«Fotografare Venezia» con Marco Contessa e Matteo Chinellato

Ringraziamo di cuore i medici e tutto il personale medico degli ospedali italiani e romeni per la dedizione con la quale mettono le loro vite al servizio dei pazienti.

Premessa

«Una cosa che sicuramente non ci scorderemo mai più sarà il silenzio di questa quarantena, solo il rumore dell’acqua, del vento e di timidi gabbiani...», scrive Marco Contessa su un post pubblicato su Facebook durante la pandemia da covid19. La Serenissima fu vittima di più devastanti epidemie di peste e non a caso proprio i veneziani, alla ricerca di efficienti metodi di prevenzione, inventarono la quarantena. Due delle sue più belle Chiese, del Redentore e della Madonna della Salute, rimangono tuttora testimoni della fiducia dei veneziani nella redenzione Divina. 

«Una finestra sulla bellezza
Uniti ce la faremo!» 

Con queste parole conclude Marco Contessa uno dei messaggi con cui, ogni giorno da quando è stata dichiarata la quarantena, incoraggia i suoi concittadini e amici.


Ioana Eliad

Marco Contessa

Marco Contessa abita a Lido di Venezia dal 1969 e lavora a Venezia nel commercio dal 1985. Appassionato da sempre di fotografia, cinema e innamorato della sua città, Venezia! Le sue prime esperienze sono su pellicola e diapositiva, poi ha usato anche le nuove tecnologie, la macchina digitale e talvolta lo smartphone! Per lui, «la fotografia deve trasmettere emozioni, e i colori, la luce e il taglio dell'immagine, la tecnica sono al loro servizio....».
Ecco alcuni cenni da una ricca biografia professionale: selezionato per la pubblicazione sul libro Intrecci Visivi con tre fotografie, per il libro A Dream of Venice con una fotografia e per il libro The Sky Collection nell'ambito degli Exposure Photography Awards sempre con una fotografia, Marco Contessa collabora con giornali, riviste e canali di televisione, tra cui spiccano «Il Gazzettino», «La Nuova di Venezia», TG1, TG5, Venezia Radio TV, «Venice Review» edita da Lineadacqua e la rivista trimestrale «RiBelli» di Karine Trotel. Due copertine di altrettanti libri: Quando la sabbia diventa neve di Annalisa Rizzo e Il sapore della neve di Monica Bianchetti edito da Line edizioni. Collabora con diciassette fotografie al libro Savour the revealed Venice di Marika Contaldo Seguso. Dall’autunno del 2018, le sue fotografie vengono pubblicate sul sito ufficiale del Comune di Venezia e sulle relative pagine social. Gestisce assieme ai soci fondatori la pagina Facebook Venezia Per Sempre, seguita da quasi 55.000 persone, è vincitore di numerose competizioni di fotografia online e le sue fotografie godono di ampio gradimento sui social come Facebook, Instagram, Google+. Le sue mostre più recenti sono Art of Life, che è stata in programma al Palazzo Pagnici-Frisanco (PN) fino all’inizio del 2020, la prima Personale alla Galleria delle Cornici al Lido di Venezia e quella alla Libreria Acqua Alta a Venezia.

«Come scriveva Giulio Ghirardi nel suo libro intitolato L’occhio e la pagina, “la fotografia è una possibilità di espressione, è trasgredire, semplificare, isolare, frammentare, è il significato di una esperienza” e le fotografie di Marco Contessa sono una evocazione della raffigurazione delle cose e degli ambienti quotidiani, acqua, luce e colori che, pur attraverso notevoli variazioni, rimangono costanti nella sua creatività. In queste immagini si avvertono notevoli doti di chiarezza e di innata comunicativa concentrate in una ricerca di umanizzare i contenuti e i mezzi espressivi nell’atto stesso di sintetizzarli nella fotografia. Il rapporto con il reale emotivo e sentimentale diviene per Marco sempre più libero e attivo, sottolineato dal colore, che occupa un posto importante, acquistando preziosità e creando delle forti emozioni per lo slancio e la passione che si sentono dietro». (Frammento da I Colori dell'Emozione, presentazione di Assunta Cuozzo, Università Ca' Foscari, Venezia)

























Marco Contessa
Instagram: @allen32foto




Matteo Chinellato

Matteo Chinellato nasce a Venezia il 24 luglio 1974. Scopre la sua passione per la fotografia dalla frequentazione del laboratorio di restauro d'arte dei genitori, dove inizia a usare macchine fotografiche analogiche per la documentazione fotografica delle varie fasi di restauro di dipinti e altri oggetti artistici che giungono in laboratorio. Dopo essersi diplomato «Maestro d'Arte» nell'arte dei metalli e oreficeria presso l'Istituto Statale d'Arte di Venezia, si iscrive all'Università in Conservazione dei Beni Culturali, che abbandona dopo due anni anche per prestare il servizio di leva. In questi due anni di università, avrà però l'opportunità di conoscere un personaggio fondamentale nel campo della fotografia, il professore Italo Zannier, che gli darà la possibilità di approfondire «La storia della fotografia», con un esame da trenta e lode. Questo incontro fa accrescere la sua passione, Chinelatto mantiene un rapporto di amicizia col professor Zannier, fonte preziosa di consigli e stimolo per continuare nel campo della fotografia. Dal 2009, passa dalla fotografia amatoriale a quella professionale, con specializzazione in micro-macro fotografia mineralogica-gemmologica, naturalistica, aeronautica, cinema e cronaca. Accreditato presso importanti manifestazioni ed eventi culturali a Venezia, come la Biennale di Venezia, l'America's Cup, la visita Pontificia di Papa Benedetto XVI. Diventa collaboratore di Getty Images, CorbisImages, IPA, NurPhoto e Avalon/Photoshot, oltre alla collaborazione con varie testate giornalistiche, in particolare il Corriere della Sera - Veneto. Numerose le sue foto pubblicate su riviste, libri, online etc., e presenti nelle collezioni private di alcuni famosi fotografi italiani. Tra le sue Mostre personali di fotografia con larga udienza di pubblico ricordiamo quella dedicata alla Mostra Internazionale del Cinema della Biennale di Venezia, presso il Centro Culturale CZ95 della Giudecca, e Ricostruzioni, dedicata alla Grande Guerra, presso Villa Giustinian Morosini di Mirano, entrambe del 2014. Dal 2018, diventa fotografo ufficiale della Rivista Mineralogica Italiana ed è coautore del libro Minerals from Marbles of Carrara and the Apuan Alps, oltre a numerosi altri articoli su riviste del settore nazionale e internazionale della mineralogia e gemmologia.


«Per me, fotografare Venezia vuol dire mantenere sempre viva la città dove sono nato, mostrare i suoi cambiamenti, positivi o negativi, le sue atmosfere quando scatto in piena notte, magari con una nebbia in corso, o in pieno sole estivo, o quando sto fotografando i fuochi artificiali del Redentore. La mia Venezia è cambiata molto quando da ragazzino giravo per le calli, i campi, a negozi insieme ai miei nonni, vedo sparire pezzi storici della città che mai ritorneranno, e questo per un ex abitante di Venezia fa male. Essendo la fotografia un sistema per documentare gli eventi, posso vedere questi cambiamenti attraverso le mie fotografie scattate negli anni, anche solo nei piccolissimi o grandi particolari, e quindi documentare il declino di Venezia soprattutto negli ultimi anni. Io però cerco di raccogliere sempre la bellezza della mia città, e a quanto pare la maggior parte delle volte ci riesco, voglio ancora avere un bel ricordo della mia città e tramandare tutto questo a quelli che osservano le mie fotografie, o che le acquistano per poter esporle in casa propria e avere un bel ricordo di Venezia e della sua unicità. Chi dice che oramai Venezia non ha più nulla da offrire fotograficamente si sbaglia di grosso e vuol dire che non sa osservare, ogni volta che vado a scattare, che sia di giorno o di notte, che sia durante l’acqua alta o con la nebbia, porto sempre a casa almeno uno scatto buono, come direbbe l’amico e maestro Gianni Berengo Gardin, a dimostrazione che Venezia ha ancora qualcosa da offrire e la sua bellezza sarà eterna».




Alba a Rialto


San Giorgio nella nebbia




Il gondoliere



Nevicata a Venezia 2017




Le mura dell'Arsenale




Acqua alta in piazza San Marco


Matteo Chinellato
http://www.chinellatophoto.it/

Collana curata da Ioana Eliad
Instagram: @spa_ghetta

Tutti i diritti delle fotografie appartengono agli autori
(n. 4, aprile 2020, anno X)