Dante, allora e adesso. La grafica dell’artista Marina Socol
Per tante generazioni Dante Alighieri è stato ed è un punto cardine della letteratura, dell’arte, della filosofia. La sua visione sul mondo, sulla vita, sulla morte disegnata intorno al numero 3 quale numero sacro della Santa Trinità, ha creato tanto stupore e ha avuto un impatto così forte da convalidargli la sua opera, la Divina Commedia, fino a oggi.
«Anch’io mi sono avvicinata a lui in vari momenti – confessa l’artista Marina Socol – e ho dato espressione grafica al suo Inferno, la parte più incitante in quanto più vicina all’esperienza umana. All’epoca si commemoravano i 750 anni dalla nascita. Il 2021 è diventato un altro momento di commemorazione – 700 anni dalla morte ma il messaggio della sua opera rimane immutato. La sofferenza umana quale frutto amaro del proprio orgoglio».
Come nasce questo progetto su Dante?
È sorprendente, ma mi è stato commissionato. Non mi sarei mai aspettata di interpretare la Divina Commedia. L’Inferno però, in fondo, era legato al mio soggetto principale: la solitudine della sofferenza umana.
Perché l’ha scelto?
L’Inferno era ovvio per due motivi, uno commemorativo – allora ricorrevano i 750 anni dalla nascita del poeta – e l’altro perché è la parte che ha infiammato sempre l’immaginazione di tutti!
A cosa si è ispirata per i suoi disegni e quale tecnica grafica ha utilizzato per creare le sue illustrazioni?
Poco prima di iniziare a lavorarci, avevo visto una mostra sull’Inferno del grande pittore Marcel Chirnoaga e mi meravigliavo della complessità, precisione e immaginazione del famoso incisore. Lo stile era per me off limits quando mi ha colpito il fatto che i miei disegni lineari dovevano suggerire la sofferenza solo attraverso la posizione del corpo e massimizzata dalla distanza tra le varie figure quale idea di solitudine. Si tratta di una tela di 1,10x2,00/inchiostro contenente 22 raffigurazioni di corpi contorti di dimensioni crescenti dall’alto in basso con il profilo di Dante che medita e che li sta guardando. Si intitola Ventidue inferni danteschi/Douazecișidouă de infernuri dantești.
Come può essere considerata attuale l’opera di Dante oggi e cosa possono imparare i giovani in base alla sua lunga esperienza nel mondo della scuola e da italianista?
In qualità di visione architettonica e complessità, rimane sempre un punto di riferimento, invece come contenuto può servire a insegnare ai giovani, in chiave universale, concetti fondamentali tipo il limite umano, la duplice natura umana, l’accettazione dell’altro in quanto simile e soggetto alle stesse leggi della vita, la riflessione sulle proprie scelte prima di agire per evitare la sofferenza delle conseguenze per nominarne solo alcuni.
Quale altra opera illustrerebbe se ne avesse la possibilità?
Onestamente, qualsiasi! Perché la natura umana è la stessa, ciò che la rende apparentemente diversa sono le circostanze e il modo personalizzato con cui si risponde a esse.
A cura di Serafina Pastore
(n. 9, settembre 2021, anno XI)
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