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Eliade e Culianu: un nuovo thriller ermeneutico
Recentemente, presso la casa editrice Polirom di Iași, è apparso un nuovo volume dedicato a un problema spinoso che torna continuamente alla ribalta, potremmo dire persino in modo ossessivo e ridondante: Bruce Lincoln, Secrete, minciuni și consecințe. Trecutul ascuns al unui mare savant și asasinarea discipolului său, tr. di Sorana Lupu, 2024, pp. 258. Si tratta del coinvolgimento politico del giovane Mircea Eliade, questa volta messo in relazione con l’assassinio del suo discepolo, Ioan Petru Culianu, avvenuto il 21 maggio del 1991. Il volume, dal titolo Secrets, Lies, and Consequences. A great scholar’s hidden past and his protégé’s unsolved murder,è opera di Bruce Lincoln, un importante storico delle religioni, che ha avuto l’opportunità di conoscere personalmente entrambi i protagonisti del libro, Eliade essendo stato persino il suo relatore di dottorato. Il volume originale è stato pubblicato presso la prestigiosa casa editrice Oxford University Press, nel 2024, suscitando numerose eco, recensioni e prese di posizione.
Attualizzando il paradigma edipico dell’uccisione del padre, l’autore si sente in dovere di uccidere, questa volta a livello simbolico e libresco, colui che è stato il suo Doktorvater, Mircea Eliade. Il libro di Lincoln non dice niente di nuovo riguardo al coinvolgimento di Eliade nel Movimento legionario, ma si basa, come anche la folta letteratura precedente, sulle stesse tre fonti principali: il Diario di Mihail Sebastian [1], i rapporti della Siguranță e le testimonianze degli ex legionari. Tutte le informazioni delle tre fonti sono state analizzate in numerosi libri e articoli, senza che si potesse giungere a una conclusione certa in merito al grado in cui Eliade fu coinvolto e alle motivazioni che l’hanno portato a un simile coinvolgimento. Tutti i sofismi possibili sono stati posti al servizio di questo riesame critico dell’opera e del pensiero di Mircea Eliade, il tutto coronato dall’eterna petitio principii: si seleziona solo quella parte dell’esegesi che afferma che Eliade fu legionario, antisemita e filonazista, poi sono menzionati i più brutali crimini della Legione, così da far risultare che Eliade sarebbe moralmente responsabile di questi crimini. Lincoln passa sotto silenzio il fatto che non si è mai trovata la tessera di membro della Legione, che si presuppone Eliade dovesse avere, né ebbe rapporti stretti con Corneliu Codreanu o con altri capi legionari.
L’opera di Lincoln soffre dello stesso vizio ermeneutico visibile in altri lavori che hanno analizzato il passato politico di Eliade, presentandolo esclusivamente come un fanatico militante legionario, un’immagine che ignora consapevolmente che egli era innanzitutto uno studioso, uno scrittore e un brillante storico delle religioni. Nel periodo che va dal 1934 fino alla sua partenza dalla Romania, nel marzo 1940, gli articoli politici costituiscono solo una piccola parte rispetto alla sua attività scientifica e letteraria. Tutti gli altri lavori vengono taciuti, come se per sei anni Eliade non fosse stato altro che un ideologo della Legione, almeno questo è quel che può capire dal libro di Lincoln un lettore più giovane, che volesse avviarsi allo studio dell’opera dello storico delle religioni romeno. Sono ignorati tanto il volume sullo yoga, pubblicato nel 1936 [2], quanto anche i volumi di saggistica e di prosa pubblicati in questo intervallo di tempo, per non parlare della produzione pubblicistica e della redazione della rivista «Zalmoxis».
Qui di seguito menzioniamo alcuni degli errori che si trovano nel libro. Eliade non ha scritto soltanto in giornali di destra, come tendenziosamente si afferma alla nota 32 di pagina 36 [3]. Tra le centinaia di articoli pubblicati in gioventù, soltanto alcuni furono pubblicati in quotidiani di questo genere. Si afferma in modo falso che «Vremea» rientrerebbe nella medesima categoria, sebbene fino al 1936 avesse un orientamento di centro-sinistra, diventando un giornale di destra solo in seguito. A p. 28 [4], non può essere stabilita una correlazione causale o di altro tipo tra il fatto che nel 1927 Eliade pubblicava il ciclo Itinerariu spiritual e Corneliu Codreanu fondava la Legione dell’Arcangelo Michele. Questo stile, di giustapporre avvenimenti disparati, è molto tendenzioso e manipola il lettore. Ci sono poi delle note in cui sono citati articoli scritti da Eliade, ma là il riferimento rinvia alla letteratura secondaria, ad esempio le note 42, 43, 44 di p. 39 [5].
Giacché è un libro evidentemente scritto contro Eliade, sarebbe stato onesto citare dai suoi articoli, cosicché il lettore potesse decidere da solo se la dimostrazione di Lincoln si basa su fonti primarie o ha solamente compilato dalla letteratura secondaria. Tendenziosa è l’interpretazione del citato di p. 40 [6] (in cui Eliade si riferisce alla sorte di coloro che rinunciano al “romenismo”), perché da nessuna parte nel testo di Eliade si suggerisce che «la loro morte verrà per cause naturali o da parte dei romeni più ferventi che essi hanno offeso», come scrive Lincoln (p. 41) [7]. Tra il citato di p. 50 (tratto dall’articolo I piloti ciechi) [8] e la deduzione di Lincoln, che «la bordata di Eliade [fosse] diretta contro gli ebrei (presunti) ricchi, chiassosi, astuti e avidi di potere» [9], non può essere stabilito alcun rapporto sillogistico o di causalità, dato che per Eliade “i piloti ciechi” erano i rappresentanti della classe politica di quell’epoca, non gli ebrei a cui si riferisce l’autore del volume. Eliade ha scritto dodici articoli a favore della Legione, non quindici, come si afferma nel testo a p. 46 senza elencarli [10]. La conclusione del secondo capitolo, a p. 51, che dopo la guerra Eliade avrebbe cambiato «un po’ posizione», ma che «il suo schema è rimasto relativamente intatto» [11], non è sostenuta da alcun genere di argomento, né è dedotta dal materiale analizzato nel capitolo, ma rappresenta la semplice opinione soggettiva di Lincoln.
La seconda parte del libro è più equilibrata, aggiornando la recente bibliografia pubblicata su questo argomento, ma anche sul tema più generale dell’ascesa del legionarismo nella Romania interbellica. A seguire, Lincoln si sforza di istituire una connessione tra il passato politico di Eliade e l’assassinio di Culianu, riprendendo un’ipotesi avanzata in precedenza da Moshe Idel secondo la quale quest’ultimo sarebbe stato ucciso non dalla Securitate romena, bensì dai vecchi legionari di Chicago. Non viene precisato che età avessero detti legionari nel 1991 e come potessero commettere un crimine così perfetto, mentre il citato alla pagina 163 (conversazioni con Eugen Vâlsan, ex legionario) mostra esattamente il contrario, che i rapporti tra loro e Culianu erano del tutto cordiali [12]. Rasentando il ridicolo, Lincoln suggerisce che la moglie di Eliade, Christinel, sarebbe stata implicata, indirettamente, nell’assassinio di Culianu, a causa dell’antipatia profonda che nutriva nei suoi confronti e a motivo dei propositi di Culianu di tradurre e pubblicare in inglese i testi prolegionari scritti da Eliade. Questa ipotesi è in effetti la sola novità che il libro avanza, venendo respinta in modo categorico anche in altre recensioni, tra cui segnaliamo quella di Bryan Rennie [13].
In conclusione, apprezziamo il notevole impegno che il professore nord-americano ha profuso nel documentare e nello scrivere questo libro, sebbene esso sia profondamente ingiusto e calunniatore nei confronti di Eliade. Dal punto di vista ermeneutico e della storia delle idee, è nettamente superato dai lavori di Sorin Alexandrescu, Liviu Bordaș, Giovanni Casadio, Bryan Rennie, Mac Linscott Ricketts, Roberto Scagno e Natale Spineto.
Gabriel Badea
Traduzione di Igor Tavilla
(n. 4, aprile 2025, anno XV)
Nota della redazione: Il testo qui pubblicato è uscito in romeno (Eliade și Culianu: un nou thriller hermeneutic) sulla rivista «Convorbiri literare», CLVIII, n. 3 (351), marzo, 2025, pp. 123-124. Traduzione di Igor Tavilla.
NOTE
[1] Mihail Sebastian, Diario 1935-1944, a cura di Mauro Barindi e Horia Corneliu Cicortaș, Castelvecchi, Roma 2024.
[2] Mircea Eliade, Yoga. Saggio sulle origini della mistica indiana, a cura di Ugo Cundari, Lindau, Torino 2017.
[3] «When “Cuvântul ”was available, it remained Eliade’s favorite outlet; when it was closed, he shifted primarily to “Vremea”, which was equally right wing in orientation. He also occasionally published in “Axa”, “Buna Vestire”, “Iconar”, and “Sânziana”, official publications of the Legion».
[4] «In the same year that Eliade published his “Spiritual Itinerary,” Corneliu Zelea Codreanu, who also yearned for Romanian greatness of a spiritual sort, led a small splinter group out of A. C. Cuza’s National Christian Defense League, then the most important party of the ultranationalist Right».
[5] Nota 42: «See further Oana Soare, Ce fel de revoluție dorea Eliade?, «Diacronia» (2013): 371–80, reprinted in Luminiţa Botoșineanu, Daniela Butnaru, and Ofelia Ichim, eds., Metafore ale devenirii din perspectiva migrației contemporane (Iași: Alfa, 2013), pp. 371–80».
Nota 43: «Most fully and perceptively, see Raul Cărstocea, Breaking the Teeth of Time: Mythical Time and the ‘Terror of History’ in the Rhetoric of the Legionary Movement in Interwar Romania, «Journal of Modern European History», 13 (2015): 79–97».
Nota 44: «On fascist discourse regarding the “new man,” see Jorge Dagnino, Matthew Feldman, and Paul Stocker, eds., The “New Man” in Radical Right Ideology and Practice, 1919–1945 (London: Bloomsbury Academic, 2018). On its prominence within the Legion, Valentin Săndulescu, Fascism and Its Quest for the ‘New Man’: The Case of the Romanian Legionary Movement, «Studia Hebraica», 4 (2004): 349–61; Cecilie Endresen, Romania’s Saving Angels: ‘New Men,’ Orthodoxy, and Blood Mysticism in the Legionary Movement, «Bulletin for the Study of Religion» 41 (2012): 16–22; Rebecca Haynes, “Die Ritualisierung des ‘Neuen Menschen’—Zwischen Orthodoxie und Alltagskultur,” in Heinen and Schmitt, Inszenierte Gegenmacht von Rechts, pp. 89–112; and Ronald Clark, “Salience of ‘New Man’ Rhetoric in Romanian Fascist Movements,” in Dagnino et al., The “New Man”, pp. 275–95. On Eliade’s enthusiasm for this notion, see Michel Gardaz, Mircea Eliade et le ‘nouvel homme’ à la chemise verte, «Numen» 59 (2012): 68–92».
[6] «To renounce “Romanianism” means for us Romanians to renounce life and take refuge in death. There are people who have done this. God forgive them! But since when are the majority of us who live in this country obliged to debate the case of hundreds or thousands of unfortunates who have, through stupidity or lack of masculinity, chosen their own death? Romanianness, that is, this living organism in which we all participate, eliminates them from itself. All the inertia of their dead corpuscles is in vain; sooner or later, they will naturally be undone and they will fall».
[7] «When the foolish, effeminate nonpatriots are said to have “chosen their own death”, does one expect their death to come from natural causes or at the hands of the more fervent Romanians they have offended?».
[8] «I know very well that Jews will scream that I am an anti-Semite; and the democrats, that I am a hooligan or fascist. … And it does not irritate me when I hear loud Jews screaming “anti-Semitism”, “fascism”, “Hitlerism”! These people, who are lively and farsighted, defend their economic and political primacy, which they gained with so much hard work and on which they have squandered so much intelligence and great sums of money. It would be absurd to expect the Jews to resign themselves to being a minority, with certain rights and very strong obligations, after they have tasted the sweetness of power and have conquered so many positions of command».
[9] «Eliade’s swipe at the (purportedly) rich, loud, shrewd, and power-hungry Jews».
[10] «Eliade wrote fifteen articles of enthusiastic support for the Legion between January 1937 and February 1938, when King Carol established a royal dictatorship and suppressed all legionary activity».
[11] «After the war, Eliade shifted slightly once more [...] Otherwise the schema remained more or less intact».
[12] «Culianu arrived in Chicago thanks to Mircea Eliade and Eliade was a legionary, although he didn’t engage in legionary politics. I was in the same concentration camp with Eliade. After that, he no longer engaged in legionary politics, but in his essence he remained what he was. From this point of view, grosso modo, Culianu being close to Eliade’s world, he also belongs to our family. The fact that he was shortly going to marry a Jew was his business. We weren’t happy about that, but it did not concern us. It is just another absurd hypothesis. In fact, they are only looking for a reason to implicate us. The last time I encountered Culianu was in church at Easter. Our relations were more than cordial. All the legionaries, however many there are, called me to hear the news and were pained. We categorically reject any accusation concerning our involvement in the death of this Romanian scholar».
[13] Cf. Bryan Rennie, Alternative interpretations of manifold texts: the case of Mircea Eliade’s political writings, «Religion» (2024), pp. 1-22.
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