«L’Italia mia» di Otilia Doroteea Borcia

Segnaliamo la raccolta poetica bilingue Parlando con te, Signore! Vorbind cu tine, Doamne! (Ed. Eikon, Bucarest, 2022), a firma di Otilia Dor (Otilia Borcia). Nella prefazione di Gheorghe Lăzărescu, professore, storico e critico letterario, si legge:
«Il monologo lirico di Otilia Dor (Otilia Borcia) s’iscrive, come lei stessa dice, “nel dialogo con il mondo intero”. La lirica introspettiva, di profonda conoscenza di sé, si concentra sul suo destino di donna e di poetessa, che ha “giardini di parole da procacciare”, mantenendo il “ritmo non sincopato del sangue che corre torrente” e non volendo più scrivere sulla carta, ma “su fogli d’aria”, metafora della creazione slegata dalla materia e data a noi lettori, invitati ad accompagnarla nel suo volo verso il “tutt’essere”».




PERPLESSITÀ

Non mi arrabbierò con te, Signore,
se mi ridarai un pezzo del mio cammino
forse l'ultima volta ho fatto un passo falso,
forse ho dimenticato che mi stai sempre vicino.

Avevo paura, ma hai accettato il mio silenzio
come la supplica di non smarrirmi mai più.
Hai annaffiato con acqua santa il mio pensiero e la mia casa
sussurrandomi che ho ancora da impastare del pane quaggiù.

Forse non è stato tutto come speravi e so bene
che il mio errore è spesso rimasto sulla soglia,
ma volevo sentirti accanto a me, Signore
quando sceglievo che ho scelto
di buona voglia.

 

POETESSA, TARDI

Mi sono vergognata spesse volte nel mondo
per le parole che ho scelto
quando mi sono affrettata a metterle in versi
senza perle e smeraldi come ornamento.

È troppo tardi, i poeti più giovani
mi avvolgono in una nuvola di poesie.
Mi piace leggerli e scoprire
nei loro versi pazze fantasie!

Io appartengo ad altri tempi
e al mio sogno non posso rinunciare
E finché Dio mi permetterà
avrò ancora giardini di parole da pronunciare.

 

CREDO

La mia morte non sarà brutta
perché mi son fatta un corredo
per l'eternità.
L'ho intrecciato con i sorrisi dei bambini
quando giocavano a Mosca Cieca
e a quello che mi piaceva di più
in verità,
all'Uomo nero
che cercherà
di venire
non all'Una
come usava farlo con esattezza
ma all’ora
Una e mezza!

 

SPERANZA

Mi fischia nella tempia del mio cuore
un inverno con nevicate ventose
pensavo che non fosse venuto adesso
per setacciare su travi e tombe,
rimpianti e cose dolorose

sopra i brividi
a stento sopportato
sulla paura dall'abisso del mio pensiero
sulle rassegnazioni pietose.

È venuto a rubare l'equinozio
quando stava per arrivare la primavera
e c’eravamo appena liberati dai mucchi
di neve, nello scendere presto la sera.

Abbiamo dimenticato di ringraziare il Padre
per ciò che è stato e per ciò che sarà,
per il pane piovuto dal cielo,
per la discesa dello Spirito Santo,
e dell’acqua viva che si berrà.

Il mio cuore
non ti vuole più, inverno,
dal troppo amar
affaticato,
aspettavo che arrivasse la primavera,
il tuo nato, che sotto la candida neve
fu germogliato.



LA POESIA OGGETTIVA

La poesia oggettiva esiste.
Essa è una conseguenza
di quello che il soggetto,
che siamo noi
sopporta di portare
a spalle nude
in carichi di emozioni
quasi uguali,
ma non ugualmente distribuite.

Quando camminiamo per la stessa strada
ci sembra che qualcuno
ci prelevi
una parte dell'eternità
e che gli uomini
siano delle ombre
piegate dall'infelicità
con le aspirazioni
che avevano
ormai appassite.





Otilia Doroteea Borcia
(n. 1, gennaio 2023, anno XIII)