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La comunità italiana nella Bucarest di fine Ottocento e l'azione di Luigi Cazzavillan
Il nucleo urbano più consistente e socialmente diversificato di italiani residenti stabili si concentrò sin dall’inizio dell’emigrazione in Romania nella capitale. Un rapporto del capo Legazione, Beccaria Incisa, del dicembre 1897, stimava che la colonia italiana di Bucarest fosse composta di circa 800 persone di varia estrazione sociale, «operai, piccoli negozianti, qualche industriale, maestri di musica, architetti, ingegneri ed intraprenditori». La colonia possedeva una «Società di mutuo soccorso (con una sezione per la beneficienza), che conta 120 soci», «una scuola maschile ed una scuola femminile, sussidiate dal regio governo e frequentate da 83 alunni dei quali 57 di nazionalità italiana» («Boll. MAE», dicembre 1897, p. 631). Nel 1901 venne fondato un Circolo italiano che, l’anno successivo, convocò un’assemblea generale aperta anche a personalità romene simpatizzanti della cultura italiana allo scopo di fondare un Comitato locale della Società Dante Alighieri.
Tra i promotori dell’iniziativa troviamo Luigi Cazzavillan (1852-1903), presidente della Società di Mutuo Soccorso, la personalità più dinamica ed eminente del primo insediamento italiano nella capitale. L’organizzazione del Comitato bucarestino della Dante fu l’ultimo atto di una vita non lunga, avventurosa e creativa. Nato ad Arzignano in provincia di Vicenza, a soli quattordici anni lascia la scuola per combattere come volontario nella Legione vicentina contro gli austriaci nel Trentino; quattro anni dopo, terminati gli studi tecnici a Vicenza, partecipa sempre come volontario garibaldino alla campagna di Francia e si distingue particolarmente a Digione ottenendo riconoscimenti e il grado di sottotenente; ritornato in Italia, viene arruolato nell’esercito regolare, ma nel 1876 mentre si trova in convalescenza ad Arzignano diserta e si reca nei Balcani a lottare per l’indipendenza serba contro i turchi; l’anno seguente chiede di schierarsi a fianco dei romeni nella guerra russo-turca ma la sua domanda non viene accolta perché le leggi romene non consentono l’arruolamento di stranieri nell’esercito, partecipa comunque alla battaglia della Plevna come corrispondente di giornali italiani; finita la guerra si stabilisce in Romania.
Nei primi anni, a Bucarest, insegna italiano in due licei romeni, e nel 1881 fonda il periodico bilingue «Fraternitatea italo-romana, diar politic-literar septemanal» (La Fraternita italo-romena, giornale politico-letterario settimanale), che l’anno seguente muta il titolo in «Frăţia română-italiană» (La Fratellanza romeno-italiana, e dal 1884 assume il sottotitolo «ziar politic-literar bilunar» (giornale politico-letterario bimensile). «Se le disgiunse nemico fato, le ricongiunse fraterno amor», l’epigrafe del periodico, riassume la linea politica di Cazzavillan: la stretta amicizia italo-romena quale nucleo di una Confederazione latina, fattore di stabilita in Europa, promotrice del principio di nazionalità e di solidarietà tra i popoli. Il periodico presenta, sin dall’editoriale del primo numero firmato dallo stesso Cazzavillan (un articolo avverso all’ipotesi di una alleanza tra l’Italia e l’Impero austroungarico), una chiara impronta liberale risorgimentale, da molto spazio all’agiografia garibaldina e a ritratti e biografie di patrioti italiani ma contiene soprattutto corrispondenze dall’Italia e da altri Paesi europei, e note e commenti sulla vita politica romena.
Tra il 1884 e il 1885, pubblica il giornale «Necesarul» (il Necessario), che raggiunge subito una tiratura di 5000 copie quando gli altri giornali romeni raggiungevano appena le 3000 copie, acquista una propria tipografia (che nel 1890 doterà della prima rotativa romena), e dall’agosto 1884 inizia la pubblicazione di un nuovo giornale «Universul» (L’Universo) che in breve tempo diviene il più letto e il più diffuso quotidiano romeno, con una tiratura di decine di migliaia di copie. Il primo numero usci il 20 agosto 1884, col motto mazziniano sul frontespizio: «Giustizia per tutti. Tutti per la giustizia». Il giornale sarà pubblicato fino al 1953 (con due anni di interruzione durante la Prima Guerra Mondiale), con la scritta sotto il titolo: «Fondato da Luigi Cazzavillan». Basato su una linea editoriale politicamente indipendente e un linguaggio accessibile a tutti, «Universul» introduce stabilmente delle novità nella stampa quotidiana romena: una sezione di fatti di cronaca, le corrispondenze dall’estero, molte informazioni e illustrazioni, e la pubblicità commerciale che permette l’abbassamento del prezzo.
All’impresa editoriale principale, Cazzavillan affianca in pochi anni una serie di settimanali e periodici illustrati, popolari, d’informazione, umoristici, e dal 1888 l’importante «Universul literar septemanal». Grazie alle sue donazioni, nel 1901 viene edificata la Scuola Regina Margherita che rimarrà a disposizione della comunità italiana di Bucarest fino alla sua definitiva chiusura da parte delle autorità comuniste nel 1948.
Con linguaggio asettico e in maniera un po’ riduttiva, nella sua breve relazione su Bucarest del 1912, l’ispettore Di Palma inserisce il nome di Luigi Cazzavillan, di fatto l’animatore e il fondatore delle tre iniziative sociali e culturali italiane più importanti nella Romania del tempo:
«Bucarest e la più grande [delle colonie fisse]. Si calcola che sia formata da oltre 200 famiglie, in gran parte impresari e loro impiegati e capomastri. Vi sono anche alcuni stabilimenti industriali (una fabbrica di materiali in cemento, un’officina per la lavorazione dei marmi, ecc.) posseduti e diretti da italiani. Vi e un’associazione di mutuo soccorso e beneficenza con circa 180 soci, un Comitato della Dante Alighieri ed una scuola, in un edificio costruito con fondi dati da un italiano, il comm. Cazzavillan, che fece fortuna con la fondazione di uno dei più importanti giornali in lingua rumena di Bucarest. La scuola è mantenuta con il reddito del capitale donato dal fondatore, con contribuzioni degli allievi, con sottoscrizioni pubbliche e con un piccolo sussidio del Governo Italiano. Annesso alla scuola è un corso (serale) di disegno diretto da un nostro connazionale che presta gratuitamente la propria opera. Il corso è frequentato da circa 20 giovanetti ed ha già dato modo a diversi figli di operai di ottenere buoni impieghi in uffici di architetti ed ingegneri. La scuola ed il corso sono aperti sia agli italiani sia ai rumeni. È augurabile che questi istituti possano avere sempre maggiore sviluppo perche rappresentano efficaci mezzi di penetrazione della cultura italiana nell’ambiente locale» («Boll. Emigrazione», 11, 1912, p. 1209).
I suoi meriti e la sua attività a favore della comunità italiana e dell’amicizia italo-romena erano invece già stati ampiamente riconosciuti a due anni dalla scomparsa:
«Nel 1905 la colonia italiana di Bucarest ha fissato sul muro della scuola Regina Margherita, da lui fondata, una piastra commemorativa. Gli oratori presenti definirono la personalità di Cazzavillan con le parole: “Sempre aperta all’amore della patria e dell’umanità”.
Ecco il testo integrale dell’iscrizione: “A Luigi Cazzavillan, che nell’amore vivissimo per il suo paese attinse sempre ispirazione a ben fare. Nel MCMI questa scuola edificava, per promuovere e assicurare l’educazione dei fanciulli italiani e la diffusione della favella di Dante in questa latina terra sorella.” Un rappresentante del Ministero Italiano della Pubblica Istruzione concludeva la cerimonia con queste parole: “Noi, Italiani, ci rallegriamo al pensiero che questo monumento onorerà, colla famiglia Cazzavillan, anche il nome italiano, e sarà un nuovo anello nella catena d’amore che lega due terre sorelle latine”».
Il Censimento del 1927, per quanto riguarda il Distretto consolare di Bucarest (comprendente Valacchia, Oltenia, Transilvania e Banato) indica la cifra complessiva di 8000 italiani residenti stabili, e in dettaglio: operai di varie categorie e specializzazioni (5000), commercianti (126), impiegati (270), imprenditori (139), ingegneri (64), industriali (34), professioni diverse (166). Tale documento non presenta dati specifici per la città di Bucarest, segnala soltanto la presenza della Scuola Regina Margherita (elementare, pubblica, mista, diurna con 230 alunni e 11 insegnanti), della Società di Mutuo Soccorso e Beneficienza (con 283 soci), della Camera Italiana di Commercio e Industria e della Società Corale «Giuseppe Verdi».
La «Dante Alighieri», che aveva cessato la sua attività con il conflitto mondiale, costituì un Comitato locale solo nel 1929 per iniziativa del direttore della Scuola Regina Margherita, Pasquale Antonelli, e nominò presidente del Consiglio direttivo l’avvocato Enrico Marchesano, direttore della Banca Commerciale. Nel 1933 venne inaugurato l’Istituto Italiano di Cultura con l’intento di contrastare il preponderante peso della cultura francese in Romania, e negli anni seguenti furono aperte sedi distaccate in tutte le principali città romene. Le relazioni culturali tra l’Italia e la Romania si svilupparono fino alla guerra, e la diffusione della lingua, della cultura e dei libri italiani ebbe un incremento impensabile nel decennio precedente, ma questa espansione culturale, strettamente intrecciata al progetto politico mussoliniano e naturalmente rivolta alla società romena, assorbiva tutti gli sforzi del regime.
L’unica istituzione e punto di riferimento per la maggioranza degli italiani di Bucarest era la Chiesa Nazionale Italiana del SS. Redentore, edificata nel centro della città nel 1916, su terreno donato dallo Stato romeno allo Stato italiano, da architetti, impresari e maestranze italiane. La chiesa, situata sul boulevard I.C. Brătianu, fu costruita con donazioni della famiglia reale italiana e del governo italiano e con una sottoscrizione tra gli italiani di Bucarest, su progetto degli architetti Mario Stoppa e Giuseppe Tiraboschi secondo il modello della chiesa «Santa Maria delle Grazie» di Milano, e con l’intervento della ditta degli ingegneri Gambara e Vignali.
Al sacerdote vicentino Antonio Mantica furono affidate fin dall’inizio l’assistenza spirituale ai fedeli italiani e l’istruzione religiosa agli allievi della scuola italiana e a quelli che frequentavano le scuole romene. Nel 1928, la Chiesa del SS. Redentore ottenne l’autorizzazione ecclesiastica per essere sede della Parrocchia degli italiani di Bucarest e delle località vicine (distretto Ilfov), la terza parrocchia italiana dopo quelle di Cataloi e di Greci (entrambe nel distretto di Tulcea), con circa 7.000/8.000 fedeli. Nel 1938, fu inviato a Bucarest un altro sacerdote, Ruggiero Andreatta della diocesi di Treviso, come vicario parrocchiale per appoggiare il parroco Mantica nella sua attività pastorale e di assistenza agli anziani, ai malati e agli indigenti delle famiglie italiane immigrate. Sin dal suo arrivo a Bucarest, Antonio Mantica fondo una Società Corale Italiana «Giuseppe Verdi» che svolse una intensa e costante attività non solo nella capitale, con la partecipazione di musicisti e solisti italiani e romeni.
Nel corso della guerra il numero delle famiglie e dei fedeli italiani della parrocchia si ridusse progressivamente; al 1 luglio 1946 erano registrate 1197 famiglie e 5164 fedeli.
Roberto Scagno
(n. 10, ottobre 2012, anno II)
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