«Ombre e luci». Versi di Lucia Ileana Pop

Lucia Ileana Pop è nata a Desești, Romania, nel 1977 e vive in Italia, ad Ardea (RM). Ha conseguito la laurea in Lettere con doppia specializzazione (Romeno-Etnologia), un master di II livello in Etnologia e Antropologia sociale in Romania; stabilitasi in Italia, si laurea in Scienze dell’Educazione presso l’Università Roma Tre e supera un Corso di perfezionamento in Didattica dell’italiano lingua straniera o lingua seconda presso l’Università per Stranieri di Perugia.
È stata docente di Lingua e letteratura romena in Romania e dal 2014 è collaboratrice dell’Istituto della Lingua Romena di Bucarest, insegnando Lingua, cultura e civiltà romena in Italia.
Ha pubblicato in Italia due libri di versi in edizione bilingue (romeno-italiano): Scântei de suflet / Scintille dell’animo, Rediviva, Milano 2020 (per il quale ha ricevuto il Premio della Rivista Marmația Literară, rivista del Festival Internazionale di Poesia di Sighetu Marmației) e Umbre și lumini / Ombre e luci, Rediviva, Milano 2022, in Romania un volume di poesie per bambini, Poezii vii pentru cei mai frumoși copii, Vatra veche, Târgu Mureș 2022, nonché un Jurnal de departe în timp de pandemie, Eikon, Bucarest 2021. Ha anche tradotto in italiano due volumi di poesia di due autori romeni, Darie Ducan e Daniela Marchetti.
È presente in dieci volumi collettivi italiani e romeni. Collabora con diverse pubblicazioni periodiche d’Italia e di Romania, riviste cartacee o elettroniche sulle qualipubblica poesia, articoli, saggi, recensioni di libri e traduzioni dall’italiano al romeno e dal romeno all’italiano ed è editrice e collaboratrice della rivista Timpul Belgia (con sede a Bruxelles). È inoltre presente nella Poetry Sound Library.
Dal suo ultimo volume bilingue, Ombre e luci (Rediviva, 2022), pubblichiamo la prefazione della scrittrice Ingrid Beatrice Coman-Prodan e una selezione di versi.


Prefazione
 

Ombre e luci è un volume di poesie attraverso il quale l’Autrice pare abbia bussato alle porte di tutti noi, in un momento in cui nessuno bussava più alla porta di qualcuno, per raccogliere da ognuno di noi un barlume di pensiero, una paura, una disperazione, una speranza, metterle assieme e trasformarle in poesie da restituire a noi come lettori.
«Esiste una musica della parola...» dice l’autrice in una delle poesie (C’è musica in tutto), e questo volume fa risuonare una canzone per ogni piega dell’animo umano in tempi difficili. 
Eravamo parte di un tutto che soffriva frammentato in decine di migliaia di cocci umani e potevamo trovare conforto soltanto attraverso l’eco lontana di quelli che, proprio come noi, soffrivano isolati nella propria solitudine forzata, costretti ad affrontare un mostro invisibile, dalle mille teste. Avevamo paura, una paura ancestrale e difficile da definire, ci sentivamo di colpo deboli e vulnerabili:

Con la morte davanti sentiamo che la vita è un istante
spazzato via a volte da un colpo d’ala
(Con la vita davanti, con la morte davanti…)

Eravamo, tutt’a un tratto, smarriti nelle tenebre intrecciate in modo misterioso alla luce:

Tra luci e ombre
oscilliamo
indefessi per tutta la nostra vita
(Ombre e luci)

A pensarci bene, noi non siamo diventati, così, all’improvviso, gracili, ma ci siamo accorti di essere stati da sempre vulnerabili davanti alle forze invisibili, superiori o no, e le circostanze create dalla pandemia non hanno fatto altro che mostrarci quanto siamo fragili e quanto dovremmo far tesoro di ogni squarcio di vita e di ogni attimo:

Suono di pianto, immagine di tuono,
giornata all’imbrunire, cielo che s’annuvola,
notte di tempesta quando le nubi si adunano,
alba d’urlo, inizio di bufera,
speranza frustrata, uccello dilaniato,
arduo volo nella tempesta, uccello impazzito,
allegria insana, morte pura
è ciò che i tempi oggi ci mostrano.
Sogno di fede folle cenere accoglie…
(Tutto è cenere)

Chi tiene in mano la penna sa bene che non può trovare risposte o soluzioni immediate ai nostri bisogni pratici, ma può domare, nel modo unico proprio di ogni scrittore, la parola, e trasformarla in preghiera:
Dammi altri giorni, Signore!
Lasciami altri istanti, Signore!
(Lasciami ancora qualche istante, Signore!)

Cosa ci resta quando non ci resta più niente? Questa domanda s’insinua negli angoli più nascosti della nostra anima. Ci resta... l’impalpabile che diventa di colpo l’unica cosa che puoi toccare, sentire; ci resta l’ostinazione di chi vuole vivere; ci resta la speranza:
La speranza… la più immortale non-presenza
e la più sorprendente sapienza.
(La speranza)

E chi meglio del poeta può ancora sperare quando tutto sembra perduto, e trascinare anche noi nelle terre immacolate della poesia, là dove la vita, l’amore e la luce seguono leggi invisibili e sconosciute all’occhio del comune mortale:
Un eterno innamorato è il poeta,
innamorato della vita, di persone, di idee.

Lui vede in ogni cosa la luce
che il suo animo proietta
e il suo amore senza fine
trasforma il nulla in infinito.
(Il poeta)

Lui resta l’unico in grado di domare il fuoco nelle ali della Fenice, che si ostina a morire sempre della stessa morte, e allinearle di nuovo al volo primordiale: 
E dalla cenere del nostro mondo ora,
tramite unità e solidarietà
un mondo nuovo creeremo, migliore forse,
che ci permetterà di uscire senza troppe perdite, ci auguriamo,
da questa terribile tempesta.
(Rinasciamo dalla cenere)

La Fenice vive e muore dentro ciascuno di noi, siamo noi, in realtà, e continua a morire e a rinascere a ogni tragedia e a ogni bivio del destino. E nonostante la nostra tendenza a trasformarci, a volte, in veri e propri portatori di morte, per via delle nostre azioni sconsiderate o semplicemente per via della nostra indifferenza, restiamo irrimediabilmente innamorati della vita:

Quando solo una goccia di nostalgia
ha incontrato un canto alla fonte,
ho capito che non si potrà fermare
e che giammai potrà morire.
(Nostalgia)

Non muore il desiderio in noi, ma tante volte ce ne dimentichiamo e allora occorre una penna delicata come quella dell’autrice Lucia Ileana Pop per risvegliare la memoria dormiente nel profondo del nostro essere.

Ingrid Beatrice Coman-Prodan




Una pagina bianca

 
Ho ricevuto in dono
una pagina bianca.
L’ho osservata sorpresa,
perché non capivo quale senso
potesse avere.
L’ho voltata impaziente,
cercando di scoprirlo,
ma per quanto ci abbia pensato
un senso non l’ho trovato.
Poi mi sono destata
come da un sonno profondo,
dopo avere perduto del tempo prezioso,
e mi sono detta che non c’è nulla
a questo mondo privo di senso.
Infatti la pagina bianca la posso riempire
e, per di più,
posso riempirla come piace a me.
Con cosa però? Mi sono chiesta,
e in fretta mi hanno risposto
le parole da ogni parte.
Dovevo solo sceglierle...
E le ho scelte, con amore,
pur consapevole
che la mia pagina piena di parole
sarà un po’ meno bella
a un primo sguardo,
perché dovrà essere capita.

 

La domenica è in noi!

Ogni giorno è lunedì
e con gli occhi pensierosi guardiamo
il mondo che ci circonda,
che dobbiamo tenere „a distanza”.
Siamo stanchi di tanta ansia
e di tanti “non si può”
le nostre attese si sono tramutate in cenere
e sono state portate al largo
dalle onde azzurre del mare,
che non possiamo più sfiorare
se non col pensiero, col sogno
di uno sguardo da tempi andati
con fragranza di attese possibili.
Ogni giorno è lunedì,
ma, se sappiamo cercare,
la domenica è in noi!

 

Resistiamo

Resistiamo, perché viviamo sempre
in due mondi, non in uno soltanto.
E quando il mondo esterno ha spine e ci fa sanguinare,
troviamo conforto nel mondo che è in noi
e le ferite pian piano le guariamo.
Se fuori ci sono nuvole e c’è tempesta,
con la gioia ci costruiamo un ombrello robusto e dorato
e resistiamo.

A volte succede di essere obbligati
a separare l’animo dal corpo,
per non stancarci a sopravvivere,
e allora mandiamo per un po’
la nostra anima in un estenuante viaggio
dal quale torna fortificata,
più saggia e guarita.

Non possiamo però mai dimenticare
che siamo fatti di due universi,
quello di dentro e quello di fuori,
con la necessità di vivere insieme,
in una unione di nuovo consacrata.

Perciò resistiamo e continuiamo a lottare,
se il tempo è brutto per portare il sereno,
affinché la nostra anima e il nostro corpo restino assieme.
Con una semplice speranza ci diamo luce
e resistiamo…

 

Il desiderio

Mi sono sempre chiesta
come potrei afferrare
il tempo in un pugno,
addomesticarlo, insegnargli
a correre un po’ meno,
a essere più paziente
e più generoso.
Per troppe volte
l’ho visto passare in fretta
e proprio quando
avrei desiderato ancor più
fermarlo, chiacchierare con lui,
sperando di convincerlo
che ha troppa fretta.
È in ogni caso infinito,
dunque potrebbe essere più indulgente
con la vita di un istante…

 

Sono un albero

Sono un albero
con le radici
profondamente infitte
nel sangue della Romania,
che lo nutre
e gli dona energia
perché si sollevi verso il cielo
nella ricerca della speranza,
della luce,
spandendo a volte i rami
verso gli animi intorno
come in un abbraccio
rivelatore.


Lucia Ileana Pop
(n. 2, febbraio 2023, anno XIII)