«Fotografare Venezia» con Marco Contessa e Matteo Chinellato Ringraziamo di cuore i medici e tutto il personale medico degli ospedali italiani e romeni per la dedizione con la quale mettono le loro vite al servizio dei pazienti. Premessa «Una finestra sulla bellezza Con queste parole conclude Marco Contessa uno dei messaggi con cui, ogni giorno da quando è stata dichiarata la quarantena, incoraggia i suoi concittadini e amici.
. Ioana Eliad
Marco Contessa
Marco Contessa Matteo Chinellato
Matteo Chinellato nasce a Venezia il 24 luglio 1974. Scopre la sua passione per la fotografia dalla frequentazione del laboratorio di restauro d'arte dei genitori, dove inizia a usare macchine fotografiche analogiche per la documentazione fotografica delle varie fasi di restauro di dipinti e altri oggetti artistici che giungono in laboratorio. Dopo essersi diplomato «Maestro d'Arte» nell'arte dei metalli e oreficeria presso l'Istituto Statale d'Arte di Venezia, si iscrive all'Università in Conservazione dei Beni Culturali, che abbandona dopo due anni anche per prestare il servizio di leva. In questi due anni di università, avrà però l'opportunità di conoscere un personaggio fondamentale nel campo della fotografia, il professore Italo Zannier, che gli darà la possibilità di approfondire «La storia della fotografia», con un esame da trenta e lode. Questo incontro fa accrescere la sua passione, Chinelatto mantiene un rapporto di amicizia col professor Zannier, fonte preziosa di consigli e stimolo per continuare nel campo della fotografia. Dal 2009, passa dalla fotografia amatoriale a quella professionale, con specializzazione in micro-macro fotografia mineralogica-gemmologica, naturalistica, aeronautica, cinema e cronaca. Accreditato presso importanti manifestazioni ed eventi culturali a Venezia, come la Biennale di Venezia, l'America's Cup, la visita Pontificia di Papa Benedetto XVI. Diventa collaboratore di Getty Images, CorbisImages, IPA, NurPhoto e Avalon/Photoshot, oltre alla collaborazione con varie testate giornalistiche, in particolare il Corriere della Sera - Veneto. Numerose le sue foto pubblicate su riviste, libri, online etc., e presenti nelle collezioni private di alcuni famosi fotografi italiani. Tra le sue Mostre personali di fotografia con larga udienza di pubblico ricordiamo quella dedicata alla Mostra Internazionale del Cinema della Biennale di Venezia, presso il Centro Culturale CZ95 della Giudecca, e Ricostruzioni, dedicata alla Grande Guerra, presso Villa Giustinian Morosini di Mirano, entrambe del 2014. Dal 2018, diventa fotografo ufficiale della Rivista Mineralogica Italiana ed è coautore del libro Minerals from Marbles of Carrara and the Apuan Alps, oltre a numerosi altri articoli su riviste del settore nazionale e internazionale della mineralogia e gemmologia. «Per me, fotografare Venezia vuol dire mantenere sempre viva la città dove sono nato, mostrare i suoi cambiamenti, positivi o negativi, le sue atmosfere quando scatto in piena notte, magari con una nebbia in corso, o in pieno sole estivo, o quando sto fotografando i fuochi artificiali del Redentore. La mia Venezia è cambiata molto quando da ragazzino giravo per le calli, i campi, a negozi insieme ai miei nonni, vedo sparire pezzi storici della città che mai ritorneranno, e questo per un ex abitante di Venezia fa male. Essendo la fotografia un sistema per documentare gli eventi, posso vedere questi cambiamenti attraverso le mie fotografie scattate negli anni, anche solo nei piccolissimi o grandi particolari, e quindi documentare il declino di Venezia soprattutto negli ultimi anni. Io però cerco di raccogliere sempre la bellezza della mia città, e a quanto pare la maggior parte delle volte ci riesco, voglio ancora avere un bel ricordo della mia città e tramandare tutto questo a quelli che osservano le mie fotografie, o che le acquistano per poter esporle in casa propria e avere un bel ricordo di Venezia e della sua unicità. Chi dice che oramai Venezia non ha più nulla da offrire fotograficamente si sbaglia di grosso e vuol dire che non sa osservare, ogni volta che vado a scattare, che sia di giorno o di notte, che sia durante l’acqua alta o con la nebbia, porto sempre a casa almeno uno scatto buono, come direbbe l’amico e maestro Gianni Berengo Gardin, a dimostrazione che Venezia ha ancora qualcosa da offrire e la sua bellezza sarà eterna».
Matteo Chinellato Collana curata da Ioana Eliad |