Scuola Mosaicisti del Friuli, culla del mosaico moderno

Il Mosaico è un’arte antica e nobile, tradizionale ma anche innovativa. Ha sempre affascinato tutti. Ceppi e taglioli, martelline e pietra, tessere, smalti – il mosaico è un mestiere unicamente umano, irriproducibile da una macchina. Potrebbe durare per secoli, o anche millenni. L’Italia è uno dei paesi più visitati per i suoi mosaici ed è un punto di riferimento internazionale per lo studio culturale, la conservazione storica e la produzione di mosaici. Oggi conosciamo la Scuola Mosaicisti del Friuli, parte di un Consorzio che raggruppa 46 enti del territorio (fra Regione, Comuni, Camera di Commercio, Confindustria, Confartigianato, Unione Industriali etc.): una vera istituzione di importanza mondiale che raccoglie studenti di tutto il mondo ed esporta opere musive in tutti i continenti.

«La Scuola dei Mosaicisti del Friuli è l’unica scuola al mondo dove ci si può diplomare come maestri mosaicisti. Anche nel 2020 siamo stati premiati dalla presenza di una settantina di allievi che provengono da 18 nazionalità. Per venire qui a studiare bisogna essere maggiorenni ed essere in possesso di un diploma di studi superiori. Tanti sono soprattutto i laureati in architettura che vengono per specializzarsi in questa antica arte, che viene ancora molto utilizzata nel mondo contemporaneo. La nostra è l’unica scuola al mondo per la formazione di imprenditori artigiani specializzati nell’arte del mosaico». Così inizia il dialogo con Stefano Lovison, presidente del Consorzio per la Scuola Mosaicisti del Friuli, colui che porterà la storica istituzione verso il suo centenario. Un dialogo a distanza, come ai tempi della pandemia Covid, senza poter stringere una mano, o potersi meravigliare davanti a centinaia di mosaici che ricoprono l’edificio della scuola nella sede spilimberghese.



Il presidente Stefano Lovison

Scala storica Scuola Mosaicisti del Friuli 2020

La scuola del Mosaico venne fondata a Spilimbergo, nel lontano 1922, da Ezio Cantarutti (il sindaco di allora) e Lodovico Zanini (delegato della Società Umanitaria di Milano a Udine), a coronamento di una lunga tradizione del territorio che ha tracciato le vie del mosaico e del terrazzo in tutta l'Europa. Il presidente sottolinea che «la scuola nata nel 1922 è sempre stata un'opportunità per i ragazzi. Si poteva entrare da più giovani, a 12-13 anni. Anche perché, una volta finita la scuola, tanti prendevano la valigia e andavano in giro per il mondo a lavorare. Con un titolo di studio il giovane otteneva un certificato di garanzia, specificando che era una persona affidabile e preparata. In seguito, la scuola non ha mai avuto preclusione per altri allievi. Era sempre un crescendo di persone che venivano dal resto del mondo, dato che era un centro di riferimento internazionale. Ormai nelle nostre aule ci sono 50% di italiani e 50% di stranieri. Il bello della cosa è che l’insegnamento viene fatto tutto in lingua italiana. Dopo un anno passato qui tutti parlano bene la nostra lingua».
Dalle parole del presidente si sente l’orgoglio, tutto friulano, di poter rappresentare generazioni di mosaicisti, passate, presenti e future. Non è esagerato affermare che i maestri mosaicisti friulani siano i più bravi e famosi in tutto il mondo. Se camminiamo sui pavimenti del Foro Italico a Roma, o alziamo lo sguardo alla cupola in mosaico del Santo Sepolcro a Gerusalemme, se prendiamo la metro al Ground Zero di New York, o entriamo in un hotel giapponese, ovunque c’è un po’ di quella maestranza specifica friulana, che crea bellezza con le tessere del mosaico.



Scuola Mosaicisti del Friuli sede di Spilimbergo


La lunga tradizione del mosaico in Friuli parte da lontano, nel ’400, quando lavoratori del territorio erano conosciuti a Venezia per la realizzazione di terrazzi o per il battuto veneziano. I friulani hanno saputo fare tesoro del materiale portato dall’acqua – le pietre levigate e raccolte nei greti dei fiumi: i ciottoli bianchi dal Cosa, i gialli dal Meduna, e dal Tagliamento quelli neri, verdi e rossi. Nel 1582 il Consiglio dei Dieci ufficializzò addirittura il mestiere costituendo la Confraternita dei Terrazzieri. La posizione strategica dei friulani, vicini sia ad Aquileia, importante centro romano con l’opera antica musiva più estesa dell’intero Occidente, sia a Venezia con la sua tradizione musiva bizantina, ha fornito il contesto perfetto per l’affermazione di una continua manodopera specializzata prima per la Serenissima, poi per tutto il mondo.
Nel ’700 i friulani terrazzieri e mosaicisti erano a migliaia e alcuni con particolari doti artistiche e imprenditoriali hanno saputo trarne profitto. Dalla fine dell’’800 i friulani ormai sono maestri mosaicisti affermati e danno il via a una importante emigrazione, portando l’arte del mosaico in tutta Europa. Giandomenico Facchina (1826-1903) è il più famoso anche per aver inventato la tecnica del mosaico a rovescio su carta. Partito da Sequals, ha appreso il mestiere a Trieste, a 17 anni, mentre lavorava al restauro della cattedrale di San Giusto. Poi ha lavorato ai restauri della basilica di San Marco, ad Aquileia, per approdare a Parigi dove ha aperto un laboratorio. I suoi mosaici impreziosiscono oggi l’Opera di Parigi, il Sacro Cuore, il parlamento e il palazzo dell’Ateneo a Bucarest, poi Smirne, Buenos Aires e Tokyo.  
Facchina non è l’unico. Nel suo laboratorio se ne sono formati molti altri. Come lui tanti maestri sono partiti per la Croazia, la Serbia, la Germania, la Danimarca, il Belgio. Alcuni hanno attraversato l’oceano e agli inizi del ’900 i friulani hanno aperto ditte in America. Gli Avon, i Pellarin, i Del Turco, gli Odorico, i Cristofoli, i Mora etc. – sono alcuni dei tanti nomi che hanno viaggiato con la tecnica musiva in giro per il mondo.
           
      


Cupola Santo Sepolcro


Foro Italico Roma


Oggi invece è «il mondo» che torna in Friuli, a Spilimbergo. Allievi di 18 nazionalità diverse provenienti da tutti i continenti si riuniscono oggi nella sede della scuola per apprendere un mestiere antico. Da quando venne istituita la scuola mosaicisti a oggi poco è cambiato nella programmazione didattica. Nei tre anni di insegnamento tutto è centrato sulla formazione dell’artista-artigiano che, oltre all’esecuzione delle varie tecniche di mosaico, deve anche saper progettare. L’allievo deve saper eseguire tutto il processo esecutivo partendo dall’elaborazione del bozzetto, scegliendo i materiali, passando alla formulazione di un preventivo di costi e tempi di esecuzione, fino alla realizzazione e all’istallazione. La scuola è anche spazio di produzione per i lavori che arrivano da ogni parte del mondo. In questo modo gli allievi hanno la possibilità di imparare direttamente come affrontare le esigenze di una committenza. 



Saetta Iridescente – opera musiva per la metropolitana di New York, Ground Zero


Il presidente Lovison spiega che la scuola ormai è un centro internazionale e gli allievi capiscono subito le opportunità lavorative: «Quando esce dalla nostra scuola, l’allievo deve essere preparato per il mondo del lavoro. All’inizio partono in 30 e poi forse ne arrivano 15 alla fine, al termine del terzo anno, fra bocciature e ritiri – è una scuola molto selettiva. Però sono i migliori! Quegli allievi sono persone che trovano lavoro quasi al 100%. È un lavoro che ti porta a fare esperienze per il mondo. All’inizio si viaggia molto, poi si può decidere anche di aprire un’azienda, in Friuli o in Romania, in Giappone o in Cile. Noi abbiamo fatto una statistica delle aziende mosaiciste qui in Friuli Venezia Giulia. Siamo passati da una decina di aziende negli anni ’90, a oltre 60 aziende e partite Iva in pochissimi anni. C’è lavoro intorno al mosaico. Quando si parla di mosaico non si può pensare solo ai grandi mosaici, tipo il Foro Italico, o il Santo Sepolcro a Gerusalemme. Un allievo si può specializzare a fare oggettistica con il mosaico, o i gioielli col mosaico. È molto variegato l’utilizzo del mosaico – dalle grandi opere ai piccoli oggetti».



Allievi del terzo anno lavorano a un’opera collettiva (dicembre 2019)


E le donne? Sono ammesse alla scuola del mosaico? Il presidente commenta che «ormai il mondo del mosaico è completamente cambiato. È stato considerato a lungo un lavoro di fatica: ore e ore inginocchiati, non era considerato un lavoro adatto a una donna. Poi, bisognava andare a cercare il materiale nei greti dei fiumi, sassi colorati, ma pesanti. Poi invece, nei primi anni ’80, hanno cominciato a iscriversi le prime donne. Nel 2020 circa il 70% dei nostri allievi sono donne. E, di conseguenza, le famose 60 aziende di cui parlavo prima direi, che il 50% sono donne e il 50% sono uomini. Ormai il lavoro del mosaicista è un lavoro per tutti».

Oggi è proprio una donna la nostra unica connazionale tra le fila degli allievi del secondo anno.


Tatiana Catrinescu (Foto Copyright)

Tatiana Catrinescu, classe 1983, è romena originaria della Repubblica di Moldavia. Da piccola era appassionata di pittura e lavoro manuale. Ha avuto la benedizione di passare un’infanzia meravigliosa a Onești, regione Hîncești, dove partecipava ai gruppi tradizionali di ricamo, cucito e filatura della lana. Gli studi universitari l’hanno portata alla capitale moldava, Chișinău, dove si è laureata in pedagogia. Negli anni ha iniziato a viaggiare in vari paesi e ha scoperto l’arte del mosaico. Si è stabilita poi in Romania, nella città transilvana di Brașov, dove ha collaborato attivamente con un’agenzia di pellegrinaggi religiosi. Nel 2011 ha visitato per la prima volta la regione Friuli Venezia Giulia e la Scuola Mosaicisti del Friuli nella città di Spilimbergo e ne è rimasta impressionata. Dopo due corsi estivi brevi di mosaico direttamente nella scuola e nell’atelier della mosaicista Dagmar Friedrich, Tatiana decide di tentare di iscriversi. Ma solo nel 2019 ha potuto iniziare il suo percorso come allieva della Scuola Mosaicisti del Friuli.
Le abbiamo chiesto cosa significa il mosaico per lei e Tatiana ci ha risposto così: «Un po’ di anni fa, l’arte del mosaico per me significava mistero. Aveva destato in me il desiderio di scoprire quello che c’è dietro un’opera musiva, il più delle volte di dimensioni imponenti, che si conserva per secoli, che è composta da un infinito numero di tessere minuscole e che, sicuramente, riesce a portare immensa gioia a tutti coloro che possono ammirarla. Oggi, l’arte del mosaico per me significa realizzazione, tranquillità, creazione, ricerca, libertà, dono, pace, gioia, luce e certamente migliaia di colori!»
Tatiana è arrivata al secondo anno ed è sempre più innamorata della sua scuola: una scuola dove si prende in mano la martellina dal primo giorno e dove i maestri docenti sono un esempio, sostengono e plasmano ogni allievo, guidano e ispirano i giovani aspiranti mosaicisti. L’amministrazione ha creato un ambiente famigliare, tutti sono gentili e pazienti, e la fiducia è una costante della comunicazione. Ci sono 19 allievi nella classe di Tatiana, di 9 paesi differenti. Tatiana dice che «tutti parliamo lingue diverse, abbiamo cultura, educazione, priorità e principi diversi. Per fortuna questo fatto genera migliaia di motivi per conoscerci, per avvicinarci e per rallegrarci di essere insieme. Abbiamo il permesso di visitare le altri classi, di gioire insieme ai nostri colleghi ammirando le opere che si realizzano, in una continua contaminazione di idee e condivisione».
Tatiana è affascinata dal mosaico bizantino che è riuscito a dare a tutti una chiave di lettura della sacralità. Ovviamente lei non preclude nessun altro stile, non si potrebbe scegliere un solo stile o un’unica tecnica fra tutte quelle studiate a scuola. «Ognuna ha il suo fascino» dice Tatiana, e lei desidera «far conoscere a molte persone il Mosaico, perché può essere facilmente collegato con altri tipi di arte, tipo la fotografia o la pittura, oppure con un settore di attività come l’architettura o il design».
E i progetti futuri? Insomma, l’allieva romena ce la sta mettendo tutta per riuscire a finire il triennio nella Scuola Mosaicisti del Friuli per intraprendere poi la strada come maestra e fare del mosaico un mestiere e un’arte. Per questo Tatiana si affida anche al sostegno affettivo e spirituale dei suoi connazionali nella zona. Romeni e moldavi di Spilimbergo e dintorni formano una bella comunità ormai consolidata. L’anno di arrivo di Tatiana nella scuola – il 2019 – ha coinciso anche con la fondazione di una parrocchia ortodossa a Gradisca di Spilimbergo intitolata a San Giovanni Battista. La guida spirituale è il Padre Archimandrita Antonie Pinta di Sălaj, famoso esarca arrivato dalla Romania per istituire il Centro Pastorale «Andrei Șaguna-Metropolita della Transilvania» proprio nella cittadina friulana. Tatiana ci confessa che «Padre Antonie, con molto amore e ammirazione, si è proposto di abbellire l’edificio della chiesa della comunità con mosaici e mi ha chiesto di partecipare a questo ampio progetto. Sono sicura che sarà un’opera eccezionale, che ci innalzerà al Cielo».


Black Gilmore mosaico a tecnica diretta


Allievi per l’opera Black Gilmore – novembre 2018

E la pandemia? Cosa è cambiato per i mosaicisti in questo anno particolare per tutti? A detta del presidente Lovison, la scuola «è un’isola felice», è stata la prima e unica scuola aperta durante la pandemia. Tutta la parte della manualità pratica non si può fare a distanza. Mentre per le lezioni teoriche si può attuare la DAD, il lavoro di terrazzo o mosaico si fa dal vivo, gli allievi devono prendere la martellina, tagliare tessere e continuare la formazione. «Abbiamo pensato a un protocollo che potesse dare la possibilità di accesso alla scuola, con autocertificazioni e tutto», dice Stefano Lovison. «Il nostro è un edificio molto grande degli anni ’30 con ampi spazi. Noi possiamo lavorare in sicurezza. Per fortuna la regione ha creato un’Ordinanza ad hoc numero 12 del 3 maggio e noi, con orgoglio, il 6 di maggio abbiamo riaperto la scuola per le attività di laboratorio. Abbiamo lavorato tutti quanti con la mascherina e distanziati. Abbiamo prolungato un po’ a giugno e abbiamo finito tutti e tre i corsi. Quest’anno si sono diplomati 13 nuovi maestri mosaicisti. A settembre abbiamo integrato dei recuperi agli altri corsi. In questo momento noi continuiamo a lavorare nella stessa modalità. D’altronde i nostri allievi sono persone molto motivate: hanno limitato i contatti con la gente a rischio e rispettano le regole. Quelli che arrivano dall’estero a Natale si fermeranno qui e noi faremo tutto il possibile per permettergli di studiare».
La Scuola Mosaicisti è una realtà importante sul territorio della regione Friuli Venezia Giulia, che genera lavoro e turismo. Oltre alla parte didattica e produttiva, la scuola ha una media di 30.000 visitatori all’anno, il che la colloca fra le mete turistiche più importanti della regione. Dopo una chiusura nei mesi di marzo, aprile e giugno, la scuola ha riaperto le visite turistiche dopo la chiusura dei corsi. Secondo i dati forniti dall’amministrazione, quest’anno mancavano i pullman, ma sono arrivati gruppi di turisti. Nei mesi estivi più di 5000 visitatori hanno potuto ammirare dal vivo i mosaici, un turismo più regionale e italiano, però con una media giornaliera di 200 persone. Da novembre le visite sono di nuovo bloccate, però il presidente Lovison è ottimista, il loro primo pensiero va agli allievi. E chiudiamo il nostro dialogo sulle note di un invito speciale.
E noi cogliamo con piacere il suo caloroso invito: nel 2021 tutti alla mostra Mosaico&Mosaici, una ricorrenza annuale inaugurata a fine luglio con possibilità di visita per tutto agosto, in cui vengono presentati tutti i lavori degli allievi. Inoltre si possono visitare le aule dei mosaicisti e si possono ammirare le varie opere realizzate nei decenni dagli artisti. Sarà anche per noi un’occasione per meravigliarci o, come diceva Philippe Daverio nella sua ultima visita alla scuola, «qui si può ancora essere stupiti».


Atrio del Palazzo Storico della Scuola Mosaicisti del Friuli

Foto © Archivio Scuola Mosaicisti del Friuli

Reportage e interviste realizzate da
© Irina Niculescu

(n. 12, dicembre 2020, anno X)



Bibliografia e approfondimenti

https://scuolamosaicistifriuli.it/esposizione/

https://scuolamosaicistifriuli.it/storia-e-attualita/

https://alexandrupetria.files.wordpress.com/2013/09/literatorul_final.pdf

http://www.orizzonticulturali.it/ro_intalniri_Nicolae-Lascu-interviu.html

http://www.orizzonticulturali.it/it_studi_Silvia-Biasutti.html#:~:text=Dal%201860%20circa%20inizi%C3%B2%20la,Romania%20all'incirca%205.800%20friulani.

http://propordenone.org/wp-content/uploads/2020/10/23-7.pdf

http://www.vivispilimbergo.it/scuola-mosaico/