Lăcrămioara Maricica Niță: «Scrivere è come una medicina per le anime ferite»

In questo numero pubblichiamo un’inchiesta esclusiva sulla scrittura migrante romena in Italia, alla quale la nostra rivista dedica una sezione speciale e un database in costante aggiornamento. Abbiamo intervistato nove fra gli autori più attivi del momento, che rappresentano una realtà complessa e variegata: c’è chi scrive solo in italiano e chi scrive e pubblica in entrambe le lingue, c'è anche chi traduce libri romeni in italiano, c’è chi vive in Italia da più di vent’anni e chi è tornato a vivere in Romania dopo vent’anni oppure vive tra i due paesi. C’è chi scrive soprattutto poesia e chi predilige la narrativa. Quanto alla distribuzione di genere, la maggior parte sono donne.
I nostri ospiti sono: Ingrid Beatrice Coman-Prodan, Alexandra Firiţă, Lăcrămioara Maricica Niță, Lucia Ileana Pop, Lidia Popa, Irina Ţurcanu, Alina Monica Ţurlea, Viorel Boldiş e Cristina Stănescu, scrittrice di origini romene. Insieme a loro ci interroghiamo sui significati più profondi della scrittura in una lingua diversa da quella di origine, la lingua del paese di adozione, sulle principali tematiche affrontate e sulle peculiarità della loro creazione letteraria.
Tutti i contributi sono riuniti nel nostro spazio appositamente dedicato, consultabile qui.

Lăcrămioara Maricica Niță è poetessa, nata a Bacău, in Romania, nel 1974. Dal 2006 vive in Italia, è educatrice puericultrice per bambini diversamente abili, nonché educatrice volontaria presso la Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio, dove organizza laboratori di lettura con i bambini romeni, italiani e di altre nazionalità. Debutta in poesia nella rivista online «Lido dell’anima» curata da Lidia Popa. Ha pubblicato tre raccolte poetiche ed è presente in diverse antologie poetiche in Italia e in Romania. È collaboratrice del giornale online e cartaceo «Gazeta Româneascã» Italia. Ha partecipato a vari concorsi letterari in Italia con testi editi e inediti, arrivando tra i finalisti.
A giugno del 2017 avvia il progetto Te provoc la o carte (Ti sfido a leggere un libro) per stimolare i suoi connazionali a leggere e a promuovere la letteratura romena e la letteratura in generale. Il progetto include una pagina Facebook, un canale YouTube e un blog. Nell’ambito dello stesso progetto organizza presentazione di libri e di autori romeni e italiani. 
A marzo 2020, con l’inizio della pandemia avvia il progetto Poveștile lui Lăcry (Le storie di Lăcry), una serie di storie della buonanotte lette per i bambini romeni che vivono fuori dal paese di origine. Le storie possono essere visualizzate sulla pagina Facebook Te provoc la o carte e sull’omonimo canale YouTube.
Nel 2021 fa parte dalla commissione giudicatrice ed è anche sponsor della XXII edizione del Premio letterario internazionale «Tra le parole e l’infinito», ideato dal cav. Nicola Paone. Dal 2021 fa parte della Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS).

 

Come ti definisci, scrittore/scrittrice «migrante», «italofono/a» o in un altro modo?
    
Sono una scrittrice e basta! Ho lasciato la Romania nel 2006, ma solo nel 2017 ho cominciato a scrivere le prime poesie. Può essere che i primi scritti, timidi e genuini, appartengano a una donna migrante, con il cuore pieno di dor (nostalgia) per poi evolversi in una poesia sociale, seria, matura.

Che cosa differenzia uno scrittore «migrante» da uno «stanziale»?
 
Solo la ricchezza dell’esperienza di vita. Uno scrittore migrante ha la ‘fortuna’ di viaggiare e da questo viaggio trarne vantaggio nella sua scrittura. Da queste esperienze scaturiscono le paure, le gioie, nuovi incontri che si trasformano in libri. Uno scrittore stanziale può solo viaggiare di fantasia.

Quando hai cominciato a scrivere in italiano e perché?

Avendo amici italiani, volevano capire quello che scrivevo in romeno, perciò provavo a tradurre le poesie e ulteriormente ho cominciato a scrivere direttamente in italiano. E poi nel 2019 ho partecipato a un concorso letterario, Lingua madre, da cui una tira l’altra, i pensieri vengono, ti vuoi far conoscere e per questo devi usare la lingua italiana.


Quanti e quali libri hai finora pubblicato in italiano?

Nel2020 ho pubblicato, in Romania, un libro di poesia in italiano, Il destino di una lacrima, con Editura Pim di Iași. Poi, nell’agosto 2022, in Italia, con Gambini Editore, il volume bilingue Scrivo di uomini e angeli/Scriu despre oameni și îngeri. Partecipo e pubblico in varie antologie di poesia e prosa in Romania e in Italia.

Quali sono i temi più ricorrenti nei tuoi scritti?

In generale mi soffermo sul sociale. Le mie poesie e i racconti sono storie di vita delle persone incontrate nella mia attività di volontariato con la Comunità di Sant’Egidio nel quartiere romano dove vivo. Ma non solo, la vita degli altri trova spazio nei miei scritti perché, come tutti noi, nelle righe lasciamo un po’ della nostra anima, del nostro amore, della nostra vita.

È stato difficile trovare un editore in Italia?

Sono stata indirizzata dalla dottoressa che firma la prefazione del mio libro e la casa editrice è stata felice di pubblicare il libro, pur essendo la prima poetessa romena che pubblica con loro.

Hai partecipato a concorsi e festival letterari in Italia? Come promuovi i tuoi libri?

Sì, ho partecipato a vari concorsi letterari dove ho vinto premi importanti. Ho fatto parte della giuria tecnica di due concorsi letterari, uno l’ho presentato e per un altro ho fatto parte degli sponsor (con la mia associazione), offrendo i premi della critica.
Per promuovere i miei libri e non solo, uso i social media. Ho due pagine Facebook, Te provoc la o carte e Lăcrămioara Maricica Niță pagina d’autore, il canale YouTube Te provoc la o carte, un blog, un profilo Facebook. Ho contattato i canali Telesia che pubblicizzano autori emergenti, il mio libro è stato presentato in diverse fiere del libro in Italia e ha avuto finora due presentazioni con pubblico e lettori italiani in una galleria d’arte a Roma e con pubblico romeno al teatro degli scrittori FUIS. Per non parlare poi delle interviste alle radio italiane e romene.

Hai anche tradotto libri romeni in italiano? Se sì, quali?

No, non ho tradotto nessun libro romeno in italiano.

Cos’è più complesso, secondo te, scrivere o tradurre in italiano?

Purtroppo la traduzione di un testo non fa che ‘rubare’ la bellezza del messaggio trasmesso. Personalmente preferisco scrivere i miei testi e lasciarli così come vengono, perché mi appartengono sia in romeno che in italiano.

Scrivi anche in romeno e pubblichi anche in Romania? 

Scriverò sempre in romeno! In Romania ho pubblicato in alcune riviste letterarie e antologie. Nel2020 ho pubblicato con Editura Pim di Iași il libro di poesia Suflet departe de casă.

Cosa significa per te scrivere in italiano rispetto a scrivere in romeno?

Scrivere nella lingua di Dante è un esercizio di cultura per me, ma anche un modo per farmi conoscere nel mondo letterario italiano e internazionale (se vogliamo calcolare i tantissimi scrittori stranieri che vivono in Italia), uno scambio interculturale per far conoscere la letteratura contemporanea romena e i poeti romeni oltre i confini geografici.
     
Quali sono i tratti peculiari del tuo linguaggio? Inserisci nei tuoi scritti anche parole romene o voci dialettali della regione italiana in cui vivi?

Nei miei scritti cerco di avere un linguaggio semplice, non troppo accademico perché mi piace arrivare al cuore del lettore: dalle persone più semplici a quelle più erudite.
Non uso i dialetti perché tengo molto all’accuratezza del linguaggio scritto e parlato. Una regola che vige anche con i miei figli.

Pensi di tornare un giorno a vivere in Romania oppure lo hai già fatto?

Sono già 17 anni che ho lasciato la Romania per vivere in Italia con la mia famiglia. Sarà il tempo che scriverà le ultime pagine del libro della mia vita e spero con tutto il cuore che lo farà sempre nella lingua romena!

Quale potrebbe essere, secondo te, il ruolo e la funzione della scrittura nel frangente storico che stiamo vivendo?

Scrivere è come una medicina per le anime ferite. Alessandro Baricco diceva che «scrivere è una forma sofisticata di silenzio» e nel silenzio si nascondono tutte le paure del mondo. Dobbiamo imparare a dare voce a tutti i sentimenti che proviamo e se per fare questo abbiamo bisogno di penna e carta, allora ben venga! Usiamo la scrittura per sentirci vivi! Scrivere ogni giorno un pensiero per arrivare a scrivere il libro della nostra vita senza renderci conto. Sarà la cultura a salvare il mondo!

 

Agonia

No, non ho mai lasciato il grembo di mia madre,
il sentire la tensione del cordone ombelicale
intorno al cuore ...
Guarda, madre mia! Un'altra ciocca di capelli bianchi
preme sulle mie tempie.
Sento il sussurro del vento aggrovigliarsi tra i miei capelli
come in un campo di grano.
Il tempo morde la caviglia del mio piede destro,
zoppo sotto il portico di casa tua.
Lascia appoggiare la mia testa sulle tue ginocchia,
come facevo da bambina,
e accarezza i miei pensieri,
placa la mia sete di vita
con il latte del tuo seno non ancora arido.
Il mio cuore riposa all'ombra del tuo...
fammi nascere ancora una volta:
non voglio invecchiare,
ascolta il bambino che piange in me!

Canto di Natale

A mia madre

Il canto piange alla finestra
è scalzo, svestito e mingherlino
guarda il geranio che sta nel vaso
pensando all'ultima mela cotogna ricevuta.

Apri la porta, madre, non vedi che ha freddo!
Regalagli le noci, mele e ciambelle
per il suo pellegrinare nella stretta via:
la mia nostalgia la canta solo a te.

Sul piatto palpita una candela
che disegna ombre sul tappeto;
il fuoco è spento, dorme la cenere nel camino
e il silenzio dei secondi è solo un pianto.

Il vento urla il suo dolore tra le nevi
e il gelo suona il canto di Natale.
Sii buona, o madre, mantienilo là dentro
perché piange ancora la mia nostalgia di casa.


A cura di Afrodita Carmen Cionchin
(n. 3, marzo 2023, anno XIII)