Sub rosa: 7 poeti che svelano i segreti di Euterpe. Claudia Partole

In questo numero inauguriamo la rubrica Sub rosa, il cui nume è una forma abbreviata dell’espressione latina Sub rosa dicta velata est («ciò che viene detto sotto la rosa è segreto»), che ricorda come la rosa nei miti antichi fosse un simbolo di silenzio e di riservatezza. La frase latina significava che, se si poneva una rosa sul tavolo, chi aveva ascoltato o detto qualcosa era impegnato a tenerlo segreto. La rosa era, sia nell’antica Grecia che a Roma, il fiore dedicato a Horus, dio del silenzio.
Claudia Partole è membro dell’Unione degli Scrittori della Repubblica di Moldavia e dell’Unione degli Scrittori della Romania. È  nata il 14 giugno 1955, nella Repubblica di Moldavia. Ha studiato giornalismo all’Università Statale della Repubblica di Moldavia.
Dal 1982 pubblica prosa e poesia per bambini e adulti. Tra i più apprezzati ci sono i libri per bambini: Aspettando la mamma, Dall’inizio del mondo ‘sto detto, Quando ero un angelo, L’invasione, Il fiore dell’amore, Lola, la bella, Il gatto dalle sette vite (racconto tradotto in italiano: Il Gatto Farfallone – Another Coffe Stories). Libri per ragazzi: Il bambino dalla gabbia, Il mio amico eleniS. Diario ingenuo, Rebella, Il ventoso. Libri per gli adulti: Siamo uccelli quando nasciamo, Salmi di Maria Maddalena, Un momento, Io sono; Sopra i propri pensieri, Vita di una notte o Totentanz (romanzo tradotto in italiano, La vita di una notte, Supernova, Venezia), Paesaggio con mattine e attimi, L’ultima amante, La rosa del deserto, La straniera...
È titolare di numerosi riconoscimenti: il Premio UNESCO; Diploma d’Onore IBBY; Premio dell’Unione degli scrittori della R. Moldova − prosa; Il premio del Ministero dell’Istruzione della R. Moldova per la drammaturgia; Premio «Libro dell’anno» in diverse edizioni del Salone Internazionale del Libro per bambini e giovani (Chișinău), Premi «Ion Creangă», «Constantin Stere», Medaglia Eminescu.

 

Claudia Partole


Paesaggio oscuro:

una candela appena tremolante
resuscita il respiro di un mondo suicida
con il respiro della Poesia.

 

Girasole

Chino la fronte davanti a lui.
Lei, il mio fiore, mi cerca, mi vede,
mi dà i suoi semi del silenzio.
I miei pensieri urlano
riempiono i semi vuoti
con il nucleo della speranza.
Sbuccio un pensiero,
poi un altro, un altro e
assaggio l'aroma del girasole
nel mio dentro…

 

La luce dentro di me

È la luce dei miei pensieri.
Quando si accende, diventa un fuoco
e mi sento bene,
come se fosse inverno attorno
e io camminassi tra la neve
alta fino alla cintola...
e alla fine della strada
qualcuno mi lancia un pesce ardente.
Con mani rigide spezzo i rami
e il fuoco ardente illumina il mio viso,
scoppiando di gratitudine
nella sua danza felice.

Altrimenti come potrei sapere
che ho la luce dentro,
luce verso cui devo andare lontano,
raccogliere molti rami secchi
finché non si riscalda un fuoco
che tocca con la sua lingua
la cima di un albero che io
mai raggiungerò.

 

Oggi

Sono il proprietario di una nocciolina −
è questa la mia casa,
il posto dove nascondo i miei sogni
dagli occhi del mondo.
Sovrana sono di questo mio dado!
Da un po’
qui colgo i miei desideri.
Fino a ieri adattava tutta
negli occhi di un cane randagio
assieme ai vestiti,
pensavo d’esistere...

Chi sono?!
Eccomi nel Tuo palmo,
puoi fare qualsiasi cosa con me!
Se potessi darmi un'altra possibilità,
sarei migliore
vivrei più bello
senza disturbare l'aria,
senza spaventare le mattine...

 

Sui sentieri arrugginiti...

con passo autunnale
raccolgo i tesori di Mida.

 

A volte

non sono presente io,
è il deserto dentro di me.
Iene affamate mi lacerano...
Qualcuno chi vede
corre a salvarmi.
Rimane una ferita
in sé stessa fessurata.
Nemmeno il falco la vede,
sempre vigile,
io solo sento presente
la freccia e il sapore del sangue...
E per questo che in segreto allevo
un sogno-guarente, un raggio-speranza
che ride e piange assieme...

A volte sento
son tutta presente dentro me!
L'universo mi prende tra le sue braccia
come fosse l'anima incarnata di un bimbo,
mi bagna nei mari di luce...

Ora mi sembra
(ma forse mi sbaglio?!)
son’io entrambi là...
dentro di me.
Non grido, sussurro solo:
Carpe diem! 

Questo momento
(con tutto quello che porta)
lo adotto, lo vesto di parole,
lo vivo...

 

Sento

come mi copre
la Signora impotenza. –
Come una consolazione,
come la penitenza
tra le sue braccia di ametista...
mi schiaccia.
Divento un evaso
dalle bestie inseguito
sui crinali delle montagne,
spinto sul ponte più stretto…
sopra il vuoto dove segue
la notte straziante
dagli occhi bendati,
guidata tuttavia
dalla Speranza...

 

Pensieri sotto assedio

Alcuni si sono rifugiati,
altri appena respirano
sotto le macerie.
Schizzati dai proiettili,
le preghiere invano salgono,
la speranza accarezza
la mia ala ferita...

 

Il mio tempo sciolto in parole...
(trittico)

                   Sempre più profondo
                        i ricordi affondano in noi:
                        stalattiti e stalagmiti...
                        Si sciolgono, leccandoci
dal cuore al tallone,
                         ci trasformano in souvenir.

La mia parola dal mio Corpo viene.
Prendila! È una eucaristia!, mi hai suggerito.
Santificalo quando ti sfugge dalla bocca.
Non c’è un sussurro, un sogno, un dolore,
nessuna gioia che non abbia ascolto!
Illuminata dal silenzio ho ascoltato
e ho pianto versi.

***

La parola sollevata dalla mente,
accarezzata dal cuore,
abbraccia la Verità.
La mela con il suo profumo ingannevole
mi ubriaca,
e il serpente guarda curioso
dagli altari.

***

Per resistere alla tentazione, dico:
Signore, non lasciare i miei pensieri orfani
filati nelle parole, non lasciare il vento
strapparle non benedetti
dalle mie labbra.
Non lasciare vedove le mie parole.
All’ira comanda
che non le spogli.
Allunga il momento dell'attesa e
dammi un altro passo
finché potrai avvicinarmi al giorno
che setaccerà nel grande silenzio
le ceneri dalle mie preghiere...


Traduzione e cura di Eugenia Bulat
(n. 4, aprile 2023, anno XIII)