«Le indomabili. 33 donne che hanno stupito il mondo». In dialogo con Daniela Musini Artista versatile, Daniela Musini, nata a Roseto degli Abruzzi (TE) e residente a Città Sant'Angelo (PE), è scrittrice, pianista, attrice e autrice teatrale ed è conosciuta come una delle più acclamate interpreti dell'opera di Gabriele d'Annunzio. Ha allestito i suoi recital/concert dannunziani e i suoi monologhi dedicati a Eleonora Duse e Maria Callas, in Italia, Russia, Giappone, Francia, Bielorussia, Germania, Polonia, Turchia, Stati Uniti e Cuba. Oltre alla stesura di quindici testi teatrali, ha al suo attivo saggi e biografie e con Piemme nel 2020 ha pubblicato Le Magnifiche. 33 vite di donne che hanno fatto la storia d'Italia che ha riscosso un lusinghiero successo. Per la sua poliedrica attività artistica e per i prestigiosi traguardi raggiunti le sono stati conferiti 38 premi letterari nazionali ed internazionali e 19 premi alla carriera. Da Agrippina a Sarah Bernhardt, da Trotula de Ruggiero a Jackie Kennedy, da Caterina la Grande a Rita Levi-Montalcini, da Isabella d'Este Gonzaga a Emmeline Pankhurst, da Elisabetta I Tudor ad Anna Magnani trentatré ritratti di altrettante donne, un caleidoscopio di universi femminili, dissimili quanto a età, condizione, ruolo sociale, esperienza esistenziale. Qual tratto le accomuna? Sono state tutte donne rivoluzionarie, ribelli, audaci, che hanno infranto tabù, scardinato regole, sovvertito consuetudini. Hanno avuto il coraggio di vivere controvento e agire controcorrente per realizzare sogni, perseguire ideali, affermare la propria identità, anche a costo di immolarsi per la propria causa: penso a Ipazia, Giovanna d'Arco, Eleonora Pimentel de Fonseca, Amelia Earhart.
La caratteristica più evidente è che sono tutte fra le donne più connotative della propria epoca, sia per talento, che per fama, che per rilevanza storica, che per audacia del loro modus vivendi.
Il grande coraggio da loro dimostrato credo sia la loro più grande lezione. Il coraggio di vivere la propria vita secondo le proprie scelte, senza farsi condizionare più di tanto, reagendo con forza a chi voleva impedire il loro processo di maturazione e di consapevolezza, l'audacia di sfidare le convenzioni e i limiti imposti dalla società, e persino l'ardimento nell'abbandonarsi a passioni amorose anche scandalose e proibite. Perché anche in questo libro, così come nel precedente, racconto di fiammeggianti e rapinose storie d'amore.
Quando mi sono accinta a questi due affascinanti e coinvolgenti progetti letterari, l'ho fatto non soltanto per amore nei confronti della Storia declinata al femminile, ma anche per ripristinare alcune verità sottaciute, per ricollocare sotto la giusta e veritiera luce molte delle figure raccontate che sui libri di scuola, ad esempio, non vengono menzionate o presentate non nella loro interezza.
La condizione dell'artista donna è inscrivibile nello stesso alveo del percorso che le donne hanno dovuto affrontare nel corso dei secoli per esprimere liberamente la propria personalità, i propri convincimenti e il proprio talento: ossia abbattendo barriere, lottando strenuamente e superando diktat e imposizioni. A tantissime donne, milioni di donne, è stato impedito di poter assurgere alle vette dell'arte (in tutte le sue forme) proprio a causa di pregiudizi e di ostacoli che il più delle volte sono stati insormontabili e tantissime hanno desistito, non per mancanza di volontà, ma per mancanza di possibilità. Credo che oggi ci sia una maggiore consapevolezza e rispetto nei riguardi delle artiste e la strada mi sembra meno impervia, tant'è che vi sono molte scrittrici validissime.
La «cifra» del loro sentire è, a mio avviso, proprio la capacità empatica, la predisposizione all'ascolto dell'io lirico e dell'essenza intima dell'altro: la capacità, ancora più recettiva di quella maschile, di aderire emotivamente all'altra persona, alle sue istanze, alle sue problematiche. Non credo di generalizzare se ascrivo alle scrittrici uno sguardo più acuto e carezzevole del mondo e dei mondi che esso stesso contiene.
Credo sia soddisfacente: le librerie pullulano di scrittrici, poetesse, saggiste, analiste, gialliste, antropologhe, molte delle quali apprezzate ed acclamate. Il mondo dell'editoria ha bisogno delle donne: siano esse autrici che lettrici. Sono proprio queste ultime a decretare, il più delle volte, il successo di un libro. Nel mio caso, e mi si perdoni l'autocitazione, il successo di entrambi i miei libri, Le Magnifiche e Le Indomabili (come spero accada anche per il prossimo che uscirà ad ottobre, sempre per Piemme-Mondadori), è ascrivibile alle lettrici che a migliaia l'hanno acquistato per loro e per farne dono soprattutto ad amiche, madri, sorelle, figlie, colleghe, formando un fil rouge che ha attraversato tutta l'Italia e oltre. E di questo non posso che essere felice e grata.
A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone |