Il genio pittorico femminile in mostra a Milano

Il Comune di Milano ha dedicato nella stagione culturale 2020-2021 un programma speciale intitolato I talenti delle donne, con l’obiettivo di scoprire le donne protagoniste di varie discipline con carattere creativo, incluse quelle che hanno vissuto in un’epoca storica in cui le condizioni sociali furono ostili alla loro affermazione.
Nell’ambito di questo programma culturale è nato il progetto artistico Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ’500 e ’600, realizzato da Palazzo Reale di Milano con l’ambizione di portare sotto i riflettori le signore italiane attive come grandi artiste tra il Barocco e il Rinascimento. Il progetto ha preso la forma di una mostra collettiva che porta dentro le sale del Palazzo 34 artiste e più di 130 opere, un’autentica testimonianza della vitalità creativa al femminile.
La mostra è stata concepita due anni fa, dice Domenico Piraina, direttore del Museo del Palazzo Reale di Milano, però l’ultima fase della sua organizzazione è stata funestata dalle incertezze causate dalla pandemia. Fortunatamente la mostra è arrivata al traguardo ed è stata aperta al pubblico all’inizio del mese di marzo 2021. Sicuramente non è stata l’inaugurazione desiderata, con le porte chiuse ai visitatori, però i curatori hanno trovato una soluzione nelle visite guidate in diretta online. Le pittrici italiane vivranno dentro al Palazzo fino al 25 di luglio.



Fede Galizia - Giuditta con la testa di Oloferne (1601)


Tre sono gli specialisti curatori che hanno selezionato le opere in mostra: Annamaria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié. Il concetto è originale e la mostra è una prima assoluta, perché è concentrata esclusivamente su artiste italiane che hanno vissuto in un’epoca nella quale incominciavano a maturare le condizioni culturali, sociali e istituzionali che hanno permesso alle donne di partecipare con un ruolo emergente nello spazio artistico. Le opere provengono da 67 prestatori, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il Museo Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria Nazionale Umbra, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca di Bologna, il Musée des Beaux Arts di Marsiglia (Francia), il Muzeum Narodowe di Poznań (Polonia), e molti privati che hanno mantenuto il loro anonimato. La mostra non racconta solo la bravura delle tecniche compositive di queste pittrici, ma anche il ruolo sociale che hanno ricoperto nei loro tempi, alcune di loro si sono affermate nelle corti nobiliari internazionali, altre come vere imprenditrici, tutte capaci di confrontarsi con i propri ideali e complessi stili di vita.
Lo sponsor principale di questa mostra sull’universo femminile è la Fondazione Bracco, ente che opera da dieci anni nel settore culturale, essendo leader mondiale di imaging diagnostico. La fondazione ha istituito un progetto scientifico in collaborazione con varie università milanesi, che ha permesso di valorizzare due opere presenti in mostra attraverso il supporto tecnologico. Si tratta dei ritratti dell’artista miniaturista Giovanna Garzoni, due opere su pergamena che raffigurano i duchi di Savoia Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I, di proprietà dei Musei Reali di Torino.


Giovanna Garzoni - Ritratto di Carlo Emanuele I di Savoia
(1632-1637 circa)


Tra le eroine esposte al Palazzo Reale di Milano, Artemisia Gentileschi è la protagonista che domina con la sua celebrità controversa: diventò un’icona della rivolta femminile contro l’autorità paterna, e la sua arte rivaleggiò con i pittori del suo tempo. Nata a Roma nel 1593, la figlia del pittore Orazio Lomi Gentileschi, Artemisia era dotata di ambizione e tenacia, frequentava eruditi e letterati, trasformandosi da pittrice analfabeta ad accademica a Firenze, per essere poi accolta nei circoli culturali di Napoli e Venezia. Sempre alla ricerca del successo, la sua attività artistica la guidò fino a Londra, per arrivare poi a Napoli dove aprì una bottega insieme a diversi collaboratori. Le sue tracce si perdono dopo il 1654.



Artemisia Gentileschi - Maria Maddalena, 1630-1631, Beirut Sursock Palace Collection


Le artiste del Vasarii, una sezione dedicata alle artiste menzionate nel suo famoso libro Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed archittetori, seconda edizione del 1568, dove Giorgio Vasari cita alcune artiste che oggi possiamo ammirare nella mostra milanese: Properzia de Rossi, Sofonisba Anguissola e le sue sorelle Lucia ed Europa, Irene di Spilimbergo, Lucrezia Quistelli, Claudia de Bufalo, Caterina Cantoni e Antonia Pellegrini.
Sofonisfa Anguissola (alla quale abbiamo dedicato un'ampia pagina sulla nostra rivista) è l’artista cremonese che visse per più di dieci anni alla corte di Madrid di re Filippo II, poi traslocò in Sicilia dove ricevette la visita di Antoon van Dyck nel 1624. Per la prima volta è esposta in una mostra la sua opera Madonna dell’Itria (1578).


Sofonisba Anguissola - Madonna dell’Itria (1578)


Una categoria particolare delle pioniere artiste è quella delle pittrici in convento, che sicuramente meritano una ricerca dettagliata grazie al loro talento coniugato con una vita esemplare: Caterina Vigri a Bologna, Plautilla Nelli di Firenze, Orsola Maddalena Caccia di Moncalvo (Asti) e Lucrina Fetti.


Orsola Maddalena Caccia - Sacra Famiglia, Chiesa San Giorgio Chieri


La maggioranza delle artiste italiane hanno avuto un posto prediletto per la loro formazione umana e professionale: la bottega di famiglia. Da nord a sud le donne hanno fatto dell’arte una professione ereditando dalla famiglia, solitamente in linea paterna, il mestiere e le committenze. Nella mostra collettiva possono essere ammirati i capolavori di queste pittrici che facevano parte di famiglie di artisti: Lavinia Fontana di Bologna, figlia di Prospero Fontana, Barbara Longhi di Ravenna, Ginevra Cantofoli ed Elisabetta Sirani din Bologna (qui l'articolo a lei dedicato sulla nostra rivista), Marietta Robusti di Venezia, figlia di Jacopo Tintoretto, Chiara Varotari di Padova, Fede Galizia di Milano, figlia di Nunzio Galizia, Maddalena Natali di Cremona, Rosalia Novelli di Palermo, Margherita Volò Caffi di Milano, figlia di Vincent Voulot, Anna Stanchi di Roma.

Possiamo concludere la descrizione della mostra dedicata alle artiste italiane del ’500 e ’600 con i nomi delle accademiche che furono ammesse a far parte delle grandi Accademie di Arte in Italia grazie alla fama ottenuta in vita. La prima fu Diana Scultori che è stata ammessa nel 1580 all’Accademia dei Virtuosi Giovanni Baglione. Artemisia Gentileschi fu ammessa nel 1616 all’Accademia di Firenze fondata da Giorgio Vasari con l’approvazione di Cosimo I de’ Medici e con lo scopo di assicurare agli artisti la possibilità di tramandare il loro sapere. A Roma invece esisteva l’Università di Pittura che mutò il nome in Accademia di San Luca nel 1577, uno spazio che aprì le sue porte alle donne nell’anno 1607. Fra le artiste ammesse ricordiamo: Lavinia Fontana, Giovanna Garzoni, Elisabetta Sirani, Virginia Vezzi, Anna Maria Vaiani, Maddalena Corvina.

Per visitare la Mostra Le Signore dell’Arte si può prenotare un tour guidato virtuale acquistando un biglietto sul sito del Palazzo Reale di Milano. La mostra è attiva fino al 25 di luglio 2021.



Irina Niculescu

(n. 5, maggio 2021, anno XI)




Bibliografia


Le Signore dell’Arte – catalogo mostra Skira edizioni marzo 2021, a cura di Annamaria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié.