Quando il legno canta al Cielo: le antiche chiese lignee della zona di Lugoj e Faget (Banato)

Sono trascorsi più di quattro anni dalla mia prima visita alla chiesette in legno che si trovano nella zona della regione del Banato, ed in particolare nell’area di Lugoj e Faget, a circa 70 chilometri dal capoluogo Timisoara. Quella visita – breve ma intensa dal punto di vista umano e religioso – che ho effettuato quasi per caso nella primavera del 2009, mi ha fatto scoprire le piccole chiese che risalgono all’inizio del diciassettesimo secolo e che erano originariamente costruite in legno, sia come struttura principale che nei particolari secondari della copertura e degli elementi interni ornamentali. L’impulso che mi ha spinto a parlare di quel particolare episodio è scaturito dal desiderio di trasmettere ad altri l’indiscutibile bellezza di manufatti di profondo valore storico, architettonico e monumentale, oltre a quello strettamente religioso che ne ha determinato la realizzazione.
L’area territoriale in cui sono inserite è prevalentemente a carattere rurale ed inizialmente le piccole chiese rappresentavano, nel limitato ambito abitato, il principale riferimento della religiosità di culto ortodosso: il successivo ampliamento degli insediamenti ha portato al naturale decentramento di questi manufatti in ambito cimiteriale conseguente alla costruzione, in epoche più recenti, di nuovi luoghi di culto in posizione centrale degli abitati.


Le caratteristiche dimensionali

All’incirca cinque sono le diverse planimetrie che fanno riferimento a queste particolari espressioni del culto cristiano ortodosso, che si differenziano soprattutto dalla forma dell’abside dov’è posto l’altare. La lunghezza varia dai 12,00 ai 16,00 metri circa, con una larghezza esterna compresa tra i 5,00 ed i 7,00 metri circa. L’altezza invece è compresa tra i 7,00 metri ed i 12,00 metri circa.

 

 

 

 


La tipologia costruttiva  

Tre sono le tecniche costruttive che principalmente si sono utilizzate per la realizzazione.
La prima tecnica fa riferimento al sistema conosciuto come Blockbau, nel quale la struttura perimetrale è composta da elementi orizzontali di rovere massiccio collegati tra di loro e fissati agli angoli con la tradizionale lavorazione a «coda di rondine», rimanendo così la struttura totalmente «a vista».

 

 

 





La seconda tecnica costruttiva differenzia dalla prima per l’interposizione di pilastri verticali inseriti all’interno delle travi orizzontali perimetrali. In questa tipologia le pareti vengono coperte da uno strato di terra per la protezione e la sigillatura degli elementi in legno.


 

 

 

 




Sinteticamente, l’ultima tipologia costruttiva evidenzia caratteristiche tipiche dei manufatti della zona: sulla struttura venivano fissati listelli di legno sulle pareti laterali e sugli angoli, che rappresentavano l’elemento di aggrappo dell’intonaco esterno. Quindi, a parte le strutture principali e secondarie della copertura e della gronda, tutte le superfici interne ed esterne venivano completamente intonacate.

 

 

 

 




La disposizione degli spazi interni

Internamente gli spazi sono suddivisi nella zona dell’altare, della navata centrale e del pronao riservato alle donne: le due ultime zone hanno accesso separato. Il pronao è rivestito superiormente da tavole affiancate, mentre la navata e l’altare sono coperti da avvolti semicilindrici in tavole di legno.

 

 







Tutto il manto del tetto è composto da tavolette in legno affiancate o sovrapposte di differente forma e spessore.


 

 

 





 

 

 

 






Gli elementi decorativi  

La semplicità delle porte di accesso, delle piccole finestre, degli elementi ornamentali in ferro battuto, anche nei minimi particolari, evidenziano una rara bellezza che esprime il grande valore storico ed artistico di questi manufatti.
Le lavorazioni, che in molti casi erano lasciate alla libera fantasia degli artigiani del legno, permettono ora di apprezzare non solo la qualità delle realizzazioni, ma anche la professionalità nell’arte della lavorazione del legno nelle scelte strutturali, in considerazione dei limiti delle attrezzature e dei materiali disponibili all’epoca.


 

 

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 



Lo stato di salute 

Le attuali condizioni di degrado delle circa 25 chiesette rimaste variano in funzione dei lavori di manutenzione che erano stati eseguiti negli anni passati. Alcune trasformazioni e modifiche dei materiali utilizzati riguardano soprattutto i manti di copertura con l’impiego di lamiere zincate che hanno sostituito le «scandole» in legno nelle diverse forme e spessori.
Il Ministero della Cultura del Governo della Romania sta procedendo in un progetto di restauro conservativo di alcune chiesette che richiedono urgenti lavori di consolidamento e di ristrutturazione esterna ed interna. Rimane, quindi, la sincera speranza di poter godere ancora della particolare bellezza di questi importanti manufatti storico-artistici e fondamentali simboli religiosi. Posso solo augurare ai lettori di realizzare una visita per apprezzare di persona questi piccoli gioielli in legno, di cui ho solo esposto alcune descrizioni generali.

 


Paolo Ceriani
(n. 11, novembre 2013, anno III)