Atti del Convegno «Luoghi e percezioni di Dante nel Sud-est Europeo». Introduzione

In occasione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, la Società Dante Alighieri di Bucarest e l’AISSEE (Associazione Italiana di Studi del Sud-Est Europeo) hanno invitato la comunità scientifica a celebrare Dante e il suo legame storico, artistico, letterario e culturale con il Sud-est europeo, nell’occorrenza anche dei 120 anni dalla fondazione della prima Società Dante Alighieri a Bucarest. Difatti, nel 1901 si costituisce fra gli italiani di Bucarest, un circolo culturale in Calea Victoriei, 54 che contava circa 100 soci tra gli italiani residenti a Bucarest e romeni noti per le loro simpatie verso l’Italia e le loro benemerenze di fronte alla cultura italiana. [1]
Un grande contributo alla costituzione della sede di Bucarest presso il circolo culturale fu dato dall’Architetto Giulio Magni, che insieme al prof. Benedetto De Luca volle costituire un Comitato della Società Dante Alighieri simile a quello che stava per costituirsi proprio nello stesso anno a Parigi. Tra i soci ricordiamo la prof.ssa di Lingua e Letteratura Italiana dell’Università di Bucarest Clelia Bruzzesi, Luigi Cazzavillan direttore del giornale Universul, attorno a cui ruoterà l’intellettualità romena del primo Novecento, il pittore Romeo Girolamo, il Ministro plenipotenziario del Regno d’Italia Beccaria d’Incisa, il pittore Arthur Verona, lo scrittore Barbu Ştefănescu Delavrancea, il geologo Grigoriu Ştefănescu e Luigi Enrico, direttore della Scuola Italiana. [2] La prima sede della quale fu proprio nel Comitato della Dante Alighieri, per spostare poi entrambe nella struttura acquistata da Cazzavillan e che diventerà la Scuola Regina Margherita, aperta dal giornalista grazie ai proventi delle vendite di Universul, uno dei quotidiani più importanti dell’epoca. [3]

La Società Dante Alighieri nacque nel 1889 da un gruppo di intellettuali italiani capeggiati da Giosuè Carducci, al fine di diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madrepatria e alimentando tra gli stranieri, l’amore e il culto per la civiltà italiana.
Il Comitato di Bucarest attiva subito corsi di lingua italiana e allestisce una piccola biblioteca di libri italiani. Nel 1909 quando Bucarest riceve la lupa romana come simbolo di amicizia e fraternità dei due popoli, il principe Ferdinando chiede al prof. De Luca quanti fossero i soci e alla risposta di 200, il futuro re non sembrò sorpreso dati i legami culturali tra Italia e Romania e la vicinanza linguistica tra i due popoli. Nel 1909 viene eletto Presidente del Comitato il prof. Ramiro Ortiz. Un fattore rilevante è la creazione da parte del Comitato di una cattedra universitaria di lingua e letteratura italiana all’Università di Bucarest. Il primo docente fu lo stesso Ortiz, già docente presso il Liceo Vittorio Emanuele di Napoli. Una scuola della Società Dante Alighieri verrà anche aperta a Sulina e a Greci, grazie al contributo dell’Ammiraglio Luigi Rizzo, [4] vivendo lì una consistente comunità italiana soprattutto di friulani lavoratori di granito.

Con Ramiro Ortiz inizia quindi lo studio della letteratura italiana a Bucarest. Il prof. Benedettto De Luca scrive così alla sede centrale di Roma: «E così abbiamo la soddisfazione di aver tradotto nella realtà il più vivo e il più significativo di tutti la definitiva istituzione di una Cattedra di Letteratura nella più importante Università dei paesi Danubiani e Balcanici». [5] Il prof. Ortiz inaugura il suo corso con una lezione sul medioevo di Dante visto attraverso le parole di Giosuè Carducci. [6] Dante è il padre della lingua italiana perché sceglie in che lingua l’Italia una volta unita, nel 1861, dovrà parlare. Nella Vita Nova sceglie il volgare che avrebbe potuto unire tutta l’Italia, nel De Vulgaria Eloquentia e nel Convivio identifica il «miglior volgare» che fosse illustre, cioè adatto all’arte, cardinale, punto di riferimento e cardine dei diversi dialetti, antico perché degno di essere parlato alla corte dei Signori e curiale meritevole di essere parlato nei tribunali. Con la Divina Commedia Dante da studioso della lingua si trasforma nel suo più audace artefice. «Se Dante non avesse scritto il suo capolavoro, l’italiano oggi sarebbe una lingua molto diversa. Ecco perché diciamo di parlare la lingua di Dante». [7]

Dante è un genio oltre il tempo e lo spazio, che ha lasciato un segno indelebile nelle generazioni che si sono succedute e che si succederanno. Egli incarna l’essenza della nostra cultura, è l’icona dell’italianità, un modus vivendi che costituisce un unicum nel mondo. La nostra storia è impastata dalle parole di Dante. Dante aiuta a scoprire sé, mentre non si finisce mai di scoprire lui. Attraverso di lui scopriamo le contraddizioni, i sentimenti, le emozioni e i conflitti, l’essenza dell’umanità terrena. Per questo è considerato uno di quei classici assoluti che hanno saputo creare una rappresentazione universale della vita, in tutto ciò che propone in qualsiasi tempo a ogni uomo. Tutto questo grazie alla potenza di sintesi universale della Commedia, un esperimento linguistico che ha sconfinato anche geograficamente e da cui non possiamo prescindere.
Il Convegno organizzato dal Comitato di Bucarest e dall’AISSEE ha come obiettivo quello di far conoscere ovunque l’incessante favilla di Dante, il suo messaggio universale di pace e di libertà ha viaggiato oltre le ideologie ed è stato utilizzato dagli intellettuali come strumento di dialogo e di cooperazione tra le comunità come ci fanno conoscere i saggi che seguono.

Ida Valicenti
Presidente del Comitato di Bucarest della Società Dante Alighieri

(n. 11, novembre 2023, anno XIII)



NOTE

[1] Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua e della cultura italiana, Consiglio Centrale, Roma, Archivio Centrale, Romania, Comitato Bucarest, p. 7.
[2] Per saperne di più, I. Zbîrnea, Giulio Magni e i suoi progetti di Architettura in Romania, in Annuario. Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, 3, 2001, pp. 162-200.
[3] Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua e della cultura italiana, Consiglio Centrale, Roma, Archivio Centrale, Romania, Comitato Bucarest, p. 8.
[4] Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua e della cultura italiana, Consiglio Centrale, Roma, Archivio Centrale, Romania, Comitato Sulina, pp. 1-40. Per approfondire l’operato di Rizzo in Romania si veda G. Lo Vano, La laguna taceva, Armenio Editore, 2021, pp. 49-54.
[5] Archivio centrale, Comitato di Bucarest, p. 28.
[6] Ibidem, 28 bis.
[7] G. Antonelli, Alighieri oggi e domani, in Treccani Magazine, 22 marzo2021.