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ORIZZONTI CINEMA, TEATRO E NUOVI MEDIA «L’accusa. Processo e morte dei coniugi Ceaușescu»: un’introduzione Pubblichiamo un estratto dall’Introduzione di L’accusa. Processo e morte dei coniugi Ceaușescu – 5 voci per un attore (prefazione di Valentina Temussi, saggio conclusivo di Ida Libera Valicenti, Edizioni Progetto Cultura, Roma 2020), del monologo teatrale di Armando Rotondi, drammaturgo e scrittore, docente all’Institute of the Arts di Barcellona, che, partendo dal video dei coniugi Ceaușescu alla sbarra del 25 dicembre 1989, riformula l’immagine del noto processo-farsa con in scena simbolicamente due sedie vuote in un dialogo di silenzi con l’accusa che è al contempo anche la difesa. Manlio Santanelli, «Regina Madre» e Olga Tudorache L’attrice Olga Tudorache (1919-2017), una delle grandi stelle del teatro e del cinema romeni, è ricordata con ammirazione per un ruolo che sembrava essere tagliato su misura per lei, quello della protagonista di Regina Madre, opera del 1984 del napoletano Manlio Santanelli, uno dei più insigni drammaturghi italiani del XX secolo, spesso allestita all’estero come molte sue altre pièce. In Regina Madre risalta l’«iconico» ruolo femminile in cui l’attrice romena ha dato magnifica prova della sua arte, come sottolineato con entusiasmo dalla critica romena. Di Armando Rotondi. Veronica Lazar, attrice tra Romania e Italia Armando Rotondi ricorda l’attrice di origine romena Veronica Lazar (1938-2014). Cresciuta artisticamente in Italia, paese in cui si era trasferita negli anni ’60, vi intraprese una lunga e ricca carriera. Malgrado sia poco nota al grande pubblico, l’attrice collaborò con mostri sacri del cinema italiano (Bernardo Bertolucci, Michelangelo Antonioni, Dario Argento). Alexandra e Leonardo, i figli avuti dal matrimonio con l’attore Adolfo Celi, le hanno reso un affettuoso omaggio in un documentario Le molte vite di Veronica Lazar presentato alla Festa del Cinema di Roma del 2020. La Romania al Trieste Film Festival Il 32° Trieste Film Festival (21-30 gennaio 2021), rassegna sulla cinematografia dell’Europa centro-orientale, ha visto una folta partecipazione romena, ricompensata col premio al miglior documentario Acasă, My Home (2020) di Radu Ciorniciuc. Le altre pellicole erano Tatăl nostru (Padre nostro, 2020) di Andrei Dăscălescu, Berliner (La campagna, 2020) di Marian Crișan, gli acclamati Radu Jude e Cristi Puiu con Tipografic majuscul (A lettere maiuscole) e Malmkrog (2020), e Bucureștiul văzut de sus (Bucarest vista dall’alto, 2020) di Andrei Răuțu. Di Armando Rotondi. Con Laura Russu sulla scenografia del film «Maria, Regina di Romania» «Non puoi mettere un letto Ikea in una camera da letto della regina Maria»: è questa la frase che potrebbe cogliere in pieno il senso del dialogo tra Ioana Eliad e Laura Russu che con Nora Dumitrescu forma il duo vincitore per la scenografia ai Premi UCIN 2020 che ha ricostruito in ogni minimo dettaglio gli ambienti storici del film «Maria, Regina di Romania», uscito con grande successo nel 2019 per la regia di Alexis Sweet Cahil, che videro protagonista la coppia regale composta da re Ferdinando I e, appunto, dalla regina Maria, la sovrana romena nipote della regina Vittoria. Attratto fin da piccolo da tutto ciò che aveva a che fare con le arti audiovisive, il teatro e la cinematografia, Florin Andreescu, crescendo e maturando, ha capito dove avrebbe piantato il seme da cui sarebbe spuntato l’albero alla cui ombra si sarebbe poi sviluppato il proprio talento artistico: la fotografia. Una passione prima che una professione che l’ha portato a fondare, nel 1999, la propria casa editrice, Ad Libri, interamente dedicata agli album fotografici, ai libri turistici e alle guide di viaggio, con splendidi DVD sulle bellezze della Romania. A cura di Ioana Eliad. Gala dei Premi UCIN e dei Premi UNITER 2020 A causa delle restrizioni imposte dal covid-19, i tradizionali gala dei Premi UCIN e UNITER sono stati procrastinati dalla primavera alle soglie dell’autunno, entrambi il 21 settembre, e trasmessi quasi in contemporanea, in diretta tv, rispettivamente da Bucarest (Teatro Nazionale - Sala Studio) e Craiova (Teatro Estivo del Parco «Nicolae Romanescu»). Anfitrioni dei due eventi sono stati) Laurenţiu Damian (Presidente UCIN) e Ion Caramitru (Presidente UNITER). Fra i numerosi premiati scelti dalle giurie citiamo Florin Piersic, Roxana Lupu, Toma Enache, Mihai Lungeanu, Cornel Mihalache. Scatti dagli «anni Baratta» alla Mostra del Cinema di Venezia Cinema Orizzonti presenta uno speciale Scatti dagli «anni Baratta» alla Mostra del Cinema di Venezia con le fotografie di Matteo Chinellato, invitato della nostra rubrica Fotografare Venezia. La 77a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera, si svolgerà al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2020 e noi l’abbiamo voluta segnalare in questo modo, ripercorrendo la storia della famosa kermesse che, tra le altre novità, è il primo festival con una sezione dedicata alla Realtà Virtuale. A cura di Ioana Eliad. Il Gala dei Premi Gopo giunto alla XIV edizione Dedichiamo una pagina speciale alla XIV edizione del Gala dei Premi Gopo, svoltasi a Bucarest il 29 giugno scorso. Il festival porta il nome di Ion Popescu Gopo, creatore del celebre «omino», vincitore della Palma d’Oro del Festival di Film di Cannes nel 1957. Ioana Eliad dialoga con due invitate facenti parte della squadra organizzativa della manifestazione, che nell’intervista ci trasmettono tutta la loro passione e professionalità spese al servizio del cinema romeno: Simona Rădoi, responsabile Comunicazione, e Anca Macoviciuc, responsabile Strategia Digitale. «Între chin şi amin», dalla poesia a un film memorabile di Toma Enache Ioana Eliad ci fa conoscere il poliedrico Toma Enache, regista di teatro e cinema, attore, poeta e giornalista, che con Între chin şi amin è giunto al suo secondo lungometraggio, dopo un documentario e il primo film girato interamente in aromeno, sua lingua materna. Produzione indipendente, la pellicola, per la sconvolgente tragicità dell’argomento trattato - il «Fenomeno Pitești», forma disumana di «rieducazione» che annientava la volontà e la psiche dei detenuti politici - ha ricevuto importanti premi a livello internazionale. Fare teatro in Romania. Intervista al drammaturgo italiano Cristian Izzo In occasione della Giornata mondiale del teatro celebrata il 27 marzo, Cristian Izzo, attore, regista, drammaturgo, pedagogo e studioso, in questa ampia intervista raccolta da Armando Rotondi, ci parla del suo percorso artistico e del suo legame speciale con la Romania instaurato in questi ultimi cinque anni attraverso i suoi spettacoli e la sua attività laboratoriale, in stretta collaborazione con l’Apollo International Theatre Festival di Alba Iulia diretto da Viorel Cioflică (Trupa «Teatrul Skepsis») e il Festival di Deva e il Grande Festival di Arti Medievali Sighișoara Medievală. Loránd János su Choreoscope, il festival di «dance film» di Barcellona Loránd János, nato a Miercurea Ciuc/Csíkszereda in Transilvania, è regista e direttore artistico romeno, fondatore, anima e direttore artistico del festival Choreoscope di Barcellona, città dove vive attualmente, che si è affermato nel corso dei suoi otto anni di esistenza come una delle principali kermesse di film di danza, «dance film» e «dancescreen» a livello internazionale. Con una solida preparazione alle spalle, Loránd János ci parla nel dialogo con Armando Rotondi dei suoi progetti artistici, contenitori innovativi e originali dove danza, musica e cinema si fondono insieme.
SPECIALE CENTENARIO FELLINI Il 2020 è l’anno del Centenario dalla nascita di Federico Fellini (1920-1993), e Orizzonti Culturali dedica a uno dei maestri indiscussi dell’arte cinematografica mondiale questo numero monografico. La ricca carrellata di testi che proponiamo parte, e come altrimenti, con il regista e docente Doru Nițescu, che da sempre ha una venerazione per il grande cineasta riminese cui ha dedicato la tesi di dottorato e vari studi e articoli, tra cui i volumi Interviste su Fellini e Il cinema-menzogna, pubblicati in Romania nel 2009. A cura di Smaranda Bratu Elian.
Inchiesta Fellini tra i cineasti romeni di diverse generazioni 10 cineasti (sui 24 contattati) rispondono alle domande di Smaranda Bratu Elian sulla figura di Fellini e sulla sua arte. Sono nomi noti e importanti (Nae Caranfil, Napoleon Toader Helmis, Mihai Mălaimare, Nicolae Mărgineanu, Cătălin Mitulescu, Emanuel Pârvu, Corneliu Porumboiu, Iulia Rugină, Marius Șopterean) di diverse generazioni e ciò si riflette in maniera sintomatica nelle loro risposte. Ne esce quindi un quadro su Fellini variegato per le distinte opinioni e suggestioni di cui questi professionisti e artisti dell’attuale cinematografia romena ci rendono partecipi.
Anche chi non è stato cineasta come professionista ma è vissuto «in simbiosi» con l’universo del cinema ha qualcosa da raccontare su Fellini. È il caso di Irina Margareta Nistor, laurea in lingue e in seguito critica cinematografica e membro di giuria per festival in patria e nel mondo. È stata la «voce» della Cineteca di Bucarest (e della tv) per la quale, durante gli anni ’80, ha tradotto, in clandestinità, migliaia di film. I suoi ricordi rievocano un periodo in cui il cinema era oasi e strumento di libertà e i film di Fellini un mondo da sogno. A cura di Smaranda Bratu Elian. Celebrazioni del centenario Fellini in Italia Fellini 100, un nome e una cifra che insieme danno il via, in questo 2020, al centenario dalla nascita di uno dei geni della cinematografia italiana e mondiale. Preparati da tempo e con la dovuta varietà di proposte, che vedono coinvolti numerosi enti e istituzioni, gli eventi in programma per il grande Fellini e la sua arte non si limitano solo all’ambito cinematografico, ma toccano altri settori culturali per fornire al pubblico un ampio ventaglio: film, libri, fotografia, teatro, danza e lirica, e altro ancora come il cineturismo o «Il treno di Federico». A cura di Cristina Gogianu.
Il 14 dicembre 2019 è stata inaugurata a Rimini, la città felliniana per antonomasia, la mostra-omaggio dedicata al celebre cineasta nell’ambito delle celebrazioni del centenario dalla nascita. Da rassegna itinerante, da Palazzo Venezia a Roma viaggerà poi a Berlino, Mosca e Los Angeles, passerà a essere una mostra stabile, futura base del progettato Museo Internazionale Federico Fellini, la cui inaugurazione è prevista a novembre del 2020. La mostra copre quattordici sale ed è miniera preziosa e inesauribile per scoprire l’universo cinematografico di Fellini. Di Cristina Gogianu. Federico Fellini e Giulietta Masina, sposi per la pelle Ioana Eliad ha raccolto alcuni articoli dall’enorme messe di notizie su Fellini consultabili in rete e ne ha composto un ricco puzzle caleidoscopico sulla coppia artistica che ha fatto la storia del cinema italiano e mondiale: Fellini e Giulietta (Masina). Ne esce un ispirato quadro di sintesi che offre suggestioni e immagini, fatti e lati meno noti, qualche spunto polemico ma soprattutto una storia straordinaria di due personalità che si sono date l’uno all’altra in una corrispondenza di sentimenti, complicità e contrasti temperamentali: una coppia davvero indimenticabile.
Ripubblichiamo lo studio in cui lo scrittore e drammaturgo Hanibal Stănciulescu, scomparso nel 2018, analizza La strada (1954), uno dei primi film del maestro da cui è partita la sua fama come straordinario regista cinematografico (Oscar nel 1957 per il miglior film in lingua straniera). Viene posto in rilievo come Fellini, superando il neorealismo e facendo tesoro dell’insegnamento dei grandi maestri prima di lui (Charlie Chaplin), abbia saputo inventare un linguaggio originale e innovativo, ossia le basi di una nuova poetica cinematografica che hanno dato un volto nuovo al cinema. Per il Centenario Fellini, un dialogo con il regista romeno Doru Niţescu Nel 2020 ricorre il centenario dalla nascita di Federico Fellini, il 20 gennaio del 1920. La nostra rivista lo celebra con un’intervista a Doru Niţescu, affermato regista romeno che nutre un vero culto per Fellini, cui ha dedicato due libri. «Fellini ha parecchi discepoli ma non ha continuatori, perché tutta la sua creazione sta sotto il segno di un autobiografismo sofisticato. I suoi film oscillano continuamente fra ricordo e presente, fra fantasia e realtà. La visione felliniana del mondo non può esistere in assenza del suo autore. Di qui la sua unicità». Intervista realizzata da Smaranda Bratu Elian.
L’Università delle Arti di Târgu Mureș, capitale del teatro indipendente Dal 9 al 18 dicembre 2019 l’Università delle Arti di Târgu Mureș è stata la sede del terzo laboratorio di «Make a Move», progetto co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’UE e che ha visto come partner internazionali KRILA (Croazia), il Festival di Galway (Irlanda) e lo IAB – Istituto delle Arti di Barcellona (Spagna), con una forte presenza italiana tra i docenti partecipanti. Gestito e coordinato sotto la direzione artistica di Ivana Peranić, tale progetto ha lo scopo di creare nuovi incubatori di artisti indipendenti europei in un clima di apertura e confronto interculturale. Il cinema romeno, protagonista a Roma Giunto alla sua IX edizione, il «Romania Film Fest - Sulla cresta dell’onda», tenutosi a Roma il 6-9 giugno 2019, inaugurato nella sede dell’Accademia di Romania in Roma e proseguito poi negli spazi della «Casa del cinema» immersi nel verde di Villa Borghese, ha offerto al numerosissimo pubblico accorso per l’occasione un panorama gustoso, ricco e variegato delle produzioni più recenti della cinematografia romena con ospiti attori e registi fra i più illustri, impegnati poi in un vivace dialogo col pubblico al termine delle rispettive proiezioni. Presentazione di Smaranda Bratu Elian. Corrosivo e controcorrente: Lucian Pintilie, un regista da scoprire L'intera filmografia di Lucian Pintilie, regista tra i migliori e paradossalmente tra i più misconosciuti d'Europa, autore di un cinema originale e corrosivo, feroce ma carico di speranza, è caratterizzata da un connubio. E se la dicotomia è il pattern che meglio identifica la produzione cinematografica del Noul Val Românesc, e dichiarati debitori dell'opera di Pintilie sono le firme di tale corrente, una tra le contrapposizioni presenti in Pintilie, benché non l'unica, è quella tra il vero e il presunto. Di Francesco Saverio Marzaduri. Ion Mihăileanu e i suoi «Ritratti di attori» L’opera principale di Ion Mihăileanu è Ritratti di attori (Portrete de actori, 2011), frutto di un’appassionata immersione nell’universo dei più grandi attori romeni degli anni Settanta: il palcoscenico è stato «il sogno», se non «la fissazione» di tutta la famiglia dell’autore, di padre in figlio. Queste miniature cesellate con amore, come quelle che alcuni portano nel cuore incastonate in un medaglione, hanno come vocazione quella di restituirci tanto l’artista quanto «l’uomo, il cittadino», in ciascuno degli interpreti d’eccezione che per lungo tempo hanno fatto vibrare il ritrattista. Di Anca-Domnica Ilea. La resistenza cominicia «Duminică la ora 6»: il cinema di Lucian Pintilie Duminică la ora 6 è un prodotto di transizione, che se da un lato si mostra figlio (delle mode) del tempo, e non può essere collocabile in altro periodo se non quello del suo concepimento, dall'altro è un titolo indispensabile all'interpretazione di Pintilie della realtà, nel proprio sguardo d'insieme, e della successiva filmografia, non solo del regista ma della Romania tout court. Basterebbe la predilezione mostrata a figure di giovani, sin da allora una costante del cinema romeno, che le leve del Noul Val riprenderanno con insistenza al momento opportuno. Di Francesco Saverio Marzaduri. «Grigio era il colore dell'epoca». Intervista al regista Andrei Gruzsniczk Andrei Gruzsniczki, ospite delle giornate napoletane del Romania Film Festival all’Università «L’Orientale», è sicuramente una delle voci più interessanti della nuova cinematografia romena, negli ultimi anni in costante ascesa e sviluppo. I due film di cui Gruzsniczki è autore hanno inaugurato la rassegna. Quod Erat Demostrandum (2013) è ambientato nel 1984, in pieno periodo comunista, quando il regime controlla i suoi cittadini in modo ferreo. Con Cealaltă Irina (L’altra Irina, 2009), debutto nel lungometraggio da parte di Gruzsniczki, il regista sposta la sua attenzione sui primi anni ’90. Letteria Giuffrè Pagano: «teatROmania», un festival sull'identità Si è recentemente conclusa la quinta edizione del Festival «teatROmania_emersioni sceniche» di Roma, di cui la nostra rivista è media partner. Un articolato bilancio della manifestazione viene dall'intervista di Mauro Barindi a Letteria Giuffrè Pagano, direttore artistico: «Il nesso che ha legato le rappresentazioni quest’anno è quello della identità. La risposta del pubblico a questo appuntamento ormai annuale per i romani ma anche per la comunità romena, con interessanti discussioni a fine serata, ci fa pensare che non abbiamo deluso le aspettative nemmeno questa volta». Cinema romeno contemporaneo: grandi film per pochi spettatori Con il Leone d’Oro assegnato a Cannes a Cristian Mungiu e l’Orso d’Oro ricevuto a Berlino da Calin Peter Netzer, la cinematografia romena recente ha ottenuto riconoscimenti che ne segnalano grande vitalità. D’altra parte, l'indubbia qualità del prodotto risulta in Romania spesso inversamente proporzionale alla tematica trattata, non ripagata da risultati di cassetta. Francesco Saverio Marzaduri propone un'ampia e interessante panoramica del cinema romeno contemporaneo, segnalando quanto contino in patria i prestigiosi riconoscimenti da esso ricevuti all’estero. Echi d'Italia al teatro romeno: Mihai Mălaimare, attore e regista Ospite questo mese de «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian» è Mihai Mălaimare, personalità di spicco del teatro romeno, attore e regista con un attivo costituito dalla messa in scena di oltre venti spettacoli e l’interpretazione di innumerevoli personaggi cinematografici e teatrali. Nel 1990 dà vita al Teatro Masca, caratterizzato da una visione particolare, derivata in gran parte dalla tradizione teatrale italiana. Nell’ampia intervista, Mălaimare traccia una panoramica del suo lavoro teatrale e interessanti riflessioni, tra l’altro, su commedia dell’arte, teatro di gesto e teatro di parola. Il cortometraggio romeno al Sedicicorto Film Festival di Forlì Nell’ambito del Sedicicorto International Film Festival di Forlì, in programma dal 3 all'11 ottobre, si terrà un focus sul cortometraggio romeno. L'evento avrà luogo sabato 4 ottobre, con inizio alle ore 10.00, presso il Multisala Astoria (Viale dell'Appennino 313, Forlì). Lo short è il formato cinematografico che ha permesso a registi ancora poco noti in patria, ma quotati all'estero in festival e rassegne, di esprimere sentimenti e contraddizioni di un Paese che una censura di Stato a lungo ha messo a tacere. Per l'occasione, verrà presentato un ciclo di nove cortometraggi romeni. «Il caso Kerenes», la Romania dei nostri giorni protagonista a Berlino Vincitore 2013 dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino, Il caso Kerenes (Poziţia copilului, secondo il titolo originale), diretto da Călin Peter Netzer e ispirato a una storia personale, esplora un complicato rapporto madre-figlio, mentre prospetta un'impietosa indagine della corruzione della società romena e di una nuova borghesia senza scrupoli, che pesa anche il dolore in denaro. Il film, finestra illuminante e al tempo stesso inquietante su una certa Romania dei nostri giorni, ha ricevuto un ampio e unanime consenso. Francesco Saverio Marzaduri ne propone un’approfondita e articolata analisi. Una breve storia del cinema romeno Il successo dell’invenzione dei Fratelli Lumière giunse con rapidità anche nella lontana Bucarest. La «Piccola» Parigi di fine Ottocento respira Francia a pieni polmoni e il 27 maggio 1896, a soli cinque mesi dalla prima proiezione francese, anche il cinema mette piede in in Romania. Dettaglio curioso: a Roma e Milano le prime pellicole arrivarono nel mese di marzo. Queste e altre notizie aprono il delizioso libro di Marian Ţuţui, O scurtă istorie a filmului românesc (Una Breve storia del cinema romeno), con traduzione a fronte in inglese. Presentazione di Achille Tramarin.
Della drammaturgia di Matei Vişniec, noto per la sua attività in Francia, è uscito nel 2012 'La storia del comunismo raccontata ai malati di mente' e altri testi teatrali (Editoria&Spettacolo Edizioni, saggio introduttivo e cura di Emilia David). Una introduzione al teatro modulare di Vişniec ci viene proposta da Emilia David, che segnala in tale opera microtesti riuniti in sequenza successiva come ‘moduli teatrali da comporre’, instaurando un’estetica della ricerca e della creazione destinata alla variabile riconfigurazione dei «tasselli» e ad un processo creativo con esiti sempre differenti. Il teatro di Maria Stefanache e la «Memoria passata del personaggio» Maria Stefanache è una regista romena che vive e lavora da venti anni a Milano, dove ha fondato il Centro di Produzioni Teatrali. «Il mio lavoro di regista – dichiara – è stato sempre focalizzato sull’attore: ho sempre pensato a come poter aiutare e rinforzare l’attore nel lungo processo di studio, lavoro e ricerca necessario alla costruzione del personaggio che gli è stato assegnato». Queste riflessioni hanno preso corpo in due libri: Memoria passata del personaggio. Un metodo innovativo per Teatro, Aziende e Università e La parola alla regia (Editore Uroboros 2011). «Zabriskie Point»: lo sguardo di Antonioni sull'America (e su di noi) Filippo Salvatore reinterpreta, circa quarant'anni dopo la sua uscita, il film Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni. Il regista riesce a captare gli aspetti appariscenti e grotteschi della società dei consumi, insistendo molto sulla banalità e sulla bruttezza. Antonioni, nato e cresciuto a Ferrara, in una realtà urbana caratterizzata dalla raffinatezza estetica, è stato un acuto interprete delle forze esterne che impediscono ai contemporanei di gioire di un equilibrio paragonabile all'aurea mediocritas, ideale proposto dall'altro grande ferrarese della corte estense: Ludovico Ariosto. «Oltre le colline»: Cristian Mungiu e l’altra faccia dell’amore Il film del regista romeno Cristian Mungiu, Oltre le colline (După dealuri), ha ricevuto il Premio per la sceneggiatura alla 65.a edizione del Festival Internazionale del Film di Cannes, nonché il Premio per la miglior attrice (ex aequo Cosmina Stratan e Cristina Flutur, le due attrici principali). Francesco Saverio Marzaduri propone un'analisi approfondita del film, nel quale per la prima volta lo sguardo di un cineasta romeno entra nella clausura d’un monastero femminile, ne ostenta regole e figure, facendo affiorare contraddizioni e limiti, ma senza mai cadere nel colpo di scena. Petre Solomon e Paul Celan: l’amicizia tra due poeti diventa un film Il film di Alexandru Solomon, Duo pentru Paoloncel şi Petronom, ripresentato a Bucarest al Festival del film documentario DocuArt Fest 2012, è una efficace memoria dell’amicizia tra suo padre Petre Solomon e Paul Celan, entrambi nella capitale romena tra il 1946 e il 1947. La pellicola ripercorre la storia dell’amicizia di due autentici poeti, mai esauritasi nell’intersoggettività immaginaria, perché la sostanza di questo rapporto ha assunto le sembianze di un contrappunto musicale, che ha consentito alla poesia di non rinchiudersi mai in se stessa. Una lettura di Giovanni Rotiroti. Il nuovo cinema romeno tra parodia del passato e critica dell'attualità Non è stata solo la Palma d’oro, assegnata a Cristian Mungiu a Cannes nel 2007, a richiamare l’attenzione sulla produzione cinematografica romena: impossibile dimenticare nomi come Wim Wenders, Martin Scorsese o Francis Ford Coppola quali produttori esecutivi di film girati in Romania. Il volume Noul Val (Ed. Archetipolibri 2012) è il primo articolato studio sulla nuova cinematografia romena, un percorso coincidente, come sottolinea l'autore Francesco Saverio Marzaduri, «con l’analisi di un Paese di cui, fino ad ora, davvero poco ci è stato dato di conoscere». Il cinema romeno durante la dittatura comunista Durante la dittatura comunista, anche in Romania, come in tutti i paesi dell'Est Europa, il cinema diventa uno strumento di propaganda dell’ideologia comunista. Specialmente negli anni Ottanta, il culto della personalità si diffonde fino al parossismo, secondo un progetto «scientifico» che trova nel cinema il veicolo ideale. In ogni caso, come evidenzia Achille Tramarin nel suo contributo, in questo clima di costrizione si sono espressi registi che hanno saputo affrontare con coraggio la dittatura, utilizzando un linguaggio allusivo o simbolico, col quale si sono fatti conoscere. La Romania al cinema. Viaggio nella recente produzione italiana Se guardiamo al modo in cui la cinematografia italiana dei nostri giorni riflette la Romania e in particolar modo l'immigrazione romena in Italia, bisogna riconoscere che l’immagine che ne esce è molto positiva, senza essere buonista. Achille Tramarin evidenzia che «al contrario dell’opinione pubblica più diffusa, pilotata da campagne mediatiche e politiche che intervengono senza ponderare pensieri e parole, il cinema ha trattato il fenomeno con delicatezza e comprensione». |
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