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10 anni di Orizzonti. Tavola rotonda a distanza
Il numero di maggio è tradizionalmente dedicato al Salone Internazionale del Libro di Torino, dato che la nostra rivista è media partner della Romania alla grande kermesse. All'edizione di quest'anno del Salone, rinviata come tutte le altre manifestazioni culturali, avremmo dovuto presentare un evento anniversario dedicato ai nostri 10 anni di pubblicazione, dal titolo 10 anni di Orizzonti: risultati e prospettive. Nell’attuale contesto, vi proponiamo i nostri interventi e quelli degli ospiti che ringraziamo per la loro generosa collaborazione, in una tavola rotonda a distanza, nella speranza di tornare al più presto alla normalità.
In questa pagina si succedono: Afrodita Cionchin (italianista, direttore fondatore della rivista), prof. Monica Fekete (italianista dell'Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca e membro del nostro comitato di redazione), Mauro Barindi (traduttore letterario e membro del comitato di redazione), Antonio Di Gennaro (filosofo, coordinatore della nostra rubrica Spazio Cioran).
Seguono le pagine firmate da: prof. Doina Condrea Derer (italianista dell'Università di Bucarest alla quale si deve la nostra rubrica Umberto Saba traduceri), prof. Smaranda Bratu Elian (italianista dell'Università di Bucarest e membro d'onore del nostro comitato di redazione), prof. Bruno Mazzoni (romenista dell’Università di Pisa), prof. Oana Boşca-Mălin (italianista dell'Università di Bucarest e vicedirettore dell'Accademia di Romania in Roma).
Proseguiamo con la pagina che riunisce gli interventi di: Viorica Bălteanu (italianista dell'Università di Timişoara), Elena Pîrvu (italianista dell'Università di Craiova), George Popescu (italianista dell'Università di Craiova).
Afrodita Cionchin: 10 anni in 10 parole-chiave
Vita e speranza. La rivista nasce da un’idea in cui abbiamo sempre creduto, quella di offrire uno spazio di incontro e di dialogo tra gli intellettuali italiani interessati alla cultura romena e gli intellettuali romeni che si dedicano alla cultura italiana. Siamo riusciti in questa impresa: abbiamo decine di collaboratori in entrambi i Paesi, una vera e propria rete di comunicazione in continuo sviluppo. E dalle nostre affinità sono nati dei legami durevoli e delle vere amicizie anche a distanza. È così che, dopo dieci anni di attività, possiamo dire citando il grande uomo di cultura Octavian Paler che «fondamentalmente la cultura è oppure dovrebbe essere una determinata forma di amare la gente e di sperare».
Interculturalità, mediazione, doppia promozione. La rivista ha un concetto editoriale che rappresenta un unicum nel panorama editoriale sia italiano che romeno, grazie ai due siti, www.orizzonticulturali.it e www.orizonturiculturale.ro, e alle due edizioni linguistiche, distinte (ognuna vive di vita propria) e correlate (ognuna riprende, quando è il caso, i contenuti dell’altra), attraverso le quali realizziamo contemporaneamente una doppia promozione, della cultura romena in Italia e della cultura italiana in Romania. Sempre, e comunque, la promozione della loro reciproca conoscenza e dialogo, di cui tutti conosciamo la necessità.
Per fare riferimento, a titolo esemplificativo, solo ad alcune delle realizzazioni di questi anni, nell’edizione italiana abbiamo creato uno Spazio Cioran dedicato ai numerosi lettori italiani del grande di Rașinari, così come abbiamo promosso in modo continuativo scrittori romeni poco o nulla conosciuti in Italia, recensendo volumi editi nella Penisola e pubblicando presentazioni e brani di autori inediti, con la generosa collaborazione di Mauro Barindi, collega, amico ed eccellente traduttore.
Viceversa, nell’edizione romena contribuiamo alla promozione degli scrittori italiani nello spazio culturale romeno: segnaliamo i libri di recente usciti in Italia, portandoli in questo modo all’attenzione degli editori romeni e, inoltre, pubblichiamo pagine di presentazione e traduzione sia di autori italiani di spicco non ancora tradotti in romeno, sia di libri inediti in romeno. Abbiamo inoltre creato la rubrica Umberto Saba Traduceri, dedicata alle traduzioni della prosa del noto scrittore triestino di inizio Novecento, in gran parte inedita in Romania, a cura dell’eminente professoressa Doina Condrea Derer dell’Università di Bucarest. Menzioniamo qui anche la rubrica bilingue Gli invitati di Smaranda Bratu Elian, a cura della prestigiosa italianista dell’Università di Bucarest. Particolare attenzione riserviamo quindi agli italianisti romeni, per far conoscere la loro produzione sia in Romania che in Italia. La stessa prospettiva la proponiamo anche nel caso degli scrittori migranti e degli intellettuali romeni che operano in Italia.
L’ampia sezione Orizzonti d’arte / Orizonturi de Artă è destinata a promuovere gli artisti romeni in Italia e gli artisti italiani in Romania.
Interdisciplinarietà. Tra le nostre molteplici direzioni di interesse, merita di essere segnalata quella che riguarda l’attuale comunità italiana in Romania, nonché la memoria storica delle comunità di italiani stabilitesi in passato sul territorio romeno. A tale scopo abbiamo creato la sezione Obiettivo Timișoara / Obiectiv Timișoara, dedicata a temi, personalità ed eventi della città romena che vanta la più importante presenza italiana, e abbiamo avviato il progetto editoriale «Presenza italiana a Timișoara e nel Banato», con il duplice obiettivo di reinserire nel circuito culturale alcuni importanti contributi già esistenti e produrre nuovi studi sull’argomento.
Dinamismo e innovazione. Oltre alla produzione editoriale propriamente detta, abbiamo creato una serie di progetti di database in continuo aggiornamento che offrono uno strumento operativo centralizzato online. A tutt’oggi è l’unico esistente, di grande utilità sia agli addetti ai lavori che al più largo pubblico: Scrittori romeni in italiano, Scrittori romeni italofoni, Cioran in italiano, Italianistica traduzioni, Italianistica studi.
Biblioteca-online. Il format online della rivista permette l’accesso permanente sia agli articoli del numero del mese in corso sia a tutti gli articoli dei numeri finora pubblicati (Archivio dei numeri / Arhiva numerelor), costituendo così una vera e propria «biblioteca» bilingue che siamo felici di offrire ai nostri lettori di entrambi i Paesi. A tutti i nostri amici, lettori e collaboratori, buona lettura e grazie di cuore per la fiducia, la collaborazione e l’interesse costante nel tempo!
Monica Fekete: I miei «Orizzonti»
Innanzitutto un sincero e caldo augurio alla festeggiata, ovvero alle festeggiate: alla rivista bilingue «Orizzonti culturali italo-romeni / Orizonturi culturale italo-române», che sta celebrando il primo decennio di vita, e all’ideatrice e creatrice di questo pargoletto culturale, alla collega e amica Afrodita Cionchin! A 10 anni si diventa grandi, si acquisisce il senso di responsabilità, si legano e si consolidano delle belle amicizie, e tali aspetti si verificano pienamente anche nel caso della «nostra» rivista, nostra perché siamo un po’ noi, collaboratori e lettori, le madrine e i padrini che hanno accompagnato e sostenuto, a vario modo e in tempi diversi, la sua crescita. Penso risieda proprio qui, in questo sodalizio culturale, l’elemento fondamentale che ha contribuito a una sua evoluzione – direi – armoniosa e contenutisticamente sempre più ricca e incitante, a cui, di certo, si aggiunge l’invidiabile tenacia e l’ingegnosità della direttrice-fondatrice, decisa ad andare avanti nonostante i tentennamenti e gli inciampi iniziali, nonostante gli ostacoli in itinere con cui si confronta una qualsiasi rivista culturale (e sono in tante a soccombere, come ben sappiamo).
Uno dei maggiori pregi della rivista è, a mio avviso, la doppia e contemporanea promozione di due culture, riuscendo, da un lato, a coprire tutti i segmenti disciplinari, seppur con uno spazio più esteso dedito agli studi letterari, e, dall’altro, a radunare un folto gruppo di studiosi italiani e romeni (basti leggere il lungo elenco di nomale della rubrica Redazione), tra cui scorgo, con piacere, i nomi di alcuni miei maestri la cui autorevolezza è già stata ampiamente comprovata, e di tanti colleghi e amici italianisti e romenisti. E sono questi nomi a rappresentare il requisito nonché la garanzia e la chiave della longevità e del successo.
Il ruolo fondamentale di una rivista culturale è rendere testimonianza, captare l’interesse degli appassionati e degli studiosi, dare spazio a interventi di divulgazione di alto valore nonché indirizzarsi a un pubblico eterogeneo e non rigidamente ascrivibile a una cerchia di specialisti. Di nuovo, gli «Orizzonti» bilingui vi si adeguano perfettamente, riuscendo pure a mettere la famosa ciliegina sulla torta, iniziando vari database che si rivelano, senza alcun dubbio, dei preziosi strumenti di lavoro per italianisti e romenisti.
Io, per anni, sono stata principalmente lettrice della rivista – i miei contributi sono stati alquanto saltuari –, ma da un paio di anni i progetti congiunti con Afrodita Cionchin hanno iniziato a infittirsi e ad acquisire sempre più peso, raggiungendo – penso – dei bei traguardi. Ed è stato uno dei motivi per cui ho accettato ben volentieri la gentile proposta di far parte del Comitato di redazione. L’anno scorso, quando non ci poteva nemmeno minimamente sfiorare l’idea che una pandemia mettesse sottosopra le nostre vite e bloccasse una serie di iniziative, pensavamo con Afrodita Cionchin di organizzare a Cluj un incontro per l’anniversario, che, peraltro, avrebbe coinciso con il centenario degli studi italianistici a Cluj. Ora, purtroppo, siamo forzatamente in attesa, senza avere più l’audacia di fare progetti per il 2020...
Intendo però concludere questo brevissimo intervento in un tono positivo, molto più congruo con la ricorrenza festiva, quindi: dove meglio celebrare una rivista culturale se non all’interno delle sue pagine, che ospitano le nostre numerose testimonianze volte a (ri)attivare ricordi e riflessioni! Ad maiora!
Mauro Barindi: Piccola cronistoria di una collaborazione diventata un’amicizia
Il 14 e il 15 novembre del 2010, rispettivamente alle 23.24 e alle 00.20, ricevevo nella mia casella di posta elettronica questo messaggio (due volte, perché allora l’annuncio veniva spedito, le prime volte, da due diversi indirizzi elettronici, anche se uno solo, anzi una sola, era la mittente):
Ho il piacere di segnalare la pubblicazione on-line del sito bilingue www.afroditacionchin.ro, dedicato agli Orizzonti culturali italo-romeni e al mio lavoro in tale ambito. Il sito si arricchirà progressivamente di nuovi contenuti e aggiornamenti.
Nell’edizione ora on-line, sezione in lingua italiana, si può leggere tra l’altro:
- «Tradurre per me è un modo di vivere». Intervista con Ljiljana Avirović
- La ricezione della cultura romena in Italia. Il punto di vista di Ervino Curtis
- «Europa in stato di migrante»: Claudia Azzola tra poesie edite e inedite
Con i migliori saluti,
Afrodita Cionchin
È stato così che ho fatto conoscenza con Afrodita Cionchin («che nome esotico!», pensavo, e poi: «ma dove cadrà l’accento: Ciònchin o Cionchìn?») Ed è stato così che Afrodita e la sua rivista, unica nel suo genere, allora come oggi, si sono intersecate proprio cogli anni in cui io muovevo i primi passi nel mondo della traduzione editoriale (io «debuttavo» nel 2008 con il romanzo di Vasile Andru, Uccelli del cielo, progetto cui diede una spinta decisiva il prof. Dan Cepraga). Poi con Afrodita ho iniziato a collaborare in maniera continuativa dal 2011: insomma, siamo quasi coetanei. E questa coincidenza calendaristica appena sfasata di qualche anno si è poi riallineata lungo un percorso che, fin qui, al 2020, anno del decennale della rivista, mi ha visto a fianco di colei che mi ha accolto sulla sua barca, che col trascorrere degli anni si è trasformata in uno splendido vascello le cui vele, gonfiate dai venti delle nostre comuni culture, l’hanno sospinto verso un viaggio esaltante, in una continua e rinnovata circumnavigazione delle nostre civiltà sorelle.
Già i primi numeri di «Orizzonti culturali» (poco dopo la rivista sarebbe stata affiancata dalla «gemella» in versione romena) lasciavano intendere quali erano le coordinate lungo cui Afrodita avrebbe incanalato la rivista, che erano quelle che lei aveva coltivato fin dagli studi universitari, approfonditi in seguito nel suo percorso di ricerca pre- e postdottorale: «le interferenze culturali italo-romene in un approccio comparativo e interdisciplinare». È su questo terreno che la traduzione da e verso le nostre lingue trovava quindi un suo spazio privilegiato e d’elezione fra le pagine della rivista; e io, alle prime armi, insieme ad altri collaboratori-traduttori come me, non potevo non cogliere migliore opportunità di questa per «farmi le ossa» e offrire con una certa regolarità ai lettori italiani e romeni le proposte che, accolte sempre con entusiasmo e interesse da Afrodita, coprivano i vari scaffali di una delle due lingue: prosa, poesia, saggistica e altri settori culturali. È stato quindi un lavoro di vero e proprio apprendistato nell’apprendistato, uno sprone forte e entusiasmante, un lavoro affrontato con passione, da cui ho tratto enormi soddisfazioni perché vedevo ripagati gli sforzi e la dedizione profusi.
La collaborazione con «Orizzonti culturali» è stata anche l’opportunità per allargare i miei orizzonti, appunto, della letteratura romena, spingendo lo sguardo oltre per intrufolarmi curioso in periodi letterari che altrimenti non avrei mai pensato di sfiorare. I miei approcci ad alcuni autori classici li devo proprio allo spazio e alla disponibilità che sapevo di trovare qui. E così è stato per gli autori romeni contemporanei: nomi di scrittori o poeti inediti in Italia hanno avuto modo di trovare sulle pagine della rivista una piccola ma preziosa vetrina, uno spicchio di visibilità, che per quanto fosse piccolo era molto gradito dagli autori stessi, che rispondevano alla rivista con gratitudine.
Il lavoro redazionale per la rivista che, puntualmente, arriva a ogni mese non è fine a sé stesso, non è solo calibrare fino all’ultima virgola, fino all’ultimo segno grafico che tutto sia in ordine: per me è in primo luogo il momento di un arricchimento personale. Infatti, in questo modo, scopro e apprendo cose nuove, notizie, informazioni di ogni tipo che mi fanno quindi spaziare lo sguardo su una moltitudine di eventi fra i più svariati e significativi: è un concentrato di sapere ad alta qualità, da prendere in dosi massicce.
Come pensiero finale, allo scoccare dei primi dieci anni, non potendo celebrare «cum se cuvine» questo anniversario tutti insieme a causa dell’imperversante pandemia da Covid-19, brindo quindi a te, Afrodita, a questo traguardo, a questa stupenda realtà, a questa oasi di cultura, che la tua tenacia è riuscita a far fiorire; brindo a questo spazio vivo, dinamico, prezioso di incontro e dialogo fra le nostre culture. Evviva e La Mulți Ani!
Antonio Di Gennaro: L’importanza di Spazio Cioran
Cioran è un autore molto seguito in Italia, nonostante sia ancora considerato un «outsider», soprattutto negli ambienti accademici. Si susseguono pubblicazioni di testi inediti, articoli, recensioni. Nel corso di questi ultimi anni, inoltre, vari sono stati i momenti di confronto, grazie all’organizzazione di convegni e giornate di studio. Un ruolo decisivo per la promozione e la diffusione dell’opera di Cioran in Italia è senza dubbio da attribuire all’instancabile ed encomiabile lavoro di Afrodita Cionchin, con la sua rivista «Orizzonti culturali italo-romeni». Tale rivista rappresenta un fondamentale momento di connessione tra due culture, quella italiana e quella romena, e soprattutto di condivisione di esperienze filosofiche e letterarie. All’interno di questa preziosa rivista online, è presente un apposito Spazio Cioran, dove studiosi, traduttori, appassionati del pensatore romeno, hanno avuto modo di esprimere liberamente la propria opinione e di offrire interessanti spunti interpretativi. Ampio spazio è stato inoltre dedicato alle (poche, ma innovative) tesi di laurea prodotte in Italia e dedicate al pensiero di Cioran. Spazio Cioran è divenuto, allora, in brevissimo tempo, il luogo virtuale in cui fare convergere le diverse voci su tale autore, con l’obiettivo unico di valorizzare la ricerca e l’esegesi. L’importanza di tale sezione è davvero strategica, poiché raccoglie e illustra i risultati di un faticoso percorso di ricostruzione storiografica, che lega in maniera indissolubile, studiosi, cultori e semplici lettori. Se la voce di Cioran è così ampiamente diffusa in Italia, il merito è anche di questo eccellente canale, costantemente aggiornato e ricco di contenuti, che ha saputo intercettare l’esigenza di unire, sul web, la comunità consistente e trasversale, di coloro che amano Emil Cioran.
Tavola rotonda «Orizzonti» al Salone Internazionale del Libro di Torino 2015
(n. 5, maggio 2020, anno X)
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