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In dialogo con Aurelian Silvestru, uno degli scrittori più letti in Repubblica di Moldova
Aurelian Silvestru, nato il 1° ottobre 1949, è uno degli scrittori più letti nella Repubblica di Moldova. La sua attività letteraria, apprezzata e confermata da diversi premi, è affiancata dall’attività di insegnante, psicologo e giornalista. Aurelian Silvestru ha conseguito un dottorato di ricerca in psicologia ed è il fondatore e direttore della Scuola Superiore di Creatività e Inventiva «Prometeu-Protalent» di Chișinău.
Il suo romanzo Attore anonimo è stato recentemente pubblicato in italiano da Graphe.it, nella traduzione di Olga Irimciuc, studiosa di letteratura romena e comparata, che ha pubblicato nel 2022 il volume La letteratura romena nella Repubblica Moldova. Percorso tematico, sempre per Graphe.it editore.
Il libro Attore anonimo di Aurelian Silvestru è stato presentato all’edizione di quest’anno del Salone Internazionale del Libro di Torino, presso lo stand della Romania.
Professor Silvestru, nelle sue opere lei affronta diversi temi, tra cui la storia, la spiritualità e la morale. I suoi libri sono uno strumento antico e prezioso per aprire la mente, per dare ai lettori una maggiore capacità di giudizio e di autoconsapevolezza; contengono anche elementi che invitano alla riflessione profonda, frasi che si trasformano in aforismi, frammenti che toccano il cuore. C’è un messaggio particolare che le sta a cuore e che vorrebbe trasmettere ai lettori attraverso le sue opere?
Il mondo è imperfetto. L'importante non è come lo si trova quando ci si arriva, ma come lo si lascia quando si va via. Come cittadini, abbiamo il dovere di renderlo più bello e migliore, e il cambiamento deve partire da noi. Nella vita, come nell’arte, non è bene accontentarsi della vittoria di oggi. Bisogna combattere le ingiustizie e le bugie... E la cosa più importante è non fermarsi, non tirarsi indietro. E per farlo, non servono solo talento e ispirazione, ma soprattutto duro lavoro e carattere. Non è il talento che rende famosi, ma il lavoro sostenuto dal talento. È questo che cerco di promuovere attraverso i miei libri, ovvero dire ai lettori che l’uomo, per essere felice, ha bisogno di due cose: un amore e una vocazione, ma entrambi – veri! E qualcos’altro ancora. Ricordo sempre loro che il talento non ha giorni di riposo, che la vittoria è oltre l’impossibile e che l’unica battaglia da cui si può uscire con gloria è quella contro i propri difetti.
Dopo la laurea, ha trascorso un anno insegnando psicologia infantile presso la sua università. In seguito ha pubblicato diversi libri per bambini e anche un libro di canzoni. Cosa la riporta al mondo dell'infanzia e come pensa che si possano aiutare i giovani ad aspirare a un futuro che rappresenti un mondo migliore?
Tutte le età sono belle, ma non tutte sono ugualmente ricettive alle lezioni della vita. L’infanzia è il terreno più fertile da questo punto di vista. Trascurare i tesori nascosti nei bambini e non fare nulla per valorizzarli significa trascurare il futuro del proprio Paese.
Con un libro si può accendere un falò o un’anima. Il fiammifero è nella mano dell'autore. Sapendo questo, ho scritto numerosi racconti e saggi sulle biografie di grandi personaggi, riuscendo a infiammare giovani e adolescenti con esempi di vita di persone che possono (e meritano) di essere additate come degni modelli. Un bambino è come un giardino: per fiorire, deve essere coltivato. Altrimenti viene invaso dalle erbacce e si perde.
Lei è il fondatore della Scuola Superiore di Creatività e Inventiva Prometeu, la prima scuola superiore privata della Repubblica di Moldova. Ci può parlare di questo istituto?
Nell’ex impero sovietico l’istruzione era eccessivamente ideologizzata. Tutto era fatto con l’obiettivo di mantenere il bambino (e implicitamente l’adulto) entro i limiti dell’ideologia comunista. Ma dove non c'è libertà, non c'è progresso. La caduta dell’impero risvegliò la coscienza collettiva. I popoli, fino ad allora oppressi, volevano conoscere la loro vera storia, tornare alle loro tradizioni, alle loro radici, alla loro cultura nazionale. La scuola era l’ambiente in cui si potevano realizzare i cambiamenti più rapidi e radicali, ma il conservatorismo la frenava. Così ci siamo rivolti all'istruzione privata basata sulla libertà e sulla democrazia. Il Liceo Prometeu è stato il primo istituto privato della Repubblica di Moldavia, registrato ufficialmente il giorno successivo alla dichiarazione di indipendenza della Repubblica (27 agosto 1991).
Il mio obiettivo era quello di fondare una Scuola Superiore di Creatività e Inventiva, in cui i principi di salute, cultura e intelligenza, uniti dal talento, sarebbero stati il fondamento di una personalità armoniosa in grado di affermarsi creativamente sia in patria che all'estero.
Il fatto che da decenni il Liceo «Prometeu» sia tra le istituzioni educative pre-universitarie più prestigiose e di successo della Repubblica di Moldavia dimostra che qualsiasi sogno può essere realizzato se ci si impegna a fondo.
Nel romanzo Attore anonimo, Tudor, uno dei protagonisti, è una persona complessa e introspettiva, che individua nella scrittura un modo per distaccarsi dalle proprie tensioni interiori. Lei ha ricevuto diversi premi e menzioni nazionali e internazionali, tra cui va ricordato l’Ordine della Repubblica, il più importante della Repubblica di Moldova. Cosa cerca e cosa spera di trovare attraverso la sua scrittura? Come si manifesta per lei il rapporto intimo con il foglio di carta che riempirà di parole?
Il desiderio di scrivere è sterile se viene prima del bisogno di leggere. Per uno scrittore, il pericolo più grande è quello di scrivere più di quanto legge. Perché insisto su questa idea? Perché ultimamente è sempre più difficile dire qualcosa di nuovo in letteratura, qualcosa che non sia già stato detto. È ingenuo pensare che si possa creare un'opera di valore senza avere alle spalle una vasta cultura. Ma la cultura si ottiene innanzitutto attraverso la lettura.
Molti attribuiscono i successi di uno scrittore all’ispirazione. In realtà, scrivere è un lavoro. L’ispirazione è solo uno stato, una propensione a creare. Senza lavoro, nessuno ricorderebbe l’ispirazione. In letteratura (come diceva Jules Renard) possono sopravvivere solo coloro che non si vergognano di diventare bestiame da aggiogare all’aratro. I geni sono i più forti, quelli che faticano incessantemente per 18 ore al giorno.
Ovviamente, oltre al duro lavoro, è necessaria anche una grande fiducia in sé stessi. Infatti, quando si scrive, si entra in dialogo con il proprio io, lo si cerca, lo si scopre, lo si valorizza. Scrivere significa cercare sé stessi, come se si fosse isolati in un deserto e si scavasse nella sabbia a mani nude, sperando di imbattersi nell'acqua, per rimanere vivi.
Se si ha una vocazione, col tempo la scrittura diventa la propria vita. È così che quando finisco di scrivere un libro mi sento sollevato, come se mi fossi liberato di un grande peso che portavo nell'anima e che mi impediva di vivere. Un nuovo libro mi dà diritto a una nuova vita. Scrivere è vivere!
Un altro personaggio significativo di Attore anonimo è Nerone! Un personaggio che, secoli dopo la sua esistenza storica, può aiutare Tudor a conoscere meglio sé stesso. L'imperatore romano, e soprattutto le sue passioni artistiche, giocano un ruolo importante nel suo romanzo. Siamo molto curiosi di sapere (e preferiamo concludere con una domanda), perché Nerone?
Viviamo in un mondo complesso. C’è luce, ma anche molta oscurità. Non possiamo liberarcene se non la comprendiamo, per annientarla. Nel corso della storia l’uomo non è praticamente cambiato. È dominato dagli stessi sentimenti. L’egoismo e l’odio sono vivi oggi come ai tempi di Nerone. Tuttavia, Nerone mi ha interessato non solo come dittatore. È un personaggio contraddittorio. È pieno di mistero. Ancora oggi, ad esempio, è difficile spiegare perché la gente, un secolo dopo la sua morte, continua a portare fiori sulla tomba di Nerone. C’è anche quella strana eliminazione di tutte le persone che lo conoscevano da vicino, a cominciare dalla madre e dalle diverse mogli dell'imperatore.
Nel romanzo si trovano numerose altre domande, la cui risposta è lasciata al lettore. La mia opinione è che un romanzo veramente buono continua a essere scritto anche dopo essere stato pubblicato. Fortunato lo scrittore che ha il maggior numero possibile di lettori-coautori!
Non possiamo che ringraziarla per questa intervista e per tutto quello che fa e ha fatto, dimostrando non solo di essere un apprezzato scrittore, ma anche una persona che dimostra umanità e attenzione per gli altri, qualità che dovrebbero essere, in qualsiasi periodo storico e in qualsiasi Paese, alla base dell'esistenza umana.
Vi ringrazio di cuore per questa sorprendente e onorevole opportunità di mettere sul tavolo dei lettori d'Italia almeno un pezzetto della mia anima.
A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone
Traduzione di Silvia Loredana Brînzei e Julia Ursaciuc
III anno Lingue e Letterature, Università dell’Ovest di Timişoara
Coordinatore: Afrodita Cionchin
(n. 6, giugno 2024, anno XIV)
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