Una preziosa testimonianza: dal carteggio Ramiro Ortiz - Nina Façon

A novembre ricorrono cinquant’anni dalla scomparsa di Nina Façon (5 agosto 1909, Ploieşti – 24 novembre 1974, Bucarest), una degli esponenti più illustri dell’italianistica romena, allieva del noto filologo romanzo Ramiro Ortiz (1879-1947), fondatore della cattedra di Italiano dell’Università di Bucarest.
Laureata in Filologia Moderna (1931), in Filosofia (1932) e in Storia (1935), Nina Façon debutta nel 1932 sulla rivista «Roma», fondata e diretta dallo stesso Ortiz. E quando egli lascia Bucarest per ricoprire il ruolo di professore di Letterature Neolatine all'Università di Padova (1933), la Façon rimane in contatto con il suo maestro, collaborando all’elaborazione del Manualetto romeno. Nel 1937, quando viene fondato il lettorato romeno presso l’Università di Padova, Nina Façon diventa la prima lettrice di lingua romena, grazie all’invito di Ramiro Ortiz. A causa delle leggi razziali in Italia, nel 1939, il suo contratto di lettrice di romeno viene annullato. Tornata in Romania, lavora come insegnante di scuola superiore e poi, nel 1948, si dedica alla carriera accademica presso la Cattedra di Lingua e Letteratura Italiana di Bucarest da lei diretta fino al 1972, anno del suo pensionamento.

Del legame tra le due personalità rende testimonianza l'epistolario Ortiz-Façon (1933-1941), di cui riproduciamo qui un estratto, grazie alla preziosa collaborazione della professoressa Doina Condrea Derer dell’Università di Bucarest, curatrice del volume bilingue Carteggio / Corespondenţă. Ortiz-Façon (Jurnalul Literar, 2007,176 pagine). La corrispondenza è stata ulteriormente pubblicata nel volume Doina Condrea Derer, Universitari în România și în Italia: Ramiro Ortiz, Nina Façon, Giuseppe Petronio, Rosa Del Conte (Ed. Institutul Cultural Român, 344 pagine, 2018).


Roma, 11 Aprile 1934 – XII
Via Magna Grecia, 65.

Gentilissima Signorina,
mi sono arrivate le bozze del mio articolo per la Storia dei contatti Ispano-Rumeni enon ho qui a Roma i miei libri, oltre che la maggior parte delle indicazioni che Le chiedo non si trovano neppure in essi. Sono disperato! Vuole avere la bontà di mandarmi le notizie che Le chiedo in foglietto a parte nel più breve tempo possibile? Si rivolga pure al Bianu per facilitazioni di consultazione, a nome mio. E grazie! Stia sicura che da ora in poi non la importunerò più. Ma ora ho bisogno assoluto della Sua bontà.
Colle più vive scuse e rinnovandole i più vivi ringraziamenti, mi creda, Suo
Ramiro Ortiz.

 

Roma, 26 aprile, 1934 –XII
Via Magna Grecia, 65.

Gentile Signorina,
grazie del pronto soccorso. Le sue schedine sono arrivate a tempo per la correzione delle seconde bozze ed io le sono immensamente grato. La prego di ringraziare per me il carissimo Ciorănescu degli appunti mandatimi, visto che in questi giorni avrò molto da fare e non so se avrò il tempo di poterlo fare direttamente. ..................................................................................
La ringrazio assai delle notizie letterarie che mi dà e la prego di dire ad Alcalay che mi mandi il volume recentemente apparso del Călinescu su Eminescu, benchè da lui mi fossi atteso un volume di critica letteraria, non filosofica. Infatti quello che manca su Eminescu è proprio un volume d’interpretazione poetica; ma ... pazienza! Mi dispiace sentire che questo bravissimo critico sia in condizioni non buone di salute. Ha lavorato troppo e i suoi nervi se ne sono risentiti; cosa che prevedevo e su cui gli avevo attirato l’attenzione. Speriamo si tratti di un esaurimento momentaneo che possa passare con un po’ di riposo.
Coi più affettuosi saluti a tutto il fido gruppetto e i miei ringraziamenti a Lei, cui anche la mia Signora è grata del gentile ricordo, mi creda,
Suo
Ramiro Ortiz.  

 


R. UNIVERSITÀ DI PADOVA                                           
Seminario di Filologia Moderna                                            

Padova 12 Agosto 1935 –XIII
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
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Credo anch’io che faccia male a rifiutare una cattedra in provincia. Il tempo passa e la sua carriera potrà esserne danneggiata. Si ricordi che bisogna pensare anche a noi. Non solo a noi, ma anche a noi. Quanto all’orrore che le fa la provincia ritengo sia esagerato. Uno spirito che vive come Lei di vita interna, che fa con amore, intelligenza e devozione tutto quello che fa, non ha bisogno della città grande. Con una certa scorta di libri potrà viver benissimo anche a Rădăuţi..........................................................................................................................................
Coi migliori ringraziamenti per tutto l’aiuto che mi dà e i miei più vivi saluti, mi creda, Suo
Ramiro Ortiz.

 


R. UNIVERSITÀ DI PADOVA                                            .
Seminario di Filologia Moderna                                            

Padova 2 Sett. 1935 –XIII
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
la sua lettera del 20 Agosto mi giunse dopo un lungo giro appena oggi nel tumulto della mia partenza per la Spagna. La ringrazio di tutte le sue cortesie e della commovente devozione che mi mostra occupandosi con tanto interesse del Manualetto. Se però si deve alla preoccupazione della stampa di esso la sua rinunzia alla cattedra di Rădăuţi ne sarei davvero inconsolabile e dichiaro che non solo non posso accettare un tale sacrifizio ma che la prego vivamente di non tener conto di alcun possibile ritardo nella stampa. Non cadrà il mondo se il Manualetto uscirà qualche mese dopo.
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Coi migliori saluti, mi creda, Suo
Ramiro Ortiz.

 

                                                                                               

Padova, 27 Nov. 1935 –XIV
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
tutte le correzioni di cui mi parla stanno bene. Faccia stampare il più presto almeno la prima parte e non ci stia su più a pensare. Non so perché mi chiede tante scuse per aver interpretato male quella mia domanda sul tono della Prefazione del famoso anzi famigerato Manualetto. La colpa è al massimo della mia calligrafia. Mi dispiace questa sua attitudine quasi paurosa verso di me che non sono poi un Orco. Un po’ orso sì, ma orco poi! E non mi domandi più scuse e perdoni ché vado in collera. Ad una creatura come lei incapace di fare e neppure di pensare male accordo preventivamente tutti i perdoni di questo mondo, ben sapendo che una troppo sensibile coscienza la fa esser troppo severa con sé stessa! Nella Prefazione ho corretto qualcosa. Non vorrei però averla guastata. Ho deciso di dedicare al rumeno la lezione del Venerdì. Si potrebbero avere delle bozze tirate a macchina su carta buona legate insieme con un punto metallico e ritagliate ai margini (4 copie) per darle provvisoriamente agli studenti? Io credo di sì. Me le faccia spedire da T. sotto fascia. E stia allegra! Lei è troppo seria e malinconica per l’età sua. Servite Domine in laetitia! Suo
Ramiro Ortiz.  

 

Città Universitaria
Biblioteca “Alessandrina”                                                       Roma, 4 Gennaio 1936 – XIV

Gentile Signorina,
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Vale a dire che faremo una errata! L’errata però andrà posta dopo l’Indice. Si consigli per questo con Torouțiu. Si ricordi che nu mă supăr niciodată de nimic, când e vorba de D-șoara Façon..................................................................................................................................
Cerchi affrettare la stampa del Manualetto, ma non se la prenda se non ci riesce. Gli stampatori son tutti gli stessi: prometter lungo con l’attender corto, come diceva Dante quando attender voleva dire mantenere. Ora si potrebbe capovolgere la frase: prometter corto con l’attender lungo!
Vorrei proprio esser sicuro che lei non abbia ad aver più noie per questo Manualetto. Oramai è quasi in porto e speriamo non ci siano più nè burrasche nè ritardi. Ad ogni modo lei sia calma e serena. Abbiamo tanto atteso, che un po’ più un po’ meno sarà lo stesso in fondo! E poi perchè tanta fretta? Memento vivere! E se è possibile cerchiamo vivere con calma e pace specie in questi momenti quando e l’una e l’altra son così gravemente minacciate che la acquistiamo a forza di volontà e di freno sui nostri poveri nervi messi a così dura prova!............................................................................................................................................
Di nuovo tanti augurii a lei e a tutta la sua famiglia e mi creda, Suo
Ramiro Ortiz.

                                                                                               

Padova, 13 Gennaio 1936 –XIV
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
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Ho visto stamane da un libraio il mio corso di Letteratura Rumena edito dal GUF magnificamente in una litografia che è quasi meglio della stampa ed ho pensato troppo tardi che avrei potuto pubblicare così il Manualetto, al quale avrei dato solo l’importanza di un corso e col vantaggio che avrei potuto usare tutti i segni i quali si possono aggiungere dopo la scrittura a macchina sulla carta speciale che serve per simili lavori litografici. Infatti tutti i segni del rumeno sono stati eseguiti benissimo. Avremmo lavorato assai meno e lei ed io ed avrei potuto sorvegliare io stesso il lavoro. Dico ciò unicamente per il risparmio di tempo e di seccature per lei che ne sarebbe stata la conseguenza, non perchè io non sia più che contento ed anzi riconoscente dell’interesse addirittura commovente con cui lei ha sorvegliata la stampa. In simili lavori gli errori di stampa ed i pentimenti dell’autore sono fatali e solo nelle edizioni successive si può contare sopra una relativa perfezione. Seguiti, la prego, a mandarmi i fogli di stampa a mano a mano che si stampano; così l’errata potrà rimediare ai possibili errori, omissioni ed inesattezze da parte mia che purtroppo ci saranno ancora. Del resto la perfezione non è di questo mondo e la riprova migliore ne è la stampa di questo Manualetto sorvegliato da me e da lei e cioè come umanamente non sarebbe potuto esser meglio sì per interesse di autore che per devozione di scolara. E che scolara! Attenta ed esattissima. Siamo con la coscienza a posto ed agli errori che verran fuori rimedieremo coll’errata. ....................................................
Comincio ad avere rimorso di averle tolto e di toglierle ancora tanto tempo per questo Manualetto. Lei dirà che ci dovevo pensar prima, ma non avrei mai immaginato le difficoltà che ha dovuto vincere e che ha vinto brillantemente. Ritengo che la correzione delle bozze del Glossario andrà per le lunghe perchè è impossibile che con due sole correzioni si riesca ad avere qualcosa di esatto. Non abbia fretta. Oramai per quest’anno non sarà possibile adottarlo ed allora tanto vale far le cose senza fretta.
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Credo di averle scritto una lettera fin troppo lunga e perciò fo punto. Non me ne faccia un appunto. Le dirò, per scusarmi (come diceva Pascal), che non avevo abbastanza tempo per scriverne una più breve. E mi scusi tutte le noie che le ho date e che continuo a darle.
Coi migliori saluti e ringraziamenti, mi creda, Suo
Ramiro Ortiz.

 

Padova 11 Maggio 1936 –XIV
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
grazie delle due coppie degli “Studii Italiene” che anche in questo numero si presentano bene e sono preziosi soprattutto per l’esattezza e la compiutezza con cui è redatta la cronaca di tutti gli avvenimenti culturali italiani in Rumania. Il suo studio, anche così ridotto a minimi termini, è a mio vedere importantissimo e per l’attualità dell’argomento e perchè mostra di possedere una informazione rara e antica e moderna non facile a raggiungere. Se ne avesse fatti fare degli estratti, sarebbe stato meglio per poterli mandare a diverse riviste italiane e straniere e persone competenti. Son certo che tutti quelli che han preso parte alla recente polemica, e son quasi tutti giornalisti oltre che scrittori, ne avrebbero parlato largamente nella stampa italiana. Tenti un po’ col Croce per la casa editrice Laterza. Gli mandi un numero degli “Studii Italiene” e gli scriva una lettera dicendogli che ha sull’argomento un volume di una certa estensione, pregandolo di volerla aiutare a trovare un editore. Gli scriva una lettera modesta come sa scrivere lei che della modestia è il ritratto vero e proprio, gli dica che le difficoltà che ha incontrate in Rumania per presentarlo come tesi di laurea sono state d’ordine tutt’altro che letterario ed io credo che se l’argomento e il modo come l’ha trattato gli piaceranno, glielo farà pubblicare. Insomma tenti!
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Speriamo ad ogni modo che in un modo o nell’altro si riesca ad avere questo lettorato che anche da parte rumena non dovrebbe incontrare molte difficoltà visto che lei potrebbe contare sull’appoggio del Gusti e del Iorga. Mi dica francamente se lei crede che potrebbe riuscire ad essere nominata dal Ministero rumeno. In fondo ella è già dell’insegnamento rumeno e non si tratterebbe che di distaccarla a Padova con un’idennità di residenza all’estero. Mi risponda a questo riguardo ed io farò parlare al Ministro di Rumania a Roma Lugoşianu da Isopescu. Ma, le ripeto, segreto assoluto, perchè se no non combineremo nulla.
Coi migliori saluti, mi creda, Suo
Ramiro Ortiz.


           
Padova 25 Maggio 1936 –XIV
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
credo che l’aver date lei le dimissioni dalla sua cattedra governativa complichi molto la sua possibile nomina a “lettrice” di rumeno presso la nostra “Università” soprattutto per ciò che rigurda l’onorario, che, se fosse stata professoressa di ruolo, sarebbe potuto essere uguale allo stipendio ordinario più un’idennità di missione all’estero. Intanto, avendone io accennato al Prof. Isopescu perchè ne parlasse a S. E. Lugoşianu Ministro di Rumania a Roma, autorizzandolo a dichiarargli che non avrei accettato altro lettore che lei, perchè in lei sola ho fiducia per averla vista all’opera e perchè non intendo mettermi accanto un altro intrigante del tipo di M., ho ricevuto risposta che la proposta sarebbe stata fatta.
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Coi migliori auguri, mi creda,
Ramiro Ortiz.

 

                                                                                                Padova, 2 Marzo 1937 – XV
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
la notizia che mi dà non poteva essere migliore. Ora finalmente vedo risorto a Padova un organismo simile a quello del Seminario di Letteratura Italiana di Bucarest e son certo che col suo aiuto potrò mantenere anche meglio di quanto non abbia potuto fare finora colle sole mie forze la promessa che feci partendo di far per la Rumania quanto in Rumania avevo fatto per l’Italia. Pur non avendo avuto ancora la notizia ufficiale, ho subito scritto a K. per ringraziarlo ed ho fatto di nuovo il suo nome. Ora bisognerà studiare un po’ la procedura: il posto di lettore dovrà essere istituito dall’Università di Padova o sarà offerto dal Ministero rumeno? Io credo che l’iniziativa debba partire dalla Facoltà di Padova, per evidenti ragioni di delicatezza; ad ogni modo oggi stesso ne riparlerò col Preside che già mi aveva dato risposta favorevole. Purchè non si rimangi la promessa – le gelosie universitarie son capaci di tutto – le cose dovrebbero andar bene. Lo stipendio non è certo gran cosa, ma, sapendo fare, ci si può uscire. Qui ci sono trattorie frequentate anche da professori universitari (fra cui Tagliavini) dove si può pranzare con 5 lire, anche a non voler servirsi della mensa universitaria, dove si è trattati abbastanza bene, senza dire che a lei non mancherebbe modo di essere ospitata da qualche monastero di monache, dove forse potrebbe trovare anche qualche ora d’insegnamento di francese o di tedesco. Insomma io credo che l’abbiamo finalmente spuntata. Ne ho piacere anche perchè in questi giorni ero un po’ pessimista su questo ed altri punti. Proprio oggi sono anche arrivati i volumi del Manualetto sicchè l’anno venturo potremo aver tutto pronto per incominciar presto, sì da rimediare alle troppe vacanze che interrompono i lavori dell’anno accademico. Ora devo lasciarla per andare in Via Cassan a far proprio le esercitazioni di rumeno con gli studenti di primo corso. Darò loro la buona notizia che spero non dovrò rimangiarmi. Non dovrei dire così, ma ho purtroppo una dolorosa esperienza nel campo delle invidie e gelosie universitarie. Lei sa però che io tendo un po’ a veder le cose in nero.
Dunque allegra e speriamo che questa volta almeno le cose vadano per il meglio.
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Di nuovo tutti i miei rallegramenti ed augurii.
Ramiro Ortiz.

 

                                                                                    Padova 13 Marzo 1939 – XVII
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
ricevo il vostro bel volume Michelangelo poet, l’estratto del riassunto in italiano e mi congratulo assai e per il contenuto che conoscevo e per la forma come si presenta. Brava davvero! E continui! Continui soprattutto il suo lavoro su Quijote che avrei piacere scrivesse in francese o in italiano perchè son certo che riuscirà molto bene e darà luogo a molte discussioni. Se le mancasse il Clemencin son pronto a prestarglielo e così altri libri che io posseggo. Lei deve lottare e vincere e la sua vittoria mi farà piacere come se fosse la mia! .............................
Tagliavini, la Signorina Zancàn, la Signorina Braun le mandano i loro saluti e credo le abbiano già scritto. Si ricordi di noi e, mi creda,
Suo
Ramiro Ortiz.

 

                                                                                    Padova, 11 Aprile 1939 – XVII
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
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Io ritengo che farà bene a prendere la sua cattedra ora che ha la possibilità di avere una buona residenza. La lezione pubblica stanca infinitamente meno di quella privata. Forse c’è uno spreco di forza fisica (vociferazione ecc.) e nervosa (mantenimento della disciplina) ma c’è maggior varietà e distrazione ed anche soddisfazione con quegli scolari di prim’ordine che si trovano in ogni classe e che tra quelli privati sono rari assai. Lei deve seguitare i suoi studii, ma non deve aver fretta. È ancora tanto giovane! Però dovrebbe cercare di pubblicare in francese o in italiano per essere conosciuta secondo il suo merito. Intanto potrebbe continuare a mandar recensioni all’“Archivium Romanicum” del Bertoni, che son certo gliele pubblicherà. Per esempio della Istoria Limbii Române del Rosetti. Naturalmente lei non è linguista e non potrà entrare in merito; ma una recensione anche largamente espositiva può avere il suo valore soprattutto quando l’opera è scritta in una lingua non troppo conosciuta. E poi le migliori recensioni son proprio quelle espositive! E del resto basta vedere il metodo seguito dall’autore dell’Hist. de la langue française dello Schiaffini e Migliorini nei loro saggi e leggerne le recensioni, per potersi orientare in breve tempo. Cerchi di andar lettrice a Lyone dove sarà libero un posto. ...............
Ma parliamo d’altro! Le raccomando di non stancarsi troppo. Quanto al suo viaggio in Italia lo approvo e lo desidero. Speriamo che mi riesca di vederla. La ringrazio assai degli estratti e le fo i migliori augurii.
Ramiro Ortiz.
P. S. Ha spedito i volumi?
Desidera una lista di persone e di riviste cui mandarlo?
Qui tutti la ricordano con stima e affetto ed io ne son tanto contento.

 

                                                                                                Padova, 27 Aprile 1939 – XVII

Gentile Signorina,
grazie della sua lettera.
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Perchè non ha mandato a nessuno in Italia il suo libro? Si merita proprio una sgridata coi fiocchi! Incominci dunque col mandarlo agli specialisti di studii michelangioleschi, poi a Papini, Direttore del Centro fiorentino di Studi sul Rinascimento (Firenze, Palazzo di Parte Guelfa), a Benedetto Croce per la “Critica” (Napoli, Trinità Maggiore, 12), al “Giornale Storico della Letteratura Italiana”, alla “Rinascita” (Firenze, Palazzo di Parte Guelfa), al Prof. Ettore Allodoli (Firenze, Via Vico, 3); - al prof. Achille Bellizzari della R. Univ. di Genova per la “Rassegna”; - al prof. Luigi Russo della R. Univ. di Pisa); - al Prof. Natalino Sapegno della R. Univ. di Roma; a Giulio Bertoni (Roma, Via Gioachino Belli, 36); al Prof. Giuseppe Toffanin della R. Univ. di Napoli; alla Bibl. Naz. Centrale di Firenze e a quella Naz. Centr. Vittorio Emmanuele di Roma. Quindi alle principali riviste filosofiche, il cui indirizzo conoscerà meglio di me.
Il prof. Troilo che ho visto oggi mi ha chiesto il suo indirizzo ed io gliel’ho dato.
Qui tutti si ricordano di lei con tanta stima e simpatia. Mi scusi se non aggiungo altro, ma sono in uno dei miei momenti di umore nero e perciò pochissimo espansivi. Seguiti quando puo’ e senza stancarsi troppo a lavorare nel campo scientifico. È l’unica consolazione di noialtri poveri intellettuali e guai se anche questa viene a mancare.
..........................................................
Ed ora arrivederla che è tardi e domani ho lezione. Stia di buon animo e, mi creda,
Suo
Ramiro Ortiz.

 

Roma, Città Universitaria                                                                   20 febbraio 1940 – XVIII
Biblioteca “Alessandrina”

Gentile Signorina,
.......................................................................................................................................................
Avete spedito i vostri volumi su Michelangelo alle riviste italiane? Forse avrete dimenticata “La RINASCITA” diretta da GIOVANNI PAPINI (Firenze – Palazzo di Parte Guelfa). Non mancate di mandarglielo. Che recensioni avete avute finora? Siete abbonata all’”ECO DELLA STAMPA” (Via Giuseppe Compagnoni, 28; Milano)?
Datemi spesso vostre notizie che mi faran sempre piacere e, coi migliori saluti, credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.â

 

Roma, Città Universitaria                                                       13 marzo 1940 – XVIII
Biblioteca “Alessandrina”

Gentile Signorina1,
grazie delle vostre belle notizie che mi rallegro esser buone.
....................................................................................................................................................... Son lieto che possiate tornare al vostro lavoro su Cervantes che son certo riuscirà benissimo, data la vostra preparazione non solo letteraria, ma anche filosofica.
............................................
Coi migliori augurii per la prossima Pasqua, credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.

 

Ponte delle Ali (Belluno). Albergo al Bivio
24 giugno 1940.-XVIII

Gentile Signorina,
.......................................................................................................................................................
Vi ringrazio del vostro articolo su Benedetto Croce in Rumania, molto completo e giusto nella conclusione finale. Non mancate di mandarglielo. Il suo indirizzo è Napoli, Via Trinità Maggiore, 12. Potrebbe darsi che il vostro articolo su Cervantes, dato il suo tono ideologico, potesse trovare ospitalità nelle pagine della “Critica”, non avendo il suo direttore legami universitarii e prevenzioni teoriche che potrebbero consigliar gli altri a non urtare posizioni critiche precedenti. Le riviste continueranno ad apparire senza alcun dubbio. ...........................
Mandatemi spesso vostre notizie che mi faranno sempre piacere e coi migliori saluti miei e della mia Signora credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.

 

Padova, 26 agosto 1940 – XVIII
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
molto piacere mi ha fatto la vostra del 21 Agosto colle belle fotografie dei luoghi dove avete passati i giorni di riposo che vi siete concessi. Ricevetti a suo tempo i libri dalla “Cartea Românească” o meglio che credevo speditimi da essa. Oggi so che siete stata voi e ve ne ringrazio moltissimo. Domani stesso vi spedirò il primo vaglia internazionale per la somma corrispondente a 50 lire, per il resto dovrete attendere il mese venturo. Il fascicolo del Casella cui mi riferisco è il seguente: MARIO CASELLA, Poesia e Storia, Firenze, Leo S. Olschi, 1939 estratto dall’”Archivio Storico Italiano” vol. II, dispensa 3 e 4. Inoltre bisognerebbe tenere presenti:
1) ANTONIO VISCARDI, Intorno al problema delle origini trobadoriche.Venezia, Carlo Ferrari, 1934 (estratto dagli Atti del Reale Istituto Veneto, Tomo XCIII parte seconda. Posseduta la collezione degli Atti dall’Accademia Rumena.
2) ANTONIO VISCARDI, Gli studii sulla poesia di Bernardo di Ventardon e i nuovi problemi della critica trobadorica, Bologna, Tip. Azzoguidi, 1939, estr. dagli Atti della R. Accademia di Bologna, per il 1939. Posseduta id.
3) VINCENZO De BARTHOLOMEIS, Intorno alla funzione e all’origine della “tornada”, estr. dal “Convivium” N. 2, 1940.
4) EDUARD WECHSSLER, Das Kulturproblem des Minnesang, Halle, Niemayer, 1909.
5) HANS NAUMANN, Hoefische Kultur, Halle, Niemayer, 1909.
6) KARL VOSSLER, Die Kunst des altesten troubadours in Miscellanea di studi in onore di Attilio Hortis, Trieste, Caprin, 1910.
7) JOHANNES BUELER, Die Kultur des Mittelalters, Leipzig, Kröner, 1931.
8) W. SCHROETTER, Ovid und die Trobadours, 1908.
9) BRINKMAN, Zu wesen [sic] und Form mittelalterlicher Dichtung, Halle, 1828.
10) EGIDIO GORRA, Origini, spiriti e forme della poesia amorosa di Provenza secondo le più recenti indagini in Rendiconti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Serie II, Vol. LXIII, 1910 fino al 1912.
11) EGIDIO GORRA, Delle origini della lirica nel medioevo, Torino, 1895.
12) EGIDIO GORRA, Di alcune questioni di ”origini” in Miscellanea di studi in onore di Vincenzo Crescini.
13) D. SCHELUDKO, Beiträge zur Enstehunggeschichte der altprovenzalischer Lyrik in Arkivum Romanicum, vol. XI e XII
14) P. RUMPF, La latinité médiévale in Archivum Romanicum, vol. IX,
15) A. PILLET, Zum Ursprung des altprovenzalischen Lyrik, Halle, 1928.
Oltre a ciò bisogna naturalmente prender le mosse dall’opera capitale dello JEANROY, La poésie lyrique des troubadours, Toulouse-Paris, 1934. Le pubblicazioni tedesche ritengo vi sarà abbastanza facile il procurarvele. Le altre potreste consultarle in Italia quando verrete e sarebbe una buona ragione aggiunta alle altre di passar qualche tempo nella vostra Padova. La quale è in fondo quella che era quando partiste con la sola novità di alcuni tratti di porticato murati ad uso di rifugio antiaereo per quanto finora gli aeroplani inglesi non si sian fatti vedere. Le pubblicazioni del Casella e del Viscardi (meno “Le origini” di quest’ultimo che forse fareste bene a consultare per alcune pagine verso la fine che potrebbero interessarvi), potrei mandarvele io perchè le posseggo e son facilmente inviabili come stampe raccomandate. Non così per ciò che riguarda il lavoro del GORRA publicato [sic] nei rendiconti del R. Istituto lombardo che è legato insieme con altri opuscoli in un volume molto pesante. .....................................................
Cu cele mai bune salutări.
Ramiro Ortiz.

 

Padova, 25 Settembre 1940 –XVIII
Via Giordano Bruno 176-B-

Gentile Signorina,
oggi la mattina è nebbiosa ed io aspetterò ad uscire che ci sia il sole ed intanto rispondo alla vostra lettera in cui mi date notizia degli studii di cui vi occupate. Credo anch’io che dove potete dire una parola interessante è nella questione dell’influsso mistico sulla poesia provenzale e cioè partendo dal lavoro di Casella. Naturalmente bisognerà tener conto dei lavori precedenti su questo argomento e soprattutto di quello di WECHSSLER Das Kultur und Christentum, Halle, 1909 e dell’ampio resoconto che ne dette GORRA nei Rendiconti del Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (1910 – 1911) e intitolato: Origini, spiriti e forme della poesia amorosa di Provenza secondo le più recenti indagini, pp. 408 – 431, 463 - 485, 652 - 678, 163 - 189 che discute minutamente le opinioni del WECHSSLER. Io posseggo tutte le memorie del GORRA, ma le ho legate insieme in un grosso e pesante volume di miscellanee provenzali che non si presta ad essere spedito. In conclusione le tendenze mistiche che si rispecchiano nella poesia dei trovatori sarebbero quelle di Bernardo di Chiaravalle e di Ugo da San Vittore. Certo bisognerà che acquisti prima una certa pratica del provenzale cosa tutt’altro che difficile ad una Signorina colta e intelligente come lei. Son ritornato senza accorgermene al lei, ma quando per sessant’anni si è usato il lei, riesce un po’ difficile cambiare. .....................................................
Coi migliori saluti ed augurii, credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.

 

Padova, 13 Marzo1941-XIX
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
ho ricevuto la vostra lettera e ve ne ringrazio assai. Alla cartolina postale ho risposto subito secondo la mia abitudine. Voi mi parlate del Seminario Descartes ed io non so bene che cosa sia. Ad ogni modo ho piacere che rappresenti per voi un modo di lavorare scientificamente secondo le vostre belle attitudini. ................................................................................................
Coi migliori saluti,
Ramiro Ortiz.

 

Belluno, 10 luglio 1941 – XIX
Piazza Campitello 12.

Gentile Signorina,
....................................................................................................................................................... Se avete ricevuta la mia Letteratura Romena avrei caro ne parlaste voi nell’ “Archivium Romanicum” o nella “Cultura Neolatina” di Bertoni. Datemi vostre notizie e di quanti ancora in Rumania si ricordano di me. ....................................................................................................
Nella speranza di ricever presto vostre notizie, credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.

 

Padova, 10 Settembre 1941- XIX
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
ho ricevuto in questo momento la vostra cara cartolina e subito vi ho spedito il mio volume.
.....................................................................................................................................................
Ho piacere che abbiate pubblicato qualcosa su “Sophia” e che la vostra traduzione sia per essere pubblicata. Ma ditemi un po’: ricevete la rivista “Sophia” cui vi ho subito abbonata? Io non riesco a saperlo perché la redazione non risponde alle mie lettere nè a quelle del libraio per mezzo del quale ho fatto l’abbonamento. Un’altra cosa desidero sapere: la cattedra a Bucarest di cui mi parlate è governativa? Mi farebbe tanto piacere sapere che sì. Ho scritto col rosso queste due domande perché non dimentichiate di rispondere ad esse, dato che la corrispondenza dalla Rumania arriva con abbastanza ritardo e si ha tutto il tempo a dimenticare quanto nelle lettere si chiede.
............................................................................................................................
Fatemi saper spesso vostre notizie: non fa nulla che scriviate in cartolina.
Coi migliori saluti,
Ramiro Ortiz.

 

R. UNIVERSITÀ DI PADOVA                               
Seminario di Filologia Moderna                                 Padova, 27 Settembre 1941 XIX
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
se è ancora in vendita la Storia della Letteratura Rumena di Gh. [sic] CĂLINESCU, vi pregherei vivamente di volermela spedire. So dal LOVINESCU che vi son due mie fotografie: una con Coşbuc e l’altra coi collaboratori della “Ideea europeană”. Naturalmente non è per questa ragione che m’interessa averla; ma perché una letteratura rumena scritta dal Călinescu non può essere che preziosa a me ed ai miei studenti, anche se per ragioni non letterarie, nè scientifiche incontra ostilità di certo pubblico. ............................................................................
Spero che anche in Rumania il tempo continui ad esser bello come suol essere tutto l’autunno che è sempre stata la stagione più piacevole in Rumania e mi congratulo che finalmente avete una cattedra nella capitale e non siete più obbligata a far viaggi sia pur brevi per recarvi a scuola, cosa che d’inverno dev’essere ben noiosa. Vi do i saluti del giovane FRANCESCHINI, il Franceschini “minor”, che ora è professore di filosofia e storia ad Este e che ho visto giorni sono. Mi ha detto di aver ricevuto da voi alcune pubblicazioni in rumeno che si è fatto tradurre da suo cognato ingegnere che è stato molti anni in Rumania. L’altro Franceschini è professore di latino medievale alla Università Cattolica di Milano. Abbiamo ricevuto una cassa di libri della donazione Torouţiu che contiene fra altri libri una collezione completa delle “Convorbiri literare”, cosa che è per noi preziosa. Se avete occasione di vederlo, ringraziatelo assai da parte mia e pregatelo di volermi spedire una lista dei libri mandatici in quest’ultimo trasporto col prezzo relativo soprattutto della collezione delle “Convorbiri” che noi non possiamo sapere. Coi migliori saluti, credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.

 

Padova, 11 Dicembre 1941
Via Giordano Bruno 176-B.

Gentile Signorina,
mi dispiace assai che almeno due mie lettere non vi siano pervenute e non vi sia pervenuto neppure il volume degli scritti del prof. Troilo che avevo mandato a voi raccomandato, giudicando che nelle vostre mani sarebbe stato più utile che nelle mie. Quanto al volume del prof. Errante sul Rilke, mi si è risposto che è esaurito e che ora si sta cercando di trovarlo nelle librerie antiquarie. Nell’ultimo numero di “Cultura Neolatina” ho potuto vedere due vostre recensioni: una sul “Carageale” [sic] del Cioculescu, l’altra non ricordo in questo momento su chi.
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Ho incominciato i miei corsi e mi occupo del “Medioevo rumeno”. I corsi son molto frequentati, ma quasi unicamente da signorine giacché gli studenti son quasi tutti sotto le armi volontarii. Sapete che pubblico la seconda edizione della mia Storia della Cultura Italiana in Rumania? La pubblicherà l’“Istituto per l’Europa Orientale”. In quest’occasione mi sareste stata prezsiosa per la vostra collaborazione aiutandomi nella correzione delle bozze e nelle giunte soprattutto bibliografiche che desidero farvi; ma il destino ha voluto altrimenti. Pazienza! Son lieto di costatare la vostra attività non solo scolastica ma anche scientifica. .......................................
Coi migliori saluti ed augurii per le feste natalizie anche da parte di Dora, credetemi,
Vostro
Ramiro Ortiz.



Doina Condrea Derer
(n. 11, novembre 2024, anno XIV)