«Parlare come nascere». Versi di Annamaria Ferramosca

Con il titolo Parlare come nascere, presentiamo una selezione di versi della poetessa Annamaria Ferramosca in edizione bilingue, con la traduzione inglese a cura di Anamaría Crowe Serrano. Le poesie sono tratte dalla raccolta Other Signs, Other Circles. Poesie 1990-2009 (Chelsea Editions, New York, 2009).




Ti ho disegnato un seggio

Ti ho disegnato un seggio
e l‘ho dipinto ironico
trono di girasoli a-capo-chino
Ti ho immaginato sguardo-nel-fogliame
paralisi stupita delle labbra
domanda fusa al tocco delle dita

E non posso risponderti
ma devo
insolentirti col muso della volpe
intimidirti per l’occhio dilatato
nella consolazione di una sillaba

E giustamente tu ora mostri i denti
alla volpe braccata nel sentiero
delle Parole, fino alla sua gabbia
Impossibile snidarla, impossibile
anestetizzarla
Le ridono intorno sbarre orizzontali
lievi come linee d’orizzonte
(orizzontale e lieve è la scrittura)
Non ti resta
che lanciarle grida d’amore come sassi
nel centro esatto dei suoi cerchi d’aria

Dal cuore spicco i semi al girasole
e lego il trono al polso e salgo i cerchi
E rido se ruzzoli dal trono
sparpagliando tutte le mie carte
anche tu in midriasi pupillare
parola ti dilata in canti e stelle

Così mi segui. Il sogno è un Librocielo
Noi sotto un planetario di manoscritti



I sketched a seat for you

I sketched a seat for you
and painted it as an ironic
throne of sunflowers bowing their heads
I imagined you as a glance-among-the-leaves

And I cannot answer you
though I must
insult you with a vixen’s muzzle                             
intimidate you with my dilated eye

And in fact you now show your teeth
to the vixen stalked along the path   
of Words, right up to her cage
It is impossible to flush her out, impossible
to anaesthetize her
Horizontal bars laugh all around her
light as lines on the horizon
(writing is horizontal and light)
The only thing for you to do
is to throw her cries of love like stones          
at the very centre of her rings of air     

I pick the sunflower seeds from its heart
and tie the throne to my wrist and climb the rings
And laugh if you roll off the throne
scattering all my cards
even you with mydriasis of the pupil
while the word dilates you into songs and stars   

That’s how you follow me. The dream is a Sky-book
We, under a planetarium of manuscripts             



Parlare come nascere

Voce che inseguo da più notti invano
Ne so bene l’attesa
e l’urto lancinante e l’onda
propagata lungo le strade a nord del cuore
Arriva
ed è squillo di bimba:
- Noi siamo come un violino, vero ?
Le parole
volano come la musica dalla bocca
e la lingua è l’archetto…
Ma se piango,
il legno del mio violino è come
un ramo sotto la pioggia? -

Parlare come
nascere agli altri, ogni volta,
venire
alla luce - bianca - dove
bianchezza è l’universo offerto delle note
brusio d’angeli sopra Berlino
sopra le regioni
fuori dal dubbio fuori dagli equivoci
Così i bambini parlano impastando la terra
col minimo dolore necessario

Parlare come
vivere con-dividere
ritmi segreti di qualche dio dei simboli
vibrazioni protette fino a un termine
dove la voce sarà oltremusica
pura  illimite
si lascerà
talking about - parlar di tutto
whispering - sussurrare
missing - annullare, perfino
(rumore di rugiada nella notte)

Domani, domani, quando?
Oggi piove
sopra il legno dei rami
Una sola parola
può uccidere, ancora
Una nota
far tacere un violino



To speak as if being born

Voice I have been pursuing several nights in vain 
I know the wait all too well
and the piercing blow and the wave 
propagated along the streets north of the heart
It arrives
and it is the call of a little girl:  
- We are like a violin, aren’t we?
Words
fly like music from our mouth
and our tongue is the bow…
But if I cry,
is the wood of my violin like
a branch in the rain?

To speak as if
being born to others, every time,   
to be born
unto the white light where
whiteness is the universe offered by the notes
the buzzing of angels over Berlin
over regions
outside doubt outside misunderstanding
This is how children speak kneading the earth
with the least pain needed

To speak as if
living par-taking              
in the secret rhythms of some god of symbols
in vibrations protected to the end
where the voice will become more than music
boundless   pure
free to               
parlar di - talk about everything
sussurrare - whisper                        
annullare - miss, even       
(the sound of dew in the night)

Tomorrow, tomorrow, when?
Today it is raining    
on the wood of the branches
One word alone
can murder, just   
One note      
can silence a violin




Un infinitesimo bianco

                                  (Dal telegiornale RAI del 26 dicembre 2008:
                                  Prende fuoco una baracca nella pineta di Castelfusano.
                                 Nell’incendio muoiono una donna romena di 33 anni ed il suo bambino.)

un infinitesimo bianco
un assestamento del pensiero - brevissimo -
sulla rovente prossimità del volo
sull’ultima tessera a comporsi

- ha tre anni mio figlio
e un respiro di resina nel sonno
ecco che allatta alla mia cenere
sul palmo delle mani abbiamo un marchio
a fuoco, di pinoli e bacche d’agrifoglio
ieri ne raccoglievamo ridendo
in lite con i merli -



A split second of light

(From RAI News, 26 December 2008:
 A fire has broken out in a hut in the Castelfusano pine forest.
A 33 year old Rumanian woman and her child have died in the blaze.)

a split second of light
a thought settles - ever so briefly -     
over the burning proximity of flight
over the last piece of the mosaic to be laid

- he’s three years old, my son
and breathes resin in his sleep
now he’s suckling on my ashes
on the palms of our hands we have the flaming
mark of pine nuts and holly berries
yesterday we were laughing as we collected them,
fighting off the blackbirds –




Evoluzione di una performance

vorrei dirvi -no- piuttosto dirti
la mia poesia, vorrei
da te ascolto lancinante
risposta acuminata
come fossimo solo noi due
con l’oceano nel mezzo
e ti stessi scrivendo
la mia lettera estrema, di consegna

così non mi esibisco
m’invento una parabola
più o meno acuta 
più o meno musicale
per chiederti una maglia
alla rete da lanciare
noi tutti in mare

se solo qui e subito ognuno
salendo sul mio palco
dell’incertezza
mi rispondesse muto
- in mano la sua lettera -
sarei il più raggiante dei vincitori
in questo silenzio
che ci esplode in segni



Evolution of a performance

I don’t want to tell all of you my poem 
just you, I’d like
piercing attention from you
a sharpened response
as if there were just the two of us
with the ocean in between
and I were writing you
my last letter

that way I can’t show off
I invent a parable
more or less clever
more or less musical
to ask you for some mesh
for the net we will all cast
out to sea

if only here, and at once, everyone
climbed onto the stage
of my uncertainty
and gave me a mute reply
- holding my letter in their hand -
I’d be the most radiant of victors
in this silence
exploding into signs around us




Noi etrusche

da voi parole-pietra, telepatiche
perché lungo il tempo
mai abbiamo smesso di parlarci fitto
sul bordo di labbra in sorriso
coprendovi lo sposo - lui convinto -
col braccio le spalle per il viaggio

noi furtive e ironiche
abbiamo già solcato quel mare languido
nella decisione che sarà più largo e pacifico
e maternale tutto ciò che da aruspici
abbiamo divinato   
l’attesa a noi si addice
e la festa, nel tempo di Horta delle messi
e di Feronia che fa correre in seno il latte
ancora per le mensa d’aprile prepariamo
l’agnello primo nato
e mandorle e miele

la danza a noi si addice, muove
solo per corde e voci, a ottundere
l’ultima eco di lame - fluttuano
ancora, agli uomini dietro la fronte -
a cancellargli il canone del rosso
rossa pelle di rosse vittorie 
cantiamo il ruotare di lune
sulle ombre azzurre dei rami dei nidi 

noi etrusche oggi, fianco a fianco
a liquefare il ferro delle spade
in conche d’esorcismo
e parole e parole a modellare
la vita in forme vive:
sostegni per la vigna,  sedie
per i racconti della sera

 

We Etruscan women

from you we have stone-words, telepathic
given that over time we’ve
never stopped talking to each other intently
from the corners of smiling lips
with your husband’s arm - confidently -
round your shoulders for the journey

we, furtive and ironic
have already sailed that sentimental sea
knowing that everything we’ve foreseen
as aruspices will be wider, more pacific
and maternal    
the wait suits us         
and the feast, in Horta’s season of harvests
and Feronia’s that makes milk flow in our breast
once more for the April table we prepare
the first born lamb
and almonds and honey

the dance suits us, it moves
only with chords and voices, blunting
the last echo of blades - still
floating in men’s heads -
erasing the red tradition
the red skin of red victories
we sing the moon’s rotation
on the blue shadows of branches, of nests 

we etruscan women today, side by side
liquefying all the iron of swords
in exorcistic bowls
and word upon word we model
life into living forms:
stakes for the vineyard, chairs
for night-time stories


Annamaria Ferramosca
Traduzione inglese a cura di Anamaría Crowe Serrano
(n. 8, agosto 2012, anno II)