Un omaggio alla memoria dello scultore Antonio Nardulli, recentemente scomparso

Il Covid-19 ha colpito il mondo dell’arte e il campo del giornalismo, che hanno accusato varie scomparse. Purtroppo, ci hanno lasciato Germano Celant, docente e critico d’arte, Vittorio Gregotti, architetto, Lea Vergine, critica d'arte, saggista e curatrice d'arte italiana, Enzo Mari, designer e accademico italiano, e ancora, sempre per colpa del Covid-19, sono scomparsi vari personaggi in Campania, tra cui vogliamo ricordare Franco Rotella, grande designer, Luigi Mazzella, scultore, Nino D’Antonio, giornalista, scrittore e critico, Pietro Nardiello, scrittore e giornalista. Speriamo che la terza ondata con questa vaccinazione di massa rallenti e si fermi del tutto.
Ma se ne sono andati per altri motivi altri amici del segmento visivo; abbiamo appreso anche della scomparsa, avvenuta il 30 aprile 2021, dello scultore Antonio Nardulli e, quindi, il lutto è sceso su Marigliano (NA), dov’era nato il 28 ottobre 1933 e dove viveva e lavorava.


Marito della decana insegnante ora in pensione, Maestro, ha lasciato le due affezionatissime figlie, Filly, docente del Primo Circolo Didattico di Marigliano, e Maria, architetta.
Ricordiamo che una sua interessante esposizione al «CIAC M 21», nel pieno centro di Caserta, e precisamente in via Mazzocchi al numero 21, fu molto apprezzata dal pubblico e dalla critica. Gabriele Marino, artista e promotore di iniziative artistiche, che coordinava questo piccolo, ma accogliente spazio volle assicurarsi una sua mostra, facendo così centro.
Dallo studio dell’artista saltano fuori foto, articoli di vari giornali e riviste, documenti vari e rari, nonché lavori poco conosciuti.
Da ricordare che una sua opera, che coglie un bambino – si tratta di una fusione in bronzo – fu ben sistemata nella Villa Comunale di Marigliano, per riflettere sull'infanzia.

Recuperata la ‘cover’ a colori della rivista «Il risveglio», dell’aprile 2000, che qui riproponiamo, abbiamo contezza di questa testimonianza visiva.


Rivista «Il risveglio», aprile 2000

L’artista mariglianese ha svolto con caparbietà e carattere un esercizio fattivo, ha sagomato sculture in pietra, che rilanciavano una viva e celebrante esaltazione dell’arcaicità, che attraversava la modernità. Gli piaceva segmentare, frazionare, staccare, spezzare, incidere, ritagliare qualsiasi materia; il tufo in particolare, sua materia eletta.
Ha sempre preferito vivere la tranquillità del suo studio e ha operato, principalmente, in silenzio. Senza particolari clamori ha distinto il suo interesse plastico aumentando, di giorno in giorno, il suo gruppo di creazioni, che guardavano a un passato convincente.
Con un linguaggio, severamente corretto e di sensibili nervature, concentrava nelle sue opere fremiti arcani, fiati arcaici, vibrazioni e oscillazioni compunte. Le sue elaborazioni, con effrazioni e tenute segniche importanti, dimensionava semantiche vigorose ed energiche figurazioni, tutte interpretative di icasticità classiche.




Riguardo all’antologia critica sull’artista Antonio Nardulli, abbastanza estesa, abbiamo scelto due contributi passati.
Scriveva il critico di Roma Eugenio Battisti, tra l’altro, quanto segue: «Nelle opere di Nardulli c'è una grande capacità organizzativa, che suggerisce le grandi dimensioni della statuaria classica e romanica, c'è una ricerca di temi simbolici compiuta con originalità (L'Araba Fenice è una immagine spettacolare); c'è un notevole senso, forte e creativo della materia; non a caso le belle pagine che accompagnano le illustrazioni delle sue opere parlano di lui come di un tipico scultore della pietra. Inoltre vedere la sua opera entro il contesto delle ricerche plastiche che oggi in atto nella grande città meridionale è un ulteriore elemento di interesse e si può ben dire un indiretto momento critico».



Premiazione Olivetti, 1960


Riprendiamo anche un nostro vecchio testo, del 1996, e lo riproponiamo in memoria. Resta un momento di misurata e ponderata riflessione analitica:

«Abbiamo avuto la possibilità di conoscere Antonio Nardulli alla mostra ‘Identità Plastiche’, allestita a Marcianise (BN), nell'estate del 1996. È un artista sensibile che lavora da molti anni la pietra e da fine scultore intende proseguire studi sulle possibilità estetiche di vari materiali, tra cui, in particolare, il tufo.
Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Napoli e ha insegnato all'Istituto Statale d'Arte di Cerreto Sannita e a quello di San Leucio di Caserta, nonché al Liceo Artistico Statale di Napoli. Dal 1957 è operativo e ha partecipato a numerose collettive, rassegne e a diverse manifestazioni artistiche.
L'abbiamo rivisto a Caserta all'ultima sua personale al Centro Iniziative Artistiche Culturali ‘Raffaele Soletti’, spazio ottimamente coltivato e diretto da Gabriele Marino.
Il forte interesse che dimostrano artisti di varie latitudini per la scultura ci fa comprendere che l'estetica volumetrica non rasenta più i margini dell'estrinsecazione della forma. Nell'attuale contesto visivo campano l'opera di Antonio Nardulli si pone in evidenza e sostanzia positivamente il percorso della scultura, nonché i suoi variegati accenti e le sue più coerenti manipolazioni. Le ultime interessanti opere di Nardulli risultano sintesi di una raggiunta e felice maturità artistica.
Nelle sue sculture abbiamo la possibilità di cogliere prontamente la misura dell'uomo. Nella loro concretezza siglano annotazioni sincere, e, talvolta, severe, di ieratica bellezza e conquistano perché attingono da un'etnostoria ben consolidata, quale quella magnogreca. Ridefiniscono e ridisegnano presenze che hanno attraversato la storia e il mito.
In una voluta verticalità, stratificata a sezioni, ragguaglia tensioni e richiami assoluti.
In una visione allertata e consapevole sviluppa allusioni e, così, rimanda a riflessi di epoche passate, che ancora ingannano il contemporaneo. Ogni lavoro, estrapolato dal tufo, che poi è inchiostrato da sagge e segrete misture, preparate con vari ingredienti e soluzioni, quasi rende presenze fauste, tradizioni orali e sapori della natura.
È nella capacità dell'artista rimandare, confinare, sintetizzare figure fortemente rappresentative di una classicità che spazia dalla mediterranea alla mediorientale, da quella sacra a quella profana. Ogni sua opera è memoria di un tempo, salvataggio dall'oblio, nonché ritrovo di vissuti. Egli seziona e incide il tufo e raccoglie argomenti, dagli afflati arcaici alle duttili ironie, e rammenta nelle elaborazioni segniche persistenze semantiche, inossidabili nella loro carica di valori».
Antonio Nardulli è da ricordare per la sua operatività e per la sua semplicità, discreta.


Antonio Nardulli con l'opera Trinità, 1959

Vari critici si sono interessati delle sue opere; hanno scritto, tra gli altri: C. Barbieri, C. Esposito, G. Jacobbe, M. Maiorino, G. Sallustio, F. Trifuoggi, L. Vergine, P. Mancini, A. Ruggiero, E. Battisti, M, Bignardi, Grassi, C. De Angelis, A. Calabrese, E. Alamaro, D. Fusco, A.P. Fiorillo, M. Vitiello, A. Montano, A. Izzo, E. D'Agostino ecc.

Premi conseguiti:
Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti:
1° Premio di scultura «Cementir» - Napoli 1959;
1° Premio di scultura «Olivetti» -Napoli 1960;
1° Premio di scultura Mostra Regionale d'Arte Figurativa - Nola 1960;
Medaglia d'Oro del Ministro dei LL. PP. - Napoli 1960;
Premio V. Gemito - Napoli 1968 (segnalato dalla giuria);
Alloro d'Argento 8^ Biennale d'Arte Sacra Tematica - Torre del Greco (NA) 1975;
1° Premio 11a Biennale Nazionale d'Arte Sacra Tematica - Torre del Greco (NA) 1980;
1° Premio Concorso di Arti Figurative «Città di San Giorgio», S. Giorgio a Cremano (NA) 1984;
(Vincitore di un concorso in Germania per l'esecuzione di un monumento a un pittore tedesco scomparso);
Premio Speciale per la scrittura Città di Marigliano - Settembre 2004.

Partecipazione a collettive:
1957: Mostra di disegno - Città di Tortona (AL);
1958: III Mostra d'arte Giovanile, Roma (invitato)
1960: Premio Olivetti per la scultura, Napoli;
1973: Premio Marche;
1980: 8^ Biennale Nazionale d'Arte Sacra Tematica - Torre del Greco (Na);
1980: I^ Incontro Scultori e Pittori a Sant'Agnello (Na)
1982: Mostra di Scultori Campani, Cava dei Tirreni (Sa);
1983: Mostra di 20 scultori Contemporanei - Villa Guariglia - Vietri sul Mare (Sa)
1984: Scultori Campani, Presenze Contemporanee - Giardini di Villa Guariglia - Raito (SA); - Guardia Sanfromondi (BN)
- Liceo Artistico di Napoli
Nel 1963 ha realizzato il monumento in onore a Maria SS. delle Grazie a Cerreto Sannita (BN). Nel 1988, il monumento a Casa Maiorana - Rocca Gloriosa (SA). Nel 1988 ha realizzato il monumento a S. Francesco - Chiesa dei frati di Cerreto Sannita (BN);
19 Marzo 2000 - Monumento al bambino - Villa Comunale di Marigliano (Na).


Fanciulla, 1975



Nike che si allaccia il sandalo, 1970



Trinità, 1959



Beati coloro che desiderano ciò che Dio vuole, 1984



Antonio Nardulli con l'opera Conversio



Opera di Antonio Nardulli




Maurizio Vitiello
(n. 7-8, luglio-agosto 2021, anno XI)