«Orologiul fără ore»: Ana Blandiana e il tempo dell'anima Con questo ultimo volume di poesie, intitolato Orologiul fără ore (Humanitas, Bucarest 2016) e contenente 56 componimenti, Ana Blandiana torna ad emozionarci con versi carichi dei suoi temi portanti e ricorrenti di raccolta in raccolta – la Natura e l’uomo, il mistero della morte e del tempo, il bene e il male, il rapporto con Dio –, riecheggianti con immutata profondità e pertinacia, quasi con ossessiva urgenza, a riconferma della saldezza ispiratrice che ciclicamente ritorna vibrante e sempre elargitrice di un rinnovato pathos etico e umano, coniugato e disseminato in liriche distillate attraverso la fremente, insaziabile e personalissima visione di una poetessa di grandezza europea, anzi, universale per iconicità lirica, come Ana Blandiana. C’è quindi una eco sottile in questa ultima uscita poetica che vi si riverbera dal precedente volume di poesie edito nel 2010, Patria mea A4 (pubblicato nel 2015 in italiano da Aracne Editrice con il titolo La mia patria A4); tuttavia, in questo suo nuovo capitolo lirico, Ana Blandiana pone in primo piano temi più intimi, personali, risolti quasi come dei monologhi interiori intesi a voler cercare in sé stessa le pressanti risposte a domande che le vengono dall’esterno. Il carattere “eretico” tanto caratteristico e sorprendente della raccolta precedente, quel fitto dialogo con Dio a muso duro per redarguirlo in qualche modo della sua cinica impassibilità di fronte alle traversie e allo smarrimento degli uomini, è qui sostituito dalla riflessione, dalla descrizione, dalla constatazione. È la poesia che si fa materia, persona, e che scruta e si (auto)interroga su ciò che la circonda. Lo sguardo spazia ora, spesso, sullo spettacolo della natura circostante – con cui la poetessa intesse sempre un dialogo proficuo e suggestivo –, ora sulla varia umanità che le suscita invece compassione, un certo fastidio, un qualche imbarazzo. Queste 56 nuove creazioni poetiche vanno direttamente al cuore del lettore, espandendone alla mente l’onda emozionale in un cortocircuito di ineffabile e calda energia. Come ultima annotazione, è interessante osservare come la poesia che intitola la raccolta e che chiude il volume, L’orologio senza ore, porti lo stesso titolo dell’ultimo capitolo del suo libro di memorie, Falso trattato di manipolazione, uscito nel 2013 presso le edizioni Humanitas (e presentato su «Orizzonti culturali», n. 5, aprile 2015), capitolo nel quale Ana Blandiana si sofferma a descrivere tre orologi molto peculiari, di cui uno in particolare, quello della torre del Municipio Ebraico di Praga (la Sinagoga Alta) (per una svista, l’autrice lo colloca invece un po’ più in là, nei pressi del cimitero ebraico), che segna il tempo spostando le lancette in senso antiorario (ossia, come la scrittura ebraica, da destra a sinistra), marcando quindi, nell’interpretazione dell’autrice, il trascorrere del passato e, perciò, il trascorrere della morte. Nell’omonimo testo poetico il senso viene ora mitigato facendo allusione non più alla morte ma a un tempo chiamato Mai (o il Nulla, come nella clessidra della poesia che qui la precede): in questo salto dalla prosa alla poesia, la forza evocatrice delle parole dilata e addolcisce le immensità siderali del nonessere in chiave forse meno traumatica, ma ne ribadisce, al contempo, l’intima atemporale, impalpabile, inquietante affinità. Ana Blandiana risolve tutto ciò con versi di incredibile pregnanza di fronte ai quali si rimane semplicemente estasiati. Sei poesie da Orologiul fără ore
Scrivo bianco su bianco Mi ostino Ma,
Alb pe alb Scriu cu alb pe alb Mă încăpățânez Dar,
Il Male, quale nocciolo del mondo,
Nostalgia paradisului Răul, ca sâmbure al lumii,
Sogno solo me stessa. E se anche mi sveglio Che gioco fantastico con me stessa!
Ș.a.m.d. Nu mă visez decât pe mine. Și chiar dacă mă trezesc Ce joc minunat de-a mine însămi!
Una clessidra senza sabbia,
O clepsidră fără nisip O clepsidră fără nisip,
Come degli uccelli, proprio come degli uccelli,
Ca niște păsări Ca niște păsări, chiar ca niște păsări,
All’orologio avevano tolto le ore Senza sapere che indicavano
Orologiul fără ore Îi scoseseră orologiului orele Fără să știe că arată A cura e traduzione di Mauro Barindi (settembre 2016, anno VI) |