Cultura, emigrazione, imprenditoria: a Bucarest la prima Settimana della Cultura Italiana

Dal 19 al 25 febbraio scorso, gli italianisti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bucarest hanno organizzato «La Settimana della Cultura Italiana», parte integrante del progetto «Le Settimane Culturali», avviato proprio quest’anno e che si propone di presentare per una settimana una cultura o un gruppo di culture attraverso conferenze, dibattiti, proiezioni di film, incontri e altre manifestazioni culturali, rivolte soprattutto agli studenti, ma anche al grande pubblico. Questa prima edizione della «Settimana della Cultura Italiana» è stata realizzata in partenariato con numerose istituzioni [1] e coordinata da Oana Boşca-Mălin.
Numerosi eventi hanno omaggiato l’Italia, tra conferenze dedicate alla cultura e alle tradizioni italiane e tavole rotonde con personalità del mondo accademico e diplomatico, momenti artistici e attività studentesche. Ampia la partecipazione di pubblico.

L’apertura ufficiale, lunedì 19 febbraio, è stata affidata all’ambasciatore d’Italia in Romania, Marco Giungi, invitato d’onore e per la prima volta presente nell’Università di Bucarest, cui hanno fatto seguito i saluti del vicerettore dell’Università, Sorin Costreie, del preside della Facoltà di Lingue e di Letterature Straniere, Liviu Franga, del direttore del dipartimento di lingue romanze della stessa facoltà, Mianda Cioba. Il programma è stato concepito in tre direzioni tematiche: quella dell’eccellenza culturale italiana (dalla letteratura all’arte dei grandi musei, alla musica, alla danza, alla cultura della vita quotidiana e delle tradizioni popolari), quella delle relazioni interumane (centrata sul fenomeno dell’emigrazione romena in Italia e, viceversa, della presenza dell’imprenditoria italiana in Romania) e quella delle relazioni istituzionali (della Romania non solo con l’Italia ma anche con la Santa Sede). Nelle medesima circostanza sono stati presentati gli ultimi libri di italianistica prodotti nell’ambito dell’università: il volume di studi italiani Cauda Pavonis di Hanibal Stănciulescu – una ricerca che nasce dall’esperienza dell’insegnamento della letteratura italiana per fare da guida agli studenti nella «lettura a cannocchiale», ossia rendendo macroscopici gli elementi apparentemente piccoli ma profondamente significativi nei testi analizzati; in seguito, Smaranda Bratu-Elian insieme a Gabriela Varia e Flavia Vendetti, studentesse del dipartimento d’italiano, hanno presentato i due progetti maggiori dell’italianistica romena: la collana bilingue di classici della letteratura italiana «La  Biblioteca Italiana» della casa editrice Humanitas (creata nel 2005 con l’appoggio dell’Istituto Italiano di Cultura e del Ministero degli Esteri Italiano e che conta già ben 34 volumi) e il progetto derivatone e ben noto ai lettori di questa rivista, ossia «Le Serate Italiane» alla libreria Humanitas, che, dal 2010, dibattono quasi ogni mese temi di attualità desunti dai grandi testi classici della collana bilingue. Due bei momenti artistici hanno concluso la prima: una tarantella napoletana presentata dalle allieve della Scuola di danza classica «Jaqueline», e una scelta di canzonette napoletane, interpretate con talento e passione dagli studenti dell’Università Nazionale di Musica, preparati in italiano e introdotti da Oana Sălişteanu.


La giornata di martedì, 20 febbraio, è stata dedicata alla seconda direzione, ossia alla migrazione romena in Italia trattata da due prospettive diverse, in due tavole rotonde . La prima ha fatto parlare i sociologi e il loro approccio scientifico: Dumitru Sandu,  direttore del Centro di Studi per la Migrazione della  Facoltà di Sociologia e di Assistenza Sociale, ha presentato grafici e statistiche riguardanti la migrazione romena nel mondo e specialmente in Italia, con interessanti conclusioni circa le zone di partenza, i mestieri più ricercati, ma anche l’affetto spontaneo e la predilezione dell’emigrante romeno per l’Italia. Quindi Marian Bojincă ha presentato un interessante studio su un paesino romeno che si è trasformato culturalmente sotto la pressione del modello italiano. La presentatrice dell’evento, Oana Boşca-Mălin, ha letto un rapporto sull’emigrazione romena in Italia elaborato dall’Ambasciata di Romania in Roma (e che verrà pubblicato nel prossimo numero di questa rivista). La seconda parte dell’evento ha proposto un approccio psicologico all’emigrazione, così come emerge dall’esperienza diretta degli specialisti ma anche dalla letteratura sul tema. Al centro del dibattito, due romanzi commentati dagli autori e dalla psicologa Maria Iordănescu: lo scrittore Dan Lungu ha descritto il suo cammino letterario e umano verso il tema dei bambini abbandonati dai genitori emigrati in Italia del suo romanzo La bambina che giocava a fare da Dio; mentre Liliana Nechita, autrice del romanzo Ciliegie amare, ha presentato in un intervento video la propria esperienza di emigrante, dolorosa vita tra due mondi.


Mercoledì 21 febbraio e giovedì 22 febbraio, si sono svolte presso l’Istituto Italiano di Cultura due corpose sessioni culturali: mercoledì due eccellenti conferenze sul tema del Carnevale italiano, la prima, di Liviu Franga, sulle sue remote origini latine, la seconda, di Miruna Bulumete, sulle caratteristiche antropologiche e le manifestazioni del Carnevale in diverse zone d’Italia (ne pubblichiamo i rispettivi testi su questo numero della rivista, ndr);  giovedì,  la conferenza Musei e museografia in Italiadi Ioana Beldiman, dell’Università Nazionale di Arte di Bucarest, ha presentato l’origine, la storia e lo sviluppo di alcuni musei italiani (i due del Campidoglio,  il Museo Pio Clementino e la Galleria degli Uffizi) diventati poi modelli di allestimento per la  maggior parte dei musei del mondo.

Venerdì, 23 febbraio, in mattinata, si è ritornati al tema delle relazioni interumane, questa volta quelle con gli imprenditori italiani in Romania: una discussione libera tra gli studenti della nostra facoltà ed il direttore dell’Istituto Italiano di Commercio estero, Luca Gentile¸ sulle opportunità di carriera offerte ai nostri laureati nel contesto delle relazioni economiche romeno-italiane. Nel dialogo sono intervenute  anche Magdalena Plătiş, vicerettore responsabile per la Gestione della Qualità, lo Sviluppo Istituzionale e le Relazioni con l’Imprenditoria, e Luciana Ghica, presidente dell’Associazione «Alumni».

Venerdì pomeriggio, la chiusura della Settimana Culturale si è svolta ancora all’insegna delle relazioni diplomatiche, questa volta tra la Romania e la Santa Sede. In apertura il Nunzio Apostolico in Romania, Mons. Miguel Maury Buendia, ha riassunto, prima, le caratteristiche istituzionali dello stato della Santa Sede, poi la cronologia delle relazioni diplomatiche tra il nostro Paese e la Santa Sede, le caratteristiche di ciascuna tappa e le speranze per l’avvenire. Il suo discorso e stato seguito dagli interventi di due ex-ambasciatori della Romania presso la Santa Sede, Teodor Baconschi e Bogdan Tătaru-Cazaban, che hanno esemplificato i progressi registrati nelle relazioni bilaterali. La conclusione, all’insegna dell’amicizia, dell’ecumenismo e dell’aiuto reciproco, è venuta dal dialogo tra il Nunzio Apostolico e Ştefan Buchiu, preside della Facoltà di Teologia Ortodossa, seguito dai saluti degli organizzatori.
Hanno concluso questa prima Settimana culturale italiana la «Serata culturale italiana», organizzata venerdì 23 dagli studenti italianisti con l’appoggio dell’Associazione Studentesca dell’Università, e dal «Carnevale degli studenti», ballo in maschera ospitato sabato 24 dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.


NOTE

1. Istituto Italiano di Cultura, Facoltà di Sociologia e di Assistenza Sociale dell’Università di Bucarest, Facoltà di Teologia Ortodossa, Università Nazionale di Musica di Bucarest, Università Nazionale di Arte di Bucarest, casa editrice Humanitas. Hanno collaborato l’Ambasciata d’Italia in Romania, l’Ambasciata di Romania a Roma, la Nunziatura Apostolica e l’Istituto Italiano di Commercio Estero. La nostra rivista è media partner.





 

 

 

 

 

 

 



Serena Ţenea
(marzo 2018, anno VIII)