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N. 7-8/2003 - IN COSTANTE AGGIORNAMENTO, SEGUITECI! La triste notizia della scomparsa del prof. Nuccio Ordine (1958-2023), saggista, storico e critico, ha lasciato tutti attoniti, sia in Italia che in Romania, paese in cui, stimatissimo come personalità di grande statura intellettuale, aveva curato per anni la collana «Biblioteca italiana» per Humanitas con la prof. Smaranda Bratu Elian, della quale riproponiamo in ricordo dello studioso l’intervista pubblicata su «Orizzonti culturali» nel 2015. La sua morte lascia un vuoto profondo, ma rimane nei cuori di chi l’ha conosciuto come una persona amichevole, vitale, forte ed entusiasta. LIBRI ITALIANI IN ROMANIA Con Giulia Caminito su «L'acqua del lago non è mai dolce» L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, 2021) di Giulia Caminito è uscito in Romania con il titolo Apa lacului nu e niciodată dulce, traduzione di Oana Sălișteanu, nella Collana «Raftul Denisei» della Humanitas Fiction di Bucarest. In questo suo terzo libro, l’autrice «guarda dentro e fuori di sé per raccontarci in prima persona cosa ha significato il passaggio a questo nuovo secolo» per coloro che, come lei, oggi, nati e cresciuti in periferia, hanno trent'anni. Protagonista è Gaia, adolescente alle prese con le asperità della vita. Intervista di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.
FOCUS LIBRI ROMENI «La storia della mia vita»: diario della Regina Maria di Romania Uno degli eventi presso lo stand romeno in occasione del Salone del Libro di Torino 2023 è stata la presentazione della riedizione delle memorie di Maria, regina di Romania (1875-1938), La storia della mia vita, già pubblicati in italiano da Mondadori in due volumi nel 1936 e 1938, tradotti dall’inglese dal giornalista Mario Borsa, ora rivisti e adattati in un unico volume per Rediviva edizioni a cura di Silvia Storti Shelyta. Nell’intervista la curatrice illustra le sfide incontrate nel delicato lavoro di revisione intra- e tra-linguistica del testo italiano. Di Irina Niculescu. «La città delle acacie», classico romanzo di Mihail Sebastian Giunge nelle librerie italiane il romanzo di formazione La città delle acacie di Mihail Sebastian (1907-1945), scrittore e drammaturgo romeno di spicco del vivace periodo interbellico, ancora poco noto in Italia, nella traduzione a cura di Alina Monica Țurlea, uscito per Besa Muci, editore che porta avanti già da qualche anno con coerenza e lungimiranza la pubblicazione di autori classici e moderni della letteratura romena. Nell’intervista la traduttrice ci svela come un piccolo gioco del destino abbia fatto sì che sia stata proprio lei a trasporlo in italiano. Di Irina Niculescu.
EDITORIA Da Aldo Manuzio ai giorni nostri. In dialogo con Roberto Russo Roberto Russo, romano, è fondatore dal 2005 dell’editrice Graphe.it con sede a Perugia che ha una peculiare caratteristica: di essere orientata verso la «decrescita editoriale», quindi «pubblicare meno per pubblicare meglio». Nell’intervista egli sottolinea due concetti: «l’importante è leggere», non importa se su cartaceo o digitale o audio, e «non esiste il diritto a essere pubblicati». Graphe.it ha nel suo catalogo nomi di spicco della letteratura moldava (Grigore Vieru, Nicolae Dabija), area romenofona a cui guarda con speciale interesse. A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone. INCONTRI CRITICI Massimo Triolo: «Il dionisiaco, dimensione estranea al lato apollineo» Massimo Triolo (n. 1977) è poeta, scrittore, saggista e artista del disegno, autore di otto sillogi poetiche, (l’ultima, Nero, è del 2021), di due romanzi (Innocenza e altre deviazioni, 2020, e Luce della mia tenebra, 2021) e di una raccolta di racconti gotici (Raso rosso. Racconti e visioni, 2021). Ha tradotto altresì tre raccolte di versi del poeta Ștefan Mocanu. Nell’intervista afferma di temere «più la stagnazione e la reazione» e di pensare «l’arte vera come qualcosa che ha il diritto-dovere di essere rivoluzionaria e non di maniera». A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone. In uscita, «Artigli e paure» di Ștefan Mocanu. Intervista all’autore Ștefan Mocanu (n. 1967), poeta e giornalista, nato a Râmnicu Sărat, abita in Italia dal 2004. È autore delle raccolte poetiche Ossa di luce (Transeuropa, 2019) e Disincanto programmato (Nulla Die, 2020), co-tradotte in italiano col poeta e scrittore Massimo Triolo. A luglio uscirà, ancora per Nulla Die, la sua terza silloge, Artigli e paure, di cui afferma: «È frutto diretto di una mia personale evoluzione stilistica e contenutistica» in cui accanto ai versi vi sono tre scritti in prosa oscillanti tra filosofia, metaletteratura e fantasia. A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone. SPAZIO PONTIGGIA Lettura, azione, cultura in Giuseppe Pontiggia Giuseppe Pontiggia è scrittore capace «di stimolare un cambiamento dei modi di pensare o di risvegliare delle risorse spesso arrese a facili schemi mentali. Gli scritti di Pontiggia hanno la capacità di espandere le nostre facoltà, sa parlare all’intelletto e sa giungere con la stessa intensità al sentimento del lettore». Per fare ciò egli si è rispecchiato in altri scrittori, come Aldo Palazzeschi e Piero Gobetti, che gli offrivano spunti che ritrovava in sé come il comunicare con chi legge e restare ‘nel processo’ di guida di sé stesso e degli altri. Di Caterina Arcangelo, nello Spazio Pontiggia. Pontiggia: manuale di resistenza all’arte Il rapporto con l’arte di Giuseppe Pontiggia è stato di odio-amore, o meglio di un mancato approccio rovinato sul nascere da una esperienza nefasta. Ezio Frigerio, cugino di Pontiggia e futuro grande scenografo, lo aveva convinto in giovane età a tentare il percorso delle arti figurative, ma fu proprio lui a stroncarlo come pittore, «precoce delusione dell’‘artista in Erba’», dopo aver giudicato severamente un suo cartone raffigurante una Via Crucis. Da qui la sua idiosincrasia, ma non indifferenza, per l’arte, riversata anche in alcuni suoi scritti. Di Silvia Tomsi.
Giuseppe Pontiggia, un «classico» rivolto già al futuro Nel romanzo Nati due volte (Mondadori, 2000), che racconta la storia, in prima persona, di un padre e del figlio nato disabile in seguito a colpevoli complicazioni sorte durante il parto, Giuseppe Pontiggia riversa «materia del vissuto, del suo vissuto personale, segmento esperienziale della drammatica, fondamentale importanza, dopo trent’anni di decantazione». Nel narrare una storia intima senza essere autobiografica Pontiggia è stato mosso da ragioni intrinseche della letteratura: è «il ‘sé’ che diventa ‘gli altri’, o ‘altro' da sé per essere validamente ‘di tutti’». Di Antonio Di Mauro.
Antologia Giuseppe Pontiggia: da «Il raggio d'ombra» Per l'Antologia Pontiggia, pubblichiamo per gentile concessione degli Eredi e dell'Editore Mondadori un brano estratto dal romanzo Il raggio d’ombra (1983, 1988), ambientato nel 1927, sotto il regime fascista, dal «ritmo di suspense attorno a un pugno di cospiratori», molto improntato sui dialoghi tra i personaggi. Uno di questi è il professor Perego alle prese con la sua immensa biblioteca, straripante di libri, una dipendenza esistenziale, che rischia però di far crollare la sua casa-torre, libri su cui si gioca una sottile metafora di istinti e sublimazioni erotico-sessuali. ITALIANISTICA ORIZZONTI Pier Paolo Pasolini: Ciò che è orrendo conoscere Nel 2022 si sono celebrati i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (1922-1975). È stato un intellettuale che ha messo a nudo le contraddizioni e le trasformazioni antropologiche della società italiana, attirando su di sé le critiche dei benpensanti e l’ipocrisia della cultura politica in cui era cresciuto. Chi sarebbe oggi P.P. Pasolini? Un infinito coraggioso, un assetato di giustizia, un profeta inascoltato? «Voglio dire fuori dai denti: io scendo all’inferno e so cose che non disturbano la pace di altri. Ma state attenti. L’inferno sta salendo da voi.» Di Davide Fiesoli.
ANTEPRIMA Dumitru Crudu (n. 1967) è prosatore, drammaturgo e poeta della Repubblica di Moldavia, autore di pièce, romanzi e racconti che hanno attirato l’attenzione della critica, venendo nominato a importanti premi letterari, vincitore con la raccolta di prose brevi Salutări lui Troțki del Premio «Ion Creangă». Clara Mitola ci presenta qui in anteprima due brani estratti dal suo ultimo libro di racconti, Ora cinque e sette minuti, del 2022, incentrati «sulla guerra, sullo spirito e sulle conseguenze della guerra», testi che risaltano come un «grande racconto corale» tagliente e asciutto.
ORIZZONTI DI TEATRO
Vivere lo spazio. Appia e Colombo Lo svizzero Adolphe Appia (1862-1928) e l’italiano Gianni Colombo (1937-1993) sono, l’uno coreografo, l’altro artista cinetico, due figure importanti del ‘900, secolo di avanguardie e di cambiamento, che hanno rinnovato i rispettivi campi artistici con idee originali e rivoluzionarie. Appia svecchia il modo di concepire le scenografie, passando dai piatti fondali dipinti ai praticabili fatti di linee verticali e orizzontali, mentre Colombo concepisce opere e ambienti cinetici, la Topoestesia, con al centro la persona che vi interagisce in modo attivo e fisico. Di Benedetta Carrara. ORIZZONTI D'ARTE Intervista all’artista Salvatore Pepe, a cura di Maurizio Vitiello Dialogo con l’artista cosentino Salvatore Pepe (n. 1962), nella cui formazione fin dal liceo l’arte è stata sempre al centro dei suoi interessi portandolo poi a Roma per frequentare Scenografia all’Accademia di Belle Arti con una laurea in Storia dell’arte. Dagli anni ’80 comincia una variegata carriera artistica a tutto campo con collaborazioni, personali e rassegne in Italia e all’estero. Curioso di ogni forma d’arte, dalla fase accademica è passato a sperimentare una ricerca gestuale e materica tramite forme geometriche e l’uso di materiali extrapittorici. Di Maurizio Vitiello. Rovereto, al Museo di Arte Moderna la mostra «Klimt e l’arte italiana» Klimt e l’arte italiana è la mostra aperta presso il MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea) di Rovereto dal 15 marzo al 27 agosto 2023, curata da Beatrice Avanzi, da un’idea di V. Sgarbi, e illustrata dal catalogo dell’editrice Silvana Editoriale. Sono esposte circa 200 opere, tra dipinti, sculture e oggetti decorativi Liberty – ‘ruotanti’ attorno ai due celebri dipinti ‘italiani’ del genio secessionista austriaco, La Giuditta II e Le tre età della donna –, di artisti come Galileo Ghini, Vittorio Zecchin, Felice Casorati, Luigi Ratini e Adolf Widt. A cura di Liana Corina Țucu. |
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