Italo Calvino a Sanremo. Un inedito itinerario di turismo letterario

«Come ambiente naturale quello che non si può respingere o nascondere è il paesaggio natale e familiare; Sanremo continua a saltar fuori nei miei libri, nei più vari scorci e prospettive, soprattutto vista dall’alto, ed è soprattutto presente in molte delle Città invisibili. Naturalmente parlo di Sanremo qual era fino a trenta o trentacinque anni fa, e soprattutto com’era cinquanta o sessant’anni fa quando ero bambino. Ogni indagine non può che partire da quel nucleo da cui si sviluppano l’immaginazione, la psicologia, il linguaggio; questa persistenza è in me forte quanto era stata forte in gioventù la spinta centripeta, la quale presto si rivelò senza ritorno, perché rapidamente i luoghi hanno cessato di esistere». (Italo Calvino nell’intervista di Maria Corti, Autografo,1983)
Quando pensiamo a Sanremo siamo abituati a immaginarla come città del Festival della Canzone Italiana, una località della riviera ligure che vive di questo evento e che non si distingue molto da altre varie realtà rivierasche. Invece Sanremo è stata per 25 anni la casa di Italo Calvino e quest’anno, al termine del festival, precisamente a marzo, la città di Sanremo ha inaugurato un itinerario letterario, dedicatogli in occasione del centenario della sua nascita. L’evento si è svolto nella piazza Borea d’Olmo, alla presenza delle autorità e di tutti i partecipanti coinvolti nella progettazione e nella creazione delle tappe del percorso turistico letterario. Fortemente voluto dall’Amministrazione nella persona del sindaco Alberto Biancheri e dell’assessore alla cultura Silvana Ormea, l’itinerario valorizza la cittadinanza dell’illustre scrittore e la presenza dei luoghi della città nelle sue opere, a livello trasversale. Fare questo viaggio è come leggere la città tra le righe delle opere di Italo Calvino, oggi una Sanremo profondamente cambiata, però che si può ricostruire attraverso i suoi scritti.

L’itinerario è composto da 38 tappe sul territorio di Sanremo e nei dintorni, provviste di pannelli esplicativi con testi e immagini, e anche un codice QR per approfondimenti. Il percorso è stato ideato da Laura Guglielmi, docente e giornalista, esperta del rapporto tra letteratura e paesaggio, nonché studiosa della figura di Italo Calvino per decenni. Proprio lei ha guidato uno specifico laboratorio dedicato a questo progetto in ambito universitario. Ad affiancarla Veronica Pesce, professoressa di lettere all’Università degli studi di Genova, che si occupa di letteratura partigiana e il rapporto con arti visive. Le due docenti hanno coordinato un lavoro corale molto ambizioso che ha visto il coinvolgimento di tre licei della provincia di Imperia, l’Accademia di Belle Arti di Sanremo, l’amministrazione comunale e molte figure nell’ambito del volontariato.
I licei che hanno collaborato alla progettazione del percorso sono: il Liceo Aprosio di Ventimiglia, il Liceo Cassini di Sanremo e il Liceo Vieusseux di Imperia. Coordinati dalle insegnanti, gli studenti si sono impegnati in un lavoro di ricerca di quasi un anno per approfondire la figura di Calvino nelle tematiche della scuola, della famiglia, della resistenza. I liceali hanno fatto squadra con gli studenti universitari del corso di Scienze del Turismo e Lettere e Conservazione dei Beni culturali. Questi ultimi hanno lavorato alla stesura dei testi dell’itinerario e alla localizzazione dei luoghi sanremesi e la mappatura urbanistica. Infine, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Sanremo hanno eseguito tutta la grafica della cartellonistica di ben 38 panelli esposti sul territorio.
Se vogliamo intraprendere questo percorso letterario ci serve una guida speciale o una mappa. Ecco, la vera chicca di questo progetto: un libro molto particolare, un po’ guida turistica, un po’ album dei ricordi, fornito di mappa alla mano con l’indicazione dei luoghi chiave. Si tratta di Italo Calvino, Sanremo e dintorni, Un itinerario letterario (1923-2023) pubblicato da il Palindromo, Palermo, novembre 2022. Non è una classica guida turistica, ma un libro che lega la letteratura all’urbanistica e alla topografia, con l’obiettivo di una mappatura letteraria della città. Fa parte della collana «Le città di carta», un’originale serie di guide che ha visto pubblicazioni relative anche ad altre città italiane, come Palermo, Catania, Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova e Firenze. La collana è diretta da Salvatore Ferlita e Fabio La Mantia; invece, le copertine sono curate dal pittore palermitano Simone Geraci. Questa guida su Italo Calvino e Sanremo è curata da Veronica Pesce e il progetto di itinerario è stato elaborato da Laura Guglielmi e Veronica Pesce. Il testo è suddiviso in tre parti: la città, la campagna e la resistenza, ed è corredato da molte immagini. Il volume contiene in allegato la mappa letteraria della città con l’indicazione delle tappe della vita e dei riferimenti alle opere di Italo Calvino. Siccome il progetto è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Sanremo, di fianco alla mappa, il libro contiene anche un biglietto di presentazione con la firma del sindaco Alberto Biancheri.




Di seguito pubblichiamo un estratto della Prefazione al libro, scritta da Laura Guglielmi.


I luoghi, le parole. Italo Calvino, Sanremo e dintorni

Italo Calvino ci ha insegnato a leggere con uno sguardo inedito il paesaggio di Sanremo e della Riviera Ligure. Ha scavato in profondità nelle pieghe del territorio e ci ha restituito pagine di straordinaria intensità.
Il lavoro portato avanti dagli studenti dell’Università di Genova sotto la guida di Veronica Pesce e mia ha cercato di portare alla luce la stretta relazione tra i luoghi sanremesi e le opere dello scrittore.
Calvino stesso ci autorizza a compiere questa operazione, in quel racconto paradigmatico che è la Strada di San Giovanni:

Ci vivevo in mezzo e volevo essere altrove. Di fronte alla natura restavo indifferente, riservato, a tratti ostile. E non sapevo che stavo anch’io cercando un rapporto, forse più fortunato di quello di mio padre, un rapporto che sarebbe stata la letteratura a darmi, restituendo significato a tutto, e d’un tratto ogni cosa sarebbe divenuta vera e tangibile e possedibile e perfetta, ogni cosa di quel mondo ormai perduto.

L’agronomo Mario Calvino, padre di Italo, d’estate obbligava i figli ad accompagnarlo nell’orto di proprietà a San Giovanni. Il giovane Italo avrebbe preferito fare tutt’altro. Era attratto dalla città «il resto era spazio bianco, senza significati; i segni del futuro mi aspettavo di decifrarli laggiù da quelle vie, da quelle luci notturne che non erano solo le vie e le luci della nostra piccola città appartata, ma la città uno spiraglio di tutte le città possibili».
Due strade che divergono, inconciliabili per il giovane Italo ma che, in seguito, si uniscono e trovano un’armonia narrativa. La campagna e la città sono due aspetti spesso presenti nella produzione dello scrittore e, ideando l’itinerario che troverete in questa guida letteraria, si è giocato a individuare, per me una volta di più, quali potessero essere le suggestioni visive depositate nel labirintico immaginario di Italo Calvino.
Azzarderei un’ipotesi: per Calvino non esiste una «terra madre», ma una «terra padre». Eva Mameli, la mamma dello scrittore, botanica di grande prestigio, era di origine sarda, mentre l’ambiente in cui si muove «lo scoiattolo della penna», come Cesare Pavese aveva soprannominato lo scrittore sanremese, è la Liguria di Ponente, che il padre conosceva a menadito e che avrebbe voluto i figli amassero quanto lui.
Passati gli anni adolescenziali, connotati da un forte contrasto con il papà Mario, che «del mondo vedeva solo le piante e ciò che aveva attinenza con le piante, e di ogni pianta diceva ad alta voce il nome, nel latino assurdo dei botanici», Calvino ormai adulto sente una intensa nostalgia per quello che non è più e mai potrà più essere. Il paesaggio di Sanremo, alla fine dell’Ottocento, uno dei più belli del nord del Mediterraneo, a partire dagli anni Cinquanta è stato devastato dalla speculazione edilizia, come racconta in uno dei suoi testi più militanti. E come scrive nel Barone rampante, gli umani «sono stati presi dalla furia della scure».
Quella vegetazione rigogliosa, quel bosco fitto di lecci, ulivi, aranceti, fichi, allori, dove Cosimo sceglie di trascorrere la sua vita, appollaiato sui rami, non esiste più. Ora è tutto «un sovrapporsi geometrico di parallelepipedi e poliedri, spigoli e lati di case, di qua e di là, tetti, finestre, muri ciechi per servitù contigue con solo i finestrini smerigliati dei gabinetti uno sopra l’altro» (La speculazione edilizia).
Se Mario Calvino non è riuscito a salvaguardare quel territorio che era stato la ragione della sua esistenza di scienziato, il figlio scrittore lo recupera e lo salva nel testo letterario. E la città, con il suo contesto geografico e naturale, diventa un variegato spazio linguistico non per questo meno vero. Tale trasposizione in parola e narrazione rivela uno dei compiti più importanti della scrittura per Italo Calvino: osservare, sondare e mappare la forma e la memoria di un territorio, riportando alla luce un mondo che non esiste più nella realtà, ma di cui si avverte ancora la presenza resistente nelle tracce disperse di una possibilità d’essere che è stata sistematicamente e brutalmente cancellata.

Nel 1999 ho portato alla New York University, in occasione delle celebrazioni che Giovanna Calvino aveva organizzato per ricordare il padre a New York, una mostra che metteva in risalto la Sanremo degli anni Trenta, attraverso foto d’epoca. Quelle immagini hanno attraversato l’Atlantico, solo perché accompagnate dai testi di Calvino. La mia ricerca iconografica non avrebbe destato alcun interesse senza la connessione con i luoghi dello scrittore.
Le descrizioni letterarie, quindi, sono ancora più necessarie delle immagini fotografiche perché rivelano la storia intima dei luoghi, lo scopo del loro esistere, e mettono in luce con chiarezza che la Storia avrebbe potuto seguire altri percorsi, che la Sanremo di oggi è solo una delle ipotesi possibili. La produzione dello scrittore, quindi, diventa anche un archivio che si stratifica e aiuta il lettore a decifrare lo spazio sociale, storico e geografico.

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Questa esposizione dell’autrice Laura Guglielmi è stata presentata anche a Bucarest nel 2001, inaugurata a maggio al Museo della Letteratura, e organizzata dall’Istituto Culturale Italiano di Bucarest. Però di questa e altre notizie su Italo Calvino racconteremmo in uno dei numeri futuri.



Irina Niculescu

(n. 5, maggio 2023, anno XIII)