Elena Pîrvu ricorda Luca Serianni: «In un certo modo, anch’io sono stata una sua allieva»

Il 21 luglio 2022 è venuto tragicamente a mancare il prof. Luca Serianni (1947-2022), linguista, filologo e accademico, nome di riferimento e faro per gli italianisti di tutto il mondo sulle cui opere si sono formate le ultime generazioni di studiosi di storia dell’italiano e di linguistica italiana. Allievo di Arrigo Castellani, Serianni ha insegnato Storia della lingua italiana presso le Università di Siena, L’Aquila, Messina e poi alla «Sapienza» di Roma (1980-2017). Era socio dell'Accademia della Crusca dal 1988 e accademico dal 1990, nonché socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, membro della Società Dante Alighieri (di cui è stato anche vicepresidente) e di varie altre accademie e istituzioni culturali Nel 2017 era stato nominato consulente del Ministero dell'istruzione per l’apprendimento della lingua italiana.
A rendere omaggio alla memoria dell’illustre professore interviene la prof.ssa Elena Pîrvu, docente di lingua e letteratura italiana all’Università di Craiova, che lo conobbe da vicino e tradusse la sua
Grammatica italiana uscita in romeno nel 2004 per le edizioni Echinox.


Pensando, nelle ultime tre settimane, a quanto scrivo adesso per rispondere alla sollecitazione della redazione della rivista «Orizzonti culturali italo-romeni / Orizonturi culturale italo-române», di scrivere qualche riga in memoria del prof. Luca Serianni, mi sono resa conto che, in un certo modo, anch’io sono stata una sua allieva.
Ho conosciuto il prof. Luca Serianni 29 anni fa, verso la fine di maggio del 1993, un venerdì pomeriggio, se non sbaglio. Nel bar dell’Università «La Sapienza» di Roma si teneva la presentazione del primo volume della Storia della lingua italiana curato dal prof. Serianni e dal prof. Pietro Trifone. Partecipai alla presentazione dietro richiesta del prof. Marian Papahagi (1948-1999), già collega del prof. Luca Serianni: ero dottoranda del prof. Papahagi e mi trovavo a Roma da circa 3 settimane, nel quadro di una borsa TEMPUS di dottorato di 3 mesi, presso il Dipartimento di Lingue Romanze della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università «La Sapienza», coordinata, per la parte romena, dal prof. Papahagi.
Sapevo che Luca Serianni era professore all’Università «La Sapienza», avevo già acquistato il suo volume (pubblicato in collaborazione di Alberto Castelvecchi) Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria (Torino, UTET, 1989). Quel pomeriggio dovevo incontrare il prof. Serianni per un motivo molto importante: il prof. Papahagi, nell’ambito di un grande progetto che aveva ideato, desiderava la traduzione della Grammatica italiana in romeno e voleva che la traducessi io. Il prof. Serianni gli aveva dato l’assenso per la traduzione, ma a una condizione: voleva prima ‘parlare’ con il traduttore, per vedere in che misura conoscesse il sistema grammaticale italiano.
Appena entrammo nel bar, il prof. Papahagi, io e una collega di dottorato, oggi anche lei una bravissima docente di letteratura italiana, il prof. Serianni alzò la mano per segnalare al prof. Papahagi che ci aveva visto e si diresse verso di noi. Allora mi resi conto che lo avevo già incontrato tre o quattro volte, e ogni volta mi ero chiesta cosa potesse portare un uomo così magro in una borsa così grande, perché non lasciava mai trasparire segni di fatica.
Quando il prof. Serianni ci raggiunse, presentandomi, il prof. Papahagi disse: «Lei ti tradurrà la Grammatica». La risposta del prof. Serianni arrivò subito: «Vedremo, mercoledì, dopo l’esame!», ed aggiunse: «Signorina, ci vediamo mercoledì, alle 12.00, alla sala...». Avevo, dunque, quattro giorni a disposizione per studiare la Grammatica del professore, per appurare ciò che, eventualmente, non avrei capito, per anticipare domande, risposte... e temevo di non essere promossa, perché il prof. Papahagi mi aveva detto che il prof. Serianni aveva già rifiutato un traduttore.
Sostenni l’esame con il prof. Serianni, il prof. Ignazio Baldelli e una ricercatrice della quale, e me ne scuso, non ricordo il nome, sbalordita come ero, che si trattasse di un esame vero e proprio, che durò più di due ore e mezzo e che si svolse come un dialogo fra colleghi, anche se le domande furono poste solo dal prof. Serianni. Un esame in cui, più volte, apparve la formula: «in italiano, in questo caso, abbiamo questa situazione..., mi può spiegare qual è la situazione in romeno?». Quando il professore disse: «Abbiamo finito!», senza che io potessi leggere sul suo viso se fosse contento o no, riuscii a porre solo una domanda: «Quindi?». E, allora, lui mi chiese il quaderno sul quale mi ero annotata tanti appunti, durante l’esame, mi scrisse il suo indirizzo di casa e aggiunse, accennando un sorriso: «Non dobbiamo corrispondere per la traduzione?». Dopo qualche minuto, nella biblioteca della facoltà, dove avevo lasciato tutto, passaporto, denaro, fotocopie..., al prof. Papahagi e alle colleghe riuscii solo a dire: «Mi ha dato l’indirizzo di casa, perché... dobbiamo corrispondere per la traduzione».
Nel periodo romano del 1993 incontrai il prof. Serianni altre tre volte, perché non riuscivo a trovare i tre volumi della Grammatica italiana di Moretti-Orvieto e, così, mi recai da lui per chiedere il suo aiuto, dato che i tre volumi figuravano nella bibliografia della sua Grammatica. Me li portò nella sua borsa così grande..., pienissima di libri.



Prof.ssa Elena Pîrvu e prof. Luca Serianni al Convegno della Società Dante Alighieri, Torino, 2011

Per la traduzione della sua Grammatica, che è apparsa nel 2004 presso la Casa Editrice Echinox di Cluj-Napoca, così come voleva il prof. Papahagi, il prof. Serianni mi fornì tante delucidazioni, tramite lettere autografe, tutte con la stessa calligrafia. Vorrei menzionare il fatto che il professore rinunciò ai diritti d’autore, come anche la Casa Editrice UTET-Libreria, e che la Grammatica è stata pubblicata con un consistente contributo della Sede Centrale della Società Dante Alighieri. Il volume è stato recensito dalla prof.ssa Mariana Istrate, nell’articolo “Luca Serianni, cu colaborarea lui Alberto Castelvecchi, «Gramatica italiană. Italiana comună şi literară», traducere de Elena Pîrvu, Cluj-Napoca, Editura Echinox, 2004, pubblicata in «Studia Universitatis Babeş-Bolyai, Philologia», XLIX, 3, pp. 170-172. Altre due recensioni sul volume sono state scritte dalla giornalista Luminița Ristea (Gramatica lui Serianni, in «Cuvântul Libertății», anno XV, n. 4481, 16 luglio, p. 4, e «Gramatica lui Serianni», prezentată la Craiova, in «Cuvântul Libertății», anul XV, n. 4563, 20 octombrie, 2004, p. 4. Inoltre, il volume è stato presentato nel quadro della IV Settimana della lingua italiana nel mondo, il 21 ottobre 2004, al Lettorato Italiano dell’Università di Craiova, alla presenza del vicedirettore dell’Istituto Italiano di Bucarest, prof. Francesco Servida, nell’ambito degli eventi organizzati per la IV Settimana della lingua italiana nel mondo dall’Istituto Italiano di Bucarest.
Nel tempo, incontrai il prof. Serianni altre due volte: alla fine di settembre del 2011, in occasione del Convegno della Società Dante Alighieri, al quale ho partecipato per un giorno, su invito della prof.ssa Carla Marello dell’Università degli Studi di Torino (ero a Torino per il XLV Congresso Internazionale della Società di Linguistica Italiana «Coesistenze linguistiche nell’Italia pre- e postunitaria», Aosta - Bard - Torino, svoltosi nei giorni 26-28 settembre, nel corso del quale ho presentato la relazione Cenni sull’interesse per l’Italiano nello spazio romeno in età preunitaria), e verso la fine di novembre del 2014 (nei giorni 20-22 novembre 2014, a Napoli, dove si svolse l’XI Convegno Internazionale dell’Associazione per la Storia della Lingua Italiana ASLI «L’Italiano per la politica e la politica per l’Italiano», nel contesto del quale ho presentato la relazione L’Italiano nei Balcani).
Iniziammo a tenere una corrispondenza tramite posta elettronica dopo il V Convegno internazionale di italianistica dell’Università di Craiova, 20-21 settembre 2013, Discorso e cultura nella lingua e nella letteratura italiana. A quel convegno partecipò anche un suo dottorando, G. Z., il quale raccontò al professore come si svolse l’evento, e il professore mi scrisse per ringraziarmi per il modo in cui furono gestiti i dottorandi partecipanti al convegno.
Ho incontrato l’ultima volta il prof. Serianni, virtualmente, come tante altre colleghe e tanti studenti in Italiano del nostro paese, il 25 marzo 2022, quando, per celebrare il Dantedì, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, su iniziativa dell’Ambasciatore Alfredo Maria Durante Mangoni, hanno promosso la lezione La lingua di Dante e l’Italiano moderno, tenuta dal prof. Serianni stesso e moderata dalla prof.ssa Smaranda Bratu Elian.
Chiudo queste righe che ho scritto su invito della prof.ssa Afrodita Cionchin, con la certezza che, sì, in un certo modo, anch’io sono stata e rimarrò un’allieva del prof. Serianni.



Prof. Luca Serianni, conferenza online 25 marzo 2022



Elena Pîrvu
(n. 9, settembre 2022, anno XII)