Ana Blandiana: «Un grande successo per l’immagine della Romania grazie alla cultura»

«La partecipazione della Romania come ospite d’onore al Salone Internazionale del Libro di Torino è stata, dal mio punto di vista, una delle più prestigiose operazioni – sia per i progetti, sia per i risultati – organizzate all’estero dal nostro Paese, attraverso l’Istituto Culturale Romeno». Nell'intervista esclusiva rilasciata alla nostra rivista, Ana Blandiana esprime anche la sua delusione per il fatto che la stampa romena, «occupata con scandali di corruzione, campagne elettorali, partite di pugilato perse, non abbia avuto il tempo, la curiosità e l’interesse anche per il notevole successo del cambiamento d’immagine della Romania nel mondo attraverso la cultura».


Ana Blandiana, quali sono le sue impressioni sull’edizione di quest’anno del Salone di Torino?

La partecipazione della Romania come ospite d’onore al Salone Internazionale del Libro di Torino è stata, dal mio punto di vista, una delle più prestigiose operazioni – sia per i progetti, sia per i risultati – organizzate all’estero dal nostro Paese, attraverso l’Istituto Culturale Romeno. Per una settimana la Romania è stata al centro dell’attenzione del mondo culturale, grazie a presentazioni di libri (23 volumi romeni tradotti in italiano), dibattiti su temi di attualità artistica e letteraria, recital di poesie in romeno e italiano, che si sono succeduti nella sala conferenze dello Stand romeno, ma anche al centro dell’attenzione della popolazione della città, radunata nelle piazze agli spettacoli del Teatro Masca, oppure per ammirare di notte gli spettacoli multimediali con proiezioni a contenuto romeno sulla facciata del famoso Palazzo Madama. 

Una tale manifestazione apre diverse opportunità: quali le più importanti?

Credo sia stata importante la presenza di numerosi scrittori romeni di spicco e il fatto che il pubblico abbia continuamente visitato il nostro stand; in questo modo gli italiani (tra essi, numerosi universitari, romenisti, persone di cultura) si sono familiarizzati non solo con la pagina, ma anche con chi l’ha scritta. Inoltre, il fatto che e modo in cui i grandi specialisti di lingua e letteratura romena delle più importanti università italiane sono stati sempre accanto agli organizzatori, per presentare gli scrittori e per fare da interpreti, ha contribuito non solo al successo delle iniziative, ma anche al confortante sentimento di solidarietà intellettuale ed europea. 

Quali sono stati i momenti e gli incontri che Lei ha trovato più significativi?

Personalmente sono stata molto impressionata dal fatto che il mio libro Il mondo silaba per silaba (il mio terzo libro uscito in italiano, nella traduzione di Mauro Barindi) è stato presentato dai professori Lorenzo Renzi, Marco Cugno e Bruno Mazzoni, tre grandi personalità degli studi di romenistica, i quali mi hanno fatto l’onore di essermi vicini in questo momento che si potrebbe anche definire solenne dei legami culturali italo-romeni.
A parte questa presentazione, ci sono stati altri due momenti per me davvero memorabili: un incontro con alcune centinaia di studenti che hanno recitato i miei poemi in italiano (avendoli scritti anche su lunghe strisce di carta che pendevano dai balconi dell’evento), mente due studenti romeni (gli unici dell’istituto) hanno recitato la versione romena dei poemi. Ho parlato con loro e sono rimasta colpita dalle loro domande, dall’interesse e dall’emozione con cui cercavano di capire le risposte e la poesia.
Il secondo momento è stato uno spettacolo di poesia e musica, con attori di primo piano, organizzato dagli italiani in chiusura della fiera del libro (era proprio l’ultimo punto del programma), con i miei versi in traduzione italiana, recitati, cantati, proiettati su schermi multimediali. La sala barocca del palazzo dove si è svolto lo spettacolo era strapiena e ho avuto il sentimento di una reale comunicazione e vibrazione che passava da una lingua all’altra.

Con quali idee e progetti di carattere editoriale è rientrata?

Sono rientrata con il progetto di pubblicazione di altri due libri: la traduzione del romanzo Sertarul cu aplauze, cui lavora il professor Marco Cugno, e un secondo volume della serie O silabisire a lumii, che sarà tradotto sempre da Mauro Barindi. Sono tornata a casa anche con il sentimento di orgoglio non solo per me, ma anche per tutti noi, per il fatto che la Romania sia stata presentata in maniera così adeguata, che abbia goduto non solo dell’ammirazione, ma anche della stima degli altri, e che tutto questo sia stato possibile grazie ai grandi sforzi dell’attuale équipe dell’Istituto Culturale Romeno, che in questo modo ha dato prova non solo della sua professionalità, ma anche – oso dire, per quanto desueto possa suonare – del suo amor di patria. Tutto ciò che posso sperare è che questi sforzi possano continuare a produrre numerosi altri successi della stessa portata.  
L’unica delusione relativa al successo registrato a Torino è data dal fatto che in Romania se ne sia saputo ben poco, che la stampa, occupata con scandali di corruzione, campagne elettorali, partite di pugilato perse, non abbia avuto il tempo, la curiosità e l’interesse per il grande successo del cambiamento d’immagine della Romania nel mondo attraverso la cultura.  



Intervista realizzata e tradotta dal romeno
da Afrodita Carmen Cionchin
(n. 6, giugno 2012, anno II)