In memoriam Onofrio Cerbone (1950-2016)

Il 9 febbraio 2016 si è spento improvvisamente il professor Onofrio Cerbone, il cui percorso di vita è stato molto legato alla Romania. Lo ricordiamo attraverso la presentazione della figlia, Giuseppina Cerbone, e l'intervento in memoriam del suo ex allievo e amico Florin Galiş.

Onofrio Cerbone è nato il 24 maggio 1950 e si è laureato in Filosofia presso l’Università di Napoli. È stato lettore di lingua e letteratura italiana, dipendente del Ministero Degli Affari Esteri, presso l’Università di Iasi (Romania), Groningen (Olanda) e Bucarest (Romania). Per un breve periodo ha fatto parte del gruppo di redattori della rivista «Arlechin» di Iasi insieme a Val Condurache, Mircea Filip e Mihaela Sebastian. È stato iniziatore e coordinatore del corso di Master in studi Italo-Iberici della Cattedra di lingua e letteratura italiana dell’Università di Bucarest. Sulla base dell’esperienza fatta in vari contesti culturali, i suoi interessi, oltre alla diffusione della cultura italiana, si sono rivolti alle varianti storiche ed antropologiche della cultura europea. Per anni si è occupato di teatro, in modo particolare della Commedia dell’Arte partecipando a convegni e pubblicando vari articoli sulla rivista «Arlechin» di Iasi (tra cui Commedia dell’arte şi Barocco, pubblicato sulla rivista «Arlechin», n. 9-10, semestre I, anno 1981). Ha curato e pubblicato, presso la casa editrice dell’Università di Bucarest, una raccolta di testi della letteratura italiana dalle origini al Cinquecento. Si è occupato più specificamente di Leopardi (Poziţia intelectuală a lui Leopardi, pubblicato sulla rivista letteraria «Convorbiri literare»; Leopardi e la critica del moderno dal punto di vista dell’antropologia negativa, pubblicato nella rivista multilingua di cultura e letteratura «Paradigma», anno 6, n. 3-4, 1998). Una particolare attenzione l’ha dedicata ad Ernesto de Martino e la cultura europea, ai rapporti di quest’ultimo con la Romania e Mircea Eliade (ad esempio, Ernesto De Martino e la Romania, presentato al Simposio internazionale «80 anni di italianistica» presso l’Università «Al. I. Cuza», Iaşi, 12-13 maggio 2006). Ha pubblicato sulla rivista interculturale bilingue «Orizzonti culturali italo-romeni», n. 4, aprile 2014, anno IV, l’articolo Cultura e società nella Romania degli «anni bui»: l'esperienza e lo sguardo di un italiano. Ha scritto la prefazione (Giuseppe Bruno, Keplero, la musica, l’armonia e il desiderio della metafisica) del libro Saggio sull’armonia celeste nell’opera di Johannes Keplero di Giuseppe Bruno, pubblicato nel 2015, come testo di presentazione della mostra di pittura Agato Bruno şi lectura «Fabule ale dictaturii», organizzata all’Istituto Italiano di Cultura «Vito Grasso» di Bucarest il 12-24 maggio 2014 ed in varie città italiane. Ultimamente dedicava tutto il suo tempo a studi di antropologia culturale e sociologia, in modo particolare a Dimitrie Gusti, alla sua Scuola di Sociologia e ai rapporti con l’Italia.



Nel ricordo di un Maestro di vita

«RECORDAR: del latín re-cordis, volver a pasar por el corazón».
Eduardo Galeano, El libro de loz abrazos

Avevo ventitrè anni quando incontrai, per la prima volta, il mio Professore Onofrio Cerbone. Studiavo l'italiano e lui diventò il mio complice in quanto direttore per la mia tesi di laurea, una tesi molto sofferta sulla solitudine.
La nostra stretta collaborazione durante la stesura di quella tesi ci ha resi amici, grazie alla sua naturale disponibilità a far sparire qualsiasi cosa avesse potuto ostacolare la libertà d'espressione, la sua generosità avvolta in uno spirito autenticamente democratico e libero che, da allora, raramente mi è capitato di riscontrare nel rapporto con i miei insegnanti all'Università. Onofrio Cerbone si è saputo mostrare quasi da subito, nei miei confronti, nella dimensione della sua umanità. Cosa, lo ribadisco, ahimè, ben poco frequente nell'ambiente universitario tanto di allora, nei primi anni '90, quanto di adesso, nel 2016.
Adesso, in questo appena iniziato 2016, questa eccezionale, stupenda, meravigliosa persona è passata a una miglior vita. Ha lasciato questa dimensione terrena in maniera folgorante, come folgorante lo era d'altronde il suo spirito sempre allerto e vivace, la sua brillante mente e il suo appassionato cuore, che non seppe mai guardare altrove, né con egoismo, né con indifferenza, né  con autosufficienza, e curare – in maniera volterriana, il proprio giardino.
In lui le ali dell'intelletto prendevano il volo all'istante e, con la sua erudizione e il suo rigore, Onofrio sprigionava la sua mente nel proposito di andare fino in fondo per capire le cose e renderle comprensibili e semplici e chiare agli occhi degli studenti a cui insegnava.
È grazie al mio Professore Onofrio che ho appreso tantissimo di più in confronto a quanto mi avessero potuto offrire i programmi di studio universitari di quei tempi. Sempre a lui devo un grande innamoramento per la lingua e la cultura italiana e un rispetto particolare alla dignità della professione di insegnante. È grazie a questo modello di vita che ho abbracciato con entusiasmo la carriera didattica.
È triste ma doveroso assumere la realtà e quindi la perdita, per me, di un Maestro di vita, ma è altrettanto ragione di gioia e serenità ricordare il suo miglior insegnamento e testimoniarlo: «Se nella vita non si raggiunge la felicità, Florin, ciò che possiamo fare è rendere la vita meno indolore possibile, e credimi, questo spetta solo a noi!|»
GRAZIE, Onofrio, per avermi insegnato tanto e soprattutto questo: che la nostra felicità sta nelle nostre mani e che siamo gli artefici della nostra propria felicità.

Florin Galiș



(n. 4, aprile 2016, anno VI)