ITALIANISTICA STUDI E SAGGI

Ricezione della letteratura italiana in Romania. Analisi e proposte

Afrodita Carmen Cionchin presenta attingendo dal database Scrittori italiani tradotti in romeno, da lei curato e consultabile sulla nostra rivista, un primo vasto studio che fotografa la ricezione della letteratura italiana in Romania negli anni 1990-2022, analizzando quantitativamente il numero di traduzioni pubblicate, che supera le 2.000 presenze, per un totale di ben 290 editori. L’autrice elenca i libri italiani più tradotti (e le prime edizioni), classifica le case editrici romene in base al numero di titoli italiani editi, con mirati commenti e osservazioni, il tutto elaborato con certosina acribia.



Il sentimento di «assenza» in «Anna Cappelli» di Annibale Ruccello

Annibale Ruccello (1956-1986), drammaturgo, attore e regista teatrale nato a Castellamare di Stabia, è autore del dramma Anna Cappelli, una delle sue ultime opere scritte prima della prematura scomparsa. Ce ne parla Patrizia Ubaldi che ci introduce a questa opera, «tragedia dalle tinte fosche», strutturata come un monologo in un atto, un «one woman show», suddiviso in sette scene in cui si assiste a un crescendo di emozioni e disperazioni, sospeso tra follia e ragione, e dall’epilogo sorprendente, dove il linguaggio volutamente sincopato e meccanico svolge un ruolo fondamentale.



Badanti romene: una scelta consapevole verso l’autodeterminazione

Lo studio di Gloria Gravina indaga il fenomeno delle donne romene che scelgono di lasciare il proprio paese per venire in Italia e prendersi cura degli anziani come badanti. Dal taglio non meramente teorico ma basato sull'elaborazione di dati desunti da questionari e interviste con queste donne, lo studio si sofferma brevemente sulla «Sindrome Italia», ossia quel malessere psicologico che si trasforma in una vera e propria forma di depressione, e soprattutto sull'altra faccia della medaglia, che al contrario parla di donne contente della loro scelta di partire e che vedono il loro futuro in Italia, .



Antonio Di Grado: L’eredità di Leonardo Sciascia

Con questo gradito intervento del prof. Antonio Di Grado, direttore letterario della Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, cui porgiamo un cordiale benvenuto, inizia la sua pregiata collaborazione con la nostra rivista. Da trent’anni la Fondazione, sita provvidamente nel «borgo siciliano» dove è nato il celebre scrittore, propone un ricco programma di attività espositive e di simposi dedicato a Sciascia, i cui carteggi, le prime edizioni e traduzioni di suoi libri e altro sono conservati nella biblioteca della sede accanto ai duecento ritratti di scrittori da lui collezionati.



Il primo Premio Pavese per la poesia: Antonella Anedda Angioy

L’edizione 2021 del Premio Pavese ha inaugurato una sezione specificamente dedicata alla poesia e il primo premio è stato assegnato ad Antonella Anedda Angioy, affermata poetessa italiana, nota anche al pubblico romeno grazie all’antologia Poesia presente / Poezia italiană de astăzi (ed. Humanitas). Smaranda Bratu Elian riflette qui sull’importanza socio-culturale dei premi letterari in Italia, soffermandosi in particolare sull’evoluzione e la struttura del Premio Cesare Pavese, e ci offre una breve ma convinta presentazione della poetessa Antonella Anedda Angioy.



L’infinito tra poesia, filosofia e sentire

L’Infinito di Leopardi, il canto «misterioso e sottile», interpretato dalla critica nel corso del tempo sotto angolature tra le più diverse, da quelle mistiche a quelle laiche, è tema per un’analisi proposta da Loretta Marcon che unisce poesia e filosofia. Citando filosofi come Bertrand Russell e Kant, l’autrice ci invita ad avvicinarci al celebre componimento del Recanatese da «gentili anime», così desiderava il poeta che fossero i suoi lettori, per «percepirne il tremito», per sentirlo più che ascoltarlo, per coglierne insomma il grande mistero unendo alla ragione il cuore.



Eduardo De Filippo e la sua prima opera teatrale ufficiale

Patrizia Ubaldi ci invita a scoprire la storia della prima opera teatrale di uno fra i più grandi drammaturghi italiani del Novecento, Eduardo De Filippo (1900-1984). Figlio naturale e d’arte di un altro grande del teatro partenopeo, Eduardo Scarpetta, fin da piccolo respira la polvere del teatro: già a quattro anni calca le scene come comparsa. Finché, a vent’anni, «sente il bisogno di trasformare in parole […] la sua fervida fantasia e nel 1920 scrive e firma la sua prima commedia Farmacia di turno», l’inizio di una sfolgorante carriera nel teatro cui ha dedicato l’intera sua vita.



Settimana della Lingua Italiana in Romania, felice cambio di paradigma

Come ogni anno si è celebrata la XXI Settimana della Lingua Italiana, evento che attraverso le ambasciate d’Italia e gli Istituti italiani di cultura sparsi ai quattro angoli del mondo promuove, «a seconda delle specificità e delle esigenze del luogo», lo studio e la diffusione della lingua e della cultura italiana, scegliendo di volta in volta un tema uguale per tutti i paesi. Quest’anno il perno delle manifestazioni era Dante e Smaranda Bratu Elian sottolinea come questa edizione in Romania abbia offerto positive novità, su cui ha aleggiato un beneaugurante «vento primaverile».



Vincenzo Consolo, una lettura esegetica

George Popescu, illustre italianista, già professore dell’Università di Craiova, affronta una lettura esegetica dell’opera dello scrittore siciliano Vincenzo Consolo (1933-2012) in un ampio raggio di temi e suggestioni, che danno conto della vastità dell’orizzonte intellettuale dello scrittore di Sant’Agata di Militello. Tracciando linee d’ispirazione e di riflessione ravvisabili nell’opera di W. Benjamin, M. Eliade e I. Calvino intersecantesi con la visione dello scrittore, lo studioso condensa nella sua disamina i tratti salienti di un’opera che opera sulla storia e sul reale.



Unamuno e Pirandello: affinità ideologiche tra romanzo e dramma

Giuliana Di Lembo mette a confronto Miguel De Unamuno e Luigi Pirandello, scrittori che «pongono sotto una lente di ingrandimento le paure, le aspettative e le contraddizioni tipiche del XX secolo» di Spagna e Italia, riflesse in Niebla e Sei personaggi in cerca d’autore. L’autrice sottolinea che il «clima di paure e incertezze» dell’epoca fece maturare in loro riflessioni comuni che «non devono essere necessariamente ascritte a una conoscenza approfondita tra i due, né a un'influenza reciproca» quanto «piuttosto a due atteggiamenti simili di fronte a fenomeni socioculturali analoghi».



Letteratura italiana delle origini: un profilo

Armando Santarelli sintetizza in modo egregio in una lingua e in uno stile curati e con precisi addentellati storico-linguistici i primi passi della letteratura italiana: dai vagiti del volgare italiano rappresentati dal Placito capuano del 960 e dagli sparsi ma preziosi lacerti di lingua come l’Indovinello veronese fino alla Scuola siciliana sorta alla corte di Federico II, «primo movimento letterario a esprimere e coltivare una vera coscienza artistica», lo studioso traccia la straordinaria genesi dei nostri inizi letterari con la competenza di un versato storico letterario.



Carducci, una poesia per sempre

Roberto Pasanisi ci invita alla scoperta della lirica di Carducci, poeta «classico» e autore di «prim’ordine», nei cui versi di forza espressiva dall’elegante compostezza, raffinati nella loro immaginifica ed elegiaca iconicità, «sostenuti da una metrica e un ritmo cadenzati come una ‘musica dell’anima’» si trova quanto di più esemplare, perfetto e immortale si possa immaginare e godere alla lettura. Pur considerato da certa critica come magniloquente e vetustamente ottocentesco, il poeta non finirà mai di stupirci, dal cui magistero emerge in filigrana il gusto che verrà dopo di lui.



L’eternità raggiunta dal papà di Montalbano

Nello scorso luglio veniva a mancare un grande patriarca della letteratura italiana contemporanea, Andrea Camilleri. Pur avendo legato la sua fama al commissario Montalbano, personaggio che lo ha reso celebre oltre i confini nazionali grazie ai romanzi e alla serie televisiva che ne è stata tratta (doppiata anche per il pubblico romeno), lo scrittore siciliano che ci rivela Smaranda Bratu Elian nel suo affettuoso ricordo risalta anche per la vasta e ricca attività svolta in tv, a teatro e per il cinema, formidabile esperienza poi messa a frutto per forgiare la sua scrittura peculiarissima.



Gli italiani di Romania morti per l’Italia durante la Grande Guerra

In omaggio ai soldati italiani nati in famiglie emigrate in terra romena e caduti prestando servizio nell’esercito romeno durante la Grande Guerra del 1914-1918, Marco Baratto intende porre in risalto la comune memoria italo-romena, ricordando il sacrificio di questi connazionali. Lo fa, con il tratto di un piccolo ma generoso gesto di ossequio, attingendo i nomi di questi soldati da due fonti, una romena e l’altra italiana, tentando poi per ciascuno di abbozzare, pur frammentariamente, minime linee biografiche. Un contributo per dare nuovamente presenza a questi italiani di Romania.



In memoriam Cesare De Michelis

L’improvvisa scomparsa, il 10 agosto 2018, di Cesare de Michelis, critico e professore universitario e presidente della casa editrice veneziana Marsilio, una delle più prestigiose del panorama editoriale italiano, lascia sgomenti e desta profonda tristezza. La professoressa Smaranda Bratu Elian ripercorre la sua figura di editore, specialista e studioso di letteratura italiana, soffermandosi anche sul suo legame di amicizia con la Romania e sulla sua grande e concreta generosità, quella di un moderno mecenate al servizio della cultura italiana.



Per una «Settimana» la cultura italiana protagonista a Bucarest

L’eccellenza culturale italiana, le relazioni italo-romene, i rapporti istituzionali: è stato questo il ricco universo tematico della prima «Settimana della Cultura Italiana», svoltasi a Bucarest lo scorso febbraio, per iniziativa della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bucarest. Cultura e arte, ma anche vita quotidiana, emigrazione dei romeni in Italia, imprenditoria italiana in Romania, rapporti con le comunità religiose sono stati al centro di conferenze e spettacoli, con la partecipazione di illustri personalità del mondo accademico e istituzionale. Cronaca di Serena Ţenea.



I tanti carnevali d'Italia (e il loro significato)

Celebrazione dei piaceri terreni, dispendio edonistico, festa liberatoria e della libertà, il carnevale ha profonde radici storico-antropologiche, che risalgono addirittura ad alcune antiche feste romane, come i saturnali, i brumalia, i lupercali e i baccanali, di cui continua a conservare determinati riti e significati. Il tema del carnevale, molto sentito e celebrato in varie città italiane mediante manifestazioni di grande richiamo (Venezia in primis), è stato uno dei numerosi temi della Settimana della Cultura Italiana a Bucarest. Pubblichiamo il testo dell’intervento di Miruna Bulumete.



Prove di carnevale: i fescennini dei Romani

Espressione originale e duratura di quello che gli antichi chiamavano «Italum acetum», i fescennini (versi anonimi nati probabilmente agli albori della civiltà romana e sua produzione poetica più duratura) riversano il loro spirito in numerose esperienze culturali, incluso il carnevale italiano. Lo ha illustrato Liviu Franga in una relazione alla Settimana della Cultura Italiana, ricordando come la propensione dei romani all’umorismo e all’ironia, segni di un atteggiamento distaccato e critico di fronte agli uomini e agli dei, trovi in tali versi un'efficace espressione. Ne pubblichiamo il testo.



Centenario Bruno Zevi, dalla Romania un omaggio al grande maestro

Nell’anno centenario della nascita di Bruno Zevi (1918-2000), alle numerose iniziative tese a commemorare la figura e l’opera del grande architetto e urbanista, si affianca l’omaggio che anche la nostra rivista gli rende mediante un ritratto firmato da Smaranda Bratu Elian, dedicato alla presenza e incidenza del pensiero di Zevi in Romania. Dal grande italiano, anche gli architetti romeni hanno imparato, tra l'altro, a concepire l’architettura come spazio e non come forma, a vedere la storia dell’architettura come intimamente legata alla storia del pensiero in generale e della società.



Sandrone Dazieri e il romanzo giallo italiano di scena in Romania

Lo scorso novembre, la Fiera del Libro Gaudeamus 2017 di Bucarest ha ospitato, tra i numerosissimi ospiti ed eventi, uno scrittore italiano, un genere letterario e un editore non comuni. Si tratta del romanzo giallo, uno dei protagonisti della prestigiosa kermesse bucarestina, mediante il secondo triller di Sandrone Dazieri, L’Angelo, pubblicato dalla editrice romena Crime Scene Press, che già nel 2016 aveva pubblicato dello stesso autore Uccidi il Padre. Smaranda Bratu Elian recensisce, con analisi critica, il romanzo e la sua traduzione in romeno.



Pirandello a 150 anni dalla nascita: in romeno «Le novelle per un anno»

In occasione dei 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello, l’editrice Humanitas di Bucarest pubblica un volume di ventisei novelle dello scrittore siculo, con traduzione in romeno di Mihai Banciu e Florin Chiriţescu. Miruna Bulumete, curatrice dell’edizione e autrice della prefazione, presenta origine e profilo delle novelle pirandelliane, seguendone le varie fasi creative. Da un primo momento di ispirazione verista, si passa a una moderata apertura verso le avanguardie letterarie di inizio Novecento, per giungere, negli ultimi anni della vita dello scrittore, ad atmosfere e tonalità surreali.



Centenario Natalia Ginzburg. Un teatro per la donna protagonista

In occasione del centenario della nascita di Natalia Ginzburg (nata Levi, 14 luglio 1916), pubblichiamo un'analisi dedicata alla polimorfa immagine della donna, quale traspare dalle opere teatrali della scrittrice, dove le donne hanno il ruolo di protagonista, benché ancora non in chiave classicamente femminista. Varie sono state le circostanze che hanno spinto la Ginzburg a mettere al centro del suo teatro la donna piuttosto giovane della sua contemporaneità, ad iniziare dal contesto socio-culturale, segnato da rapidi cambiamenti. Di Roxana Utale.



Quando «Il nome della rosa» sfuggì alla censura comunista

Alla memoria di Umberto Eco e a una ricognizione della ricezione della sua opera in Romania è dedicato il profilo di Doina Condrea Derer che qui pubblichiamo. Insieme ad aspetti di critica letteraria, l'autrice ricorda anche come la pubblicazione de Il nome della rosa, primo romanzo che rese celebre Eco oltre la cerchia degli addetti ai lavori, fu una sorta di «miracolo» in Romania: la traduzione, infatti, uscì già nel 1984, sfuggendo all'opprimente censura comunista. Completano il testo annotazioni sull'ampio materiale critico prodotto in Romania su Eco, insieme a traduzioni di saggi e volumi teorici.



Gli anni romeni dell’esploratore Romolo Gessi

Una delle pagine più affascinanti, e insieme meno note, della storia italiana è quella rappresentata dalle vicende dei grandi esploratori italiani, protagonisti fino all'inizio del XIX secolo di rimarchevoli imprese in diverse parti del mondo. Tra i numerosi protagonisti, merita un posto particolare Romolo Gessi, nato nel 1831 e trasferitosi nel 1848 a Bucarest come addetto al consolato inglese. Il saggio di Marco Baratto ne ricorda l'attività diplomatica, svoltasi in pieno clima risorgimentale, dedicando particolare attenzione al rapporto di Gessi con la Romania.



Ungaretti, la vergine semplicità della parola che parla

«Ogni colore si espande e si adagia / negli altri colori / Per essere più solo se lo guardi». Il 24 maggio 1915 l’Italia entrava in guerra contro l’Austria e Giuseppe Ungaretti si arruolava volontario. Trincea e massacri gli impediranno per sempre le magniloquenze stilistiche proprie di una certa poesia, per ritrovare piuttosto nella semplicità del vocabolo un nucleo capace di trasmettere significati inconsueti. Ungaretti abbandona i vecchi schemi retorico-stilistici e impone i propri codici di comunicazione poetica, realizzando così un raccordo con la grande poesia europea. Di Hanibal Stănciulescu.



Galileo Galilei a 450 anni dalla nascita. Interviene Magda Stavinschi

Magda Stavinschi, maggior astronomo romeno contemporaneo, direttore dell'Osservatorio Astronomico dell’Accademia Romena dal 1990 al 2005, propone un ritratto di Galileo Galilei a 450 anni dalla nascita del grande toscano. La vita e le scoperte, in particolare le vicende legate al processo, sono al centro dell’attenzione della studiosa, che sottolinea come tale processo si sia concluso soltanto nel 1992, quando il papa Giovanni Paolo II propose una rinnovata ermeneutica dei rapporti tra scienza e fede ed espresse profondo rincrescimento per il modo in cui venne trattato il caso Galilei.



Dalla Romania: omaggio a Mario Luzi nel centenario della nascita

«Una vita dedicata alla difesa e alla dignità della parola poetica». È il ritratto che del grande Mario Luzi propone l’italianista Geo Vasile, ripercorrendo gli snodi essenziali dell’opera del maestro. Ieratica e duttile, la poesia di Luzi prende di mira il cuore dell’enigma. Vasile riporta anche un breve scambio epistolare personale con il grande poeta, non senza accenni alla poesia romena e a Eminescu, di cui Luzi scrive: «Ha fatto ciò che nel secolo successivo al suo e anche oggi si tenta di fare per convinzione o per calcolo: una letteratura senza frontiere tra germanesimo e retaggio latino».   



Arturo Graf, mediatore culturale ante litteram della Romania

L’intensificarsi delle relazioni e lo sviluppo delle attività economiche degli Italiani nei porti franchi romeni di Braila e Galați nell'Ottocento portarono anche i semi più fertili della cultura. All’interno di questa realtà è presente anche Arturo Graf, uno dei poeti e critici letterari più in vista tra il XIX e il XX secolo. Nato ad Atene da padre tedesco e da madre italiana di Ancona, ma di antica famiglia fiorentina, Graf si trasferisce con la famiglia a Trieste e, dopo la morte prematura del padre, va a vivere presso la casa dello zio materno che risiedeva a Braila, dove pubblica i suoi primi scritti. Di Corina Ţucu.



Arnoldo Foà, la profonda voce dai mille volti

Lo scorso 11 gennaio si è spento a Roma, all’età di 97 anni, Arnoldo Foà, grande protagonista della scena italiana novecentesca, attore di teatro, cinema e tv, regista, ma anche scultore, pittore e poeta. Roxana Utale, docente all’Università di Bucarest, ci propone un’originale memoria di Foà, seguendo l’unica traccia realmente praticabile alla stragrande maggioranza dei romeni, che non hanno potuto vedere il grande Foà a teatro ma ne hanno conosciuto l’inconfondibile, profonda e vibrante voce di doppiatore di grandi indimenticabili del cinema, da Anthony Quinn a John Wayne.



Settecento anni di Boccaccio, Bucarest celebra il grande italiano

Per gli italianisti e per gli studiosi del Medioevo letterario, il 2013 è stato un anno del tutto speciale: si sono celebrati i 700 anni dalla nascita dello scrittore Giovanni Boccaccio (1313-1375). Corina Anton, professoressa dell'Università di Bucarest, presenta una rassegna degli eventi organizzati nella capitale romena per celebrare l'autore del Decameron, capolavoro alla base della prosa europea moderna. La nutrita serie di manifestazioni e interventi, di cui si dà qui conto, segnala il notevole interesse degli specialisti romeni per l’opera del grande classico italiano.



Per una storia dei friulani in Romania. La comunità di Craiova

Elena Pîrvu evoca la storia della comunità italiana di Craiova, stanziatasi in questa città e dintorni a partire dal 1850. Il flusso migratorio, proveniente in gran parte dal Friuli, proseguì fino agli anni ’30 del Novecento, quando la comunità friulana raggiunse dimensioni ragguardevoli. Dopo il 1948, i provvedimenti restrittivi del regime comunista colpirono anche gli italiani, che furono privati di passaporto e cittadinanza. Nel settembre del 1991, dopo quarant’anni, la Comunità italiana di Craiova si è riorganizzata con il nome di «Comunità Italiana dell’Oltenia».



Tra Europa e Romania: gli studi linguistici di Marco Antonio Canini

Marco Antonio Canini (1822-1891), linguista, poeta, traduttore e ideologo, fu una figura pionieristica per la conoscenza della cultura romena in Italia. Trasferitosi con la famiglia a Bucarest, conobbe vari uomini politici della Romania e fu sostenitore dell'unificazione politica dei principati romeni. Matteo Veronesi presenta la figura di questo studioso che, con la sua ricerca delle origini, trovò un'idea d'Europa che salvaguardasse, insieme, la totalità e le identità particolari, l'universalità e le comunità nazionali. Interessanti, ancorché non di rado discutibili, le sue suggestioni etimologiche.



La comunità italiana nella Bucarest di fine Ottocento e Luigi Cazzavillan

Luigi Cazzavillan (1852-1903) è la personalità più dinamica ed eminente del primo insediamento italiano nella capitale romena. Tra il 1884 e il 1885, pubblica il giornale «Necesarul», che raggiunge subito una tiratura di 5000 copie quando gli altri giornali romeni raggiungevano appena le 3000 copie, acquista una propria tipografia e nel 1884 fonda «Universul», che in breve tempo diviene il più letto e diffuso quotidiano romeno, con una tiratura di decine di migliaia di copie. Lo studio è tratto dal volume Veneti in Romania, a cura di Roberto Scagno (Longo Editore 2008).



Carmine Abate, una testimonianza interculturale

L’emigrazione italiana ha espresso, come del resto ogni fenomeno migratorio, una vasta produzione artistica e letteraria, che si è andata evolvendo negli anni, acquisendo nuove forme, nuove tematiche, nuove spinte artistiche. Tale produzione ha arricchito la letteratura di migrazione e le donne e gli uomini che l’hanno resa possibile esprimono oggi un importante apporto culturale, sul piano internazionale e multiculturale. Frosina Qyrdeti esamina alcuni aspetti della scrittura narrativa di uno dei rappresentanti di questa corrente, Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello 2012.



Donna-sfinge o donna fatale? Il femminile e «La noia» di Moravia

Laura Stefania Mara ci dischiude l’universo femminile de La noia di Alberto Moravia a partire dai quattro tipi di donne nella letteratura, identificati dal critico Corina Ciocârlie nel suo Fals tratat de disperare (Falso trattato di disperazione): la sfinge oppure la moglie dominante; la bisbetica oppure la moglie detestata; il diavolo oppure la donna fatale; Vidma oppure la donna malata. Nei personaggi-donna di Moravia - la madre di Dino, Cecilia e sua madre - questi tipi non sono mai troppo nettamente delimitati, ma si intersecano tra loro in modo molto interessante.



Scalpellini e appaltatori: gli italiani nella «Rumania» del 1912

«Gli italiani in Rumania sono principalmente muratori, scalpellini, stuccatori e tagliaboschi. Vi sono pochi merciai ambulanti e un forte gruppo di appaltatori. Tutti vivono nella agiatezza». È il 1912 e il dott. G.E. di Palma di Castiglione, ispettore viaggiante dell’emigrazione, pubblica una relazione sul «Bollettino dell’Emigrazione» di Roma, col titolo L’Oriente d’Europa quale mercato per la mano d’opera italiana (Rumania - Bulgaria - Serbia). Suggestiva la sezione dedicata alla Romania, che qui pubblichiamo per gentile concessione di Corina Ţucu, autrice di un recente libro.



In Romania a cercare il pane: la migrazione storica dei friulani

Tra il 1820 e il 1947 molti partirono dal Friuli alla volta della Romania in cerca di migliori condizioni di vita. Silvia Biasutti ricostruisce la situazione di un Friuli contadino, stremato dalla miseria e non in grado di assicurare il pane a tanti che, in quel Paese dell’Impero Austroungarico, vedevano una vera terra promessa. In Romania i friulani trovarono un ambiente culturale per tanti versi affine a quello di casa. Una pagina di storia che chiarisce i rapporti tra i due popoli e la trasformazione di alcuni flussi migratori temporanei in situazioni permanenti di lunga durata.



«Strizzatore di parole». In memoria di Andrea Zanzotto

«Zanzotto è un analista trasparente del messaggio, scava la semantica fino al midollo, fino a ricavarne il senso ultimo delle cose; per questo sovente si abbandona alla sua lingua madre, quale palpito mimetico della sua origine, il dialetto della sua terra natia. Il poeta costruisce il proprio linguaggio predisposto alla logica di messaggio in virtù del principio di ricerca selettiva: in tal modo il significato viene posto davanti all’intelligenza del fruitore». Lo sostiene il poeta e critico Ciro Vitiello, autore del saggio dedicato alla memoria di Andrea Zanzotto, scomparso pochi mesi fa.


Risorgimento italiano e Rigenerazione nazionale romena: parallelismi

Adrian Niculescu, docente di storia contemporanea alla Scuola Nazionale di Scienze Politiche ed Amministrative di Bucarest, è uno dei prestigiosi autori del volume Italia e Romania verso l’Unità nazionale (Humanitas 2011), Atti del convegno per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (a cura di Francesco Guida) promosso nel giugno del 2011 dall’Ambasciata d’Italia in Romania. L'intervento che pubblichiamo evidenzia singolari parallelismi tra Risorgimento italiano e Rigenerazione nazionale romena.








Rivista online edita
dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

Promuove
il dialogo interculturale,
con particolare interesse
verso la traduzione letteraria come opera di mediazione.