Antonio Batani: Grand Hotel Italia, il mio sogno per Cluj-Napoca

Italiani in Romania, storia di un’imprenditoria nota, ma anche meno nota. Dal manifatturiero al legno, dall’agricoltura alla siderurgia, automotive, energia, impiantistica ecc., i nomi di grandi e piccole aziende italiane che operano in Romania si contano a migliaia. Ma ci sono storie che non si conoscono e ambiti di attività meno scontati – ancorché squisitamente rappresentativi di aspetti assolutamente “italiani”, come ad esempio turismo e buona cucina – che ribadiscono cosa l’Italia sia capace di fare quando ci mette passione, competenza, lungimiranza. È la storia che vi raccontiamo.


Quel lungimirante, futuristico “cocuzzolo”

«In quel cocuzzolo, ci starebbe bene un bell’albergo: il più bell’albergo della città». Cluj-Napoca, fine degli anni Novanta: Antonio Batani, nome di spicco della grande industria alberghiera italiana, è di casa nella capitale della Transilvania, dove già subito dopo la caduta del Muro seleziona personale per i suoi hotel in Romagna. La passione dell’hotellerie e il creativo tarlo del mattone lo accompagnano ovunque, ma mentre tutti riescono a vedere nella Romania di quegli anni solo miseria e arretratezza, l’occhio del vero imprenditore fiuta le possibilità di sviluppo che di lì a non molto non tarderanno a esplodere – inclusi settori della società romena già pronti per una tale scommessa. Il progetto è chiaro: un hotel di lusso, anzi un Grand Hotel Italia a cinque stelle, dove dare corpo al meglio che il Belpaese sa esprimere anche all'estero in fatto di cucina e ospitalità.

Fosse per Batani, si passerebbe dal detto al fatto. Ma, si sa, spesso le cose in Romania (e non solo) vanno per le lunghe, e così il progetto nato alla fine degli anni Novanta riesce a prendere corpo quasi dieci anni dopo. «Per avere terreno sufficiente per l’hotel – racconta Antonio Batani – ho dovuto comprare la terra da circa 40 proprietari. Il regime, infatti, dava diritto ai cittadini romeni di possedere terreni larghi non più di 6 metri e lunghi fino a un chilometro, proprio per impedire fisicamente a chiunque la costruzione di alberghi. Così abbiam potuto cominciare a costruire solo nel 2009, per inaugurare nel 2011». Ma ne è valsa la pena: «Oggi il Grand Hotel Italia non ha rivali, è il più grande e lussuoso hotel di Cluj. Futuristico, direi: 187 eleganti camere su nove piani, con magnifica veduta sulla città, un centro congressi con 14 sale meeting e sottosale per gruppi da 10 a 1.000 persone, ristorante per ricevimenti, matrimoni e banchetti fino a 700 persone, ristorante à-la-carte con prelibatezze della cucina italiana e internazionale. Numeri e qualità che da queste parti abbiamo solo noi».

Il fiuto di un vero imprenditore: ecco da dove parte il Grand Hotel Italia di Cluj: «All’epoca – racconta Batani – c’erano moltissime imprese italiane da queste parti (oggi diversi si sono trasferiti altrove) e altri grandi nomi dell’industria europea stavano facendo progetti su questa città (dove fino a due anni fa si trovava anche un gigante come la Nokia, ndr). Non solo: la città ha una grande tradizione universitaria, si vedeva che avrebbe avuto uno sviluppo di alto livello. Mi era chiaro che occorreva offrire a Cluj, in ambito alberghiero, servizi di tipo internazionale, un luogo di incontri dove discutere e fare affari, dove organizzare meeting, ma anche eventi. E non solo per business. Ad esempio, ho scoperto che in Romania i matrimoni sono una faccenda seria: il 60% dei matrimoni conta tra i 250 e i 400 invitati, e il resto mai meno di 150». Ma c’è un altro settore al quale questo imprenditore ha saputo guardare quando l’ottusità di molti non avrebbe saputo immaginare nemmeno un decimo dello sviluppo odierno del Paese: la congressualistica. «Grandi aziende farmaceutiche, università, gruppi di ricerca, vengono da noi per convegni medici, molto frequenti, oltre naturalmente a conferenze e incontri formativi organizzati da numerosissime aziende. Tra l’altro, proprio per il mondo del business abbiamo ideato la “colazione all'Italiana”, che attira ogni giorno tanti uomini d'affari, cui piace unire il lavoro alle delizie della nostra cucina».


Romagna, l’antica radice dà sempre buoni frutti

Si sa: per quel che conta, non ci si improvvisa. Così è anche per Antonio Batani, oggi titolare – insieme alla sua famiglia – di Select Hotels Collection, prestigiosa catena che vanta 12 alberghi (4 cinque stelle, 6 quattro stelle, 2 tre stelle) dove lavorano circa 700 persone. Non mancano grandissimi nomi: uno per tutti, Grand Hotel Rimini, icona del turismo in Riviera di Romagna e vero monumento nazionale, immortalato dal grande Federico Fellini.

Voglia di lavorare, umiltà, passione, coraggio, tenacia, e grande fiuto: ecco gli ingredienti di una vocazione imprenditoriale che parte da lontano. E dal basso, come quasi sempre. Classe 1936, nativo di Bagno di Romagna, Antonio Batani arriva a Cervia con la famiglia a poco più di 14 anni. Il padre Sante si guadagna il pane come muratore, mentre Tonino va a lavorare in Svizzera, dove alcuni compaesani gli trovano lavoro come cameriere nella zona di Saint Moritz. Qui Batani si fa le ossa per sei anni, fin quando suo padre, notando lo sviluppo turistico della costa adriatica, non lo consiglia di tornare per mettersi in proprio. E così, nel 1957, a soli 21 anni, Tonino prende in affitto la «Delia», un due stelle di sedici camere, semplice ma pulito, dove si mangia bene e si spende poco. Al termine di ogni stagione, per cinque anni, il giovane Batani frequenta la scuola alberghiera, poi nel 1967 si sposa.

Una seconda svolta avviene con l’acquisto di un terreno verso Pinarella e la costruzione della Pensione Batani, un due stelle di 32 stanze, anche se il vero balzo si chiama Hotel Universal: per i suoi clienti, Batani vuole il lungomare e la vista dell’Adriatico, e allora non senza patemi vende la pensione e compra l’Hotel Universal, poi il vicinissimo Beau Rivage, quindi le due pensioni Niagara e Barbara alle spalle dei due alberghi. Con un preciso intento: radere al suolo questi quattro stabili e costruirne uno solo, elegante, modernissimo, con tutti i confort. È il quattro stelle Hotel Universal, 120 stanze. L’attività imprenditoriale di Batani nel settore turistico decolla ora in grande stile. Acquisti, gestioni, costruzioni, ristrutturazioni si susseguono a gran ritmo: Hotel Diplomatic, Hotel Gallia, Hotel Aurelia, Hotel Doge, Mare e Pineta... Per non farsi mancare niente, alla fine degli anni ’90 compra ad Acquapartita, il paese della madre, 800 metri di altezza, una trentina di ettari di terreno, con molto bosco ed un laghetto: vi costruisce il quattro stelle Hotel Miramonti, 62 stanze. Nel centro di Milano Marittima, poi, è la volta della demolizione e ricostruzione del Palace Hotel, 130 stanze, unico cinque stelle costruito sulla Riviera adriatica negli ultimi 50 anni. E in attesa di dare corpo a ulteriori importanti progetti, il tocco di classe del vero maestro: nel 2007 Batani acquista il Grand Hotel Rimini, sacro a Fellini e non solo, che onora il gruppo Select Hotels Collection quale gruppo di vertice dell’imprenditoria turistica alberghiera.


«Una grande famiglia»

Non solo hotel, ma anche famiglia. Dal matrimonio di Antonio Batani con la signora Luciana, nascono Gianni (1968), Cristina (1972) e Paola (1978), anche loro attivi sulle orme del padre, il quale è innamorato della famiglia e del relativo concetto non solo a casa propria, ma anche sul lavoro: «Ogni albergo è una famiglia», ripete Batani, che dai suoi dipendenti sa ottenere quanto desidera perché, sua volta, sa offrire loro ciò che si aspettano. Così è anche in Romania: «I romeni ci vogliono bene – racconta ,– io ho girato tutta l’Europa e la Romania è una felice eccezione: qui siamo davvero accolti bene. Naturalmente non guasta essere prudenti, ma le assicuro che la Romania ci sta dando grandi soddisfazioni – incluso il fatto che qui la gente paga, e paga subito».

Un successo più che meritato: scommettere sulla Romania significa aver colto le risorse e potenzialità di questo Paese non solo sul fronte dello sviluppo ma anche su quello della sua ricchezza turistica. La stessa Cluj-Napoca, capitale della Transilvania, collegata con un funzionale aeroporto internazionale, è base egregia per la visita al nord della Romania (chiese in legno del Maramures e monasteri affrescati della Bucovina in particolare) come pure al centro (con i gioielli di Sighisoara e Sibiu, solo per fare due nomi tra i molti spettacolari centri). Il Grand Hotel Italia di Cluj, a soli 5 minuti dal centro storico e a circa 20 minuti dall'aeroporto, è tappa imperdibile. E, ciliegina sulla torta, con prezzi largamente accessibili. Buon sangue – romagnolo – non mente.


Antonio Batani con la figlia Paola Grand Hotel Italia a Cluj-Napoca

 

Spettacolare la vista sulla città Eleganza e funzionalità: la hall

 

Comfort a cinque stelle in camera: letto King size Intimità e raffinatezza: il bagno

 

Al ristorante, prelibatezze italiane e non solo 14 sale meeting, posti per 1.000 persone




Giovanni Ruggeri
(n. 3, marzo 2014, anno IV)