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INCHIESTA SCRITTORI ITALOFONI MIGRANTI

Ingrid Beatrice Coman-Prodan: «L’italiano ti danza sotto la penna»

Pubblichiamo un’inchiesta esclusiva sulla scrittura migrante romena in Italia, a cura di Afrodita Carmen Cionchin. In apertura, Ingrid Beatrice Coman-Prodan (n. 1971), nota scrittrice che usa l’italiano, l’inglese e il romeno, in Italia dal 1995 al 2019, quando è tornata in Romania. Ha adottato l’italiano per la scrittura, seguendo laboratori di narrativa e di sceneggiatura cinematografica. Ha al suo attivo romanzi, novelle e traduzioni, in cui usa sia l’italiano sia il romeno. «Scrittrice. Penso che basti così», afferma risoluta rispondendo a come si definirebbe.



Irina Ţurcanu: «Mi affascina la questione dell’identica e delle radici»

Irina Țurcanu (n. 1984), scrittrice e traduttrice, laureata in Filosofia, vive in Italia dal 2002. Ha lavorato nel giornalismo e come editor per varie case editrici. È autrice di cinque romanzi, di due antologie e di un volume su Emil Cioran. Sulla differenza tra scrittore migrante e stanziale dice: «Lo scrittore migrante ha sperimentato una forma di ‘suicidio’ e di rinascita, che gli permette di appartenere a due culture. Da un lato, ciò lo arricchisce perché è veicolo di due visioni sul mondo. Dall’altro, lo impoverisce poiché fare spazio a un altro implica rinunciare a qualcosa».



Alina M. Ţurlea: «Per me la lingua italiana è diventata come una casa»

Alina Monica Țurlea (n. 1979) è poetessa, traduttrice, pubblicista e consulente editoriale. Risiede in Italia dal 2000 dove si è laureata in Filosofia e in Letteratura, Linguistica e Traduzione alla Sapienza. Accanto a una ricca attività letteraria, presta servizio come consulente tecnica al Tribunale di Roma. «Mi definisco una scrittrice italofona», afferma, «scrivo in italiano da diversi anni e ho cominciato a scrivere in italiano delle poesie. Comunque, l’italiano è la lingua della quotidianità, dei miei pensieri, sogni e, inevitabilmente, è anche la lingua della mia scrittura».



Lucia Ileana Pop: «Scrivo di più in romeno perché mi sento più libera»

Lucia Ileana Pop (n. 1977) vive ad Ardea (RM) dal 2006. Laureatasi in Lettere ed Etnologia in Romania, in Italia si è specializzata in Scienze dell’Educazione e in Didattica dell’italiano. All’insegnamento affianca anche il suo amore per la poesia essendo autrice di volumi di versi in italiano e romeno usciti in Italia e in Romania. Sul rapporto con l’italiano afferma: «Ho cominciato a scrivere in italiano quando ho sentito più mia la lingua, a pensare anche in questa lingua di adozione, in altre parole ho cominciato a usarla nello scritto quando mi sono sentita più capace di farlo».




Lidia Popa: «Per me il romeno e l’italiano sono due madrilingue»

Lidia Popa (n. 1964) è poetessa, saggista, narratrice. Vive e lavora a Roma dal 1999. Anima poetica fin da bambina, ha pubblicato sei volumi di versi e sue poesie sono presenti, in italiano o tradotte in numerose lingue, in antologie e riviste letterarie di molti paesi, ottenendo parecchi premi e riconoscimenti. Attiva in molte società e unioni letterarie italiane ed estere, ha fiducia nella scrittura in quanto che può «diventare uno strumento per la cultura di un popolo evoluto e per il risveglio delle coscienze» affinché l’umanità possa vivere in pace e senza patimenti.



Lăcrămioara M. Niță: «Scrivere è come una medicina per le anime ferite»

Lăcrămioara Maricica Niță (n. 1974) è poetessa e vive in Italia dal 2006. È educatrice per bambini diversamente abili e volontaria presso la Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio. Ha pubblicato tre raccolte di poesie ed è presente in diverse antologie poetiche, finalista in vari concorsi letterari in Italia con altri testi inediti. Di sé dice tout court: «Sono una scrittrice e basta!» evitando l’etichetta di autrice migrante anche se i suoi «primi scritti appartengono a una donna migrante con il cuore pieno di dor», evoluti poi «in una poesia sociale, seria, matura».



Alexandra Firiţă: «Scrivere in italiano è una parte di me»

Alexandra Firiță (n. 1956) vive e lavora nell’Oltrepò Pavese dal 2009. Laureata in Romania in Scienze infermieristiche e Psicologia, la passione per la poesia non l’ha mai abbandonata, e debutta nel 1974 in un’antologia poetica da cui poi negli anni sono seguite sette raccolte di versi in romeno e una in italiano, continuando a essere presente in varie antologie italiane e romene. La sua opinione è «che uno scrittore/un poeta è universale, appartiene al mondo, la sua patria è quella della parola con cui si descrive e descrive il mondo» ma senza tradire la propria cultura di origine.



Cristina Stanescu: «Con le radici, un legame fisico, sensoriale, magico»

Cristina Stanescu (n. 1970) è giornalista e scrittrice, nata a Milano, da una famiglia romena trasferitasi in Italia negli anni ’60. Laureatasi in Filosofia alla Cattolica, si è specializzata in comunicazioni sociali, e dal 1995 lavora a Mediaset. Alla letteratura ‘migrante’ reputa che non venga dato il giusto spazio perché in Italia la fascia magari interessata è piccola e molto acculturata. Sarebbe utile darle spazio, offrendo così ai lettori la possibilità di conoscerla e apprezzarla. L’ultimo suo romanzo, La linea della vita (Sem, 2022), è un affresco della Romania interbellica.


Viorel Boldiş: «Ho radici romene e fare poesia in italiano è un innesto»

Viorel Boldiş (n. 1966), giornalista, scrittore, poeta (è stato definito il ‘Poeta della Diaspora’ romena), arriva in Italia nel 1995 dove, dopo aver lavorato a Brescia come mediatore culturale, si è man mano imposto come traduttore e prolifico autore di prosa e versi venendo insignito di numerosi premi. «Dalla migrazione all’amore, dal tempo ai temi sociali, dalla solitudine alla spiritualità»: questi sono temi ricorrenti, afferma, nei suoi scritti. Su cosa sia più complesso, scrivere o tradurre, per lui due cose diverse e complementari, ritiene che «bisogna saper scrivere per tradurre».



SPAZIO PONTIGGIA

Etica della scrittura e scrittura come intendimento etico

Nel nostro apposito Spazio, Il critico Amedeo Anelli si sofferma «sull’attenzione di Pontiggia, ribadita fin dalla tesi di laurea (La tecnica narrativa di Italo Svevo), rivolta da sempre alle tecniche di scrittura e a ogni aspetto, anche teorico-pratico-immaginativo, dell’oggetto libro». Fu una sua preoccupazione costante come dimostrano i suoi corsi di scrittura creativa e le 25 Conversazioni sullo scrivere che lo scrittore tenne per RAI-Radio 2 nel 1994, al centro della sua opera e della sua visione della scrittura intesa secondo principi ‘etici’ di economicità e precisione dello stile.



Da «Una goccia nell’oceano divino» a «Facciamo Paradiso»

Lo scrittore e drammaturgo Domenico Trischitta si sofferma sul racconto Una goccia nell’oceano divino contenuto in Vite di uomini non illustri (Mondadori, 1993) di G. Pontiggia, «uno dei libri fondamentali dello scrittore lombardo, un insieme di ‘vite’ narrate con ironia e pietas» da cui il regista Mario Monicelli ha tratto liberamente, con la sceneggiatura sua, di Suso Cecchi D’Amico, Piero De Bernardi e Leonardo Benvenuti, il film Facciamo paradiso del 1995, una storia che per il cineasta romano purtroppo «è stata solo un pretesto, una scintilla che non si accende e non si illumina».



Antologia Giuseppe Pontiggia: da «Vite di uomini non illustri»

Per l'Antologia Pontiggia, pubblichiamo per gentile concessione degli Eredi e dell'Editore Mondadori il racconto Molteni Franca, tratto dal volume Vite di uomini non illustri (1993), nella cui prefazione l’autore scrive: «Personaggi ed eventi sono immaginari. E immaginarie sono a volte anche la topografia e la geografia. Mi sono comportato come quei pittori che, cercando di evocare un colore, una atmosfera, modificano o inventano aspetti del paesaggio, anche storico. La suggestione di un nome, i significati di un dettaglio hanno talora prevalso sulle corrispondenze letterali».




GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

Vittorio Sereni: L’oltre della poesia, Pedro Salinas e Paul Celan

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, proponiamo un saggio del poeta Vittorio Sereni su due grandi della lirica del ‘900, lo spagnolo Pedro Salinas (1891-1951) e Paul Celan (1920-1970), nato a Cernovitz (Cernăuți) da genitori ebrei di lingua tedesca. I due poeti «del tutto diversi per aree culturali e linguistiche, hanno in comune solo l’oltranza delle rispettive esperienze, l’eccezionalità che per vie diverse propongono al lettore». Nelle poesie veniamo invitati a cogliere l’afflato di versi che ci fanno sprofondare, l’uno, nella tensione amorosa, e l’altro, negli orrori della guerra.




FEMMINILE PLURALE

In dialogo con l’autrice teatrale Benedetta Carrara

Benedetta Carrara è autrice teatrale che ha esordito con la pièce Una cosa bella (Divergenze), portato in scena nel 2020 dal collettivo Matrice Teatro, sull’idillio incompiuto tra il poeta J. Keats e la sua musa, Fanny Brawne. Ha fatto seguito lo spettacolo Rosmunda, di cui è anche la regista, una rilettura della storia della regina dei Longobardi, uno dei temi al centro del dialogo a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone, andato in scena a dicembre 2022 al Teatro Spaziale di Arquino (SO), in cui questa figura di donna è resa universale dalla sua tragica storia. In Femminile plurale.




INCONTRI LETTERARI

Alessio Arena: «Il mio lavoro, un servizio al patrimonio culturale»

Afrodita Cionchin e Giusy Capone dialogano con Alessio Arena (n. 1996), autore teatrale, scrittore e studioso di spettacolo laureatosi in Lettere a Palermo e in seguito anche in Scienze storiche a Roma. Dal 2021 svolge un’intensa attività come docente di discipline dello spettacolo tanto all’estero come in Italia. Ricche e varie sono le sue pubblicazioni, dalla poesia al teatro, distribuite in una decina di libri alcuni già tradotti in inglese, spagnolo e arabo. Per la sua attività finora gli sono stati conferiti prestigiosi premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. In Incontri critici.



Luca Tomao e il suo debutto letterario

Mariateresa Savastano dialoga con Luca Tomao (n. 1982), danzatore, professione che negli anni lo ha portato in giro per il mondo durante i quali si è diviso tra palcoscenico, coreografia, insegnamento e regia, lavorando spesso a contatto con i bambini. L’anno scorso ha debuttato come scrittore con il romanzo Battiloro, il Fabbro di Gioie (Ali Ribelli Edizioni, Gaeta), romanzo fantasy e ‘femminista’, nato da uno strano sogno in cui l’autore ha rivisto la nonna come la ricordava da piccolo. Protagonista è Elio, un ragazzino anonimo le cui avventure lo renderanno però unico.




CENTENARIO CALVINO

Alla scoperta di un inedito Italo Calvino

Irina Niculescu presenta la mostra su Italo Calvino, «Calvino in Kasa», partita a gennaio e aperta fino ad aprile presso la Kasa dei Libri a Milano, spazio fondato nel 2012 da Andrea Kerbaker, nell’ambito del centenario della nascita dello scrittore che ne celebra anche la vita e il ruolo nell’editoria italiana. Sono oltre 300 fra libri, riviste e scritti inediti i materiali esposti, organizzati in tre sezioni: i libri degli altri, libri e testi redatti dai genitori e ciò che lo scrittore ha creato come autore di canzoni e libretti d’opera e anche come voce narrante di documentari.




SAGGISTICA ORIZZONTI

Alla ricerca del nuovo Proust: uno scherzetto letterario

Tra il serio e il faceto Armando Santarelli offre alle case editrici una soluzione per trovare il ‘nuovo Proust’ tra le migliaia di manoscritti contenenti «le fatiche letterarie di scrittori e scrittorucoli» inviate loro via mail da una pletora di aspiranti romanziere/romanzieri desiderosi di imporsi ed entrare nella storia della cultura nazionale e perché no mondiale in qualità di nuovi geni letterari: richiedere di corredare le proposte editoriali con una propria foto a corpo intero. Il perché di tale strano requisito lo si può scoprire leggendo l’articolo condito da sottile ironia.




ORIZZONTI FILOSOFICI

Ioan Petru Culianu intervista Hans Jonas (III)

Nel 1985 Ioan Petru Culianu dava alle stampe Gnosticismo e pensiero contemporaneo: Hans Jonas, con in appendice due interviste in inglese (del 1975 e del 1980) al filosofo tedesco. Pubblichiamo qui, nella traduzione a cura di Igor Tavilla, la seconda intervista del 1980, in cui Jonas riconosce nel “dualismo” l’elemento comune ai diversi argomenti affrontati nell’intero arco della sua opera, che spazia dallo gnosticismo alla filosofia della biologia, fino all’utopia tecnologica, vista come a una forma di nichilismo che rischia di compromettere l’integrità dell’essere umano.




ORIZZONTI D'ARTE

Procida, anno da Capitale della Cultura con grandi numeri

Maurizio Vitiello traccia il ricco consuntivo dell’impatto che ha avuto come Capitale Italiana della Cultura 2022 l’isola di Procida: 300 giorni di eventi, 350 artisti da 45 Paesi, 3,4 miliardi di contatti a livello mediatico, 600 mila presenze, enorme impatto economico e comunicativo. Di tutto ciò si sono ripercorse le tappe nella cerimonia tenuta il 18 gennaio 2023 alla presenza delle autorità regionali e nazionali presso il Palazzo Reale di Napoli, momento anche di passaggio ideale del testimone alle città di Bergamo e Brescia, nuove Capitali culturali italiane per il 2023.



Suor Orsola Maddalena Caccia, pittrice religiosa

Irina Niculescu ci fa conoscere la vita e l’attività di Suor Orsola Maddalena Caccia (1596-1676), pittrice religiosa del barocco seicentesco italiano a cui tra novembre e dicembre 2022 è stata dedicata la mostra nella città natale, Moncalvo (Asti), presso il Museo Civico per iniziativa dell’Associazione Aleramo Onlus. L’artista, figlia di Guglielmo Caccia, anch’egli eminente pittore astigiano, presso la cui bottega cominciò il suo apprendistato, e di Laura Oliva, ha lasciato più di 100 dipinti, ispirati a temi religiosi, tra cui però emergono anche alcune notevoli nature morte.



Rinascimento a Ferrara: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Liana Corina Tucu ci svela un altro Rinascimento, lasciato in ombra da quello fiorentino, prodotto dall’«officina ferrarese», espressione coniata da Roberto Longhi, i cui due maggiori esponenti sono Ercole de’ Roberti (1451-1496) e il suo allievo Lorenzo Costa (1460-1535). E lo fa illustrando la mostra «Rinascimento a Ferrara» inaugurata il 18 febbraio 2023, che proseguirà fino al 19 giugno, nell’appena restaurato Palazzo dei Diamanti, con un centinaio di opere firmate dai due maestri ferraresi, prestate dai più celebri musei e collezioni italiane e straniere.








Rivista online edita
dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

Promuove
il dialogo interculturale,
con particolare interesse
verso la traduzione letteraria come opera di mediazione.













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