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«Che ne sarà dell’arte in quest’età brutale e tempestosa?»
E poi: le fini annotazioni dei particolari, come barlumi da una realtà corrente e contingente a una sempiterna, più alta e veritiera; l’avventura come metafora della vita nella ‘giungla d’asfalto’, per riandare ancóra al cinema, la Asphalt Jungle disperatamente disegnata nel ’50 (sempre quegli anni…) dal cineasta per eccellenza Huston e da uno Sterling Hayden al culmine del glamour e del carisma filmico; la bellezza, che per l’artista moderno è sempre una luce che illumina le nostre vite oscure, affinché il mondo torni «bello daccapo alla misura del cuore», ricordando i versi meravigliosi di Odìsseo Elitis in Sole, il primo (1943 – e torniamo qualche anno addietro…): «Gli uccelli verdi fendono i miei sogni / Parto con un’occhiata / Occhiata larga dove il mondo si rifà / Bello da capo a misura del cuore». Come per l’appunto dice Saul Bellow in un libro definitivo, un fantasmagorico romanzo-saggio sulla modernità – brillante di invenzioni stupefacenti e rutilanti dritte al cuore e alla mente come nel Мастер и Маргарита(Il Maestro e Margherita, 1966)bulgakoviano –, More Die of Heartbreak (Ne muoiono più di crepacuore, 1987), riprendendo un epocale passaggio di Matthew Arnold, «ciascuno di noi è consapevole di avere un piccolo ghiacciaio nel cuore»: per questo, dice il protagonista del libro, «credo che muoia più gente di crepacuore che di radiazioni, e nessuno fa le dimostrazioni contro il crepacuore», in una società «dove l’egoismo è il cuore dell’etica capitalista» e la sua «Mano Invisibile» governa il mondo e «ormai anche gli angeli […] dovranno diventare ragionieri o contabili». «Solo se si fa della nostra vita una svolta decisiva si ha ragione di esistere», ci ricorda l’autore, là dove «mai si è vista una bellezza priva di cuore così meravigliosa» come nella modernità – mentre «la bellezza è solo per i coraggiosi». Allora è così che noi ci aggiriamo nei meandri oscuri – il dark side – della metropoli e della sua Asphalt Jungle cercando di decifrare «gli invisibili significati umani che pullulano nell’oceano d’aria urbano» dove regna «l’egemonia del sesso» e sull’amore è calato ineluttabile il rimbaudiano temps des assassins. «Voleva l’impossibile, come tutti noi»; come la poesia, l’arte, il desiderio, la bellezza, l’amore – il cuore dell’humanitas di terenziana memoria. Ma, citando Hoffmann, «Che ne sarà dell’arte in quest’età brutale e tempestosa?». Roberto Pasanisi |