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L’arte come alchimia. Vito Centonze: «In ognuno di noi si cela un’opera d’arte»
L'invitato della nostra sezione Orizzonti d'arte» è, in questo numero, l’artista citazionista Vito Centonze, pugliese di Altamura, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bari, città che ha poi lasciato per trasferirsi in Germania, dove, accanto all’attività di docente di italiano e divulgatore culturale, ha avuto e ha modo di svolgere una ricca attività artistica, partecipando a numerose mostre, alcune curate da lui stesso. Ha fondato inoltre Atelier Alchimia, una rete di collaborazione tra artisti come forma di mutuo sostegno e promozione che sta raccogliendo prestigiose adesioni.
Vito Centonze interpreta Caravaggio, Magritte, Dürer, Duchamp, Pontormo, Dalí, Ontani. Nella nostra intervista, afferma di trasformare il piombo della realtà nell’oro della Poesia, facendo dell’Arte un’alchimia in grado di nobilitare l’esistenza. Videoarte, pittura, fotografia, arte digitale, disegno, musica, happening, fluxus, performance, installazioni fuori dai cenacoli accademici così da incentivare un’azione culturale efficace nella pratica quotidiana.
Lei ha affermato: «Trasformo il piombo della realtà nell’oro della poesia». L’Arte è alchimia?
Sì, l´arte come l’alchimia riesce a trasformare il grigiore e la pesantezza del quotidiano nell’oro della poesia, leggera, colorata e bella. Grazie all’arte, che sia pittura, fotografia, letteratura o musica tutto diventa più profondo e nobile, anche la nostra esistenza.
Caravaggio, Magritte, Dürer, Duchamp, Pontormo, Dalí, Ontani. Qual è la sua peculiare interpretazione dell’Arte citazionista?
Ho sempre amato la storia dell´arte e mi sono reso conto che infine tutta la storia dell’arte era una citazione di epoche e artisti precedenti! Il Rinascimento ha citato l’arte greca antica, il Manierismo ha citato il Rinascimento, il Neoclassicismo si è rifatto all’arte classica e persino il Postmoderno ha citato epoche passate. Io cito tutto ciò che mi ha colpito e mi ha fatto crescere come artista!
Idea ormai radicata è che l’Arte debba uscire dai cenacoli accademici per essere vissuta nella pratica quotidiana, così da produrre un’eredità concreta e tradursi in un’azione culturale efficace, sposando la filosofia postduchampiana secondo la quale ogni oggetto può diventare Arte. Quanto le sue opere integrano la tradizione a ricerche espressive innovative?
Le mie opere citano opere del passato ma sono trasformate concettualmente per diventare mie e prettamente personali! Se una mia modella si specchia e la sua immagine riflessa è quella della Gioconda, per me vuol dire che in ognuno di noi si cela un’opera d’arte e questo mi avvicina molto all’arte concettuale di un Duchamp ma soprattutto di un Giulio Paolini che ammiro molto!
L'arte contemporanea è caratterizzata da opere prodotte con tecniche e linguaggi interdipendenti: videoarte, pittura, fotografia, arte digitale, disegno, musica, happening, fluxus, performance, installazioni. Quali sono gli elementi peculiari del suo linguaggio, del suo codice comunicativo?
Ultimamente come tecnica uso molto la fotografia digitale, così attuale e quasi quotidiana se pensiamo all’uso forsennato che facciamo dei nostri cellulari e delle camere integrate. È un mezzo veloce ed efficace che rispecchia la nostra epoca! Il disegno ha bisogno di molto tempo, anche se lo utilizzo ancora, ma per abbozzare delle idee. In futuro mi piacerebbe realizzare un’opera totale che unisca video, musica e performance, inserendo la mia voce. Chissà?
Il cosiddetto ‘sistema’ o ‘mondo’ dell’Arte contemporanea è intrinsecamente legato al mercato dell’Arte; un mercato controllato, in gran parte, da esigui gruppi finanziari. Ciò comporta, spesso, assenza di criteri oggettivi per stimare la qualità artistica delle varie espressioni. Qual è stata la sua esperienza in tal senso?
Il mercato dell’arte è purtroppo nelle mani di contabili e non di artisti. Per questo ho visto spesso persone spinte molto in alto nel mondo dell’arte senza un vero criterio se non quello di spingere un prodotto di facile comprensione e consumo. Per questo ho deciso di realizzare io stesso una rete di artisti che promuovono altri artisti a livello internazionale spinti dal comune senso per la qualità dei lavori e per il reciproco senso di stima. Così è nato l'Atelier Alchimia Arte a Dortmund in Germania, una vetrina per artisti di grande qualità e livello.
Taluni reputano che l'Arte non prescinda dal tempo per interpretare semplicemente lo spirito della Storia universale e che ciononostante essa sia congiunta alla finalità delle mode e a qualsivoglia ambito del gusto. Quali direzioni, mete o deviazioni vede attualmente caratterizzare il panorama artistico italiano e internazionale?
Quello che sta accadendo nel mondo dell’arte descrive benissimo il nostro tempo ed epoca, così frammentaria, eterogenea e penso per questo molto interessante. Non ci sono solo una o due direzioni artistiche ma migliaia e questo rende la nostra storia molto colorata e interessante.
Può commentare l’aforisma di Ernst Jünger: «Il mondo diventa sempre più brutto e si riempie di musei»?
Appoggio pienamente l’aforisma! Più brutto e grigio è il nostro mondo e più si ha bisogno di sognare e di fantasticare con l´arte. Pensiamo al Rinascimento, epoca storica piena di guerre interne tra principati, peste e persecuzioni religiose, ma a livello artistico nascono e fioriscono i grandi come Botticelli, Leonardo, Michelangelo e Tiziano! E se la nostra epoca è piena di arte e pullula di artisti, lascio a voi la risposta!
L’Atelier Alchimia Arte a Dortmund in Germania è una vetrina per l’arte e la fotografia internazionale. Quali condizioni, contingenze, necessità hanno fatto sì che si generasse una rete così ampia di collaborazione tra artisti?
Il tutto nasce dopo quasi due anni di totale indifferenza da parte delle istituzioni e del pubblico verso la cultura, causa pandemia! Si diceva che c’erano cose ben più importanti dell’arte e della cultura in generale! Ma è la cultura a elevarci da semplici esseri viventi e a renderci esseri umani! Per questo motivo è nato l’Atelier Alchimia Arte, per creare una rete di collaborazione tra artisti e per sostenerci e promuoverci a vicenda, senza aspettare l’aiuto dal ‘cielo’ di chi invece si doveva occupare di noi! Abbiamo iniziato in pochi, adesso ci sono grandi fotografi come Ray Morrison che lavora per Vogue a sostenerci e a esporre con noi e ne seguiranno molti altri, dato che la mia idea si sta diffondendo nella rete e nei social.
L´enigma di Leonardo
Fontana ed io
Burri ed io
Omaggio a Michelangelo
A cura di Giusy Capone e Afrodita Cionchin
(n. 2, febbraio 2022, anno XII)
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