«Con infinita amicizia». Tre lettere di Emil Cioran a Nicolae Steinhardt Pubblichiamo la traduzione in lingua italiana di tre lettere scritte tra il 1980 e il 1983 da Emil Cioran a Nicolae Steinhardt. Le lettere furono rese note nel 2004 dalla rivista «Foaia românească». Sulla biografia e l’opera di Steinhardt, ricordiamo l’articolo Per la strada incantata dell'amore: il «Diario della felicità» di Nicolae Steinhardt uscito di recente sulla nostra rivista.
Mio caro amico, Ho appena chiuso le sue Incertezze e il modo migliore per parlargliene è indicare i capitoli che mi hanno particolarmente colpito. Sono quelli su: Malraux, Virginia Wolf, Galsworthy, Sade, von Balthasar, Léon Daudet, Wilde, Rilke e Cezanne, Gide, Dostoevskij. La sua imparzialità mi ha sedotto, perché questa è senza dubbio una qualità che a me manca – lo dimostra la scelta operata tra le personalità da Lei dipinte. Dopo averci riflettuto, devo dire che, per quanto mi riguarda, non è questione di preferenza, ma di una nervosità del tutto particolare suscitatami dai nomi che Le ho citato: ho solo voluto cogliere la sua reazione verso di essi. Ora posso dire di conoscerla meglio, la critica è solo una confessione indiretta. Il che non esclude l’obiettività. Avrebbe dovuto liquidare Leon Daudet, le sue insolenze e prese di posizione sono detestabili; Lei ha percepito l’importanza del memorialista e del suo temperamento singolare che gli rendono scusabili gli eccessi. Ogni volta che lo leggo sono rivoltato, indignato e ciononostante, comprensivo. Attualmente Lei è uno tra quei pochissimi spiriti che gli riconoscono quel dono di evocatore davvero eccezionale. Per quanto riguarda Malraux, ho l’impressione che sia stato troppo generoso; molto corretto e rigoroso con Sade; molto severo con Wilde. Infine, non è mia intenzione soppesare i suoi giudizi, ma di ringraziarla per le ore trascorse in sua compagnia. Le confesso che leggendola non sono riuscito a immaginarla per un solo attimo in un convento. Nei Balcani, per di più! Il gusto e la sua formazione intellettuale rivelano quanto Lei appartenga a questo mondo raffinato, seduttore e condannato! Se ho ben capito, questo libro è l’«addio» al suo passato, prima che s’immerga nella preghiera. Per Lei tutto deve ancora iniziare mentre noialtri restiamo ora come non mai incollati alle nostre miserie.
Parigi, 2 agosto 1981 Mio caro amico, Creda nella mia viva amicizia,
Parigi, 10 marzo 1983 Traduzione di Amelia Natalia Bulboacă (n. 6, giugno 2016, anno VI) |