In dialogo con Laura Russu sulla scenografia del film «Maria, Regina di Romania» Nell'autunno del 2019, la rivista «All About Romanian Cinema» ha riportato il successo del film di ambientazione storica Maria, Regina di Romania. Proiettato in anteprima al Festival «Les Films des Cannes», il voto del pubblico ne ha decretato la vittoria nella sezione Le Anteprime dell'Autunno.
«Vengo io da te», mi ha risposto Laura Russu, in una soleggiata giornata di dicembre, accettando il mio invito a parlare della sua esperienza nella realizzazione di un film di tale rilevanza come questo. Messaggio che mi ha fatto sorridere, visto che Laura è nata e ha trascorso una parte della sua infanzia a Chișinău, capitale dell'odierna Repubblica di Moldavia, e si è trasferita in Romania nel 1990. Uno dei possibili luoghi per incontrarci era il Parco Cișmigiu, dove è stata ricostruita una sequenza che, nel film, si svolge a Parigi. Ci accordiamo per incontrarci davanti all'Ateneu, nei cui paraggi si può parcheggiare facilmente, per poi andare in un bar vicino con terrazza riscaldata, dato che la pandemia rende ancora impossibile accomodarsi all'interno. Abbiamo optato per Chocolat. Non era una scena ricostruita nel film, ma uno dei tanti appetitosi dolci elencati nel menu preparati secondo ricette francesi. «Essendo un film storico, non puoi creare, ma ricreare. Documentarsi è molto importante. Non puoi mettere un letto Ikea in una camera da letto della regina Maria», dice Laura Russu. La seconda regina della Romania moderna, nipote della regina Vittoria del Regno Unito, non dormiva nella stessa camera da letto col marito, re Ferdinando I di Romania, quindi è stato necessario ricostruire l'atmosfera di uno spazio intimo che era principalmente quello della stessa regina Maria. Non a caso le due squadre che hanno lavorato in tandem, quelle per la scenografia e quella per i costumi, erano tutte al femminile. Chi ha impartito a Laura i primi insegnamenti sono stati i suoi stessi genitori, laureati alla Facoltà di Teatro di Mosca, in un’epoca in cui ogni Stato dell'ex Unione Sovietica poteva inviare i suoi studenti alla prestigiosa scuola solamente una volta ogni 15 anni. Insieme, il padre e la madre di Laura hanno quindi aperto il Teatro di Etnografia e Folklore Ion Creangă a Chișinău, e lei ancora bambina li accompagnava nei loro viaggi di ricerca. Mi mostra vecchie fotografie del Teatro di Chișinău e altre più recenti con il Coro della Chiesa del Santo Profeta Elia Titan di Bucarest. Laura, che «solfeggia in russo», e sua madre, la regista e attrice Otilia Dediu, fanno parte di questo coro e cantano in chiesa durante ogni liturgia domenicale. Come è arrivata dalla laurea nel 2002 presso UNARTE, sezione Scenografia, guidata dall'architetto Ștefan Antonescu, passando come scenografa di alcuni lungometraggi e di spot pubblicitari per prestigiosi marchi, al set di Maria, la Regina della Romania? «È stata Nora Dumitrescu a convincermi». Si consultavano a vicenda sia per gli interni, che per gli esterni. «Andava lei in alcuni set, in altri ci andavo io, quindi almeno una di noi era presente a ogni ripresa. Insieme ad Alexis abbiamo deciso di utilizzare il chroma key, quindi alcuni set sono stati completati in post-produzione. Le emozioni più grandi le ho avute all’interno del Quai d'Orsay. Qui abbiamo parzialmente ricostruito la scenografia, il pavimento, i mobili, gli oggetti di scena, e tutto quello che gli attori non toccavano era in chroma key, che aveva esattamente la stessa dimensione dello spazio reale e fenditure molto alte al posto di finestre vere, per fare in modo che la luce del set si sovrapponesse perfettamente a quella reale. Le immagini su chroma key erano già state girate nel luogo reale e dovevano essere aggiunte successivamente in post-produzione. È stato un bellissimo lavoro di squadra che ha avuto un ottimo risultato! Come tale è, in effetti, l'intero film».
Le fotografie provengono dall'archivio personale Laura Russu. Altre foto sulla pagina facebook ufficiale del film. A cura di Ioana Eliad |