Manuale di scultura decorativa. Introduzione all’arte di intaglio su legno

L’Associazione culturale Italia-Romania «Amici del Legno» di Valfenera è lieta di annunciare la pubblicazione del Manuale di scultura decorativa in uscita a ottobre presso la casa editrice Team Service di Asti. Il manuale è scritto in lingua italiana e costituisce un’introduzione all’arte dell’intaglio su legno. Contemporaneamente con l’apparizione del volume sarà pubblicata anche la versione in lingua romena, presso la stessa casa editrice. Il manuale è un prodotto dell’associazione «Amici del Legno» e ha come destinatari gli allievi della Scuola di Scultura di Valfenera, però può essere distribuito anche agli appassionati dell’arte del legno in cambio del sostegno dell’associazione. L’opera è stata realizzata da due autori: il maestro Ioan Tăbăcaru, presidente dell’Associazione, e la giornalista Irina Niculescu.



Ioan Tăbăcaru, classe 1956, nato a Drăgușani (Romania), già maestro di scuola primaria, si dedicò fin da giovane età alle antiche tradizioni della lavorazione del legno come discepolo del grande artista Alexandru Huțanu, fino a diventare Maestro alla Scuola Statale di Arte e Mestieri di Bacău, dove ha insegnato fino al 1995. In seguito, si è trasferito in Italia, dove ha continuato il suo lavoro come restauratore, scultore e insegnante del legno. Nel 2000 a Valfenera ha fondato insieme ad amici italiani l’Associazione culturale Italia-Romania «Amici del Legno», che ospita anche la Scuola di Intaglio e Scultura, dove il Maestro dedica il suo tempo a tramandare i segreti della preziosa arte del legno a tutti. Insieme ai suoi allievi ha partecipato a numerose mostre, fiere specializzate, concorsi, simposi, vincendo numerosi premi e suscitando il vivo interesse del pubblico e degli esperti. Questo volume è il suo primo manuale introduttivo dedicato ai suoi allievi, frutto di un’esperienza lunga più di 40 anni.

Irina Niculescu classe 1979, nata a Bucarest (Romania), vive e lavora in Piemonte dal 2004. In Italia ha collaborato attivamente con l’Associazione socio-culturale Ovidio di Chieri come promotrice della lingua e della storia della Romania in numerosi progetti culturali. Nel 2017 ha scritto insieme a Marian Mocanu il saggio Come Fratelli, La fratellanza italo-romena a 10 anni dall’adesione all’Unione Europea, edizioni Unicopli di Milano, volume che ha riscontrato successo internazionale. Come giornalista è impegnata nell’ambito culturale, collabora con la rivista bilingue Orizzonti Culturali Italo-Romeni. Nel 2006 ha fatto conoscenza con il Maestro Ioan Tăbăcaru durante una ricerca sulla circolazione dei motivi ornamentali nell’arte popolare e, da allora, collabora con l’Associazione Amici del Legno.

Il Manuale inizia con un’incisione, che è allo stesso tempo un invito: «Entra chi vuole, resta chi si appassiona». Con queste parole si entra nel laboratorio della scuola di Valfenera e anche in quest’opera originale che tratta la scultura come un vero e proprio linguaggio: i simboli incisi diventano parole di un «idioma» universale e queste pagine ne rivelano il significato primitivo prima ancora che insegnare a riprodurli.
Il volume è composto da sei capitoli arricchiti con numerosi disegni e fotografie ed è stato concepito per i principianti che si avvicinano all’attività di intaglio e scultura su legno. Dopo una prima parte introduttiva sul legno come materia e sui vari tipi di essenze, il volume entra successivamente nei dettagli teoretici della stilizzazione, degli ornamenti decorativi e delle forme compositive. Un folto capitolo finale fa un’incursione nei motivi più celebri e nei simboli di tradizione popolare, come punto di partenza verso una ricerca minuziosa consigliata dal maestro ai lettori. Alla fine del Manuale una ricca Addenda con modelli decorativi contiene più di cento disegni che sono già stati sperimentati nella Scuola di Bacău, e da vent'anni nella Scuola di Valfenera.
Scritto da un maestro scultore con un passato di insegnante elementare e da una giornalista, questo testo è più di un manuale di scultura: è una ricerca sulle affinità di due popoli fratelli che trovano nella comune radice latina la più evidente affinità culturale. Scorrendo le pagine di questo volume, tuttavia, apparirà evidente come le similitudini risalgano a tempi più antichi, forse ancestrali: i decori geometrici tipici della cultura rumena sono gli stessi che si riscontrano anche nelle valli alpine italiane e in molte altre aree europee, e i significati attribuiti dalle tradizioni sono gli stessi. Accanto a questo affascinante aspetto culturale, si sviluppa il lato pratico del manuale, che propone un metodo del tutto originale per l’apprendimento della scultura del legno, affinato dal maestro Tăbăcaru in oltre 40 anni di insegnamento. Nella tradizione romena, le tecniche scultoree si tramandavano di padre in figlio attraverso un processo «naturale» che il maestro ha affinato in un metodo sistematico, adatto a tutti, al punto che un’attività tradizionalmente considerata maschile, sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di allieve.


Per gentile concessione degli autori e dell’Editore Team Service Asti vi presentiamo un brano dal capitolo 6 del Manuale, intitolato «Motivi e simboli», l’estratto si riferisce al motivo decorativo dell’albero della vita, pag. 76-77.


4. L’albero della vita è un motivo che potrebbe essere classificato nella grande famiglia dei motivi lineari perché è realizzato da linee spezzate o curve con la tecnica della zig-graffia o dell’incisione, ma anche nella famiglia degli ornamenti vegetali a seconda dell’ispirazione, mostrando le più grandi stilizzazioni.
L’albero della vita è uno dei miti antichi dell’umanità che incarna in forma poetica il sogno impossibile della giovinezza senza vecchiaia e della vita senza la morte. Nelle leggende e nelle credenze dei popoli, questo mito si presenta costantemente, trattandosi essenzialmente di un albero i cui frutti meravigliosi o la cui linfa miracolosa sono elisir della vita. Nella corolla dell’albero o sopra le sue radici giacciono uccelli o animali terrificanti che fanno la guardia all’inestimabile tesoro.
Il mito dell’albero è presente nei vari popoli per la sua caratteristica unica di essere vivente in grado di collegare i tre livelli cosmici: cielo, terra e inferi. Le radici degli alberi affondano nel terreno dove trovano nutrimento e donano stabilità, simbolicamente rappresentano la porta di connessione con il mondo sotterraneo. Il tronco si innalza come collegamento fra cielo e terra, potente e resistente alle intemperie, proprio come il nostro corpo. Le foglie sono associate a proprietà curative, e al principio di rinascita e vita eterna, cadono in autunno e in primavera germogliano. I rami degli alberi sono come le nostre braccia tese verso il cielo e insieme alle foglie creano le fronde, rinvigorite dalla luce del sole e dall’acqua.
L’albero della vita è presente come motivo dal Borneo (nel sud-est asiatico) fino in Scandinavia, dall’India fino in Siberia: c’è il fico di Buddha, l’albero Saglagar del tengrismo mongolo, l’albero del bene e del male nella concezione cristiana, l’abete immortale nella tradizione romena, il culto assiro babilonese di Asherah, l’albero di cachi del dio Vishnu, la palma da dattero in Mesopotamia, il cedro dei fenici (oggi simbolo del Libano), il sicomoro dei faraoni egizi, l’albero mistico della mitologia ebraica o l’ulivo nell’islam. I celti hanno preso il simbolo dell’albero della vita dalla mitologia norrena nella quale il frassino Ygdrassil – detto anche albero cosmico, o albero del mondo – era la fonte della vita su tutta la terra, con poteri magici e sede di nove dimensioni differenti. L’albero sacro dei celti era la quercia, associata al dio Taranis. Anche greci e romani hanno osservato la quercia che era sacra a Zeus e, rispettivamente, a Giove. Se i due modelli classici ellenistico e iraniano sono entrati relativamente tardi nell’arte figurativa europea colta e popolare, nei secoli V-VI d.C. esiste un filone più vecchio traco-getico che ha come fonte di ispirazione l’abete. Il più delle volte la pianta è stilizzata, ridotta ad alcune linee, di conseguenza questa rappresentazione evoca vecchie interpretazioni traco-getiche del ramo dell’abete. L’albero o il fiore, che porta la promessa della vita senza morte, della giovinezza eterna, della saggezza redentrice, della guarigione miracolosa, del potere fisico salvatore.





Irina Niculescu e Ioan Tăbăcaru



Irina Niculescu

(n. 10, ottobre 2024, anno XIV)