«Le Serate Italiane» dopo tre anni – un nuovo rapporto fra i giovani e il libro

Il progetto è nato dalla conoscenza delle profonde mutazioni che avvengono nei nostri giorni all’interno del mondo della lettura e del libro, dall’osservazione dell’atteggiamento verso la lettura e verso i libri che tali mutazioni producono nei giovani e dal desiderio di colmare certe lacune e di rimediare ad alcune deficienze derivate da quell’atteggiamento. Precisamente si trattava di avvicinare gli studenti in italianistica dell’Università di Bucarest alla lettura dei testi classici, fondamentali per una formazione non solo umanistica ma anche umana dei giovani, tenendo conto però di ciò che le mutazioni sopraindicate hanno di positivo oppure di ineluttabile. Cioè di suggerire ai giovani un approccio ai classici diverso da quello classico (ossia una lettura obbligatoria, verificata all’esame e valutata con un voto), un approccio che faccia della lettura dei classici «un evento», tanto personale quanto collettivo, un evento che richieda e generi iniziativa, curiosità di investigare, spirito organizzativo, lavoro di gruppo, uso delle più recenti reti di socializzazione, gusto dello spettacolo, desiderio e coraggio di esibirsi ecc.; e, nello stesso tempo, che entri anche nell’intimità della produzione e della vendita del libro, collaborando direttamente con una casa editrice e con una libreria. Cioè fare della lettura parte di un complesso di attività culturali trasversali, che mettano i giovani in contatto non solo con un libro ma anche con la società nel suo complesso, e ciò ad un livello e in un campo diversi da quelli consueti, attività in cui loro siano e si sentano protagonisti.

I punti di partenza sono stati due: l’esistenza, sin dal 2006, della collana bilingue di classici italiani «Biblioteca Italiana» della casa editrice bucarestina Humanitas, collana pensata e realizzata in gran parte proprio per gli studenti italianisti. Questa collana offriva e offre quei testi fondamentali della cultura italiana che, insieme ai grandi classici di altre nazioni, stanno alla base della civiltà europea e dunque del nostro essere hic et nunc. È una collana unica nel paesaggio editoriale romeno perché l’unica bilingue dedicata ai classici di un altro paese. Ed è una collana che intende rivelare al lettore romeno, tramite un apparato critico adeguato, tanto la diversità (rispetto a noi) del mondo in cui scriveva e operava un certo autore classico, quanto la permanenza e la fecondità per noi oggi della sua problematica e, a volte, delle sue soluzioni. La collana, cui collaborano importanti specialisti romeni e italiani, è stata creata in gran parte proprio per gli studenti italianisti; ma dopo quattro anni di esistenza era visibile che essa non era sufficientemente conosciuta o considerata proprio dai suoi principali destinatari. Così, nel 2010 – ed è il secondo e vero punto di partenza del progetto – insieme ai giovani italianisti, docenti dell’Università di Bucarest, essi stessi valenti collaboratori della collana (Oana Boşca Mălin, Corina Anton, Aurora Firţa, Anamaria Gebăilă, Miruna Bulumete) abbiamo interrogato e sollecitato gli studenti e abbiamo creato il Circolo di Studi Culturali Interdisciplinari degli Studenti Italianisti: gruppo di studenti – continuamente crescente e ringiovanito – che hanno la curiosità e l’entusiasmo di diventare lettori di classici in quanto (anche) «operatori culturali». Il connubio del circolo con la collana bilingue garantiva dall’inizio anche il legame, stretto e di reciproco interesse, con la casa editrice, con le librerie Humanitas e con le loro strategie di marketing. Così il progetto è nato: come collaborazione fra università, editoria e testi fondativi, che intende fare dei giovani dei lettori di testi classici e, nello stesso tempo, dei protagonisti di eventi culturali rivolti al grande pubblico di ogni età.

Che cosa sono «Le serate italiane»? Sono incontri mensili che si svolgono in una delle importanti librerie di Bucarest (Humanitas Kretzulescu) in cui, a partire da uno dei volumi di classici italiani della collana ricordata, uno o più invitati, personalità di spicco della cultura romena, iniziano e poi fronteggiano un dibattito intorno all’attualità della problematica del libro rispettivo. Gli incontri sono vivaci, con un pubblico di tutte le età e di tutte le condizioni, dove gli sviluppi tematici sono imprevedibili e le opinioni e anche le passioni culturali si esprimono liberamente, ma sempre a un livello elevato ed educato. Che cosa fanno i giovani del Circolo? Fanno praticamente tutto. Per la realizzazione di ogni serata, si raggruppano liberamente in tre sottogruppi: uno dei gruppi si occupa del contenuto della serata, cioè dopo la lettura del libro in questione ne discute con i colleghi e il professore coordinatore la problematica e la provocazione che essa può presentare per noi oggi e prepara un set di interventi o di questioni da rivolgere agli invitati. Dallo stesso gruppo si elegge anche il moderatore della serata, che poi dirigerà tutto l’evento (presenterà gli invitati, modererà i loro interventi e quelli del pubblico, chiuderà la serata con informazioni sulla serata successiva). Un secondo gruppo si occupa della realizzazione del dépliant e della locandina (curando tanto le informazioni quanto la grafica – che poi viene ultimata e stampata dalla casa editrice Humanitas). Nel dépliant sono presentati sia gli invitati che il gruppo di studenti il quale si occupa del contenuto della serata. Il terzo gruppo si occupa della pubblicità: piazzare le locandine, diffondere inviti tramite le reti di socializzazione, e-mailing ecc. E, secondo la tradizione, ogni serata si chiude con un momento conviviale (gli studenti del Circolo con i loro docenti coordinatori, con gli amici della casa editrice Humanitas e spesso anche con gli invitati della serata) a una birreria del centro della città.

L’entusiasmo dei giovani, la partecipazione attiva della casa editrice (che, a partire dal nostro modello, adesso, incomincia a organizzare serate dedicate anche ad altri paesi), l’interesse dimostrato dai media (TV, Radio Romania, stampa) e la curiosità del pubblico evidenziano che il nostro progetto ha veramente senso e che merita di essere continuato con sempre nuove generazioni di studenti.


Smaranda Elian e Cristina Tănase
(n. 7-8, luglio-agosto 2013, anno III)