Carteggio tra Henry Miller e Cioran

Domenico Brancale, poeta e traduttore, ci offre in traduzione italiana due chicche, due lettere scambiate tra lo scrittore e pittore Henry Miller e il pensatore Emil Cioran. Sono brevi missive che testimoniano il dialogo d’amicizia a distanza di due mostri sacri del Novecento, datate 1951, in cui lo scrittore americano rammenta anche il suo viaggio in Bucovina, a Cernăuți, nel 1928 – all’epoca ancora facente parte della Grande Romania – dove vide «le più belle donne d’Europa (a piedi nudi)».
Le presenti lettere sono apparse in Cahier Cioran (n. 90), a cura di L. Tacou e V. Piednoir, L’Herne, Paris 2009, pp. 507-508.

 

Due lettere di Henry Miller a Emil Cioran

 

[1]

Big Sur, California
19/02/51

Mio caro Signor Cioran,
il vostro libro [1] è arrivato da qualche giorno e per quel poco che ne ho letto mi pare molto interessante. Perdonatemi se non vi dico che l’ho letto dalla A alla Z in una sola tirata. Soffoco sotto i libri e sono strangolato dal lavoro. Detesto leggere solamente per un senso di dovere. Ma vi ringrazio d’aver pensato a me. Se soltanto avessimo sei paia d’occhi e tre paia di mani!

Cordialmente vostro
Henry Miller

P.S. E sono stato obbligato a leggere recentemente un centinaio di libri, perché scrivevo un libro (come un idiota!) su dei libri. Amerei essere (soltanto) un pittore!

 

 

[2]

 

Big Sur, 3 agosto ’51

Caro Signor Cioran,
ho apprezzato molto la lettera del 7 marzo – giunta dalla rue monsieur le Prince, indirizzo che posso vedere chiaramente a occhi chiusi. E voi parlate della rue Lhomond. Sì! Sì! Conosco bene l’effetto di certe letture. Cendrars [2] produceva lo stesso effetto su di me, leggendo i suoi libri. Senza parlare di Dostoevskij, Gor’kij [3], Andreev [4], Knut Hamsun [5] e tanti altri.
Curioso, ma la vostra lettera è giunta proprio nel momento in cui ricevevo una visita di un vicino – un Rumeno cha ha passato la sua giovinezza a Parigi studiando Medicina (Michel Vergano). Nell’ultimo libro della trilogia (Crocifissione in rosa) – «Nexus» [6] – parlerò un poco del mio soggiorno in Romania (1928) in Bucovina (Czernowitz). È nel vostro paese, tra i contadini, che ho veduto le più belle donne d’Europa (a piedi nudi).
Spero che abbiate letto «Il colosso di Marussi» (Éd. du Chêne, Parigi) [7]. Quest’avventura tra i Greci resta la più commovente, la più istruttiva della mia vita. Un piccolissimo paese, ma grande, grande.
Vi auguro un bell’avvenire a Parigi. Bisogna resistere – è tutto. Vi invidio di essere là dove sono stato sempre col pensiero.

Henry Miller

Inviatemi una cartolina, vi prego, datemi il titolo del miglior libro (in francese) di Panait Istrati [8] – e il nome dell’editore. L’ho letto tanto tempo fa, ma ho dimenticato i suoi titoli.



Traduzione di Domenico Brancale
(n. 6, giugno 2021, anno XI)





NOTE

1.Probabile riferimento al Précis de décomposition, 1949 (Sommario di decomposizione, tr. it. di M.A. Rigoni e T. Turolla, Adelphi, Milano 1996).
3. Blaise Cendrars (1887-1961), poeta e narratore francese di origine svizzera.
4. Maksim Gor’kij, pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov (1868-1936), scrittore e drammaturgo russo.
5. Leonid Nikolaevič Andreev (1871-1919), scrittore e drammaturgo russo.
6. Knut Hamsun, nato Knut Pedersen (1859-1952), scrittore norvegese.
7. H. Miller, Nexus, tr. it. di A. Pellegrini, Feltrinelli, Milano 2014.
8. H. Miller, Il colosso di Marussi, tr. it. di F. Salvatorelli, Adelphi, Milano 2000.
9. Panait Istrati (1884-1935), scrittore romeno, di origine greca e di espressione francese e romena.



Domenico Brancale (Sant’Arcangelo, 1976), poeta. Ha pubblicato: L’ossario del sole (Passigli, 2007), Controre (effigie, 2013), incerti umani (Passigli, 2013), Per diverse ragioni (Passigli, 2017) e Scannaciucce (Mesogea, 2019) che raccoglie i suoi testi in dialetto lucano. Ha curato il libro Cristina Campo In immagini e parole e tradotto testi di J. Giorno, Cioran, C. Royet-Journoud, Giacinto Scelsi, Artaud. È uno dei curatori della collana di poesia straniera «Le Meteore» per Ibis edizioni e «Prova d’Artista» per la Galerie Bordas.