Intervista al pittore Giancarlo Montuschi, a cura di Maurizio Vitiello

Giancarlo Montuschi è un artista che ripercorre la memoria del secolo scorso e le sue «visioni» sono, fondamentalmente, d’ordine e «rigore» ludico.
È nato a Faenza nel 1952 e inizia giovanissimo la carriera artistica.
Toscano d’adozione, vive e lavora ad Anghiari dal 1976.
L’artista ha al suo attivo mostre in Italia e all’estero.
Nel suo lavoro si motiva il contatto diretto con la Pop Art, respirata negli anni ‘70 e il legame con la ceramica di Faenza.
Nella sua pittura rimanda il mondo delle favole, dei bestiari medievali e, poi, delle saghe dei fumetti, in particolare quella di Flash Gordon.
Il blu è un colore che tratta con estremo piacere e le figure blu asessuate di Magi dal cappello conico in comunicazione col macrocosmo stellato campeggiano nelle sue opere come un marchio di fabbrica e ricorrono in tutta la sua produzione.
Con la serie Astro-Pop fa scivolare paesaggi contemporanei e scene mutuate dal cinema americano sino a far fondere elementi che provengono dall’immaginario di ispirazione fantascientifica degli anni ’30 e ’40.


È difficile concretizzare opere in diverse discipline operative, oggi?

Oggi è facilissimo e semplicissimo concretizzare opere in diverse discipline, viste le enormi possibilità tecnologiche, questo grazie alle tante possibilità di collaborazione che il mercato offre. Naturalmente, questo ha un costo aggiunto altissimo e, quindi, bisogna avere un buon mercato per, poi investire in queste collaborazioni.

Vuoi trasferirti a Roma o a Milano, a Parigi, Londra o NY?

Oggi ho 72 anni e quindi, forse, avrei dovuto farlo prima quando mi si erano presentate alcune occasioni, che, però, ho sempre lasciato correre per le difficoltà, poi, di trovare una situazione come quella, idilliaca, che ho scelto di vivere: in campagna con un grande studio sotto casa.
Oggi, con il senno di poi e con la tecnologia e con quello che ho raggiunto, credo di aver fatto la scelta giusta, perché questo mi dà moltissimo tempo per meditare e lavorare senza perdere tempo… certo la scena artistica delle grandi città è allettante, ti offre molto…, ma non sempre bisogna correre dietro al presenzialismo modaiolo delle metropoli.
Per i giovani va bene, mia figlia vive a Londra, l’importante soprattutto è credere in quello che si fa.

Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024 e dove e con chi.

I progetti per il 2024 sono troppo a breve… ho già molta carne al fuoco: mostre, lavoro in studio. I prossimi passi, tra breve, sono la collaborazione con la galleria Sangiorgio Arte investimenti di Bari, che mi sta coinvolgendo molto… sono sceso a Bari già tre volte per diversi progetti della galleria e altri ne seguiranno. Poi, ho realizzato il drappo del palio di Faenza e questo, per me faentino lontano, è un grande onore che abbiano pensato a me che manco da 50 anni da questa città.
Ora il progetto, che certo non sarà nel 2024 ma più avanti e che mi gira in testa, ma devo trovare collaborazioni, qualcuna l’ho già trovata, è mettere in ordine il mio lavoro: l’Archivio e un catalogo generale delle opere, fare un video e scrivere un libro di memorie… questo è già in corso di realizzazione con una persona per quanto riguarda il video.

La stampa ti ha seguito, ultimamente?

Sì, da tempo mi segue e direi che nel 2024 si sta espandendo molto. Una volta ritagliavo i pezzi di giornale annotavo le interviste… oggi non lo faccio più, non ho tempo, ma credo che con la tecnologia di oggi si possa ritrovare tutto. Quindi, per quello che è raccogliere le notizie, creare un archivio, raccogliere più di 4000 opere che sono in giro per l’Italia, l’Europa e non solo spero che nel futuro, sono ottimista, che qualcuno voglia pensarci… se no tutto finirà con me, e va bene uguale. Beh, non è vero.

Hai partecipato a fiere d’arte?

Sì, tantissime, oggi nel 2024 ancora a nessuna, almeno credo.

Credi che l’Arte andrà avanti su altri canoni e codici?

Certamente, è sempre stato così, ma le basi resteranno sempre le stesse, credo che la pittura, nel mio caso, si trasformerà, integrerà ma rimarrà sempre.

Attualmente il mercato dell’arte è florido?

Fluttuante come sempre e come sempre sarà, è un mercato lo dice la parola, l’arte è un'altra cosa, ma certamente partecipa al mercato.

Perché l’arte va avanti, nonostante alti livelli epidemici e stati di guerra?

Perché l’arte è vita e l’universo è di una grandezza inimmaginabile.


















A cura di Maurizio Vitiello
(n. 4, aprile 2024, anno XIV)