Ponte tra Italia e Romania e progetti per i giovani: il contributo degli italianisti romeni al Salone Credo che l’immagine della Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino 2012 in qualità di ospite d’onore sia stata «onorata» in modo esemplare: la posizione e la suggestività dello stand, il numero delle personalità di spicco della cultura romena che vi hanno preso parte, l’impegno dei giornalisti e dei fotoreporter romeni e italiani, ma soprattutto la stretta collaborazione con gli organizzatori italiani e il dialogo con alcuni protagonisti del dibattito culturale italiano hanno assicurato la visibilità e il successo degli eventi romeni. Il mio intento è di presentare brevemente il contributo del Collettivo di italianistica dell’Università di Bucarest a questo successo, in quanto partner ufficiale degli organizzatori. Eppure non posso fare a meno di esprimere prima le mie impressioni sull’insieme di questo importante evento culturale. Ritornando al contributo della cattedra di italianistica dell’Università di Bucarest – che ora è parte del Dipartimento di Linguistica Romanza, Lingue e Letterature Ibero-romaniche e Italiano – , in quanto partner, considero significativo che tale partenariato ha prodotto più progetti culturali che hanno confluito poi nella nostra partecipazione al Salone. I progetti che hanno preceduto il Salone sono stati generati sia dalla collaborazione fra la nostra cattedra, per il tramite di Oana Boşca-Mălin, con la «Fondazione Goffredo e Maria Bellonci» di Roma (la fondazione che, fra tanti altri progetti culturali, ha creato e organizza il famoso premio letterario «Strega»), sia da quella con la Sezione Giovani del Salone del libro, coordinata dallo scrittore Andrea Bajani. Da queste collaborazioni sono nati e sono stati condotti in porto tre progetti che hanno anticipato e preparato la nostra presenza al Salone del libro e che aprono prospettive promettenti. Li presenterò brevemente. Il primo di cui voglio parlare inseriva in un progetto preesistente della Fondazione Bellonci la letteratura romena. Mi spiego: da parecchio tempo la Fondazione Bellonci svolge un progetto di lettura per i giovani, nel quale gli studenti di 40 licei di Roma sono invitati a leggere volumi della più recente letteratura italiana; in seguito, i giovani esprimono il loro parere sui rispettivi libri in brevi saggi che vengono selezionati e pubblicati on-line e hanno un incontro e un dialogo diretto con gli autori. Quest’anno, grazie all’accordo mediato dalla nostra cattedra, i libri proposti ai licei di Roma sono stati tre volumi di autori romeni, ovviamente tradotti in italiano (Nostalgia di Mircea Cărtărescu, a cura di Bruno Mazzoni, apparso presso l’editore Voland, Zogru di Doina Ruşti, Bonanno Editore, a cura di Roberto Merlo, e Gli occhi di Beatrice. Come era davvero il mondo di Dante di Horia Roman Patapievici, Bruno Mondadori Editore, a cura di Smaranda Bratu Elian). La lettura nei licei si è conclusa, come al solito, con un incontro-dibattito fra i giovani e i tre autori romeni. L’incontro è avvenuto l’8 maggio nella prestigiosa istituzione «Casa delle letterature» nel centro storico di Roma. I tre autori romeni sono stati presentati da Stefano Petrocchi, segretario scientifico della Fondazione Bellonci, poi ciascuno ha presentato la propria visione sul libro proposto ai giovani e, dopo, sono venute le domande, le risposte, i commenti. E stata una serata vivacissima e cordiale, il cui successo è stato assicurato anche dall’eccelente traduzione fatta da Oana Boşca-Mălin. Non credo necessario spiegare quanto è importante per la letteratura romena di oggi penetrare nelle scuole italiane. Ciò che ci interessa dopo questo successo è trovare le modalità di continuare questa esperienza: adattandola agli interessi dei giovani e delle case editrici italiane e romene, così da mantenerla vitale ed estenderla. Il secondo progetto generato dalla collaborazione con la Fondazione Bellonci è stato il Festival di Lettura Giovane, un festival creato qui, da noi, come risposta all’accoglienza fatta alla Romania nel progetto romano appena presentato. Questo progetto romeno è stato ideato e organizzato dalla nostra cattedra (precisamente da Oana Boşca-Mălin e da chi scrive) in stretta collaborazione con i cinque licei bilingui (italiano-romeno) del Paese e del loro principale rappresentante, il professor Giancarlo Repetto. Il progetto è stato accolto con interesse non solo dai suoi destinatari (per questa prima edizione solo i licei bilingui) ma anche da importanti istituzioni che ci hanno dato il loro supporto: l’Ambasciata d’Italia in Romania che ci ha offerto il patrocinio e ci ha appoggiato generosamente, l’Istituto Italiano di Cultura «Vito Grasso» di Bucarest, la Banca Intesa Sanpaolo, le case editrici Humanitas e Polirom. Con questi aiuti e incoraggiamenti siamo riusciti a mandare ai cinque licei un numero sufficiente di copie di tre romanzi italiani contemporanei (Se consideri le colpe di Andrea Bajani, ed. Humanitas; Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti, ed. Humanitas; Vita di Melania Mazzucco, ed. Polirom) in versione romena, e di istituire un concorso di recensioni. Le recensioni, selezionate nei licei stessi, sono state poi valutate dalla giuria della nostra cattedra e il 2 maggio, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, si è svolta la cerimonia di premiazione. I migliori elaborati saranno pubblicati sul sito della Fondazione Bellonci e, come riconoscimento dell’eccezionale impegno in questo progetto del liceo «Dante Alighieri» di Bucarest, la Fondazione Bellonci offre a questo liceo di far parte, l’anno prossimo, della Giuria-giovani della prossima edizione del premio Strega. Va sottolineato che in tale giuria sono stati ammessi solo due licei stranieri, il secondo essendo uno della Germania. Mi affretto a dire che in questo momento già pensiamo a come continuare ed ampliare il Festival fin dal prossimo anno. Ma torniamo a questa prima edizione del Festival: il primo premio è consistito nella partecipazione diretta al Salone Internazionale del Libro di Torino e il coinvolgimento dello studente premiato, per tutta la durata del Salone, nelle attività svolte dalla Sezione Giovani. Questo è stato uno dei quattro studenti che ci hanno accompagnati a Torino e hanno partecipato attivamente al Salone. Gli altri tre facevano parte del terzo progetto preparatorio del Salone. E adesso veniamo alla nostra partecipazione agli eventi stessi del Salone torinese. In quanto partner dell’Istituto Culturale Romeno e dell’Istituto di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, la nostra cattedra si è assunta più missioni: quella di ideare, organizzare e/o moderare alcuni eventi del Salone e quella di assicurare la traduzione simultanea o consecutiva di gran parte degli incontri e delle tavole rotonde organizzate dalla Romania. Comincerei con quest’ultima: quattro giovani professoresse della nostra cattedra, precisamente Oana Boşca-Mălin, Anamaria Gebăilă, Corina Anton e Aurora Firţa, hanno creato con la loro eccelente traduzione quel legante linguistico e culturale che ha permesso la scorrevolezza e la cordialità dei dibattiti, il successo degli incontri di molti scrittori romeni (Mircea Cărtărescu, Norman Manea, Doina Ruşti ecc.) con personalità di prestigio della cultura italiana (Emanuele Trevi, Stefano Petrocchi, Marco Dotti, Fabio Geda, Igor Agostini, Alvise La Rocca ecc.), l’efficienza delle interviste di non pochi partecipanti romeni ai giornalisti italiani e, negli ultimi giorni, anche la voce narrante dello spettacolo «Le statue» del Teatro Masca. Tutto sommato, credo di poter affermare che il partenariato fra il nostro collettivo di italianisti e le istituzioni romene che hanno realizzato l’impressionante serie di manifestazioni romene al Salone di Torino sia stato, quantitativamente e qualitativamente, proficuo per la realizzazione del progetto e per l’immagine della Romania. Noi abbiamo vissuto questa partecipazione con entusiasmo e con gioia e quello che ce ne resta, oltre al ricordo incancellabile, è la volontà di continuare la collaborazione nostra e dei nostri studenti con i licei romeni e italiani, in vista di una sempre maggiore diffusione delle due letterature fra i giovani dell’altro paese, e la speranza che la nostra collaborazione con l’Istituto Culturale Romeno possa proseguire – nei futuri progetti dedicati al maggior prestigio della Romania nel mondo.
Smaranda Bratu Elian |