suo saggio dedicato al pensatore romeno, I confini dell’autofilosofia di Cioran, pubblicato da Rediviva edizioni (Milano, 2021, pp. 76), cui l’autrice risponde proponendo un suo approccio ‘alternativo’ per meglio delinearne la figura, combinando così le due definizioni tramite una formula mai usata prima, ossia l’«autofilosofia», la filosofia che diventa «autofinzione», una categoria originale con cui continuare a scoprire il mondo e la personalità di Cioran. Caro Arșavir... «Quanto siamo stati stupidi!» Fabio Rodda nel recensire il volume L'orgoglio del fallimento – Lettere ad Arșavir e Jeni Acterian (a cura di Antonio Di Gennaro, trad. di Magda Arhip e Laureto Rodoni, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2021) sottolinea l’importanza di questo epistolario perché in esso si può cogliere il fervore degli anni giovanili di un timido Emil Cioran che, approdato a Bucarest dalla provincia, si trovò catapultato in quell’ambiente di intellettuali che ribolliva di fremiti esistenziali, forieri, anche, di «infatuazioni» ideologiche, una «follia», come poi ebbe a definirle il pensatore transilvano. Emil Cioran e il suo «Ultimatum all’esistenza» Rossella De Lorenzi, nella recensione di Ultimatum all’esistenza. Conversazioni e interviste (1949-1994) a cura di Antonio Di Gennaro, La scuola di Pitagora, 2020, scrive che «è una vera sorpresa leggere questa preziosa raccolta che ci presenta Cioran attraverso interviste e lettere grazie alle quali conoscere aspetti, del pensiero e della vita […] ancora poco trattati o approfonditi nelle sue opere o in altre conversazioni», e che «ci fa scoprire nuove sfumature del pensiero di Cioran» restituendoci «il ritratto di un intellettuale libero» per il quale la scrittura era la salvezza. Ion Vartic e il suo «Cioran ingenuo e sentimentale» Criterion Editrice pubblica uno degli studi critici fondamentali e di riferimento per l’esegesi ciorania: Ion Vartic, Cioran ingenuo e sentimentale, traduzione di Marisa Salzillo, a cura di Mattia Luigi Pozzi, Postfazione di Giovanni Rotiroti (Milano 2020, pp. 379). Uscito in Romania nel 2000 per Biblioteca «Apostrof» e ristampato e ampliato in terza edizione per Polirom (Iași, 2011), è stato insignito alla sua uscita del premio dell’Unione degli Scrittori di Romania come miglior saggio. Con l’occasione pubblichiamo l’Introduzione di Mattia Luigi Pozzi e l’intero I capitolo. Le malattie del filosofo CioranIl saggio di Marta Petreu, Sulle malattie dei filosofi: Cioran, traduzione e cura di Mattia Luigi Pozzi e Giovanni Rotiroti, introduzione di M.L. Pozzi, postfazione di G. Rotiroti (Criterion Editrice, Milano 2019), apre la collana «Studi di cultura romena» della giovane casa editrice milanese. Nei 21 brevi capitoli, la studiosa, docente di storia della filosofia presso l’Università di Cluj, si addentra in un «tour virtuale tra le malattie vissute e i mali pensati da Cioran» in un approccio rigoroso e di «profonda familiarità con l’universo cioraniano». Di Horia Corneliu Cicortaș La storia della ricezione brasiliana di Cioran: 1949-1950 Lo studioso, cultore e traduttore di Cioran, Rodrigo Inácio R. Sá Menezes, aggiunge un nuovo prezioso tassello al puzzle della ricezione e della presenza dell’opera del pensatore di Rășinari in Brasile. Con questo suo nuovo contributo, egli documenta l’ostile diffidenza espressa nei confronti dell’opera di Cioran in Brasile, a partire dalle prime menzioni sui giornali, agli inizi del 1949, antecedenti alla consegna del Premio Rivarol e alla pubblicazione di Précis de décomposition, da Gallimard, con le critiche espresse da vari intellettuali quali il poeta Augusto Frederico Schmidt.
Tormentato da Dio. Dialogo con Mirko Integlia su Cioran (terza parte) Pubblichiamo la terza e ultima parte del corposo dialogo fra il filosofo brasiliano Rodrigo Inácio Ribeiro Sá Menezes e Mirko Integlia, studioso di Cioran e autore di Tormented by God: The Mystical Nihilism of Emil Cioran (Libreria Editrice Vaticana, 2019). I temi qui affrontati sono il carattere catartico (e terapeutico) della lettura di Cioran «re dei pessimisti», il tormento del fantasma di Dio, la «presenza nascosta» nei suoi scritti, il Trăirism, il movimento Criterion e la posizione del pensatore di Rășinari come anticipatore dell’esistenzialismo francese. Tormentato da Dio. Dialogo con Mirko Integlia su Cioran (seconda parte) Pubblichiamo la seconda parte del dialogo fra il filosofo Rodrigo Inácio Ribeiro Sá Menezes e Mirko Integlia, studioso di Cioran e autore di Tormented by God: The Mystical Nihilism of Emil Cioran (Libreria Editrice Vaticana, 2019). I temi qui affrontati, tra gli altri, sono il pericolo-Cioran, l’antisemitismo programmatico della giovane generazione romena del ’27, il rapporto tra antisemitismo e antimonoteismo giudaico-cristiano, le ambizioni politiche e culturali del giovane Cioran, subito disilluso, il rapporto tra ortodossia, trăirism e nichilismo. Tormentato da Dio. In dialogo con Mirko Integlia sul Cioran mistico (I) Dopo la recensione del saggio di Mirko Integlia Tormented by God: The Mystical Nihilism of Emil Cioran (Libreria Editrice Vaticana, 2019) firmata da Antonio Di Gennaro sul numero scorso di Orizzonti Culturali, ritroviamo il filosofo Rodrigo Inácio Ribeiro Sá Menezes che dialoga con l’autore del saggio in questa lunga e articolata intervista di cui pubblichiamo la prima delle tre parti previste. In essa Mirko Integlia si sofferma, fra le altre cose, su un aspetto poco sottolineato dagli studiosi cioraniani: il Cioran mistico e «uomo tormentato dal problema religioso della salvezza». «In un’epoca dove il fanatismo sembra essere tornato alla ribalta a livello mondiale, il pensatore romeno è un antidoto che ci rende immuni». A partire da questa premessa, pubblichiamo un’intervista con Vincenzo Fiore che affronta la filosofia auto-sperimentale, l'anti-fanatismo e «l’infernale sincerità» di Cioran. Il dialogo volge intorno al libro di Vincenzo Fiore intitolato Emil Cioran. La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia (Nulla Die, 2018). L’intervista è realizzata dallo studioso brasiliano Rodrigo Inácio R. Sá Menezes, editore del Portale E.M.Cioran/Brasile, nato nel 2010. A quello con Linde Birk e Dieter Schlesak segue ora il carteggio di Emil Cioran con Petre Ţuţea nel volume L’insonnia dello spirito, che presenta nove lettere che il filosofo invia all’amico dal 1936 al 1941 da Ineu, da Sibiu, da Parigi, da Mentone e da Vichy e quattro lettere che Ţuţea gli invia da Bucarest nel 1936, nel 1974, nel 1990 e nel 1991, anno della propria morte. Petre Ţuţea, che Cioran, nella prima lettera del 25 luglio 1936 da Ineu, definisce il pontifex maximus del pensiero, è un intellettuale simbolo del travaglio ideologico e politico del ‘900. Recensione di Vivetta Valacca. Cioran, utopia e prospettive del grottesco nel libro di Paolo Vanini Un esempio di come si possa analizzare criticamente un pensatore asistematico, dalla vena principalmente aforistica, come Cioran, senza calare dall’alto sulla sua opera un inadatto esprit de système, si trova in Paolo Vanini, Cioran e l’utopia. Prospettive del grottesco (Mimesis 2018). Il volume riesce in un’operazione raffinata, ovvero inquadrare l’opera di Cioran entro le categorie, apparentemente inopinate, di utopico e grottesco, offrendo una lettura d’insieme della riflessione cioraniana che getta luce nuova sull’intera produzione del pensatore romeno. Recensione di Giovanni Fava. «Cioran, la voluttà del disastro». Intervista con Ricardo Gil Soeiro Il fascino del pensiero di Cioran non conosce confini. Lo testimomia, tra l'altro, la corposa intervista che il portale brasiliano E.M.Cioran/Br – dedicato a tutto ciò che verte e ruota attorno al pensatore di Rășinari – ha realizzato con Ricardo Gil Soeiro. Poeta, saggista e ricercatore lusitano, Gil Soeiro è anche autore del recentissimo Notas Soltas para Cioran [Note sciolte per Cioran] (Labirinto, Portugal, 2019), e già nel 2017 aveva curato la versione in portoghese di Confessioni e anatemi. Traduzione a cura di Amelia Natalia Bulboaca. E Cioran si raccontò a Liiceanu. Ora in italiano l'ultima intervista filmata È da poco in libreria, in traduzione italiana, il volume di Gabriel Liiceanu Emil Cioran. Itinerari di una vita, con il testo dell’ultima intervista filmata rilasciata dal pensatore di Răşinari. Si tratta di un volume prezioso, che ci restituisce in presa diretta memorie e folgorazioni dell’ultimo Cioran, oltre a ripercorrere l’intera parabola di vita e di pensiero del grande romeno. Chiude il testo un’intervista con Simone Boué, compagna di una vita di Cioran. Una menzione particolare merita lo splendido apparato fotografico che arricchisce il volume. Recensione di Alessandro Seravalle. Cioran, il mistico che non credeva in nulla. Un convegno a Napoli «Io sono un mistico e non credo in nulla», parola di Emil Cioran. Lo scorso novembre, la Pontificia Facoltà Teologica di Napoli ha dedicato un convegno ai complessi rapporti di Cioran con la dimensione del divino. Raccolti attorno al tema «Dio e il Nulla. La religiosità atea di Emil Cioran», alcuni tra i più importanti studiosi del pensatore romeno hanno affrontato da differenti angolazioni una tematica che coinvolge ontologia e mistica, riflessione esistenziale e tensione metafisica, articolando snodi essenziali, tra i quali preghiera e solitudine, silenzio e noia. Di Alessandro Seravalle. «Tra inquietudine e fede»: l'epistolario di Emil Cioran e George Bălan Si intitola Tra inquietudine e fede. Corrispondenza (1967-1992) il carteggio tra Emil Cioran e George Bălan pubblicato da Mimesis a cura di Antonio Di Gennaro. A Bălan che si chiede come «uno degli spiriti più religiosi del secolo» possa attaccare in maniera così forte il cielo, Cioran risponde: «Tutta la mia vita è stata una ricerca frenetica, accresciuta dalla paura di trovare. Sono certo di aver cercato Dio, ma sono ancora più certo di aver fatto di tutto per non incontrarlo. Un amico francese un giorno mi ha detto che sono come un Pascal che inventerebbe qualsiasi ragione per non credere». «Tradire la propria lingua»: un Cioran inedito al Salone del Libro Ritorno a Emil Cioran è il titolo dell’evento dedicato al grande filosofo, nell’ambito del Salone di Torino 2015, con la presentazione dei volumi usciti nel 2014 e 2015. Tra questi, E.M. Cioran, Tradire la propria lingua. Intervista con Philippe D. Dracodaïdis (a cura di Antonio Di Gennaro, trad. Massimo Carloni, Napoli 2015), concessa nell’autunno 1985 al giornalista greco Philippe D. Dracodaïdis. Si tratta di un testo in parte inedito, che mette in luce tra l'altro significativi aspetti di quello che l'intervistatore definisce il «lato balcanico» di Cioran. Di A.N. Bulboaca. Ancora su Cioran: «Ineffabile nostalgia. Lettere al fratello 1931-1985» Stefano Chemelli recensisce Ineffabile nostalgia, volume curato da Massimo Carloni e Horia Corneliu Cicortaș per Archinto editore, che raccoglie la corrispondenza epistolare (inedita in Italia) tra Emil Cioran e suo fratello Aurel (Relu). Sulla traiettoria parigina che incrocia la terra d’origine, tra il 1931 e il 1985, un sentimento familiare rivive in pagine personalissime, dove scorrono i luoghi del cuore, scenari di un’immaginazione espressa in tocchi brevi ma intensi. Un Cioran meno noto ma molto vero, pagine in cui la memoria parla nel ricordo di un’infanzia mai esiliata dall’anima. «Il nulla e l'assurdo». Tesi di Umberto Cardinale sul grande di Raşinari Pubblichiamo integralmente la tesi universitaria di Umberto Cardinale dal titolo Cioran, il nulla e l'assurdo. Nel testo anticipato in pagina, ci si sofferma in particolare sull'accostamento tra Leopardi e Cioran: chi non è più illuso sul mondo ama l’illusione, paradosso tanto della poesia leopardiana quanto della prosa cioraniana: «Ho provato, in un silenzio e in una solitudine immensi, in mezzo alla natura, lontano dagli uomini e vicino a me stesso, una sensazione di tumulto infinito, in cui il mondo mi ha invaso con l’irruenza di un torrente, simile a un fluido trasparente e impercettibile» (E. Cioran). La «Ineffabile nostalgia» di Cioran: pubblicate le lettere al fratello Aurel Decisiva per ripercorrere la parabola umana del grande pensatore, la corrispondenza tra Cioran e il fratello Aurel copre un arco di oltre mezzo secolo. L’editore Archinto ha appena pubblicato il volume che la raccoglie: Ineffabile nostalgia. Lettere al fratello 1931-1985 (trad. di Massimo Carloni e Horia Corneliu Cicortas). Si tratta di 237 lettere, su un corpus totale stimabile intorno alle 400 unità. Privilegiati dalla scelta dei curatori i contenuti di particolare interesse letterario, filosofico e storico, senza trascurare quei documenti che rivelano il lato privato e affettivo di Cioran. Cioran l'eretico. Tesi universitaria di Mattia Luigi Pozzi «Un’eresia. Se esiste una possibilità di definizione per il pensiero e l’opera di Emil Michel Cioran, essa risiede proprio in questa parola così affilata e, al contempo, così vaga. Eterodosso rispetto a qualunque ortodossia, Cioran corrisponde al suo destino di pensatore dispiegando un pensiero frammentario che si declina come feccia, come residuo. E donandoci un’opera miracolosa per tono e stile, per la capacità di mostrare il lavorio del silenzio attraverso le parole, per la possibilità di dire nascondendo». Tesi universitaria di Mattia Luigi Pozzi. XX Colloquio internazionale di studi «Emil Cioran»: Sibiu, 7-9 maggio Dal 7 al 9 maggio prossimo avrà luogo a Sibiu e a Răşinari la XX edizione del Colloquio internazionale di studi «Emil Cioran», organizzato dal Dipartimento di Studi romanzi dell’Università «Lucian Blaga» di Sibiu, a continuazione della lungimirante iniziativa ideata, avviata e condotta per anni dal compianto professor Eugène van Itterbeck. Tema dell’edizione 2015 sarà la morte, ossessione che attraversa l’insieme dell’opera di Cioran e che si impone come soggetto di studio a 20 anni dalla sua scomparsa. Gli interessati a partecipare possono inviare la loro comunicazione entro il 15 marzo. Cioran, «una verità enigmatica e mutante». Parla Giovanni Rotiroti «Cioran è colui che aiuta a scorgere nel buio delle parole un’apertura che non nasconde nulla di riducibile al sapere, e che per questo consente di entrare in dialogo con se stessi senza rimanerne sopraffatti. Quella dell’opera di Cioran è una verità enigmatica e mutante, che ama mantenersi sempre aperta nel campo della lingua e del desiderio di domandare». Così Giovanni Rotiroti, professore all'Università Orientale di Napoli, in un'ampia intervista dedicata ad alcuni temi di fondo dell'opera di Cioran, con l'apporto di originali prospettive ermeneutiche. Leggere la storia alla luce dell’utopia. Tesi di Paolo Vanini Rileggere l’opera di Cioran come una variazione filosofica sul tema dell’utopia. È quanto si propone Paolo Vanini, nella sua tesi di laurea che qui pubblichiamo. «Rispetto alla letteratura critica degli ultimi anni, che ha visto nell’utopia di Cioran una specie di corollario all’interno della tematica storica, noi – scrive Vanini – vogliamo osservare la storia alla luce dell’utopia». La tesi rilegge, sulla base di questo registro, tutta l’opera di Cioran, segnalando come questo pensatore, nonostante il pessimismo che lo caratterizza, sia capace di creare uno spazio etico, pur privo di un ideale normativo positivo. «Indimenticabile Jenny!». Due lettere di Cioran a Jeni Acterian Jeni Acterian è stata, insieme ai fratelli Arşavir e Haig, sensibile testimone del dibattito culturale interbellico in Romania. Di lei ci sono rimasti il diario intimo e una raccolta di lettere. Tra i suoi diversi corrispondenti figura Emil Cioran, con il quale intrattenne uno scambio epistolare nei primi anni del suo definitivo trasferimento a Parigi. Per la prima volta in traduzione italiana presentiamo due lettere scritte verso la fine degli anni ’30. Vi traspaiono dettagli interessanti della biografia esteriore e interiore di un giovane Cioran, da poco giunto in Francia. A cura di Francesco Testa.
Nell’estate del 1966, come si legge nel Cahier de Talamanca (tr. it. Adelphi 2011), Cioran progetta un saggio sulla redenzione. Umberto Cardinale analizza le corrispondenze di questo concetto quale si trova in Basilide, famoso eresiarca gnostico del II secolo, e lo schopenhaueriano Philipp Mainländer, autore di una Filosofia della redenzione, con l’obiettivo di delineare una fenomenologia dello gnostico in Cioran. Il dubbio dello scettico di Raşinari resiste tanto alla forma d’assoluto dell’ortodossia gnostica quanto a quella della radicale redenzione mainländeriana. E Cioran fece il ritratto del suo «miglior amico»: Benjamin Fondane «Il suo temperamento era così esplosivo che avrebbe voluto far scoppiare le limitazioni del linguaggio, avrebbe voluto far esplodere le parole... ma, allo stesso tempo, era uomo della parola. Era un uomo nobile che viveva in un’epoca buia. Pensare a lui è come pensare a una persona nobile. Non era né credente né non-credente, ma entrambe le cose». Così scrive Cioran del suo amico Benjamin Fondane: un incontro decisivo nel 1942, in una Parigi occupata dai nazisti, che porterà Cioran a fare i conti con gli abbagli ideologici della propria giovinezza. Ampio studio di Giovanni Rotiroti. E un giornalista incontrò Cioran: «Vivere contro l’evidenza» Il concetto di r-esistenza espresso da uno sguardo contemplativo e radicalmente disincantato sull’irreparabile è una delle più efficaci testimonianze presenti nel recente E.M. Cioran, Vivere contro l’evidenza, a cura di Antonio Di Gennaro, traduzione di Massimo Carloni (La scuola di Pitagora 2014). Il libro presenta per la prima volta al pubblico italiano l’intervista a Cioran realizzata da Christian Bussy, nel febbraio 1973, per la televisione belga RTBF. Anche se refrattario a telecamere e microfoni, Cioran si è concesso spesso e con efficacia alle domande dei giornalisti. Di Amelia Bulboacă. «Orizzonti» pubblica le tesi universitarie sul grande romeno Nell’ambito della rubrica «Spazio Cioran», inauguriamo una sezione dedicata alle tesi di laurea sul filosofo romeno, a cura di Antonio Di Gennaro. Apre un lavoro di Alessandro Seravalle, dal suggestivo e paradossale titolo Ogni parola è una parola di troppo. «Il mio intendimento - scrive Seravalle - è l’individuazione di alcune tematiche forti, decisive nel funzionamento del pensiero di Cioran e il tentativo, il più possibile attento a non sfociare in un troppo soggettivo commento, di articolarle tra loro». Di questa e di tutte le altre tesi che seguiranno, disponibile il testo integrale in pdf. Cioran terapeutico: ermeneutica psicologica del pensiero negativo Uno strumento pratico di una terapia spirituale basata sul cosiddetto pensiero negativo: ecco la sostanza del libro di Horia Pătraşcu Terapia prin Cioran. Forţa gândirii negative (Ed. Trei, Bucarest 2014). Cioran ha elaborato un sistema di pensiero coerente, una psicologia dei sentimenti spirituali, metafisici dell'uomo, catalogati con massima sottigliezza analitica. La sua filosofia, secondo Pătraşcu, è in grado di suggerire una vera e propria terapia psicologica e spirituale, dove l’assunzione del negativo è cardine imprescindibile. Recensione di Amelia Bulboacă. Renzo Rubinelli: l’uomo, centro e sostanza del pensiero di Cioran
«Non si esagera se si sostiene che l’uomo è l’unico argomento del pensiero di Cioran. L’uomo gettato in un universo senza senso, costretto a restarvi, forgiandosi continuamente delle lusinghe in grado di prorogare indefinitamente l’appuntamento con l’ineluttabile non senso del tutto». È l’assunto da cui muove l’analisi proposta da Renzo Rubinelli nel suo volume Tempo e destino nel pensiero di E.M. Cioran (Aracne, 2014). L’esegesi si sviluppa prefigurando un dialogo fra due polarità estreme: l’eternità di Emanuele Severino e il nichilismo di Cioran. Una sezione fotografica arricchisce l’opera. Cioran/1: L’intellettuale senza patria Spettatori indiscreti di uno spettacolo a cui non a tutti è dato prender parte. Questa è la sensazione che si prova nel leggere Emil Cioran. L’intellettuale senza patria. Intervista con Jason Weiss, recentemente pubblicato per la cura di Antonio Di Gennaro, con traduzione di Pierpaolo Trillini (Mimesis Edizioni, 2014). Il volume riporta l’intervista rilasciata da Cioran al giornalista, scrittore e traduttore americano Jason Weiss, nella famosa mansarda parigina in rue de l’Odéon 21, nell’agosto del 1983. Ora viene pubblicata per la prima volta in italiano. Recensione di Marisa Salzillo. Cioran/2: Il nulla. Lettere a Marin Mincu (1987-1989) La figura di Constantin Noica, un testo in memoria di Eminescu e una discussione sulla pubblicazione delle opere di Cioran in Italia. Sono questi i tre temi principali attorno ai quali si raccoglie lo scambio epistolare tra Cioran e Marin Mincu, avvenuto tra il 1987 e il 1989, ora pubblicato nel volume Il nulla. Lettere a Marin Mincu (1987-1989). Il libro, curato e tradotto da Giovanni Rotiroti, ha una postfazione di Mircea Ţuglea e un'appendice di Antonio Di Gennaro (Mimesis Edizioni, 2014). Di non secondario interesse, anche il suo valore documentario. Presentazione di Irma Carannante. Arşavir Acterian: «Ricordi di Emil Cioran» «Emil Cioran è stato uno degli amici con cui negli anni ’30 mi intendevo meglio. Ci preoccupavamo intensamente di trovare un motivo all’ineluttabilità della sofferenza e della morte, cercando di convincerci reciprocamente che questa vita, a dispetto di tutti i suoi piaceri, non avesse alcun senso». Amintiri despre Emil Cioran è un ritratto-ricordo che Arşavir Acterian scrisse attorno agli anni ’90, pubblicando una corrispondenza epistolare che va dal 1933 ai primi anni Novanta, dove ben si riflettono molti tratti del carattere e del pensiero di Cioran. A cura di Francesco Testa. «Cioran, la passione del pensiero». Intervista ad Antonio di Gennaro «La filosofia, secondo Cioran, ha a che fare con la radice più propria della soggettività: i sentimenti, le emozioni, le passioni. Io credo che Cioran sia uno dei più importanti filosofi del Novecento, anche se non è mai stato un filosofo di professione, un accademico, un docente universitario, quanto piuttosto un pensatore privato, un libero scrittore, un ʻviandanteʼ o un clochard della filosofia». Uno sguardo a tutto campo sull'opera di Emil Cioran è la sostanza dell'intervista che il filosofo romeno Ciprian Vălcan propone ad Antonio di Gennaro, acuto studioso del pensatore di Răşinari. Lucidità e vergogna: intorno alle lettere giovanili di Cioran Le lettere di Emil Cioran redatte al tempo della composizione del suo primo libro pubblicato in Romania: le troviamo nel volume Lettere al culmine della disperazione, curato da Giovanni Rotiroti, in traduzione di Marisa Salzillo, presentato al recente Salone del Libro di Torino. Appassionate e aggressive, oppure tenere e affettuose, le missive di quel periodo precisano il contesto emozionale nel quale hanno preso campo le idee e le ossessioni che anticipano di qualche anno Al culmine della disperazione. E non mancano ombre a ambiguità del periodo berlinese. Testo di Giovanni Rotiroti. Cioran: «Al culmine della disperazione. Ma non rinuncio all'amore» «Per quanto combatta al culmine della disperazione, non vorrei né potrei rinunciare all’amore neppure se la disperazione e la tristezza oscurassero la fonte luminosa del mio essere, dislocata in chissà quali angoli remoti della mia esistenza». Così Cioran nelle sue lettere giovanili, efficaci testimonianze della vita privata del giovane scrittore, ma anche florilegio di emozioni, desideri, derive che il ventenne romeno aveva la necessità di esprimere e condividere. Irma Carannante traccia una panoramica dei motivi e delle circostanze di questi scritti. «Cioran in Italia», un volume per i cento anni dalla nascita del filosofo Gabriella Molcsan e Antonio di Gennaro presentano il volume Cioran in Italia (Aracne Editrice, 2012), che raccoglie gli interventi dell’omonimo convegno organizzato nel 2011 a Roma, presso l’Accademia di Romania, in occasione del centenario della nascita di Emil Cioran. Figura di spicco della scena culturale europea, Cioran resta un autore tuttora inspiegabilmente trascurato in ambito accademico, soprattutto in Italia. Dai contributi di questo volume, prospettive illuminanti sullo stretto intreccio tra vita e pensiero che fu proprio del pensatore di Sibiu. Cioran e il suicidio. Ciprian Vălcan a colloquio con Andrea Rossi Il suicidio e i suoi vari significati, riletti anche con rimando all'opera di Cioran, nichilista per eccellenza. Verte attorno a questo tema il dialogo tra il filosofo romeno Ciprian Vălcan e il suo interlocutore italiano Andrea Rossi, curatore e autore di pubblicazioni sul comportamento suicidario e socio fondatore dell’associazione L’Orecchio di Van Gogh, che ha pubblicato nel 2010 l'epistolario tra Emil Cioran e Friedgard Schulte-Thoma, Per nulla al mondo. Un amore di Cioran. Una lettura, quella di Rossi, che cerca una mediazione tra approcci diversi a un tema sempre inquietante. «Metafisica dell’addio». Studi su Emil Cioran Cioran letto sui banchi del liceo non è l'ultima tappa della storia del pensiero, ma l'occasione di un complesso viaggio dello spirito, che, sul piano letterario, attraversa il pessimismo cosmico di Leopardi, lo spleen di Baudelaire, il caos e le maschere di Pirandello, l’esistenzialismo di Sartre, e perfino la visione verghiana dei vinti. Temi, questi, che costituiscono una liaison fra epoche e culture, ma cui Cioran conferisce una nuova dignità. È quanto viene in evidenza in Metafisica dell'addio. Studi su Emil Cioran, volume firmato da Antonio Di Gennaro e qui presentato da Vivetta Valacca.
Giuseppe Savarino analizza il rapporto di Cioran con il suo essere romeno, un rapporto che ha conosciuto notevoli variazioni nel tempo. «Con l’avanzare dell’età, Cioran avvertirà prepotentemente il richiamo della propria terra di origine; percepirà istintivamente di essere più romeno di quanto lui stesso volesse o pensasse. Quel fatalismo che aveva attribuito più volte al popolo romeno in realtà gli apparteneva pienamente, come un marchio originario indelebile; anzi, è stato l’elemento portante della filosofia e dello scetticismo che caratterizzerà tutta la sua brillante produzione». Cioran, l'orrore e l'estasi della vita. Dialogo con Massimo Carloni La figura del grande pensatore romeno, il suo rapporto con la tradizione filosofica e religiosa, come pure la ricezione della sua opera in Italia sono al centro del dialogo tra Ciprian Vălcan e Massimo Carloni, studioso del filosofo di Răşinari. «Di Cioran – rivela Carloni – mi seduce la sincerità con la quale abborda le problematiche della vita. La chiave decisiva per comprendere la sua figura la fornisce lui stesso, riprendendo una formula di Baudelaire: l’orrore e l’estasi della vita, sentiti simultaneamente. Occorre sempre tenere insieme questi due atteggiamenti». «Tutti i nichilisti, razza di uomini lucidi e stravolti, hanno avuto alterchi con Dio: prova ulteriore della contiguità tra il nulla e il divino. Ma Cioran è di quelli che ti stendono al suolo. Non è tra i nichilisti tiepidi, capaci di fremere al comizio del beniamino: è uno che non scherza, è mescalina pura, che assaggi e non abbandoni più». Lo scrive Antonio Castronuovo, autore del libro Emil Michel Cioran, Liguori 2010, in un testo con il quale inauguriamo la nuova rubrica «Spazio Cioran», dedicata al grande filosofo romeno. Mario Andrea Rigoni: «Delizioso e sorprendente, così era Cioran» «Delizioso e sorprendente, aperto con chiunque, salvo che con gli indiscreti o gli imbecilli». Mario Andrea Rigoni, colui che ha diretto per l'editore Adelphi la traduzione italiana degli scritti di Emil Cioran, così ricorda l’incontro e la frequentazione con il grande pensatore romeno. Studioso di Leopardi, Rigoni segnala anche l’influsso avuto da Cioran sul suo lavoro. «L’amicizia di Cioran e la conoscenza dei suoi libri hanno indubbiamente salato il mio sangue letterario. Mi hanno aiutato a liberarmi dalle tracce di erudizione e di accademia che, per il mio mestiere, non potevo non avere». Né con Dio, né senza Dio. Cioran, il mistico «È religioso chi può dispensarsi dalla fede, ma non da Dio», sosteneva Cioran, prima di congedarsi definitivamente dall’idioma romeno. Lo studio di Massimo Carloni evidenzia che «diversamente dall’amico Eliade, il cui procedere enciclopedico finisce per fare della religione un oggetto d’erudizione, da studiare ed approfondire in tutte le sue varie manifestazioni, Cioran drammatizza il rapporto con il divino, alla stregua di un combattimento corpo a corpo, senza esclusione di colpi, come un Giacobbe contro l’Angelo». Pierpaolo Trillini: «Tradurre Friedgard Thoma, più difficile che Cioran» Il filosofo nichilista che si innamora della giovane professoressa tedesca. Zucchero per chi è a caccia di sensazionalismo. Ma non per chi ne ha tradotto in italiano la storia. «Tradurre Friedgard Thoma è stato un vero e proprio “bagno di sangue”. Donna di una sensibilità profonda e ricercatrice spasmodica dell’artifizio letterario, mi ha messo in seria difficoltà nonostante non fosse la prima volta che traducevo dal tedesco». Lo racconta Pierpaolo Trillini, traduttore del libro Per nulla al mondo. Un amore di Cioran. In questo saggio dedicato alla figura di Aurel Cioran, il fratello minore di Emil, Renzo Rubinelli parte dall'idea che Aurel sia «la vera incarnazione dei pensieri di Cioran, che sia lui il vissuto reale di sofferenza, distillato nei libri del fratello. Non solo per gli anni di carcere, quanto per un’inclinazione incerta, per un’adesione più labile alla vita, meno convinta e istintiva rispetto ad Emil, il quale, negando a parole, aderì di fatto all’esistenza con una propensione naturale del carattere». Una testimonianza forte che fa riflettere. Presentiamo un'intervista con Renzo Rubinelli realizzata da Mihaela-Genţiana Stănişor. Rubinelli ha conosciuto Cioran, come anche Simone Boué e Friedgard Thoma. Nel 1987 ha visitato la Romania, i luoghi d’infanzia cari a Cioran e ha conosciuto il fratello del filosofo, Aurel. A Paltinis Rubinelli ha incontrato Constantin Noica, dal quale ha ricevuto suggerimenti per la sua tesi. Conserva una decina di lettere di Emil Cioran e due di Aurel Cioran. |
Rivista online edita |