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Duelli, una vedova facoltosa e tanta cultura. In dialogo con Giorgio Dell’Arti
Leggere Giorgio Dell’Arti è tuffarsi, doppio carpiato, nella curiosità, negli abissi più profondi della curiosità. È vedere il mondo, la sua storia da un altro punto di vista. Ecco che cos’è leggere Giorgio Dell’Arti. Parlargli, beh, parlargli è un’esperienza entusiasmante, è sguazzare nella curiosità.
Di Giorgio Dell’Arti basti sapere che è uno storico e un giornalista italiano, fondatore di «Il Venerdìdi Repubblica» e ideatore del Torneo letterario che attualmente vede impegnati moltissimi lettori di tutt’Italia per decretare il miglior libro della letteratura americana e, nei prossimi mesi, il miglior libro di narrativa italiana 2020. Un progetto immenso, una fotografia di ciò che i lettori – non un giornale, un operatore culturale, un critico – amano leggere.
L’occasione di parlare con Giorgio Dell’Arti è stata l’uscita del suo ultimo libro, Gli onorevoli duellanti. I misteri della vedova Siemens (La Nave di Teseo, 2020), una ricostruzione dell’interessante figura di Eleonora Füssli, la futura vedova Siemens.
Siamo nel 1909. Alla morte del generale Tancredi Saletta, viene alla luce la relazione di quest’ultimo con la giovane e affascinante vedova Siemens. Siemens, esatto, come il colosso tedesco che in quel periodo si stava già estendendo in tutta l’Europa. Cosa c’entra la vedova, la morte del Saletta, con i duelli di cui si dice nel titolo? C’entra, anzi, la vedova ne è il centro. Almeno all’apparenza.
Cosa succedeva in Italia nel 1909? In primis, la Repubblica era nata da poco; poi, avevamo i filo-austriaci e i filo-francesi, perché l’Europa stava disegnando i propri confini e schierarsi da una parte o dall’altra era un dovere. In poche parole, l’Italia degli inizi del ’900 è quel periodo che a scuola i professori stessi reputano come noioso poiché sta in mezzo tra Napoleone e la Prima Guerra Mondiale. Al cospetto di questi due grandi immensità, qualsiasi dinamica potrebbe apparire noiosa. Insisto sul condizionale perché è una questione di condizioni, di prospettive, vedere la storia nella sua essenza piccante.
Duelli, fughe tragicomiche, accuse. La vedova Siemens è una spia, per questo è presente nel momento della morte del generale, con la possibilità di accedere a documenti di massima sicurezza nazionale? Di questo, ma anche del Torneo Letterario, ne abbiamo parlato con Giorgio dell’Arti; anzi, ci siamo tuffati, doppio carpiato, nella storia, con la minuscola, e nella Storia, con la maiuscola.
Gli inizi del '900, la nascita della Repubblica italiana, sono visti come un momento noioso, specie sui banchi di scuola. Eppure, a leggere Gli onorevoli duellanti. I misteri della vedova Siemens si ha la sensazione che c’è tanto in quegli anni, ma non noia… C’erano le offese, i duelli, le spie. Chi era la vedova Siemens?
Quello che si sa della vedova Siemens l’ho messo nel libro, mi piacerebbe approfondire la prima parte della tua osservazione, cioè la noia. Tutte le storie sono potenzialmente noiose o appassionanti. Le spinte che favoriscono le alleanze sono sorrette sempre dalle stesse ragioni, si potrebbe creare un software per calcolare questo tipo di comportamento umano.
Gli inizi del '900 non sono affatto noiosi. Se ne parla poco perché la storia è stata occupata dal periodo fascista. Ma se pensiamo che il periodo precedente al fascismo – questo è durato solo vent’anni – si è esteso per circa 100 anni, ma le opere di divulgazione sono davvero esigue, si spiega il perché di certe sensazioni.
Gli italiani ricordano vagamente episodi come quello relativo allo scandalo della Banca Romana, sul finire dell’800. A quell’epoca, la stampa delle banconote era affidata a sei banche diverse, oggi, per esempio, può stampare solo la BCE. Succede, sul finire dell’800, che uno di questi istituti pensa di stampare due serie di banconote, si ha quindi il doppio per ogni banconota; e non parliamo di denaro falso. La seconda stampa è segreta e viene usata per finanziare i politici. Chi deve accorgersi si accorge e scoppia uno scandalo enorme. Questo succedeva sessant’anni prima del fascismo. Siccome il fascismo è stato, però, un trauma collettivo, ha prodotto un grandissimo lavoro di divulgazione.
Della vedova, come dicevo, c’è tutto quello che si sa nel libro, anticipo solo che era una gran donna, ricca, affascinante, con un certo savoir faire. Era una spia? Dico solo che l’azienda dei Siemens era già una multinazionale nel 1890, avevano in mano l’elettricità e, forse, una rete di informatori tornava utile.
C’è un che di tragicomico nel modo in cui si svolgono i duelli in questione, sebbene pare che i duelli seguissero un insieme di regole molto precise…
Il duello ha una storia molto lunga. Nasce nel seno dell’aristocrazia come desiderio di non mescolarsi al resto del mondo, considerato inferiore e sottoposto alle leggi dei giudici. Un patrizio non desiderava essere giudicato da un suo non pari. I duelli sono quindi il residuo di questa cultura. La storia dei duelli ci racconta qualcosa anche in merito alla storia della giustizia che, agli inizi del ’900, comincia a somigliare sempre di più alla giustizia così come la comprendiamo noi oggi.
Oltre ai molti libri, all’Anteprima – La spremuta di giornali, ai contributi sui giornali, ha ideato anche un fortunatissimo Torneo Letterario che vede sfidarsi titoli dagli ambiti più disparati. Come funziona?
Al momento i lettori sono circa tremila, sono gruppi di lettura, da quindici, ai quali si chiede di leggere due libri, scegliere quello che preferiscono e motivare con un breve commento la propria scelta. L’iniziativa coinvolge anche le scuole e le sfide interessano, per esempio, i libri di narrativa italiana 2019, la letteratura russa, quella americana, la saggistica. Quello che abbiamo osservato è che nei circoli di lettura la presenza delle donne è di circa 70% e leggono davvero di tutto, persino letteratura giapponese, per fare l’esempio di una letteratura un po’ più ostica.
A cura di Irina Turcanu Francesconi
(n. 2, febbraio 2021, anno XI)
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