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La fortuna di Dante in Romania
L’opera di Dante Alighieri è stata conosciuta in Romania sin dalla prima metà dell’Ottocento. Il primo scrittore romeno interessato all’opera del grande poeta italiano è stato Ion Heliade Rădulescu (1802- 1872), «il più appassionato della letteratura e della cultura italiana” [1]. Dopo aver tradotto i primi cinque canti dell’Inferno, egli ha scritto nella rivista «Il Corriere di ambo i sessi» due articoli sulla vita e le opere di Dante e sulla situazione politica di Firenze. George Călinescu (1899-1965), eminente scrittore, storico e critico letterario trovava nelle opere del poeta romeno influenze dantesche.
Nel 1865 sul giornale «L’Opinione Nazionale» (n. 29) con l’articolo Il Centenario di Dante, cominciavano le celebrazioni organizzate in Romania in onore del gran fiorentino. In quest’occasione lo scrittore e poeta transilvano Aron Densușianu (1837-1900) scriveva in un articolo pieno di commozione che «Il poema dei poemi, la Divina Commedia è la stella nella quale Dante è nato e s’è incarnato per la seconda volta, e dalla quale risplenderà in eterno nel cielo dei mortali.» L’autore presentava la sua traduzione dei canti III dell’Inferno, XXVII del Purgatorio e XXII del Paradiso, in versi di 13 e 14 sillabe. In Moldavia il poeta Gheorghe Asachi (1788-1869) che aveva studiato alcuni anni a Roma, accolto persino come poeta arcadico con il nome di Alvino Dacico, pubblicava sulla rivista «L’icona del mondo» (1865, p. 9) una bella poesia, piena di sincero lirismo: Vate delle immortali itali rime, / Sceso in abisso, ritornato sei / Per dire al mondo in cantico sublime / Il pianto eterno ed il soffrir dei rei. / … I secoli passan, ma oggi risuona / Di nuovo il nome tuo, pura armonia; / Ed al serto onde Italia ti incorona / S’aggiunge il voto umile della Romania [2].
Nella seconda metà dell’Ottocento, molti scrittori e poeti romeni come Nicolae Filimon (1819-1865), creatore del romanzo sociale romeno e buon conoscitore della Divina Commedia e soprattutto Mihai Eminescu (1850-1889), il poeta nazionale, hanno spesso espresso nei loro scritti l’ammirazione per Dante. Nicolae Gane (1835-1916), scrittore e politico, membro dell’Accademia Romena, ha tradotto per primo l’intera cantica dell’Inferno, accennando nella prefazione del libro all’universalità e alla novità assoluta dell’opera del gran fiorentino in queste parole: «Dante ha espresso pensieri divini in una lingua umana ed ha avuto tra l’altro, quali doni superbi, vere intuizioni profetiche, quando intravedeva le leggi della gravitazione prima di Newton o presentiva l’esistenza di un continente al di là dei mari prima di Colombo o concepiva l’unità d’Italia prima di Vittorio Emanuele e di Cavour» [3].
Tra il 1883 e il 1888 a Craiova usciva la traduzione in prosa dell’Inferno e del Purgatorio, a cura della scrittrice Maria P. Chițiu che la corredava di un commento. La traduzione è menzionata da Giovanni Andrea Scartazzini in Vita e Opere di Dante Alighieri, terza edizione (Milano, 1906, p. 264). Ma il momento più importante della fortuna di Dante in Romania è stato rappresentato dalla pubblicazione della traduzione integrale in versi della Divina Commedia, realizzata dal poeta George Coșbuc (1866-1918). Il filologo Carlo Tagliavini rende nota l’apparizione di questa traduzione in «Civiltà italiana nel mondo», [4] usando questa frase: «È uscita una traduzione quale pochi popoli possono vantare, una delle migliori traduzioni esistenti». Nel 1921, a 600 anni dalla morte del Sommo Poeta d’Italia, Nicolae Iorga, accademico, uomo di vasta cultura, teneva un discorso molto impressionante su Dante all’Accademia Romena, seguito dalle conferenze Dante e la latinità e Dante e Firenze di Ovid Densusianu filologo, linguista, storico letterario e membro dell’Accademia Romena, La poesia della Divina Commedia, di Mia Frollo – poetessa e traduttrice di opere di Dante e di altri poeti italiani. Dopo il 1940, sono apparse altre due traduzioni della Divina Commedia: la prima, dell’italianista Alexandru Marcu, in prosa con un ricchissimo commento e la seconda, di Ion Tundrea, in versi. Alexandru Balaci, professore e appassionato italianista dell’Università di Bucarest, ha scritto saggi e articoli su Dante, che secondo lui, aveva cercato con la sua opera «di migliorare l’animo degli uomini e, di conseguenza, i destini del mondo.»
Per le commemorazioni del 1965, in Romania è stata ristampata, in moltissime tirature, l’opera di Dante, la cui nuova traduzione integrale era curata da (Margareta) Eta Boeriu «degna di tutte le lodi», come affermava il professor Paolo Soldati, conoscitore e studioso delle nostre due culture. Tra gli anni 1965-1970 sono state pubblicati in più edizioni i seguenti volumi: Dante, Infernul, interpretazione romena, note e introduttiva di George Buznea, Univers Publishing House, Bucarest, 1975; Dante, Purgatoriul, interpretazione romena e note di George Buznea, Univers Publishing House, Bucarest, 1978; Dante Alighieri, Divina Comedie, in romeno di Giuseppe Cifarelli, a cura di Titus Pîrvulescu e con la prefazione di Alexandru Ciorănescu, Casa editrice Europa, Craiova, 1993, con illustrazioni di Marcel Chirnoagă (ried. 1998, Dacia Publishing House, Cluj-Napoca); Dante Alighieri, Divina Comedie, raccontata per i giovani da Dumitru Trancă, Atlasis, Bucarest, 1992 (narrazione esplicativa in prosa); Dante Alighieri, Divina Comedie, tradotta in testi di Ion A. Țundrea, prefazione di N. Iorga, Medical Publishing House, Bucarest, 1999; Dante Aligheri, Infernul, tradotto da George Pruteanu, edizione digitale bilingue 2003; Dante Alighieri, Divina Commedia. Infernul, testo bilingue, con versione romena, note, commenti, postfazione e riferimenti bibliografici di Răzvan Codrescu, Christiana Publishing House, Bucarest, 2006; Dante Alighieri, Infernul, a cura di (commenti e studio introduttivo) Mira Mocan, traduzione (integrale) e commenti (parziali) di Marian Papahagi, prefazione di Irina Papahagi, Editrice Humanitas, Bucarest 2012.
Vari studi di storia e critica letteraria hanno contribuito, insieme alle traduzioni, all’approfondimento delle conoscenze legate alla vita e all’opera del gran fiorentino, come il volume Studii despre Dante (Studi su Dante), Bucureşti, Editura pentru Literatură Universală, București, 1965, che raccoglie i saggi di Alexandru Balaci, Dumitru D. Panaitescu, Alexandru Duţu, Despina Mladoveanu, Venera Antonescu, Titus Pârvulescu, Pimen Constantinescu, Nina Façon, Cornel Mihai Ionescu, Zoe Dumitrescu-Buşulenga, Eta Boeriu, Al. Piru, oppure: Dante, Opere minore. Viaţa nouă, Rime, Ospăţul, Despre arta cuvîntului în limba vulgară, Monarhia, Scrisori, Ecloge, Întrebare despre apă şi pămînt (Opere minori. La vita nuova, Filastrocche, Convivio, De vulgari eloquentia, De Monarchia, Lettere, Egloghe, Quaestio de aqua et terra), traduzioni di Francisca Băltăceanu, Titus Bărbulescu, Oana Busuioceanu, Virgil Cândea, Petru Creţia, Ştefan Augustin Doinaş, Sandu Mihai Lăzărescu, Elena Nasta, Romulus Vulpescu, commenti di Oana Busuioceanu, Virgil Cândea, Ştefan Augustin Doinaş, Alexandru Duţu, introduzione, tavola cronologica e note introduttive di Virgil Cândea, Bucureşti, Editura (Casa editrice) Univers, 1971. Sono ancora da segnalare: Edgar Papu, Estetica lui Dante, Iaşi, Ed. Princeps Edit, 2005; Eleonora Cărcăleanu, Dante, ca dragostea însăși sau despre dantologia românească a ultimelor decenii (Dante, come l’amore stesso o sulla dantologia romena degli ultimi decenni), [5] Dacia literară, an XVIII, n. 73 (4/2007); Horia-Roman Patapievici, Ochii Beatricei. Cum arăta cu adevărat lumea lui Dante [6],Bucureşti, Ed. Humanitas, 2004; Laszlo Alexandru, Lectura lui Dante (la Lettura di Dante), Dante – Infernul – O interpretare (l’Inferno – Un’interpretazione), Dialoghi su Dante, Prin pădurea întunecată. Dialoguri despre Dante (Attraverso la selva oscura. Dialoghi su Dante), in collaborazione con Ovidiu Pecican, A revedea stelele. Contribuţii la studiul operei lui Dante (A riveder le stelle. Contributi allo studio dell’opera dantesca) e altre. L’ultima traduzione di tutto il capolavoro dantesco pubblicata dalla casa editrice Eikon nel 2022 appartiene però al conosciuto poeta e traduttore Geo Vasile. La traduzione altrettanto completa di quest’opera fatta da Alexandru Laszlo e pubblicata dalla casa editrice Cartier Popular è stata premiata dall’Unione degli scrittori romeni. Su questa, il critico Bogdan Crețu affermava: «Forse il libro più importante del 2020 è stato uno studio di erudizione esemplare, in tre volumi di 600-700 pagine ciascuno, dedicati da Laszlo Alexandru alla Divina Commedia: La lettura di Dante (splendidamente curata da Cartier), con un volume dedicato a ciascuna delle tre parti dell’illustre poema. Egli traduce la Divina Commedia verso per verso, commenta, contestualizza, riassume l’enorme quantità di commenti fatti sul celebre capolavoro. È un libro non solo impressionante, ma che appare raramente in una cultura. Tanto più che ricorrono i 700 anni dalla morte del grande fiorentino» [7].
Una ricchissima attività di ricerca legata ai contributi portati dai traduttori romeni delle opere dantesche e dagli autori di studi di storia e critica letteraria è quella svolta dalla professoressa Iulia Cosma [8], autrice degli articoli: La prima traduttrice dell’Inferno dantesco in romeno: Maria Chițiu; Gli echi italiani dell’attività traduttiva e di esegesi dantesca di George Coșbuc; Le prime traduzioni in romeno dell’Inferno dantesco: riferimenti culturali e traduttivi; Referiri, mențiuni și opinii traductiv-pretraductologice; L’influenza di Dante sull’enciclopedista romeno Ion Heliade Rădulescu e sull’italianismo in Romania; e di un grande lavoro aggiornatissimo: Una rassegna bibliografica sui traduttori romeni dell’Inferno (1883-2015): considerazioni di tipo metodologico e deontologico,che mira alla realizzazione di una monografia traduttiva delle versioni romene dell’Inferno dantesco, dall’Ottocento fino al Duemila. Da due secoli le opere di Dante si studiano nei licei e nelle università romene, con materiali scritti dai docenti in ambedue le lingue: Anita Belciugățeanu, Curs de istorie a literaturii italiene, Università di Bucarest, 1929; Alexandru Balaci, Dante, Editura tineretului, București, 1966; *** Breve antologia della poesia italiana, edizione curata da George Lăzărescu, Editura didactică și pedagogică, București, 1973; Antologia poeziei italiene secolele XIII - XIX, (Antologia della poesia italiana dei secoli XIII – XIX) traduzione in romeno di Eta Boeriu, Editura Albatros, București, 1980; George Lăzărescu, Italia – Cultura e civiltà, Università Spiru Haret, Editura Fundația România de mâine, București, 2001, con ulteriori edizioni; Nina Façon, Dicționar enciclopedic al literaturii italiene (Dizionario enciclopedico della letteratura italiana) Editura Științifică și enciclopedică, 1982; Ileana Bunget, Rodica Locusteanu, Storia della letteratura italiana – il Duecento, Editura Uranus, București, 1999; Otilia Doroteea Borcia, Crestomazia della letteratura italiana dalle origini al Quattrocento, vol. I, Editura Prouniversitaria, București, 2010.
Un grande simbolo dell’apprezzamento di cui ha sempre goduto la vita e l’opera di Dante in Romania, è rappresentato da La Divina Commedia dopo Dante, un’opera in tre atti di Silvia Macovei, una compositrice romena, che è riuscita a musicare in 640 pagine (scritte tra il 1997 e il 2000), la storia del viaggio dantesco nel mondo dell’aldilà, usando tecniche e procedimenti artistici molto moderni (polifonia, balletto, pantomima, ecc.) [9]. L’opera – regalata in copia alla Biblioteca Apostolica Vaticana e dedicata al gran Giubileo dell’anno 2000 – rappresenta l’adattamento musicale dei 14.215 versi del poema e il più ampio testo della storia della musica (104 canti gregoriani), come accennato daMihail Jora dell’Unione dei Critici e dei Musicologi di Romania. In questo modo, la nazione romena si può vantare di avere non solo alcune delle più pregiate traduzioni della Divina Commedia in romeno (di cui due integrali firmate da donne, Maria Chitiu ed Eta Boeriu), ma anche l’unica opera in musica tratta da questo capolavoro, composta sempre da una donna! Sarà forse stata questa una grazia di Beatrice?!
Otilia Doroteea Borcia
Università Nazionale di Belle Arti di Bucarest
(n. 12, dicembre 2023, anno XIII)
NOTE
[1] Carlo Tagliavini, Dante in Romania, in «Italia che scrive», 1921 (n. 11)
[2] George Lăzărescu, Dante in Romania, Il Veltro, Rivista della civiltà italiana, Società Dante Alighieri, 1-2 anno XIII – febbraio Aprile 1969, p. 128.
[3] Idem 3.
[4] Roma, Società Nazionale Dante Alighieri, 1940, p. 91.
[5] Dante, come l'amore stesso (o sulla dantologia romena degli ultimi decenni).
[6] Gli occhi di Beatrice. Com’era veramente il mondo di Dante?
[7] lecturaluidante.wordpress.com. «Divina Comedie» ca sinteză (3), 27.02.2023.
[8] Iulia Cosma, docente d’italiano all’Università dell’Ovest di Timisoara, Romania.
[9] Otilia Doroteea Borcia, Crestomazia della letteratura italiana dalle origini al Quattrocento, Editura Prouniversitaria, București, 2010, p. 212.
Bibliografia e sitografia
Carlo Tagliavini, Dante in Romania, in «Italia che scrive», 1921 (n. 11)
George Lăzărescu, Dante in Romania, Il Veltro, Rivista della civiltà italiana, Società Dante Alighieri, 1-2 anno XIII – febbraio-aprile 1969, p. 128.
Iulia Cosma, docente d’italiano all’Università dell’Ovest di Timișoara, Romania
Otilia Doroteea Borcia, Crestomazia della letteratura italiana dalle origini al Quattrocento, Editura Prouniversitaria, București, 2010, p. 212.
lecturaluidante.wordpress.com. “Divina Comedie” ca sinteză (3).
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