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«Villaggi di Romania, salviamo l'ultima oasi incontaminata d'Europa». Parla Nicolae Marghiol
Proteggere e promuovere l'antico e originale patrimonio che ancora oggi rimane in tanti, deliziosi villaggi di Romania. È l’obiettivo dell'Associazione «Cele mai frumoase sate din România» (I più bei villaggi di Romania), nata da un’idea di Nicolae Marghiol, dinamico giovane di Brasov, durante il suo soggiorno in Belgio, dove in seguito a studi e stage presso il Comune di Bruxelles ed il Ministero dello sviluppo rurale della regione Vallonia, ha conosciuto l'associazione «I più bei villaggi di Vallonia». Nello scorso aprile, Marghiol è stato in Italia, con altri colleghi romeni, per sottoscrivere un accordo di collaborazione con l’omologa associazione italiana «I borghi più belli d'Italia» (si veda la nostra intervista con il presidente Fiorello Primi). Un incontro prezioso: «Abbiamo visitato quattro borghi – racconta Nicolae Marghiol –. Ogni bel borgo d'Italia ha una sua caratteristica, una bellezza unica, ognuno ha qualcosa di speciale, di peculiare. C'è molto da imparare e dobbiamo avere pazienza perché da noi cè molto da lavorare sull'infrastruttura di base, sulle strade, sulle condotte idriche e quelle del gas, ma siamo sulla buona strada». Dall'intervista che proponiamo una stimolante panoramica di questioni meritevoli di grande attenzione da parte di individui, comunità e istituzioni pubbliche romene.
Nicolae Marghiol, quali sono i principali risultati conseguiti dall'Associazione che lei presiede?
Tra le principali realizzazioni segnalerei le seguenti: a) In soli tre anni l'Associazione è riuscita a diventare il principale soggetto promotore dei valori del villaggio romeno; b) Abbiamo pubblicato la guida turistica e culturale I più bei villaggi di Romania (Cele mai frumoase sate din Romania); c) Abbiamo instaurato una collaborazione con l'Ente Nazionale per il turismo allo scopo di organizzare e promuovere le feste tradizionali romene, in particolare quelle dei villaggi; d) Il progetto pilota, ovvero il programma d'istruzione L'infanzia è il mio paese (Copilăria e țara mea), grazie al quale portiamo i bambini delle città a scoprire la realtà del villaggio.
La Romania ha uno straordinario patrimonio naturale, spesso presente nelle zone rurali, dove tuttavia troppo frequentemente sono visibili anche i segni del degrado, subprodotto del processo di modernizzazione e del giusto – ma sovente mal realizzato – intento di creare migliori condizioni di vita. Cosa ritiene necessario, a livello istituzionale e comunitario, per creare un miglior equilibrio tra modernizzazione delle condizioni di vita e tutela del patrimonio ambientale?
L'architettura rurale va salvaguardata dal pericolo che incombe su di essa: stiamo distruggendo i nostri piccoli tesori, i nostri gioielli architettonici. È difficile ma non impossibile. Dobbiamo lavorare sul piano culturale e di sensibilizzazione igliori, attenerci a validi modelli di sviluppo e anche rispettare la legge. Abbiamo bisogno di una politica culturale e di una politica dei valori, dobbiamo capire che ciò che consideriamo vecchio, obsoleto, è un patrimonio che va tutelato perché attira turisti, stranieri che vengono in Romania alla ricerca della semplicità, della naturalezza e dell'ospitalità, radici smarrite dell’Europa ma ancora presenti tra i Carpazi.
Cosa pensa di quel che lo Stato romeno sta facendo per promuovere il turismo internazionale in Romania?
Siamo sulla buona strada ma è urgente avere maggiore continuità, serietà e pazienza. Abbiamo un brand turistico che a me piace perché rispecchia pienamente la Romania, disponiamo di mete turistiche ma abbiamo bisogno di serietà e di un maggiore coinvolgimento dei Consigli provinciali e delle comunità.
Di quale sostegno ha più bisogno la sua Associazione da parte delle istituzioni statali e locali, così come dalla stampa e dalle stesse comunità?
L'Associazione ha urgente bisogno del coinvolgimento dei Consigli provinciali: i villaggi sono abbandonati, non vi sono programmi miranti a fronteggiare la fuga dei giovani, non ci sono piani turistici e culturali, si governa una provincia o una regione senza una strategia per il futuro! Inoltre c'è troppa politicizzazione, instabilità e molto spesso incompetenza.
Cosa potrebbe incentivare un giovane romeno o un imprenditore a investire in un'attività di tipo agroturistica in qualche bel villaggio di Romania?
Investire è un azzardo ma grazie ai fondi europei molti giovani investono in piccole pensioni situate in zone rurali. Avere una propria pensione in una bella zona è un sogno! L'agriturismo e la cultura vissuta del villaggio rappresentano un'opportunità per la Romania e per l'Europa. Dobbiamo conservare l'ultima oasi d'Europa ancora incontaminata, conservare la biodiversità: abbiamo bisogno di autenticità, di piccole pensioni e non di palazzi in cemento con centinaia di camere: non ci occorrono hotel immensi, che non fanno che inquinare e distruggere con il loro turismo all inclusive. Le piccole pensioni possono ridare futuro al villaggio romeno. E non dimentichiamo i prodotti bio, come miele, frutti di bosco...
Può segnalarci sei villaggi romeni che un italiano dovrebbe assolutamente visitare quando va in Romania. e perché?
Rimetea, provincia di Alba - località candidata per l'inserimento nel patrimonio Unesco. Cârlibaba, provincia di Suceava - un vero paradiso, turismo d'eccellenza riconosciuto dalla Commissione Europea, con paesaggi straordinari. Drăguș, provincia di Braşov - per le sue tradizioni e usanze. Jidvei, provincia di Alba - per i vini. Rășinari, provincia di Sibiu – per l'architettura e la cultura. Jurilovca e Luncavita, provinia di Tulcea - per il delta del Danubio. E altri 50 splendidi villaggi di Romania!
Intervista realizzata da Giovanni Ruggeri
Traduzione dal romeno di Elena Levarda
(n. 7-8, luglio-agosto 2013, anno III)
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