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INTERVENTI - SAGGISTICA E NARRATIVA Con questo gradito intervento del prof. Antonio Di Grado, direttore letterario della Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, cui porgiamo un cordiale benvenuto, inizia la sua pregiata collaborazione con la nostra rivista. Da trent’anni la Fondazione, sita provvidamente nel «borgo siciliano» dove è nato il celebre scrittore, propone un ricco programma di attività espositive e di simposi dedicato a Sciascia, i cui carteggi, le prime edizioni e traduzioni di suoi libri e altro sono conservati nella biblioteca della sede accanto ai duecento ritratti di scrittori da lui collezionati.
Il prof. Roberto Pasanisi, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, torna a farci riflettere sulle storture dei tempi in cui vive l’Italia, la cui libertà «oggi più che mai corre sul filo del rasoio», soffermandosi qui in particolar modo sull’«assassinio della cultura», iattura che sfila sotto i nostri occhi nell’indifferenza generale. Richiamandosi alla «profezia agghiacciante» formulata in tempi non sospetti da Pier Paolo Pasolini nei suoi Scritti corsari, lo studioso punta il dito, in un ‘j’accuse’ forte e accorato, contro il sistema dei mass-media che tutto uniforma e ottunde.
Omaggio alla memoria dello storico Ionel Cionchin (1943-2021) Il 4 dicembre 2021 si è spento a Timişoara, all’età di 78 anni, il professor Ionel Cionchin, storico e studioso insigne, vicepresidente dell’Associazione degli Storici del Banato nonché padre del direttore di questa rivista, Afrodita Cionchin. La nostra sentita commemorazione trae ispirazione dal frutto della proficua collaborazione e dall’apporto fornito generosamente da ambedue a questa pubblicazione. Il testo in memoriam è scritto dal prof. Radu Păiuşan dell'Università dell'Ovest di Timişoara e presidente dell’Associazione degli Storici del Banato.
Il caos dell’umanità moderna «spiegata» in poesia, da Eliot a Stănescu Roberto Pasanisi spazia con passione su svariati temi come la modernità, la globalizzazione, le epidemie/pandemie presenti e passate, la Natura oltraggiata, la tracotanza dell’uomo che ambisce a «farsi uguale agli dèi», la tecnica (un fine e non più un mezzo) elevata a divinità, la crisi della ragione, l’anelito alla spiritualità, la decadenza socio-culturale dell’Italia, trovando argomenti del proprio ragionare nel pensiero filosofico e religioso e nelle vaste praterie della poesia che ci illumina e ci ammonisce con citazioni di versi da Foscolo, Eliot e Stănescu.
In ricordo del professor Mario Andrea Rigoni, illustre leopardista In ricordo del professor Mario Andrea Rigoni, illustre studioso dell’opera di Leopardi, docente di Letteratura italiana all’Università di Udine e professore emerito in quella di Padova (dove si era anche laureato), nonché narratore, autore di aforismi e poeta, raccogliamo le testimonianze di cordoglio per la sua scomparsa, avvenuta il 15 ottobre 2021 dopo una lunga malattia, della saggista e sua allieva, Loretta Marcon, di Gregorio Piaia, professore emerito di Storia della filosofia dell'Università di Padova, e di Michel Orcel, scrittore e italianista francese, suo traduttore.
«Il declino dell’Occidente non è iniziato certo in questi anni oscuri, ma ha radici antiche e profonde» afferma Roberto Pasanisi, è «una ‘malattia mortale’» che, specie dal secolo scorso, «ha attaccato e minato il fondamento umanistico di marca greco-latina nel segno di una lenta e progressiva, ma altresì inarrestabile disumanizzazione, attraverso il trionfo sempre più dittatoriale dell’industrializzazione prima, della massificazione poi, operata dalle ‘democrazie totalitarie del consenso’ non meno che dalle dittature, altrettanto e ancor più feroci, ‘dell’assenso’».
Cosa chiedereste di più a una poesia? Roberto Pasanisi (Napoli, 1962) è poeta, italianista, narratore, giornalista editore, psicoterapeuta e docente universitario che affianca alla sua professione una pluridecennale e prolifica attività a tutto campo nell’ambito della cultura. Attuale direttore dell’Istituto italiano di cultura di Napoli e del CISAT (Centro Italiano Studi Arte-Terapia), di cui è anche psicologo clinico, s’interroga cosa chiederemmo di più a una poesia, sfiorando in questa domanda essenziale versi di Eliot, Jiménez, Shakespeare, Keats e di altri quali echi e sponde alle nostre possibili, intime risposte.
Expats di ritorno, un fenomeno pandemico Expat è un termine alla moda dalla doppia faccia: indica chi, professionista o altro, vive momentaneamente in un paese estero dove ha già una casa e un’occupazione all’arrivo ben remunerata, e chi invece per necessità ‘emigra’ in cerca di un lavoro e di un tenore di vita migliori. Di questa fetta di persone, ben più vasta, ce ne parla Irina Țurcanu, quella composta dalle migliaia e migliaia di romene e romeni che, una volta stabilitisi in un nuovo paese, hanno dovuto affrontare i tanti disagi causati dalla pandemia Covid, costretti a rimpatriare come ‘expats di ritorno’ senza certezze. «Centriphery»: mito e comunità nel cuore di Timișoara Armando Rotondi, quale «journalist-in-residence» e osservatore, invitato dall’Associazione Prin Banat, ci rende partecipi della sua esperienza durante la tappa romena del festival «Centriphery», tenutosi nella centralissima Piața Libertății di Timișoara dal 23 al 25 luglio 2021. L’evento è un progetto creativo interdisciplinare co-finanziato dalla Comunità europea, che combina le parole «centro» e «periferia», coinvolgente più nazioni, alla cui base c’è l’idea che «ogni ‘periferia’ sia allo stesso tempo un ‘centro’ e abbia un ‘centro’», un modo per aggregare con estro tante comunità. Lutto per la cultura della Repubblica di Moldavia: è morto Nicolae Dabija Il 12 marzo 2021 è scomparso il prof. Nicolae Dabija, scrittore, poeta, storico letterario e giornalista, figura intellettuale di riferimento della Repubblica di Moldavia post-sovietica. Nato nel 1948, a Codreni, intraprese a Chișinău gli studi di giornalismo, interrotti perché espulso dall’università per attività «pro-romena e antisovietica». Riabilitato, terminò la Facoltà di Lettere, un percorso che ha regalato al suo Paese un protagonista indiscusso della scena culturale e non solo. Come doveroso omaggio in suo ricordo riproponiamo il dialogo del 2019 con Irina Niculescu. Diana è una emigrata rimasta orfana che, già da piccola, ha subìto i traumi e le tristi vicende di una situazione familiare che l’hanno letteralmente perseguitata fino all’adolescenza. È forse l’esempio estremo di tante giovani che, oltre ai turbamenti patiti in famiglia, devono poi fare i conti con la sensazione di smarrimento in un ambiente e in un paese diverso dal proprio in cui integrarsi per non soccombere al peso della nuova realtà. Lucia Ileana Pop ci rende partecipi della storia, vissuta, in prima persona, di questa giovane donna segnata dal destino ma rinata a nuova vita. Il 9 novembre 2020 è venuto a mancare Ion Bulei (1941-2020), professore universitario e storico con una notevole carriera accademica e diplomatica, intimamente legato all’Italia, dove ha diretto dal 1997 al 2003 l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, riportandolo al ruolo voluto da Nicolae Iorga, e alla cui Università Ca’ Foscari ha insegnato negli anni 1998-2003. Gli dedicano questa pagina quale commosso omaggio in sua memoria, insieme alle nostre condoglianze alla famiglia, tutti coloro che fra ex studenti e professori hanno avuto l’onore di conoscerlo.
Dal coronavirus alla «peste di Caragea». Che cosa insegna la letteratura La «peste» moderna, il Covid-19, sta segnando in modo drammatico il 2020 sotto il segno del detto popolare «anno bisesto, anno funesto» e Smaranda Bratu Elian con acume da vera osservatrice del suo tempo, che sa gettare anche lo sguardo nel passato letterario romeno e italiano, ci invita a riflettere e a stupirci sulle e delle paure ancestrali dell’umanità che sembrano ripetersi ciclicamente seguendo un canovaccio già visto e sperimentato che non di meno svela puntuale a noi stessi che effettivamente non c’è mai nulla, o quasi, di nuovo sotto il sole delle vicende umane.
«Nel sonno non siamo profughi». In memoriam Paul Goma (1935-2020) Si è spento a Parigi Paul Goma, città in cui viveva da esule dal 1977, portato via da un virus che sta flagellando il mondo ma soprattutto dall’indifferenza che lo aveva isolato ancor di più negli ultimi anni. Troppo schietto per essere ascoltato, nella Romania di ieri come in quella odierna, troppo scomodo per le sue posizioni passate, contro il regime comunista e le connivenze degli intellettuali, e quelle del presente più vicino a noi, criticabili e sopra le righe, con Paul Goma si chiude forse l’ultimo grande capitolo della dissidenza «storica» romena. A cura di Davide Zaffi.
«Storia dei romeni e delle interferenze italo-romene»: nuovo database La nostra rivista, in collaborazione con l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, dà il via ad un nuovo progetto volto a creare un database online dedicato alla «Storia dei romeni e delle interferenze italo-romene dal medioevo all’età contemporanea». Il database segnalerà i libri relativi alla storia dei romeni e alle relazioni bilaterali tra i due Paesi dal Medioevo all’età contemporanea. Storici e romenisti sono invitati a dare il loro prezioso contributo a questo progetto, inviando un elenco dei titoli suddivisi per anno di pubblicazione, dal 2014 a ritroso. «Se io uccido un romeno...». Quando la giustizia italiana non funziona Lo scorso 30 gennaio il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo dello scrittore Antonio Pennacchi, premio Strega 2010, con al centro due notizie di cronaca nera e giudiziaria che hanno visto coinvolte, con opposti ruoli, due cittadine romene. La tragicità dei fatti, delle conseguenze e delle implicazioni solleva gravi interrogativi circa il sistema giudiziario italiano e il contesto in cui esso opera. Giovanni Ruggeri segnala alcuni aspetti bisognosi di urgenti interventi, primi tra tutti certezza della pena, superamento del formalismo, realizzazione di adeguati accordi internazionali tra Italia e Romania. Galileo Galilei a 450 anni dalla nascita. Interviene Magda Stavinschi Magda Stavinschi, maggior astronomo romeno contemporaneo, direttore dell'Osservatorio Astronomico dell’Accademia Romena tra il 1990 e il 2005, propone un ritratto di Galileo Galilei a 450 anni dalla nascita del grande toscano. La vita e le scoperte, e in particolare le vicende legate al processo, sono al centro dell’attenzione della studiosa, che sottolinea come tale processo si sia concluso soltanto nel 1992, quando il papa Giovanni Paolo II propose una rinnovata ermeneutica dei rapporti tra scienza e fede ed espresse profondo rincrescimento per il modo in cui venne trattato il caso Galilei. «I Romeni e la Grande Guerra»: in mostra a Torino documenti e foto La Prima guerra mondiale costò molto all’esercito romeno: 365 mila perdite tra morti e dispersi, pari al 36% dei chiamati alle armi. In occasione del centenario del conflitto, l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia propone la mostra foto-documentaria «I Romeni e la Grande Guerra», aperta fino al 14 dicembre al Museo del Risorgimento di Torino. Pubblichiamo il testo introduttivo al catalogo di Rudolf Dinu, direttore dell'Istituto Romeno di Venezia, e l’intervento di Ana Victoria Sima dell’Università «Babeş-Bolyai» di Cluj-Napoca su «I transilvani nella Grande Guerra». «Sentinella, a che punto è la notte?». Gli 80 anni di Dieter Schlesak Il 7 agosto scorso, Dieter Schlesak ha compiuto 80 anni. Insieme agli auguri della nostra redazione, pubblichiamo un articolo di Vivetta Valacca, amica e collaboratrice dello scrittore. «Il suo destino – osserva la Valacca – è di essere testimone: prezioso, per quanti vogliono sapere, e scomodo, per quanti vogliono mistificare, di un secolo che ha attraversato regimi totalitari, conflitti e revisioni storiche. Non è semplicemente un testimone, bensì una sentinella per le nostre coscienze: la sua testimonianza, come la sua vita, è contrassegnata da una profonda eticità». Dalla Romania: omaggio a Mario Luzi nel centenario della nascita «Una vita dedicata alla difesa e alla dignità della parola poetica». È il ritratto che del grande Mario Luzi propone l’italianista Geo Vasile, ripercorrendo gli snodi essenziali dell’opera del maestro. Ieratica e duttile, la poesia di Luzi prende di mira il cuore dell’enigma. Vasile riporta anche un breve scambio epistolare personale con il grande poeta, non senza accenni alla poesia romena e a Eminescu, di cui Luzi scrive: «Ha fatto ciò che nel secolo successivo al suo e anche oggi si tenta di fare per convinzione o per calcolo: una letteratura senza frontiere tra germanesimo e retaggio latino». Segnali positivi: La Romania al Salone del Libro 2014. È stato questo il tema dello stand nazionale della Romania al Salone di Torino, che ha confermato la tendenza positiva della presenza della letteratura romena nel mercato editoriale italiano, anche in tempi di crisi. A partire dai dati dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, specie del Centro Nazionale del Libro e dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, nonché del database «Scrittori romeni in italiano» creato dalla nostra rivista, Afrodita Cionchin tratteggia un panorama generale e alcune tendenze in atto. Cultura e società nella Romania degli «anni bui» Onofrio Cerbone, già lettore d’italiano all’Università di Iasi negli anni ’70, racconta la sua esperienza umana e professionale nella Romania dell'epoca. «Estremamente colta e raffinata, la cultura romena di quei tempi costruiva un mondo parallelo e sotterraneo a quello che la politica voleva; pagava però il prezzo all’antipolitica. La giusta e legittima difesa ad oltranza del soggetto si dissolveva in una oggettività speculare a quella della politica totale che dopo l’89, con la sconfitta definitiva di ogni pensiero totale, porrà una seria ipoteca sulla società, sulla cultura e sull’insegnamento». Antonio Batani: Grand Hotel Italia, ecco il mio sogno per Cluj-Napoca «In quel cocuzzolo, ci starebbe bene un albergo, anzi il più bell’albergo della città». Italiani in Romania, storia di un’imprenditoria sempre sorprendente, specie se si tratta di raffinata ospitalità e prelibatezze a tavola. Così è la storia di Antonio Batani, grande nome dell’hotellerie italiana – suoi sono Select Hotels Collection e il leggendario Grand Hotel di Rimini – che a Cluj-Napoca ha realizzato da zero il più grande e lussuoso hotel cinque stelle della Transilvania. Scommettendo su un Paese che lo sta ripagando con molte soddisfazioni. Servizio di Giovanni Ruggeri. Arnoldo Foà, la profonda voce dai mille volti Lo scorso 11 gennaio si è spento a Roma, all’età di 97 anni, Arnoldo Foà, grande protagonista della scena italiana novecentesca, attore di teatro, cinema e tv, regista, ma anche scultore, pittore e poeta. Roxana Utale, docente all’Università di Bucarest, ci propone un’originale memoria di Foà, seguendo l’unica traccia realmente praticabile alla stragrande maggioranza dei romeni, che non hanno potuto vedere il grande Foà a teatro ma ne hanno conosciuto l’inconfondibile, profonda e vibrante voce di doppiatore di grandi indimenticabili del cinema, da Anthony Quinn a John Wayne. «Literatura de azi», benvenuto a un nuovo sito letterario in lingua Inaugurato alcuni mesi fa, «Literatura de azi» è un sito ideato da una delle nuove leve di critici letterari romeni, Daniel Cristea-Enache, che ne è anche direttore. La rivista vuole essere una piattaforma di dialogo e discussione, una vetrina sulla cultura e sulla letteratura in generale, non solo romena, anche se questa ne è l’ingrediente principale, con il contributo di saggi, interventi, commenti, tratti da opere di scrittori. Tredici le rubriche e un parterre di collaboratori, critici, scrittori e artisti di primo piano. Ai colleghi di «Literatura de azi» un cordiale benvenuto e… spor la lucru! Lambretta o vespa? Gli italiani negli anni del «miracolo economico» Lo scorso ottobre, il documentarista Enrico Settimi è intervenuto all'Università di Timisoara con un originale contributo dedicato al miracolo economico italiano degli anni Sessanta, visto attraverso il «filtro» della lambretta (cui ha dedicato un documentario distribuito dall'Istituto Luce). In questo articolo, senza trascurare la rivalità tra vespa e lambretta, Settimi analizza la rappresentazione di sé degli Italiani in quel periodo. Il quadro ci restituisce l'immagine di anni in chiaroscuro, pieni di luci e di ombre, ben lontani dai colori pastello dell'iconografia successiva. Settimana della lingua italiana nel mondo: l’italiano parlato in Eritrea Per la XIII Settimana della lingua italiana nel mondo, il Consolato Generale d’Italia a Timişoara, rappresentato dal dott. Flavio Ceneda, ha organizzato una serie di eventi tra i quali un’interessante conferenza del prof. Giampaolo Montesanto sull'italiano parlato in Eritrea. Il testo che qui pubblichiamo evoca la breve storia coloniale italiana e analizza i fenomeni linguistici che più hanno colpito l’attenzione del prof. Montesanto, docente di Lingue e Letterature Straniere presso l’Istituto Omnicompresivo ‘Guglielmo Marconi’ di Asmara, nel corso dei tredici anni trascorsi in Eritrea. Serenata dell’Angelo, un leitmotiv per la Transilvania Proponiamo alcune pagine del libro di Walter Scudero Emozioni di viaggio (Genesi Editrice, Torino 2008), dove l'autore raccoglie narrazioni scaturite da suoi viaggi. Il testo che pubblichiamo riprende la memoria di un soggiorno in Romania a soli due anni dalla deposizione di Ceauşescu. Quali impressioni? «Per questo mio viaggio nei Carpazi, attraverso la Valacchia e la Transilvania – scrive Scudero – m’è parso che la composizione musicale più idonea, da scegliere come leitmotiv fosse quella, languida ed evocativa, della Serenata dell’Angelo di G. Braga». Il «sale del pensiero»: l'aforisma romeno contemporaneo «Un aforisma è un semplice granello di metallo nobile, ma può avere il peso del mondo. La letteratura aforistica è il sale del pensiero». Non aveva dubbi il grande Lucian Blaga, considerato tra l’altro anche il maggior esponente dell'aforisma romeno del Novecento, circa questo genere letterario, non «marginale» eppure assolutamente «marginalizzato» dall'editoria e dalla critica. Ampia panoramica di voci e temi è, al riguardo, la recente Antologia dell'aforisma romeno contemporaneo (Genesi, 2013), pubblicata a cura di Fabrizio Caramagna, con la collaborazione di Alina Breje. Romeni a Torino: la Parrocchia Ortodossa «Santa Croce»-Torino II Portati da un flusso migratorio divenuto percepibile soprattutto a partire dal 1991, i romeni presenti a Torino provengono da tutta la Romania, specialmente dalla Moldavia. La prima Chiesa romena che ha seguito i suoi fedeli in città è stata quella Ortodossa, con un’assistenza da Milano già dal 1975, poi nel 1979 con la Parrocchia «Santa Parasceve» di Torino. Il forte aumento dell’immigrazione in questa città ha indotto a fondare nel 2001 la Parrocchia «Santa Croce»-Torino II, guidata da padre Lucian Roşu. Nell'articolo, un ritratto di questa comunità e delle sue iniziative pastorali e caritative. In memoriam Marco Cugno: testi di Renzi, Bratu Elian, Lőrinczi, Barindi Il 5 giugno 2012 si è spento improvvisamente a Torino il professor Marco Cugno, titolare della cattedra di lingua romena della medesima Università. Insigne studioso della letteratura romena, con all'attivo prestigiose traduzioni (tra le più note, alcune opere di Norman Manea e una monumentale antologia della poesia romena del Novecento), Cugno ha dedicato la sua vita alla promozione della cultura romena in Italia. Pubblichiamo gli interventi in memoriam dei professori Lorenzo Renzi, Smaranda Bratu Elian, Marinella Lőrinczi e del traduttore Mauro Barindi. Nicolae Paulescu, scopritore dell’insulina. Storia di un Nobel mancato Il medico-scrittore Emil Petru Raţiu evoca una grande scoperta e un grande scienziato del Novecento. La scoperta, avvenuta nel 1916 in piena guerra mondiale, è quella dell’ormone pancreatico, l’insulina, e lo scopritore è Nicolae Paulescu, allora professore di fisiologia all’Università di Bucarest. Malgrado l’ormone pancreatico fosse già stato isolato e iniettato sin dal 1916, a un cane reso diabetico, dal medico romeno, il Nobel venne assegnato nel 1923 ai canadesi Banting e MacLeod. L’articolo ci presenta questa storia, poco nota ma intrigante per le vicende e vicissitudini che la sottendono. Bratu Elian: «Strategia vincente, con progetti e prospettive promettenti» Un'ampia panoramica di quel che al Salone è accaduto e utili informazioni su iniziative da riprendere in futuro. Le propone Smaranda Bratu Elian, italianista e coordinatrice di prestigiose iniziative editoriali in Romania legate alla cultura italiana. Presentando il contributo degli italianisti dell’Università di Bucarest all’evento torinese, l’autrice riferisce anche di tre progetti preparatori al Salone che hanno coinvolto scuole italiane e romene, nonché di pregevoli iniziative editoriali in Romania. Progetti preziosi, che dischiudono promettenti prospettive. Vitalie Sorbală, il destino spezzato di un romeno di Bessarabia Il linguista Andrei Crijanovschi evoca il destino di un intellettuale romeno di Bessarabia, Vitalie Sorbală (1926-1979), personalità di spicco costretto a subire l’oppressione da parte del regime comunista sovietico, che «gli aveva creato intorno un’atmosfera ostile e venefica, obbligandolo ad abbandonare l’università di Chişinău nel 1967 e a trasferirsi a Kiev, presso l’Istituto di Lingue Straniere. Seguì una persecuzione in libertà, che lo costrinse a non restare a lungo in un istituto. Eccolo allora passare da Kiev a Odessa e poi a Cernăuţi». Traduzione del testo di Achille Tramarin. Scrittura migrante romena: Manuela Pană e le sue «Parole dal silenzio» Manuela Maria Pană (Timişoara, 1973) vive da vent'anni a Firenze, dove ha iniziato il suo percorso letterario in italiano. Dopo la raccolta di poesie Radici d’anima (Bastogi 2010), sta lavorando al romanzo di cui pubblichiamo alcuni brani. Il passaggio dalla poesia alla narrativa prende corpo con naturale scioltezza: «Sono partita con una istintiva leggerezza di scrivere pensieri, diventati versi. Poi, qualsiasi pensiero si formasse via via nella mia mente diventava quando verso, quando aforisma, racconto o come adesso piccoli passi in un qualcosa di più grande, come il romanzo».
Dimenticami, ormai è tutto spento è il titolo del libro fotografico di Giada Connestari dedicato ai ragazzi di strada di Bucarest. La giovane fotoreporter marchigiana ha vissuto per diversi mesi in Romania, conoscendo di persona ragazzi e ragazze che vivono sulla propria pelle la drammatica esperienza delle fogne della capitale romena, usate come ambienti dove cercare di sfuggire al freddo. Volti, parole, dialoghi: un incontro che tocca e scuote, una struggente testimonianza su una realtà che conosciamo poco e male. I proventi della pubblicazione andranno in beneficienza. Nicanor Rusu, il destino di un italianista romeno di Bessarabia Il linguista, lessicografo e diplomatico Andrei Crijanovschi evoca il destino dell’italianista romeno di Bessarabia Nicanor Rusu (1910-1990): «Ha provato il calvario che si è abbattuto su di noi in questo evo della civilizzazione», triste esempio di personalità di spicco costretto a subire l’oppressione intellettuale da parte del regime comunista sovietico. Arrestato e rinchiuso nei lager sovietici per i prigionieri di guerra, per il solo fatto di aver studiato nell’Italia di Mussolini, ha vissuto per ben quattro anni in condizioni durissime. Traduzione del testo di Achille Tramarin. Nel segno dell’assenza. Omaggio a Wisława Szymborska «Non c’è fine al mio stupore / al mio tacerlo, ascolta come mi batte forte il tuo cuore». Voce tra le più alte della poesia contemporanea dell’Est Europa, la polacca Wisława Szymborska, premio Nobel nel 1996, è scomparsa il 1 febbraio 2012. «Si dice che un poeta non muore mai. Muore l’uomo: a chi resta il compito di fecondare la sua assenza». Così scrive Gabriella Valera Gruber nel suggestivo percorso di lettura che qui propone a memoria e omaggio della grande poetessa polacca. Ivano Mugnaini, il racconto Il decreto premiato al «Gramsci» Si intitola Il decreto e ha vinto il secondo premio della sezione lingua italiana del Premio Letterario «Antonio Gramsci», XII edizione. Autore del racconto è Ivano Mugnaini, poeta e scrittore. Insieme al suo racconto, Mugnaini ci offre preliminarmente alcune considerazioni sul tema della ricezione della letteratura romena in Italia, in una prospettiva di interesse generale. «La sfida è quella dell'incontro, reale, con una civiltà complessa, multiforme, piena di contraddizioni, aperta al dialogo autentico». «Eh bien, monsieur, vous avez raison». Ricordando Eugène Ionesco Badia Fiesolana, 13 novembre 1986. Un giovane studente italiano assiste ad una conferenza tenuta da Eugène Ionesco e, durante la discussione con il pubblico, ardisce segnalare l'influenza esercitata dall'opera di Urmuz sul padre del Teatro dell’Assurdo. Ionesco riconosce. Quello studente era Giovanni Rotiroti, oggi psicanalista, scrittore e docente di Lingua e Letteratura Romena all’Università di Napoli «L’Orientale». Ci racconta come andò. |
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