Italia, Paese ospite d'onore al Bookfest di Bucarest. Un giro d’orizzonte con Smaranda Bratu Elian

L’Italia, Paese ospite d’onore della XVI edizione del Salone Internazionale del Libro Bookfest di Bucarest, svoltasi dal 24 al 28 maggio 2023 presso il centro espositivo Romexpo, ha offerto al pubblico romeno un ampio programma culturale dal titolo Anima latina, con numerose presentazioni di libri e incontri con alcuni dei più noti scrittori italiani, tra cui tre vincitori del prestigioso Premio Strega. La prima, Melania Gaia Mazzucco, trionfatrice nel 2003 con Vita, ha proposto, proprio a partire dal ventesimo compleanno del suo romanzo tradotto e amato in tutto il mondo, una galleria di tante altre vite, comprese quelle delle artiste raccontate nel recente Self-Portrait. Il museo del mondo delle donne, in un dialogo coinvolgente con Laura Napolitano, direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Poi, Helena Janeczek, vincitrice nel 2018 con La ragazza con la Leica, a cui è stato affidato il compito di affrontare il tema del polilinguismo, in dialogo con la giovane Andreea Simionel, scrittrice di origini romene, protagonista anche di un incontro sul suo romanzo d'esordio, Male a est, segnalato all'edizione di quest'anno del Premio Strega. Nicola Lagioia, vincitore dello Strega nel 2015 con La ferocia e direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino dal 2016 al 2023, ha dialogato con lo scrittore romeno di fama internazionale Mircea Cărtărescu, autore di capolavori come la trilogia Abbacinante e Solenoide, in un incontro moderato da Bruno Mazzoni, romenista e traduttore di Cărtărescu.
Nell'appuntamento di apertura, lo storico Francesco Guida ha presentato il suo volume L’altra metà dell’Europa. Dalla Grande Guerra ai giorni nostri, in dialogo con la traduttrice Aurora Firţa-Marin, con Lidia Bodea, direttrice della casa editrice Humanitas, con Laura Napolitano e gli altri invitati. Poi, il matematico-scrittore Piergiorgio Odifreddi ha illustrato l'importanza dei «numeri» nella società contemporanea, anche in rapporto con il linguaggio e le parole, in un appassionante dialogo con due specialisti in matematica, il traduttore Liviu Ornea e Mihai Prunescu, moderato da Adrian Şerban, direttore editoriale della Polirom.
Presente al Bookfest anche Matteo Strukul con due incontri in cui ha invitato i lettori a un avvolgente viaggio indietro nel tempo, riscoprendo e reinventando Dante Alighieri e il Canaletto, insieme alla sua traduttrice, Oana Sălişteanu, a Denisa Comănescu, coordinatrice della collana «Raftul Denisei» della Humanitas Fiction, e ad altri invitati. A sua volta, Vanni Santoni ha parlato delle sue scritture mutanti, tra il neo-spiritualismo di La verità su tutto, in dialogo con l'italianista Oana Boşca-Mălin, e la street art di Dilaga ovunque, in dialogo con Vincenzo Tamarindo.
C'è stato poi spazio per la tutela degli animali nell'incontro con Sara Turetta, per i libri per ragazzi e, soprattutto, ragazze, di Vichi De Marchi, per i viaggi geografici e esistenziali del giornalista «supervagamondo» Stenio Solinas, come anche per lo spirito mediterraneo riflesso nella Sicilia letteraria di Pietrangelo Buttafuoco.
Marcello Veneziani, in dialogo con il critico letterario Carmen Muşat, ha evocato il solido legame tra Italia e Romania, che traspare anche dalla passione con cui i grandi scrittori, filosofi e drammaturghi romeni (Emil Cioran, Mircea Eliade, Eugène Ionesco) hanno sempre guardato alla cultura italiana.

L'organizzazione degli eventi è stata il frutto della felice collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest con l’AIE - Associazione Italiana Editori, che si avvale dell’agenzia Ex Libris, con l'ICE - Agenzia per la promozione all’estero e all’internazionalizzazione delle imprese italiane, il Centro Italiano per il Libro e la Lettura e, naturalmente, l’Ambasciata d’Italia, sotto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura dell’Italia.
Il Padiglione Italia, un’area di circa 200 metri quadrati, ha rappresentato un'ottima vetrina per l'offerta libraria italiana in traduzione romena, estremamente ricca e variegata, che annovera i titoli più significativi della letteratura italiana affiancata alla letteratura contemporanea, dell’editoria d’arte, della saggistica, della letteratura per ragazzi, degli illustrati. Bisogna sottolineare la crescente rilevanza delle traduzioni dall'italiano, con oltre cento uscite editoriali ogni anno, che vi invitiamo a consultare nel nostro database Scrittori italiani tradotti in romeno: 1990-2023.
Notevole inoltre la presenza degli editori italiani Edra Publishing, Erickson, Hoepli, Il Castoro, Keller, Mondadori Libri, Reggio Children, White Star. Di grande richiamo anche la mostra Eccellenze italiane. Figure per Italo Calvino, realizzata grazie alla collaborazione con Bologna Children’s Book Fair, in occasione del centenario della nascita del grande scrittore: un viaggio immaginifico che tramuta in immagini le parole di uno dei più importanti interpreti della letteratura italiana.

Un evento speciale è stato dedicato alla meravigliosa storia della collana bilingue «Biblioteca Italiana» della Humanitas, alla presenza della coordinatrice della collana, l'insigne italianista Smaranda Bratu Elian, di Lidia Bodea, direttrice della casa editrice, di Oana Boşca-Mălin e Bruno Mazzoni, La professoressa Elian traccia un primo bilancio della settimana italiana al Bookfest 2023, nell’intervista a cura di Afrodita Carmen Cionchin, direttrice della rivista bilingue «Orizzonti culturali italo-romeni».


Cara professoressa Elian, la prego di condividere con noi alcune impressioni immediate: in un rapido giro d'orizzonte, com'è andata la settimana italiana al Bookfest?

Mi è sembrata un grande successo. Penso che l'Italia sia stata al centro dell'attenzione per il suo stand elegante e ben posizionato, per la partecipazione di undici ospiti italiani, tra scrittori, critici ed editori, per i dialoghi tra scrittori e giornalisti - italiani e romeni (dove non posso non ricordare la brillante conversazione tra Mircea Cărtărescu e Nicola Lagioia, moderata da Bruno Mazzoni, quella tra Melania Mazzucco e Laura Napolitano, o quella tra Vanni Santoni e Oana Boșca-Mălin), per il lancio di alcuni volumi eccezionali, per la presenza degli studenti del liceo Aldo Moro di Bucarest.
Evento raro per un paese ospite d'onore è stata la maratona di presentazione delle otto case editrici italiane partecipanti al salone, moderata da Marius Constantinescu, una di queste case editrici, ovvero la prestigiosa Hoepli di Milano, presentando, nella terza giornata, il recente grande dizionario Hoepli romeno-italiano/italiano-romeno, dell'autrice Valentina Negrițescu. Ho trovato notevole anche l'intreccio degli eventi organizzati dagli italiani con quelli dovuti a importanti case editrici romene come Polirom e Litera - che hanno presentato le loro ultime pubblicazioni di letteratura italiana -, ma soprattutto la Humanitas, presente con quattro eventi allo stand italiano, tre delle quali si riferivano a volumi di autori italiani pubblicati appositamente per l'occasione. E li voglio ricordare per la loro diversità e per il prestigio di chi li ha presentati: l'apertura ufficiale del Bookfest l’ha fatta la presentazione del volume dello storico Francesco Guida, L'altra metà d'Europa. Dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri, tradotto da Aurora Firța-Marin, Humanitas, 2023, con la partecipazione dell'autore, della direttrice della casa editrice Humanitas, Lidia Bodea, della direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura, Laura Napolitano, della traduttrice e degli specialisti Bruno Mazzoni, Daniel Cain e Sabina Fati; sempre nella prima giornata, il romanzo di Sara Turetta, I cani, la mia vita tradotto in romeno, Humanitas, 2023, è stato presentato dall'autrice in dialogo con l’italianista Roxana Utale; sabato, quarta giornata, è stato lanciato il volume appena stampato, pubblicato sempre dalla Humanitas, Italo Calvino, Provocarea labirintului. Eseuri (La sfida al labirinto. Saggi), con la partecipazione delle due traduttrici, Smaranda Bratu Elian e Oana Boșca-Mălin, della scrittrice Ioana Pârvulescu, del critico e giornalista Mircea Vasilescu. Voglio ricordare, in quest'anno del centenario di Italo Calvino anche la splendida mostra di illustrazioni ai libri di questo grande scrittore del '900, presentata nello stand italiano.


Mi fa piacere che abbia ricordato il centenario Italo Calvino, al quale la nostra rivista quest'anno dedica un'intera serie. D’altronde il volume di saggi lanciato allo stand italiano era dedicato proprio a questo anniversario. Ma ha ommesso che il volume è apparso nella meravigliosa collana Biblioteca Italiana che coordina dal 2006. Cosa ci può dire di questo volume e del suo posto nella sua collezione?

Infatti il volume romeno di saggi di Italo Calvino era dedicato al centenario della nascita dello scrittore. I suoi romanzi e racconti e la sua antologia di fiabe popolari italiane sono stati tradotti dappertutto, facendo di lui uno degli autori italiani più conosciuti e apprezzati al mondo. In Romania è stato tradotto sin dal 1963, dopodiché i suoi romanzi e racconti sono apparsi, uno per uno, presso varie case editrici romene, in traduzioni notevoli. L’ipostasi di saggista e critico letterario proposto dal nostro volume viene a completare il suo breve ma importante libro di teoria letteraria, pubblicato postumo con il titolo, divenuto celebre, Lezioni americane, apparso in romeno nel 2018, nella stessa collana, nella bella traduzione di Oana Boșca-Mălin. Il verbo completare è importante e va spiegato: Le lezioni americane presentano e rappresentano la visione raggiunta da Italo Calvino in punto di morte (1985) su come dovrebbe essere, secondo lui, la letteratura del XXI secolo, in modo tale da corrispondere alle attese e ai mutamenti del mondo, e quindi dei lettori, per accattivarli – una visione che è anche la cristallizzazione della propria arte poetica degli ultimi anni della vita: conclusione quindi definitiva e prescrittiva di un'esperienza letteraria. I saggi del volume lanciato al Bookfest (che comprende articoli, risposte a quesiti e interviste, interventi nei dibattiti dell'epoca, cronache letterarie, confessioni, testimonianze, ecc.) riassumono invece quarant'anni di vita e di attività letteraria, anni in cui – grazie a un lungo lavorio editoriale e a costanti presenze sulla stampa letteraria e non solo – si sono formati e modificati i suoi stessi atteggiamenti, le sue stesse opinioni sul mondo, sulle persone, sul suo paese, e soprattutto si sono decantate le sue preferenze letterarie, tematiche e stilistiche. Il volume registra il percorso della creazione dello scrittore, visto dall'esterno, cioè da come esso si riflette nel pensiero e negli affetti di Calvino-l’uomo; il volume offre, cioè, la possibilità di guardare all'interno dell'opera di Calvino con occhiali 3D.
All'interno della collana il volume ha un posto e un significato speciali. A titolo di parentesi, nella terza giornata di Bookfest, allo stand italiano è stata presentata l'intera collana Biblioteca italiana, con la partecipazione di Lidia Bodea, direttrice della Humanitas, dell'insuperabile romenista Bruno Mazzoni – che ha fatto l’emozionante affermazione che questa collana è un unicum non solo in Romania, ma in tutta l’Europa –, della fedele collaboratrice alla collana, Oana Boșca-Mălin, e mia. La collana nasce dal desiderio di colmare le lacune dell'immagine che la letteratura italiana ha acquisito in Romania attraverso la traduzione delle grandi opere classiche e, allo stesso tempo, dall’ambizione di offrire ai lettori romeni (e soprattutto ai nostri studenti) l'inaspettata opportunità di confrontare la traduzione con l'originale – in genere famoso – perché la raccolta è nata bilingue. Ai grandi classici del passato si sono aggiunti nel tempo i classici della poesia del Novecento, ma anche una piccola breccia monolingue riservata alla saggistica o alla prosa dal tono saggistico degli ultimi decenni. Il volume dei saggi di Calvino, come quello delle Lezioni americane che esso viene a completare, rientra in questa breccia. È il 49° volume della collana, e questo numero, che preannuncia il 50°, mi turba per varie ragioni.


A proposito, stavo proprio per chiederle quali titoli prepara per la collana nel prossimo futuro. Ma a questa domanda aggiungo la curiosità di scoprire perché la prossima apparizione la turba?

Mi turba perché il numero 50 richiede un bilancio al quale mi devo preparare. Mi turba perché questo cinquantesimo volume è insolito: tutti i volumi pubblicati, scritti secoli fa o che illustrano la poesia del Novecento, appartenevano ad autori morti. La prima eccezione in tale serie è stata la pubblicazione nel 2020 dell'antologia Poesia presente / Poezia italiană de astăzi, l’antologia della poesia italiana contemporanea pubblicata dalla casa editrice Raffaelli di Rimini, a cura del critico Francesco Napoli. L'antologia comprendeva 30 autori, ovviamente tutti vivi, però i traduttori romeni (Smaranda Bratu Elian e Aurora Firța-Marin) hanno collaborato, quando necessario, con l'autore dell'antologia e non con i trenta poeti. Il cinquantesimo volume, invece, sarà un'antologia dall'intera creazione poetica di un grande poeta vivente, Milo De Angelis. In più, la selezione per il volume romeno è stata fatta dall'autore stesso e i traduttori potranno collaborare con il poeta in qualsiasi momento; oltre a questo, il lancio del volume avverrà a settembre, al XVI Festival Internazionale della Poesia di Bucarest, dove De Angelis sarà presente. Ammetto che lavorare e collaborare con un classico vivente mi entusiasma, e mi entusiasma anche l'inaspettata apertura della collana a un nuovo approccio.
Per quanto riguarda i progetti per il prossimo futuro, stiamo lavorando a un volume antologico dalla creazione della poetessa Alda Merini, a cura della giovane ma già agguerrita traduttrice Dana Barangea, per tornare poi ai classici del passato (se il barocco non fosse incompatibile con la parola classico) con un'antologia della poesia del Seicento, cioè appunto della poesia barocca, volume curato dall’insigne traduttrice Oana Sălișteanu.


Facendo un bilancio personale, che significato ha per lei la collana Biblioteca Italiana?

Non esito a dichiarare che per me la Biblioteca Italiana, pur essendo solo uno dei miei progetti a lungo termine, è – insieme a mio figlio, quello in carne e ossa – la mia più grande realizzazione. Perché dura; perché in questo progetto ho coinvolto numerosi critici italiani di prima grandezza che scrivono le prefazioni ai volumi e quindi conoscono la collana, la apprezzano e la fanno conoscere almeno in Italia; e, cosa ancora più importante, perché ho coinvolto nella collana un gruppo di giovani italianiste che tramite essa si sono formate come traduttrici, che vi hanno scoperto la propria vocazione e il proprio valore, e che mi sopravvivranno.


Da quanto detto prima mi risulta che una forma importante di promozione della collana è la collaborazione con gli specialisti italiani. Ha in mente anche altre forme?

Senz’altro, è obbligatorio: così come, dopo aver avuto un figlio, bisogna accudire al suo graduale ingresso nel mondo, allo stesso modo la collana, cioè ogni singolo volume, comporta uno sforzo speciale per promuoverlo. Tra le forme consuete ci sono i singoli lanci nelle librerie Humanitas, a volte anche alle principali fiere del libro; poi, per molti anni, ci sono state le «Serate Italiane», altro bellissimo progetto di lunga durata – finito però con la pandemia – progetto che consisteva nell'organizzare attorno a ogni volume della collana dibattiti pubblici fra insigni specialisti e studenti del dipartimento di italiano dell'Università di Bucarest; poi ci sono le presentazioni puntuali alla Radio Romania Cultural, Radio Romania International, a volte anche ad alcune televisioni. E, durante gli anni, abbiamo goduto anche di presentazioni presso istituzioni prestigiose come l'Università di Padova, l'Accademia di Romania in Roma, l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, la Facoltà di Lettere di Brașov. Sembra sufficiente, ma in realtà non lo è: perché quello che dovremmo e vorremmo fare sarebbe presentare i libri e gli autori della collana nelle scuole. Questa sarebbe la grande posta in gioco. Finora, però, non ci sono riuscita. E non so se posso ancora sperare!


Ricordo qui ai nostri lettori che altre cose interessanti riguardanti la collana e l'attività di traduzione con la sua specificità e importanza possono trovare in una sua intervista precedente, pubblicata nel numero 10/2013 della nostra rivista. Concludo, perciò, con una domanda di un altro genere: a cominciare dal 2014 lei collabora alla nostra rivista numero dopo numero, accumulando interviste, presentazioni di libri, anteprime editoriali, saggi, ecc. Cosa la tiene legata alla nostra rivista?

Diverse cose mi legano alla vostra rivista: prima di tutto il fatto che, così come la collana bilingue Biblioteca italiana è unica nell'editoria romena, la rivista bilingue Orizzonti culturali italo-romeni è unica nella stampa romena. È, poi, l'unica pubblicazione che promuove, in reciprocità, due culture, ed entrambe sono le culture della mia anima, quella romena e quella italiana. Al pari della collana Biblioteca italiana, la rivista si è affermata con il tempo ed è continuamente cresciuta; e come la collana, la rivista è il prodotto della perseveranza, dell'intelligenza e della tenacia di una donna. Sono legata, quindi, alla rivista da una grande ammirazione e riverenza per un immane sforzo dedicato alla diffusione e alla collaborazione di due culture. La mia presenza costante nelle pagine della rivista nasce dal desiderio di avallare in questo modo, nel mio piccolo, l'atto culturale che lei sta compiendo, di sostenerlo e di farlo conoscere a tutti coloro cui io sono legata. Perché lo merita, perché è necessaria.



Da sinistra a destra: Lidia Bodea, Oana Boşca-Mălin, Smaranda Bratu Elian, Bruno Mazzoni


Da sinistra a destra: Laura Napolitano e Melania Mazzucco


Da sinistra a destra: Nicola Lagioia, Mircea Cărtărescu e Bruno Mazzoni


Da sinistra a destra: Denisa Comănescu, Aurora Firţa-Marin, Matteo Strukul, Oana Sălişteanu, Marius Constantinescu


Foto Bookfest - Salonul Internațional de Carte




A cura di Afrodita Carmen Cionchin

(n. 6, giugno 2023, anno XIII)