10 anni di Orizzonti: Viorica Bălteanu, Elena Pîrvu, George Popescu Viorica Bălteanu: Un decennio di encomiabile attività culturale Per quanto fossi stato messo al corrente dell’intenzione di fondare una rivista, che mi aveva confidato Afrodita Cionchin durante un lungo viaggio mattutino in treno da Venezia a Pescara alla fine di novembre del 2003, mentre eravamo diretti entrambi, in qualità di invitati, a un Congresso Internazionale dedicato a Claudio Magris, la sorpresa nel leggere il primo numero di «Orizzonti culturali italo-romeni/Orizonturi culturale italo-române» non ha perso nulla dell’effetto causato allora dall’audace iniziativa della sua fondatrice.
Afrodita Cionchin, studentessa universitaria e traduttrice di Timișoara, l’avevo conosciuta qualche anno prima in occasione di alcune sessioni di laurea. Ci siamo rivisti, poi, a Venezia, dove abbiamo parlato di Marin Sorescu a un pubblico attento frequentatore degli eventi dell’Istituto Romeno di Cultura e di Ricerca Umanistica. Con una solida cultura anche delle fonti dell’antichità classica, greca e romana, Afrodita Cionchin suscitava ammirazione per la sua disponibilità al dialogo generatore di novità, che mostrava una inclinazione per opere e scrittori sofisticati, dotata di una curiosità contraddistinta dallo spiccato interesse per i rapporti e le confluenze letterarie italo-romene. La sua iniziativa, non priva di una temerarietà abilmente domata, ha cominciato a dare i suoi frutti dieci anni fa, all’inizio a passi più esitanti, tracciando con stupefacente rapidità il nitido contorno, numero dopo numero, di un’azione estremamente attuale, direi, nel nuovo contesto della libera circolazione dei valori. Non posso non invocare qui il contesto personale nel quale la pubblicazione «Orizzonti…/Orizonturi…» ha iniziato il suo cammino, con difficoltà, ma pienamente realizzato, proprio quando chiudeva, dopo vent’anni di esistenza, la rivista «Paradigma», intrapreso sotto l’intestazione bilingue, romeno-italiana, per iniziativa e sotto la direzione del compianto Marin Mincu e redatta, numero dopo numero, nella casa del sottoscritto. Anche se, lasciandoci nel 2009, Mincu non è riuscito a prendere atto di questa impresa fortunata di Afrodita Cionchin, sono sicuro che, nonostante le sue tante riserve e scelte personali, l’avrebbe applaudita. Quello che mi sembra ragguardevole in questa pubblicazione è l’assenza di qualsiasi preconcetto, che attiva una struttura tanto mobile, quanto stimolante nella sua diversità, non solo in ciò che riguarda gli autori e i collaboratori, italiani e romeni, ma anche gli ambiti e sottoambiti culturali che le conferiscono, anche da questa prospettiva, un’immensa area di interesse da parte dei lettori. Nell’augurarle lunga vita e un costante rinnovamento, sarebbe necessario, direi obbligatorio, che ottenesse in maniera del tutto meritata maggiore sostegno dai piani più alti delle autorità di entrambi i paesi. Sono altrettanto convinto che l’invincibile tenacia di colei che ha fondato e coordina con uno zelo difficilmente eguagliabile è già una garanzia della sua perennità. Infatti, la pubblicazione mi è sembrata fin dall’inizio e ancora di più adesso, nell’anno del suo anniversario, un ponte maestoso, con agenda e statuto interculturale, tra due paesi affratellati da secoli non solo da un destino di latinità comune, ma anche da affinità spirituali spesso leggendarie. (Traduzione di Serafina Pastore) Elena Pîrvu: Un omaggio per l’anniversario
Dieci anni fa, dopo che per un anno, i contributi dei numerosi collaboratori erano stati pubblicati, a cadenza mensile, sul suo sito personale, adattato alla forma del progetto editoriale di allora, faceva la sua comparsa la rivista bilingue online «Orizzonti culturali italo-romeni / Orizonturi culturale italo-române», fondata e diretta dalla dott.ssa Afrodita Carmen Cionchin. Pubblicata sotto l’egida dell’omonima Associazione, la rivista è stata pensata come un ponte tra le due culture, italiana e romena, e si rivolge, con frequenza mensile, al pubblico dell’Italia e della Romania. Come si può leggere nell’Editoriale del numero 1 (dicembre 2011), all’edizione in lingua italiana e a quella romena sono stati invitati a collaborare gli intellettuali italiani interessati alla cultura romena e, al contempo, gli intellettuali romeni interessati alla cultura italiana: docenti delle cattedre delle rispettive lingue e letterature, italiana e romena, scrittori, giornalisti, storici, traduttori, ecc., nonché gli scrittori «migranti» o i rappresentanti della «diaspora» che svolgono la loro attività in Italia, e, in generale, le personalità che desiderano avvicinarsi alle nostre due culture. Ogni inizio è una scommessa, soprattutto nel caso di una rivista culturale. Deve trovare dei collaboratori, soldi per la pubblicazione. Deve crearsi un pubblico. Soprattutto, deve trovare quel qualcosa in più con il quale affermarsi. E la rivista tramite le sue rubriche – Incontri, Studi, Poesia, Interventi, Recensioni, Eventi – ci è riuscita pienamente. È diventata una fonte di informazione di qualità. Ha messo in contatto gli specialisti, ha mediato le amicizie. Nel caso di una rivista online, è possibile che il direttore e i redattori non siano pressati dalla mancanza di fondi per la stampa. Ma essere il direttore di una rivista di cultura comporta molte emozioni per ogni numero, dal momento che quei collaboratori che lavorano nel campo universitario sono sottoposti alla pressione di pubblicare sulle riviste universitarie, registrate nelle banche dati. Perciò, ci tengo a congratularmi con la signora Afrodita Carmen Cionchin per non aver ceduto alla tentazione di abbandonare il progetto, impegnandosi e riuscendo a mantenere alto il livello della rivista. Allo stesso modo, voglio congratularmi con i collaboratori e con tutti coloro che hanno fatto sì che la rivista arrivasse alle soglie dell’XI anno. Sono felice e la ringrazio anche per avermi voluta annoverare tra i collaboratori della pubblicazione. Personalmente, ho presentato pochi articoli sulle sue pagine. Tuttavia, sono stata contenta di aver trovato qui diversi richiami ai simposi di italianistica organizzati dal Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana della Facoltà di Lettere dell’Università di Craiova, negli ultimi anni, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università per Stranieri di Perugia. Allo stesso tempo, sono stata lieta di leggere le recensioni degli Atti raccolti dopo tali simposi, firmati dalla collega Lazea Ramona, come pure le loro presentazioni o recensioni in volumi presentati in questo ambito, firmate dalla prof.ssa Smaranda Bratu Elian. Adesso, a 10 anni dalla sua ininterrotta pubblicazione, esprimo il mio più vivido augurio alla rivista e a tutti quelli che hanno avuto cura che essa continuasse a vivere e ad affermarsi. Auguro, con tutta fiducia, alla direttrice, alla redazione e ai collaboratori della rivista di continuare nella loro attività e di mantenere, se non addirittura di superare, il livello raggiunto. Auguri! (Traduzione di Serafina Pastore)
(n. 5, maggio 2020, anno X) |