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Database «Scrittori romeni in italiano»: le uscite editoriali nel 2021
Nel consuntivo del 2020 concludevamo il nostro panorama guardando molto speranzosi verso un 2021 assai promettente di nuove uscite editoriali considerata la generosa mole di progetti TPS (Translation and Pubblication Support) approvati dal Cennac (Centro Nazionale per il Libro dell’Istituto Culturale Romeno) per l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle.
Per l’Italia 18 erano state le domande vagliate e ammesse, presentate da 11 case editrici (alcune avevano inviato più di un progetto): finora ‘solo’ 7 libri sono stati pubblicati grazie al finanziamento ICR, 2 non usciranno (per rinuncia o per altre motivazioni) e il resto, si suppone, arriverà in libreria del corso del 2022, salvo uscite dell’ultimo momento.
Vediamo quindi nel dettaglio il quadro d’insieme delle pubblicazioni registrate nel nostro database Scrittori romeni in italiano: 1900-2021. A farla da padrona quest’anno è decisamente la narrativa che occupa salda la prima posizione: delle 15 pubblicazioni registrate nel database 11 sono distribuite tra romanzi (10) e prosa breve (1), ovvero: Ana Blandiana – Gli applausi nel cassetto (trad. di Luisa Valmarin, Elliot); il ‘classico’ Ion Luca Caragiale – Racconti e schizzi (a cura di Adriana Senatore e Celestina Fanella, Cacucci editore); Matei Călinescu – Vita e opinioni di Zaharia Lichter (a cura di Bruno Mazzoni, Spider&Fish); Mircea Cărtărescu – Solenoide (trad. di Bruno Mazzoni, il Saggiatore); Ardian-Christian Kyçyku – L’anno in cui fu inventato il cigno (trad. di Giuseppe Stabile, Besa Muci editore); Liliana Nechita – L’imperatrice (trad. di Liliana Nechita in collaborazione con Valentina Ferri e Giorgio Ghiotti, Fve editori); Cezar Petrescu – Fram l’orso polare (trad. di Giuseppe Stabile, Besa Muci editore); Doina Ruști – L’omino rosso (riedizione del libro uscito nel 2012, trad. di Roberto Merlo, Sandro Teti editore); un altro ‘classico’, Ioan Slavici – ll mulino fortunato (trad. di Irina Țurcanu, Rediviva); Eugen Uricaru – Il peso di un angelo (trad. di Giuseppe Stabile, Besa Muci editore) e Matei Vișniec – Sindrome da panico nella Città dei Lumi (trad. di Mauro Barindi, Voland).
Il secondo posto è occupato dalla varia (3): l’epistolario L'orgoglio del fallimento – Lettere ad Arșavir e Jeni Acterian (a cura di Antonio Di Gennaro, trad. di Magda Arhip e Laureto Rodoni, Mimesis Edizioni) e il libro di memorie di Alina Diaconú – Querido Cioran. Cronaca di un’amicizia (traduzione dallo spagnolo e cura di Luca Cerullo, Criterion Editrice), libri di e su Emil Cioran, una presenza costante nelle pubblicazioni di questi ultimi anni, a riprova della vasta eco e dell’interesse costante che il pensatore romeno e la sua opera suscitano tra gli studiosi e i suoi appassionati cultori; infine la biografia del filosofo Nae Ionescu di Tatiana Niculescu – Nae Ionescu - Il seduttore di una generazione (a cura di Horia Corneliu Cicortaș e Igor Tavila, Castelvecchi).
Il terzo posto va alla poesia (1) con l’antologia lirica bilingue Io sono ombra, poesie scelte (trad. e cura di Imma Carannante, Criterion Editrice), della poetessa Gilda Vălcan.
In conclusione, nel 2021 abbiamo avuto lo stesso numero di pubblicazioni (15) del 2020: di per sé il dato è senz’altro positivo anche se lascia un po’ di delusione perché ha disatteso le aspettative per il 2021 – ma solo per adesso – con forfait e ritardi che ci si augura verranno presto colmati, una piccola delusione mitigata dall’arrivo nelle librerie italiane di autori del calibro di Ana Blandiana e di Mircea Cărtărescu, il che non ci può che rallegrare.
Mauro Barindi
(n. 1, gennaio 2022, anno XII)
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