Per una storia dei friulani in Romania. La comunità di Craiova

Le decine di migliaia di italiani che emigrarono in Romania nel periodo compreso fra la metà del secolo XIX e l’inizio della seconda guerra mondiale arrivarono qui soprattutto dal Friuli, dalla Venezia Giulia e dal Veneto, ma anche dal Trentino, Lombardia, dalla Toscana, dalla Puglia o dalla Sicilia. Erano imprenditori, commercianti, muratori, meccanici, contadini, boscaioli, carpentieri, falegnami, minatori, marmisti, tagliapietre. Uno dei primi ricercatori che studiarono il fenomeno della migrazione italiana nel nostro paese è Valerio De Sanctis, il quale nel 1925 scrisse un articolato studio su questo fenomeno, intitolato L’emigrazione italiana in Romania [1].
Subito dopo la fine della prima guerra mondiale, molto numerosa era la colonia italiana di Galaţi. A Cataloi, in Dobrugea, si erano stabilite settantadue famiglie contadine della provincia di Rovigo [2]. A Iacobdeal, sempre in Dobrugea, si stabilirono gruppi di immigrati provenienti da Fariano (Modena), Maniago (Belluno) e Vezza d’Oglio (Brescia). A una decina di chilometri da Iacobdeal, a Greci, altri italiani, questa volta del Friuli. Nella zona dei Carpazi meridionali, i friulani si stabilirono a Şebeş, Haţeg, Petroşani, Drăgăşani, Brezoi, Clopotiva, Râu de Mori, Sântămăria-Orlea, Piteşti. Nella zona dell’Oltenia si stabilirono a Işalniţa, Breasta, Izvorul Rece (Atârnaţi), Italieni, Mofleni, Lunca.
Testimoniano dell’operosità degli italiani numerosi edifici: il ponte di Cernavodă, le gallerie nella valle del fiume Jiu, i sanatori e ospedali di varie località, il porto di Sulina, diversi quartieri in città come Bucarest, Braşov, Iaşi, Sibiu, Constanţa, Hunedoara, numerose costruzioni di Focşani, Iaşi, Craiova ecc. [3].

La comunità italiana di Craiova

Riferendoci ai nonni e ai bisnonni degli attuali membri della comunità italiana di Craiova, stanziatasi nella nostra città e nei suoi dintorni a partire dal 1850 circa, ricordiamo che provenivano in gran parte dal Friuli. L’arrivo dei primi friulani a Craiova, all’inizio solo durante l’estate, e dopo il 1860 definitivamente, è legato al nome di Pera Opran [4], il proprietario delle terre di Işalniţa, presso la città di Craiova. Petre o Pera Opran (1815-1885) è un’importante personalità della vita craiovana del secolo XIX. Visse qualche tempo in Italia, in cerca di testimonianze del passato latino del popolo romeno. Il suo nome si trova tra quelli dei fondatori del Teatro Nazionale di Craiova, di cui fu egli stesso il primo direttore. Per qualche tempo procuratore presso il Tribunale di Craiova, dovette dare le dimissioni nel 1848, a causa dei suoi legami con i rivoluzionari. Il flusso migratorio proseguì ininterrottamente fino agli anni ’30 del secolo scorso, quando la comunità friulana raggiunse dimensioni ragguardevoli.
Secondo le statistiche del periodo, tra il 1930 e il 1935 la comunità italiana di Craiova contava circa 5000 membri e usufruiva di una scuola italiana (il cui locale era situato lungo la via Madonna, all’incrocio con la via Calomfirescu, in un edificio sparito in seguito al terribile terremoto dal 1977), di una chiesa cattolica (fondata nel 1826 dalla comunità romano-cattolica della città, ancor oggi a disposizione dei cattolici della città), di un Istituto di Cultura Italiana e di un’Agenzia Consolare.
Tra i direttori dell’Istituto Italiano di Cultura di Craiova, fondato dal prof. Bruno Manzone come succursale dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest da lui stesso diretto, si annoverano tra gli altri: Salvatore Sibilia, Luigi Cini, Corizia Cini, Vera Molaiolli e Paolo Soldati (l’ultimo, traduttore in italiano di Octavian Goga).
La sede del Consolato Italiano di Craiova fu prima nella casa dell’architetto Peressutti, poi nel locale della Scuola italiana. Furono consoli a Craiova l’architetto Peressutti, autore di numerosi edifici pubblici in tutta la Romania, ed Emilio Rupeno, che fu anche professore presso la Scuola italiana. Attualmente il Viceconsolato Italiano di Craiova (riaperto nel marzo 1997) ha sede in via Bujorului 10, ed è diretto dal Viceconsole onorario Dott. Marco Oletti.

Dopo il 1948, con l’affermarsi del regime comunista, le autorità vietarono le attività della comunità italiana di Craiova; i provvedimenti restrittivi colpirono anche gli italiani, i quali furono privati del passaporto e della cittadinanza italiana.
Nel settembre del 1991, dopo quarant’anni di silenzio, la Comunità italiana di Craiova si è riorganizzata con il nome di «Comunità Italiana dell’Oltenia», proponendosi obiettivi di carattere sociale, culturale e assistenziale.
Il 28 giugno 1992 la Comunità italiana di Craiova si è affiliata all’EFASCE di Pordenone – Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti – con lo scopo, da una parte, di ricostruire i legami, culturali e umani, con la regione di origine, dall’altra, di dare maggior peso alle richieste e alle necessità dei suoi membri.
La cerimonia della costituzione del Segretariato EFASCE di Craiova, il secondo in Romania (il primo è quello di Greci, nel Dipartimento di Tulcea) si è svolta nella Chiesa romano-cattolica, con l’intervento dei seguenti rappresentanti EFASCE: Piergiorgio Zannese, consigliere dell’EFASCE per la Romania, monsignor Mario Del Bosco, don Sante Neri, don Emilio Alfier, il signor Lucian Fabbro e il signor Severo Goti. Erano presenti anche rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest e delle autorità locali, assieme al sindaco di allora. Hanno assistito alcune centinaia di membri della Comunità italiana [5].
Dal punto di vista linguistico, l’osservazione più importante è che il friulano usato a Craiova dai pochi che ancora lo parlano è quasi identico a quello usato in Italia dai parlanti della Regione Friuli, al punto che il friulano di Craiova sarebbe perfettamente comprensibile per un friulano che non si fosse mai mosso da casa [6].


Elena Pîrvu
(n. 3, marzo 2013, anno III)

NOTE

1. Cfr. Valerio De Sanctis, L’emigrazione italiana in Romania, in: AA.VV., Studi sulla Romania, Istituto Romano Editoriale, Roma, 1925, p. 214.
2. Idem, p. 217.
3. Cfr. Claudio Mutti, Migranti italiani in Romania, in «Eurasia. Rivista di Studi Geopolitici», n. 4/2006, pp. 115-117.
4. Cfr. Ion Pătraşcu – Elena Pîrvu, I Friulani di Craiova. Rapporti socio-culturali italo-romeni / Friulanii din Craiova. Interferenţe socio-culturale italo-române, AIUS, Craiova, 1999, p. 118.
5. Cfr. Pietro Di Bernardo, Nasce il 2o Segretariato EFASCE in Romania. Per la rinascita della Comunità italiana, in «Il Popolo», settimanale della Diocesi di Concordia-Pordenone, anno LX, nr. 13, Pordenone, domenica, 29 marzo 1992, p. 5, e Florea Miu, EFASCE: Craiova-Pordenone. Regăsire între fraţi şi prieteni, in «Cuvântul libertăţii», anno III, n. 664, Craiova, sabato-domenica, 4-5 luglio 1992.
6. Cfr. Federico Vicario, Le comunità friulane di Romania, in «Sot la Nape», anno XLIV, n. 4, dicembre 1992, p.p 47-53, p. 48. Cfr., inoltre, Maria Iliescu, Le frioulan à partir des dialectes parlés en Roumanie, Mouton, The Hague - Paris, 1972.