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In memoriam Cesare De Michelis
Il 10 agosto 2018 la stampa italiana trasmetteva questa triste notizia: «è morto improvvisamente a Cortina d’Ampezzo, dove era in vacanza, Cesare De Michelis, presidente della casa editrice Marsilio. Avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 19 agosto. L’editoria italiana è in lutto». Noi pure, quelli che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e di godere della sua generosità.
Cesare De Michelis è stato docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea presso l'Università di Padova, ha diretto dal 1974 la rivista «Studi novecenteschi», è stato presidente del comitato scientifico per l'edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni e membro di quello dell'edizione nazionale delle opere di Ippolito Nievo. È stato consigliere della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia. Dal 1965 al 1974 ha diretto, con Massimo Cacciari, la rivista «Angelus novus». Dal 1980 ha svolto l’incarico di consigliere comunale e assessore al Comune di Venezia e quello di Vice Presidente della Biennale di Venezia.
Storico e critico raffinato della letteratura italiana, Cesare De Michelis ha lasciato una serie importante di volumi di analisi penetranti su vari aspetti della letteratura italiana passata e presente, fra cui ricordiamo Illuminismo veneziano (Olschki, 1966), Letterati e lettori nel Settecento veneziano (Olschki, 1979), Alle origini del neorealismo. Aspetti del romanzo italiano negli anni '30 (Lerici, 1980), Contraddizioni nel Decameron (Guanda, 1983), Fiori di carta. La nuova narrativa italiana (Bompiani, 1990) Narratori dell'Ottocento (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2005), Moderno e antimoderno (Aragno, 2010), Tra le carte di un editore (Marsilio, 2011 – l’unico volume pubblicato con la propria casa editrice), Editori vicini e lontani (Italo Svevo, 2016) fino al recentissimo Scritture della bonaccia. Avvisaglie del futuro (Morcelliana, 2017). Ai volumi si aggiungono importanti saggi pubblicati in volumi collettivi e nella rivista «Studi novecenteschi» e i numerosi articoli apparsi sui prestigiosi quotidiani «Il Sole 24 Ore» e il «Corriere del Veneto».
Ma la sua più importante attività rimane quella di editore e il suo nome rimarrà per sempre legato a quello della casa editrice Marsilio di Venezia. Il legame organico con la Serenissima, con la sua storia e con la sua illustre tradizione editoriale si legge ancora nella presentazione sul sito web della Marsilio che inizia con queste sue parole: «Far libri, stamparli, leggerli, scriverli, raccoglierli, venderli, recensirli, nella mia vita mi sembra di non aver fatto altro, come se un’ossessiva passione mi avesse travolto appena ragazzo. Eppure da sempre mi è sembrato non privo di significato farli qua, dov’ero cresciuto, nella nostra terra, magari a Venezia. Quando cominciai lo sapevo e non lo sapevo che la Serenissima era stata la patria del libro, che proprio nell’isola aveva preso forma e si era definito all’alba del Cinquecento, quello strano mestiere che è far l’editore, grazie a Aldo Manuzio, il principe e il principio di tutta la storia dei libri. Per questo continuo a fare libri a Venezia, come se il tempo che intanto è passato non sia bastato a cancellare una storia che ha ormai cinque secoli e più».
La casa editrice nasce nel 1961 sotto il nome di Marsilio (da Padova), insigne filosofo, pensatore e giurista del XIV secolo. Allora un gruppo di giovani appena laureati, fra cui il Nostro, inizia un’attività editoriale intenta a definire un progetto di riforme culturali altamente necessarie per cambiare l’Italia. Nel 1965 De Michelis, fresco di laurea pure lui, entra nel Consiglio di amministrazione della Marsilio. Con lui la casa editrice acquista sempre più spessore. Aveva iniziato con saggistica di architettura, sociologia, cinema e psicologia, ma poi, man mano che il progetto imprenditoriale si sviluppa, si estende alla saggistica di riflessione politica e culturale, alla narrativa contemporanea italiana e universale, poi anche ai classici, continuando però anche le prestigiose biblioteche di architettura e cinema, i cataloghi artistici illustrati e i periodici, aggiungendo nel tempo numerosissime e diversissime collane. Dal 1969 quando assume la direzione e poi la presidenza della Marsilio, De Michelis è l’anima dell’impresa, del suo sviluppo e della sua diversificazione. Attento come pochi ai giovani talenti, scopre e lancia autori che sarebbero poi diventati nomi importanti della narrativa italiana contemporanea come Susanna Tamaro, Margaret Mazzantini o Chiara Gamberale.
Di recente, dopo aver fatto parte, dal 2000, del gruppo RCS Libri, nell'agosto 2016 la casa editrice Marsilio è riacquisita dalla famiglia De Michelis tornando così ad essere totalmente indipendente: perché – come cita l’ultimo saluto dei colleghi al loro direttore – «è più importante vendere i libri che si fanno che fare i libri che si vendono».
Il 1ºgiugno 2017 Cesare De Michelis è stato insignito del titolo di «Cavaliere del Lavoro» dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ma oltre a questa breve e ufficiale presentazione della prodigiosa attività di Cesare De Michelis, per alcuni di noi, romeni, lui è stato un amico, un aiuto e un incoraggiamento. Presente per due giorni a Bucarest nel 2014 al lancio della traduzione romena del Male oscuro di Giuseppe Berto, De Michelis ha fatto conoscenza con il piccolo ma entusiasta gruppo di italianisti «Amici della lettura» e con il loro progetto «Festlettura», il festival di lettura in italiano per i giovani di tutta la Romania. Il progetto, che dal 2012 si svolge ininterrottamente ogni anno, è stato varie volte presente nelle pagine di questa rivista così che non è di lui che intendiamo parlare qui, ma dell’aiuto immediatamente offerto da Cesare De Michelis. Non appena sapute le finalità e l’ampiezza del progetto, De Michelis si è impegnato, a nome della casa editrice Marsilio, di fornire gratuitamente ogni edizione del festival di un numero importante di volumi di narrativa italiana contemporanea adatta ai giovani: e i libri sono arrivati matematicamente ogni anno nei tempi previsti, così da essere distribuiti ai licei e alle università di tutta la Romania dove si studia l’italiano. Grazie a questa generosità il festival è cresciuto e si è diffuso anno dopo anno. E perché il festival è anche un concorso con tanto di graduatoria e di premi, De Michelis ha accettato anche di far parte della giuria, così che nelle ultime tre edizioni i nostri premi si sono inorgogliti del suo riconoscimento. Per noi questo è stato il più alto e valido incoraggiamento che si poteva sperare. Si capisce allora perché la scomparsa di questo grande uomo è anche per noi una perdita irreparabile. Di fronte alla sua scomparsa non possiamo fare altro che ripetere, a nome nostro, il saluto dei suoi più stretti collaboratori: «Ciao, Prof. Ci mancherai immensamente».
Smaranda Bratu Elian
(settembre 2018, anno VIII)
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