In dialogo con Kristina Cepraga, attrice e autrice di cinema tra due culture Kristina Cepraga nasce a Bucarest, in Romania, in una famiglia di artisti. Suo padre è un giornalista e produttore televisivo e la madre una famosa musicista e ingegnera del suono. Ha dimostrato interesse per aree di studio e lavorative molto diverse. Ci potrebbe dire quale di esse le sta più a cuore e perché? In realtà le reputo tutte delle aree strettamente legate tra di loro e dove mi sono impegnata attivamente come professionista. Mi spiego, in quanto laureata in Arte Drammatica presso l’Accademia di Teatro e Cinema di Bucarest, come attrice sono sempre stata a stretto contatto con la scrittura e l'organizzazione sia di set sia di mostre, festival o altri settori simili che hanno a che fare con il mondo artistico in chiave creativa e artistica. Tra tante esperienze quale le ha dato più soddisfazione nel senso che ci si ritrova di più oppure è riuscita, come si dice, a «fare la differenza»? Probabilmente il mio secondo cortometraggio Destino, che ha fatto parte anche della lista del David di Donatello, dove ho scritto, diretto, prodotto e lavorato con attori della mia squadra ma anche con bambini. Mi ha regalato anche il premio per la migliore interpretazione femminile assieme a Valentina Lodovini all’Afrodite Shorts 2019. Diciamo che il connubio tra creare, gestire, 'partorire' e promuovere questo prodotto mi ha riempito il cuore di gioia e soddisfazione. C'è uno degli studi compiuti legato in qualche modo a una tradizione di famiglia? Il fatto di provenire da un ambiente intellettuale e artistico ha avuto probabilmente un'impronta importante nella mia formazione. Mia madre è una rinomata e apprezzata ingegnera del suono, mio padre un produttore e giornalista televisivo e mio cugino, Dan Cepraga, un grandissimo intellettuale, scrittore e professore universitario a Padova di filologia romanza. Un po' tutti i miei familiari possiedono una vena artistica sia in ambito letterario sia in quello musicale. Quando si è accorta di avere una passione per l'arte drammatica e in che settore si sente più creativa: recitare, scrivere soggetti, dirigere? Come le dicevo prima, non saprei quale sia quella che mi regala più soddisfazione, anche perché sono molto perfezionista e quando mi dedico a una delle attività do e chiedo tutto da me stessa. L'arte drammatica l'ho scoperta ancora adolescente quando dovevo decidere cosa fare della mia vita e in che direzione andare e all’epoca avevo pensato che la recitazione potesse regalarmi la possibilità ideale per manifestare me stessa. Invece, con gli anni, ho capito che è limitante aspettare gli innumerevoli provini con i tempi morti per le risposte, così ho scoperto la passione per la scrittura e la regia, ma anche per l'organizzazione di varie manifestazioni culturali a cui mi dedico. Come potrebbe definire la sua relazione arte-realtà? Cos'è ciò che la motiva a perseguire un tipo o un altro di attività? Innanzitutto il fatto che ho iniziato questo percorso praticamente da sempre e che è la mia vera professione anche se per certi versi non vorrei che diventasse una mia limitazione. Vorrei crescere come persona, come professionista e poter condividere la mia esperienza e la mia passione con gli altri facendo sì che possano imparare, per quanto possibile, dal mio cammino personale, da una donna italo-romena che ha diviso metà della sua vita tra i due paesi e le due culture e i vari progetti apparentemente diversi ma che le posso assicurare sono perfettamente coerenti con la mia indole, la mia natura.
A cura di Serafina Pastore |